di Luca Muratgia.
Ottima prestazione degli azzurri a San Siro contro i campioni d’Italia dell’Inter, che reggono la forza d’urto della corazzata meneghina con una prestazione di sostanza con il piglio della squadra di rango. Il big match della dodicesima è stato preceduto da una settimana particolarmente turbolenta per i mugugni determinati dalla eclatante batosta di domenica scorsa in casa contro l’Atalanta di Gasperini che aveva minato alcune certezze faticosamente riconquistate dopo lo sciagurato decimo posto dello scorso campionato e relativi, in particolare, alla tenuta difensiva che ha rappresentato, da sempre, uno dei capisaldi delle formazioni allenate da Antonio Conte.
La partita inoltre presentava importanti spunti di interesse trattandosi di una sfida tra prima contro seconda distanziate da un solo punto laddove, una eventuale vittoria
dei nerazzurri, avrebbe consentito alla squadra allenata da Inzaghi di balzare al primo posto in classifica proprio alla vigilia della sosta di campionato. L’occasione dunque pareva particolarmente ghiotta per i padroni di casa tanto che lo stesso Inzaghi, per l’impegno comunque importante e prestigioso contro l’Arsenal in Champions di mercoledì scorso, aveva optato per un ampio turnover al fine di preservare alcuni elementi proprio in vista della sfida contro i partenopei.
L’allenatore azzurro Antonio Conte, proprio per l’importanza dell’incontro, prepara la squadra in maniera impeccabile, con la formazione schierata con i cosiddetti titolarissimi con eccezione di Giomur, schiarato ancora una volta al posto di Lobotka, non ancora pienamente recuperato a seguito all’infortunio rimediato in nazionale che lo ha tenuto lontano dai palcoscenici agonistici da più di un mese.
Proprio per la preparazione tattica maniacale, da parte di entrambi gli allenatori, la partita è stata molto intensa da un punto di vista fisico ma poco spettacolare, avara di occasioni importanti e giocata in particolar modo sui duelli individuali a tutto campo.
Nel primo tempo, complice i ritmi particolarmente compassati dei padroni di casa, sono gli azzurri a trovare le trame di gioco più interessanti, soprattutto nelle ripartenze con Kvaratskhelia che dopo pochi minuti, potrebbe sfruttare meglio un contropiede innescato da un eccellente Oliveira ma il suo tiro debole, e tra l’altro smorzato da Bastoni, è parato facilmente da Sommers. È il preludio al vantaggio partenopeo che giunge sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Kvaratskhelia intercettato da Rahmani che serve involontariamente Mc Tomiinay che da poco più di in metro, anticipa Dimfries portando in vantaggio il Napoli.
L’Inter sembra accusare il colpo tanto che gli azzurri, in un paio di ripartenze, avrebbero la possibilità di arrotondare il risultato. In partite tanto complicate ed equilibrate a fare la differenza sono le giocate individuali e così succede che, proprio a ridosso della fine del primo tempo, nel momento di maggiore difficoltà per i nerazzurri e quando sembrava che gli uomini di Conte avessero il pieno controllo del match, Charanoglu si inventi il gol del pareggio con una fucilata da fuori area che piega le mani a Meret che non riesce ad intercettare il tiro che si infila all’incrocio dei pali con qualche responsabilità del portiere azzurro, apparso poco reattivo nella circostanza, e soprattutto di Gilmour incaricato della marcatura a tutto campo proprio di Calhanoglu, che non accorcia, lasciando al campione turco tempo e spazio più che sufficiente per battere a rete.
Nel secondo tempo l’Inter, consapevole dell’unico risultato a disposizione e condanna necessariamente a vincere, alza notevolmente i ritmi della manovra rendendosi inevitabilmente più pericolosa e creando maggiori grattacapi alla retroguardia azzurra che, dal canto suo, regge l’urto egregiamente se si eccettua un palo colpito da un tiro a botta sicura dal limite dell’area di Di Marco (favorito tra l’altro dall’assenza momentanea di Buongiorno per infortunio che lascia i partenopei momentaneamente in inferiorità numerica) che scheggia il palo esterno alla sinistra di Meret. Al ‘74 l’episodio che avrebbe potuto decidere la partita quando l’arbitro Mariani assegna all’Inter un cervellotico rigore per un leggero contatto tra Anguissa e Thuram ma Charanoglu, dopo 19 centri consecutivi, stampa sul palo il pallone del possibile vantaggio. Il pericolo sventato comporta una maggiore attenzione intensità ed aggressività degli azzurri che riescono a riequilibrare l’andamento della partita al punto da non subire più nulla agli avanti nerazzurri, anzi, in pieno recupero, i subentrati Ngonge e Simeone confezionano una clamorosa occasione con il belga che si libera di Darmian sulla fascia destra servendo al Cholito il pallone del match, il tiro a colpo sicuro dell’argentino però sorvola di pochi centimetri la traversa con Sommers immobile ed ormai rassegnato al peggio.
La partita termina dunque con un giusto pareggio che per il Napoli vale oro perché consente agli azzurri di giungere alla sosta preservando il primato solitario in classifica sia pur di in solo punto su un gruppo di quattro squadre tra cui la stessa Inter raggiunta nel frattempo dalla sorprendente Fiorentina, dalla Lazio e Dall’Atalanta.
Certo i padroni di casa hanno espresso maggiore volume offensivo ma questo dato pareva ovvio ed inevitabile già alla vigilia considerando che parliamo dei campioni d’Italia in carica, davanti al proprio pubblico, con un organico nettamente superiore, costretti necessariamente a vincere in relazione alle rispettive posizioni di classifica.