di Luca Muratgia.

Peccato davvero, c’era tanto Napoli nella sfida scudetto disputata ieri al Maradona ma gli azzurri non ce l’hanno fatta ad avere la meglio su un’Inter che, dopo la rete del vantaggio ottenuta in maniera estemporanea, è parsa estremamente rinunciataria, subendo la furia di un Napoli scatenato che sembra aver ritrovato lo smalto perduto dopo le ultime apparizioni quanto meno discutibili. La settimana che ha preceduto il match clou della ventisettesima giornata, è stato infatti particolarmente tribolato a seguito della disfatta di Cono dove più di una perplessità era emersa sulla tenuta fisica e mentale della squadra. Le polemiche, le discussioni ed i dibattiti si sono inevitabilmente amplificati a dismisura come purtroppo troppo spesso accade a queste latitudini. A finire nel mirino della critica è stata la società per la discutibile campagna acquisti del mercato di gennaio, l’allenatore, colpevole, secondo alcuni di aver cambiato sistema di gioco (a seguito di una impressionante serie di infortuni) togliendo certezze alla squadra e ai giocatori stessi che, proprio nei momenti di difficoltà, avrebbero manifestato e palesato carenze di carattere mentale e comportamentale.
La verità è che gli infortuni patiti in serie, a cui si è aggiunto nelle ultime ore un “mammasantissima” come Fred Zambo Anguissa, hanno alterato gli equilibri di una squadra che sembrava indistruttibile, ad immagine e somiglianza del proprio allenatore. Nonostante le battute d’arresto, nonostante il Napoli abbia totalizzato 4 punti nelle ultime 5 partite, il primato in classifica, distante appena un punto, sembra a portata di mano, anche alla luce dei valori espressi ieri in campo che hanno mostrato un Inter tutt’altro che irresistibile. Tra l’altro anche il Venezia ha fornito un corposo aiuto agli azzurri impattando clamorosamente al Gewiss Stadium contro l’Atalanta, distante appena due punti dagli azzurri, per un campionato che appare, ad 11 giornate dalla fine, del tutto indecifrabile.
La partita è stata particolarmente intensa già dalle battute iniziali ma il crocevia è stata la gemma balistica di Di Marco, non nuovo a simili prodezze, con un calcio di punizione incastonato all’incrocio dei pali con Meret che nulla ha potuto. Da allora si è assistito ad un vero e proprio assedio con un Napoli arrembante e con gli ospiti troppo passivi e troppo adagiati sulla rete di vantaggio.
Il forcing del Napoli si è particolarmente intensificato nella seconda frazione di gioco con occasioni da rete a ripetizione e con l’Inter incapace fin anche di superare la linea mediana del campo. Gli sforzi dei partenopei trovano il meritato riscontro quando il risultato sembrava ormai cristallizzato a favore dei nerazzurri, ad appena 4 minuti dalla fine, con una percussione quasi “rugbistisca” di Lobotka che serve dentro l’area il subentrato Billing, il danese, dopo un tiro a botta sicura respinto miracolosamente da Martinez, ribadisce in rete da pochi passi regalando una gioia incontenibile ai sostenitori azzurri assiepati sugli spalti e mantenendo il campionato più vivo che mai. Anzi poco è mancato che, negli ultimi secondi di recupero, che Mctominay da pochi metri non realizzasse la rete della vittoria che per gli ospiti, avrebbe avuto l’amaro sapore della beffa.

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