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Coronavirus, tutte le notizie e le ultime news sull’epidemia che ha stravolto la nostra società e il nostro modo di vivere.

Prime linee guida per Long Covid, riguardano il 6% dei pazienti

Dagli aspetti pneumologici ai problemi cardiovascolari alle sindromi metaboliche, fino alle malattie neuro-psichiatriche: sono solo alcuni dei sintomi di pazienti affetti dalla ‘Pasc’, o Long Covid, le “sequele post acute” dell’infezione da SarsCov2, che l’Oms stima attorno al 6% tra coloro che hanno contratto l’infezione. Si tratta, si legge in una nota, di una “nuova emergenza di sanità pubblica” su cui a oggi in Italia siamo ancora poco attrezzati. Ad avanzare una prima proposta concreta per la presa in carico di pazienti affetti dal Long-Covid è l’eBook dal titolo “Linee guida per il follow-up delle sequele da Covid-19”, curato da Claudio Lucifora e pubblicato dalla casa editrice Vita e Pensiero dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in occasione della Giornata Nazionale in memoria delle vittime del Covid, che si celebra oggi. “Nel maggio 2023, l’Oms ha dichiarato ufficialmente conclusa l’emergenza pandemica del Covid19”, osserva Claudio Lucifora, direttore del Centro di ricerca sul Lavoro ‘Carlo Dell’Aringa’ (Crilda) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore del progetto Pascnet, i cui risultati della prima fase sono raccolti proprio nell’eBook. “Le statistiche raccolte dall’Oms ci ricordano che dall’inizio della pandemia ci sono stati, in tutto il mondo, oltre 765.222.932 casi di contagio, con quasi sette milioni di morti. Nella sola Lombardia, i contagi sono stati oltre 4 milioni con quasi 50mila decessi. Sebbene, per il momento, possiamo considerare vinta la sfida pandemica del Covid19, ancora molte persone, anche a distanza di anni dal contagio, convivono con gli effetti debilitanti del Long-Covid o, come meglio definito nella letteratura medica, la Pasc”. Combattere il Long Covid è appunto l’obiettivo del progetto Pascnet, che ha l’obiettivo di elaborare le linee guida, per il follow-up di pazienti affetti da sintomi. Nell’iniziativa sono coinvolte le agenzie di tutela della salute, le aziende socio-sanitarie territoriali e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, e una rappresentanza dei medici di medicina generale. “La scommessa – conclude Lucifora – è che le linee guida possano essere di supporto alla pratica clinica, contribuire a ottimizzare la presa in carico dei pazienti affetti dalle sequele post-acute dell’infezione da Covid, ma soprattutto offrire delle prospettive di guarigione e migliorare la loro salute”.

Influenza, l’inverno più pesante degli ultimi 15 anni

L’inverno in corso è il più pesante degli ultimi 15 anni per l’influenza e per le altre infezioni respiratorie. Lo rileva in un comunicato l’Associazione dei Microbiologi Clinici Italiani . Secondo i dati comunicati al sistema italiano di sorveglianza delle sindromi simil-influenzali RespiVirNet, a causa dei cambiamenti delle condizioni meteorologiche e della contemporanea circolazione di diversi agenti patogeni, l’incidenza in Italia ha raggiunto nelle utime due settimane un livello di intensità alta, con 17,5 casi per mille assistiti. “Stiamo assistendo alla stagione invernale più pesante degli ultimi 15 anni, con un impatto considerevole soprattutto sui bambini e sulla popolazione fragile”, osserva Pierangelo Clerici, presidente di Amcli Ets. “Diversi virus respiratori, tra i quali i virus influenzali, in particolare il sottotipo virale A/H1N1pdm09, e poi il virus SarsCoV2 con la variante di interesse JN.1, figlia della variante Pirola, e ancora il virus respiratorio sinciziale, stanno contribuendo a questi numeri e a mettere sotto pressione i sistemi di assistenza”. Per il virologo Antonio Piralla, del Policlinico San Matteo di Pavia e coordinatore del gruppo di lavoro Amcli sulle infezioni virali respiratorie, “in realtà si tratta di un fenomeno normale per questo periodo dell’anno. Le temperature rigide favoriscono la circolazione di virus respiratori in grado di provocare quadri clinici sovrapponibili a quelli da infezione influenzale e che vengono trasmessi con le stesse modalità”. In particolare, le analisi fatte presso il centro di riferimento regionale per le Emergenze microbiologiche del Policlinico S. Orsola di Bologna, indicano che i ceppi di Influenza A H1N1 attualmente circolanti, sono filogeneticamente correlati con l’attuale ceppo vaccinale A/Victoria/4897/2022 (emisfero settentrionale). “Nella fase post-pandemica, i virus respiratori hanno ripreso la loro circolazione fino ad arrivare alla stagione attuale, dove i virus influenzali sono tornati ai livelli del 2019”, dice Elena Pariani, epidemiologa-virologa dell’Università Statale di Milano e segretario del gruppo di lavoro Amcli sulle infezioni virali respiratorie. “La bassa adesione alla campagna vaccinale antinfluenzale e anti-Covid19 – conclude – ha contribuito nel definire lo scenario epidemiologico corrente”.

