Emergenza Covid-19: Campania, Sanità in panne riaprire l’ospedale di Cerreto Sannita (BN)
E’ un momento di grande fermento dal punto di vista sanitario, e l’Italia, come era da prevedere, si è fatta trovare impreparata a questa nuova sfida. Subdolo ed imprevedibile, il Coronavirus sta mettendo a dura prova il sistema sanitario nazionale da nord a sud, portando a maledire anni e anni di lacrime e sangue (la versione tricolore di ‘spending review’) per tornare ad un virtuosismo comunitario che però ha indebolito la nostra Sanità, e distrutto l’economia. In questi famigerati tagli si annoverano quelli di molti presidi ospedalieri su tutto il territorio nazionale che, allo stato attuale, farebbero molto comodo avere nuovamente attivi. In Campania, ad esempio stanno tentando di promuovere nuovamente gli ospedali di Agropoli e del Vallo Di Diano, con svariati altri centri anche nelle altre province. Uno in maniera particolare potrebbe tornare utile alla sanità campana: il Presidio Ospedaliero Santa Maria delle Grazie di Cerreto Sannita (foto in alto -repertorio) in provincia di Benevento. L’imponente nosocomio sannita, fortemente voluto dalla politica locale e poi posto nel dimenticatoio dalla stessa nomenclatura che aveva intanto preferito l’Ospedale di Santa Agata dei Goti per motivi di geopolitica, torna sul piatto della bilancia in un momento veramente drammatico per l’Italia.
La richiesta di riattivare il presidio ospedaliero sannita arriva direttamente dalle comunità locali, dai sindaci dalle zona, ed in maniera particolare dal Comune di San Lorenzello in valle Telesina. Il vice sindaco del paese, Alfredo Lavorgna (in foto di lato) già sulla stampa locale aveva lanciato un appello alla coerenza ed al buon senso, auspicando che la sanità campana “stia pensando alla riapertura dell’ospedale di Cerreto Sannita, perché in un periodo così difficile, avere una struttura del genere chiusa potrebbe essere un errore, anche in considerazione degli sforzi abnormi chiesti al Rummo di Benevento”.
Alle parole di sollecitazione del vicesindaco di San Lorenzello, Ente territoriale guidato da Antimo Lavorgna, si sono unite quelle della società civile che vede in questa operazione di promozione una via percorribile per alleviare il carico di lavoro sanitario a livello provinciale.
Su questa questione, da persona informata dei fatti, si è espresso anche l’ex assessore al lavoro della Regione Campania e presidente del movimento ‘Campania il Nostro Posto’ Severino Nappi (nella foto giù).
“Il piano ospedaliero presentato da Vincenzo De Luca quasi 2 anni fa prevedeva la realizzazione di circa 1.500 posti di terapia intensiva. È rimasto sulla carta, come quasi tutto quello che lui ha annunciato in questi 5 anni. Ora, di fronte all’emergenza Coronavirus, ci saremmo aspettati almeno serietà e azioni funzionali a preservare davvero la popolazione. Invece continua nella politica fatta di annunci e cabaret che, di questi tempi, purtroppo non fanno ridere nessuno. Nelle aree interne, in particolare, è drammatica la situazione ospedaliera, come insegna la vicenda di Ariano Irpino, in cui il focolaio è dipeso dalla inadeguatezza e dalla scarsità dei mezzi del presidio “Sant’Ottone Frangipane” più che dalle condotte dei cittadini, come comodamente vorrebbe De Luca. Non si possono commettere altri errori e, prima che i numeri esplodano, bisogna organizzare il sistema. Invece di costruire improbabili e lontani ospedali da campo, nel beneventano si proceda ad attrezzare subito l’ospedale S.Maria delle Grazie di Cerreto Sannita, come chiedono i sindaci e i cittadini. È una struttura di grandi dimensioni, ancora perfettamente utilizzabile, che può servire nella duplice prospettiva di ospitare i contagiati oppure di accogliere i malati di altre patologie in modo da rendere più ampia la disponibilità della rete ospedaliera pubblica anticoronavirus”. Nappi ha poi concluso: “Quello che non si può fare è restare immobili o limitarsi a proclami e ordinanze da repubblica sudamericana”.