Un decreto che liquida si, ma solo la fiducia. G. Lepre:”Alle imprese bonus e non prestiti che ipotecano il futuro”

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NAPOLI – Un decreto liquidità che prevede di liquido solo le intenzioni ed i proclami propagandistici in stile elettorale non ha mai fatto bene a nessuno, specie poi se viviamo un periodo di emergenza sanitaria nazionale e la nostra economia cola a picco tra i sorrisi e le pacche sulle spalle dei governanti di turno. E’ questo un po il sentiment che guida, a dire il vero, in maniera disciplinata, la gran parte della nomenclatura economico del nostro Paese tra cui il prof: Gianni Lepre, opinionista economico del TG2 Rai ed esperto di PMI targate Mezzogiorno d’Italia. “Il decreto liquidità, è apparentemente partito – riflette Lepre –  a detta del governo lo è certamente, ma all’atto pratico, ci si approccia alle banche e nel migliore dei casi, ti dicono di ripassare dopo qualche giorno, perché non hanno ancora avuto direttive”. Questa prima riflessione è già tutto un programma, anche in considerazione del fatto che viene fatta nella piena coscienza dello status quo delle cose, e non certo di quello che immaginano che sia a Palazzo Chigi. Ma Lepre, che tra le altre cose è anche Segretario generale di OroItaly l’Associazione nazionale di orafi presieduta da Salvio Pace, poi continua: “Il decreto, per le Pmi prevede un prestito per piccoli artigiani e commercianti di 25.000€ garantiti al 100% dallo stato e altre aziende si può arrivare fino a 800.000€ garantiti al 90%. Ma si tratta pur sempre di un prestito che le imprese dovranno restituire in 60 mesi. E l’asino, quello della tradizione, casca proprio quì – chiosa il prof. Lepre – da una crisi così profonda, chissà quando se ne uscirà, e molte imprese non potranno restituire il prestito e la conseguenza sarà la  chiusura o il fallimento, mentre lo stato sarà costretto a restituire la garanzia alle banche”. Ma ovviamente dopo l’ovvio, che pare nessuno riesca e vedere nemmeno lo stesso ministro Gualtieri, scatta la proposta che evidentemente non rientra nei parametri tricolori ed è applicabile solo in terra sassone: “ Sarebbe stato molto meglio- afferma il presidente di OroItaly Salvio Pace- dare sotto forma di bonus definitivo, a parziale risarcimento, ai piccoli 8/10.000 euro e magari ai più strutturati, un importo pari al 5/6% per un importo massimo di 100/120.000 euro”. Ovviamente la proposta parte dal presupposto che il ‘Cura Italia‘ di cui il decreto liquidità fa parte, intenda alleviare le sofferenze e riprogrammare una fase di re-boot delle imprese italiane, e non certo destinare elemosine a mani protese.

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