La crisi post coronavirus farà tornare di moda anche i Compro Oro

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Il settore del compro oro, dopo il boom degli anni 2010 e 2011, ha conosciuto una forte contrazione, con una crisi che ha portato alla chiusura di ventimila aziende nell’ultimo quinquennio. Stando ai dati, siamo passati da oltre 35.000 a meno di 15.000 e chi resiste ha visto più che dimezzato il fatturato annuo; per farla breve, siamo passati da circa 1mln a meno di 500.000, con una perdita di 40.000 posti di lavoro.
E’ quanto emerge dai dati diffusi da Oroitaly, l’organizzazione che riunisce oltre 170 aziende del settore orafo. Gianni Lepre, segretario generale Oroitaly ha sottolineato: “Gli italiani negli anni di crisi hanno dato via una parte del loro tesoretto di famiglia e si sono impoveriti ulteriormente. Infatti, per molti di essi, e’ stato indispensabile per la sopravvivenza, privarsi degli ori conservati negli anni e di conseguenza anche dei ricordi”. “Purtroppo- ribadisce Lepre- la crisi economica a cui andremo inevitabilmente incontro, costringerà molte persone a dare ulteriore fondo alla <cassaforte>”. Lepre poi conclude: “ritorneranno, quindi, di moda i compro Oro e ci sarà di nuovo il boom, anche se non come ai tempi ‘d’oro’ è il caso di dirlo, quelli sono finiti oggi ci sono regole ben più rigide a cui si devono sottoporre sia chi svolge, che chi vorrà accingersi a farlo”.
Sottolineatura anche da parte del presidente di OroItaly Salvio Pace che ha ricordato: “L’iscrizione all’Organismo degli agenti e mediatori creditizi, la licenza di Pubblica sicurezza ed un c/c -dedicato sono indispensabili per svolgere l’attività di compro oro, pena gravi sanzioni penali ed amministrative, oltre, ovviamente, alla chiusura dell’attività”. Pace ha poi concluso: “L’adesione a questi obblighi da parte degli operatori dei compro oro sono anche una garanzia ulteriore per le persone che per necessità o volontà decidono di vendere i gioielli di famiglia”.

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