Covid: in Campania tornato l’obbligo di mascherine in ospedale

“I numeri del covid restano ampiamente gestibili oggi, c’è un lieve aumento nelle degenze ordinarie, ma assolutamente restiamo a zero per la terapie intensiva”.

Così Antonio Postiglione, direttore generale per la tutela della salute e coordinatore del sistema sanitario della Campania, spiega all’ANSA i passi di tutela dal possibile contagio. “Li abbiamo applicati – spiega Postiglione – anche in modo un po’ più forte rispetto a quelli indicati in due indicazioni alle strutture sanitarie a maggio e agosto per rimanere prudenti”. In Campania nelle strutture ospedaliere è tornato quindi l’obbligo di indossare le mascherine di protezione in tutti i reparti per chi ci lavora, per i pazienti e per chi visita persone ricoverate. Sono esclusi dall’obbligo della mascherina i bimbi di meno di 6 anni e le persone con patologie o disabilità incompatibili con la mascherina. C’è anche l’obbligo di eseguire il tampone diagnostico per il covid a chi entra nel pronto soccorso ed è affetto da stato febbrile e una sintomatologie delle vie respiratorie. Il tampone è invece sempre necessario per i pazienti che sono stati al Pronto Soccorso e siano poi ricoverati in reparti degli ospedali. Il tampone è anche necessario per i parenti che accedono alle strutture sanitarie per trovare i pazienti. La mascherina di protezione è obbligatoria per chi lavora, per i pazienti e i visitatori di strutture socio-sanitarie, socio- assistenziali, di lungodegenza, riabilitativa, strutture residenziali per anziani o persone non autosufficienti, ambulatori e aree assistenziali dei distretti sanitari di base.

Covid: in Turchia scoperti i primi casi della variante ‘Eris’

Nove casi di positività alla variante ‘Eris’ del virus Covid-19 sono stati rilevati in Turchia. Lo ha fatto sapere il ministro della Sanità Fahrettin Koca, come riporta la tv di Stato Trt, affermando che la variante è stata rilevata in persone che hanno avuto contatti con persone arrivate dall’estero o si sono recate all’estero. “Questo sviluppo non può essere considerato motivo di preoccupazione”, ha detto Koca affermando che Ankara “proteggerà gli anziani e i malati cronici”.

Spallanzani, più casi Covid, serve nuovo sistema monitoraggio

“Nelle ultime settimane c’è una ripresa dei casi per l’emergere delle nuove sottovarianti e per gli effetti della stagione estiva, gran parte sono infezioni lievi. La malattia per la persona giovane adulta e sana è clinicamente non rilevante. Al contrario, nei fragili, grandi anziani e immunodepressi, il Covid rimane un problema. Per questo si dovrebbe passare ad un monitoraggio che si concentri sui casi ricoverati in ospedale, sui casi gravi”. Lo afferma Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico dell’INMI Spallanzani che aggiunge: “il monitoraggio oggi si focalizzi non tanto sull’infezione ma sulla malattia”.

 

I risultati dello studio Neuro-COVID Italy sulle complicanze neurologiche di COVID-19

Disturbi neurologici meno frequenti e nella maggioranza dei casi, risolti, spesso anche in tempi brevi, nelle ondate pandemiche successive alla prima. Questi gli esiti dello studio Neuro-COVID Italy, promosso dalla Società Italiana di Neurologia (SIN), recentemente pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Neurology, giornale ufficiale della American Academy of Neurology.

I disturbi neurologici associati all’infezione da COVID-19, chiamati collettivamente con il termine “neuro-COVID”, sono tra gli aspetti più allarmanti, controversi e meno compresi della recente pandemia. Si tratta di sintomi e malattie diverse – dall’encefalopatia acuta (ovvero un grave stato confusionale, con disorientamento e allucinazioni) fino all’ictus ischemico, l’emorragia cerebrale, le difficoltà di concentrazione e memoria, la cefalea cronica, la riduzione dell’olfatto e del gusto, alcune forme di epilessia e di infiammazione dei nervi periferici. 

Il progetto Neuro-COVID Italy ha coinvolto 38 unità operative di Neurologia in Italia e nella Repubblica di San Marino ed è stato coordinato dal Prof. Carlo Ferrarese, direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Milano-Bicocca presso la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza.

Lo studio, ideato dai ricercatori dell’Università degli Studi di Milano (Prof. Vincenzo Silani e Alberto Priori, rispettivamente direttore del Dipartimento di Neuroscienze di Auxologico IRCCS e direttore della Clinica Neurologica III, Polo Universitario San Paolo) e di Milano-Bicocca (Prof. Carlo Ferrarese), è stato presentato al Comitato Etico di Auxologico IRCCS a Milano il 26 Marzo 2020, ed è durato per un periodo di 70 settimane, da Marzo 2020 fino a Giugno 2021, con un successivo follow-up fino a Dicembre 2021.

Su quasi 53000 pazienti ospedalizzati per COVID-19, circa 2000 pazienti erano affetti da disturbi neuro-COVID e sono stati seguiti per almeno 6 mesi dopo la diagnosi, per analizzare l’evoluzione dei disturbi. 

«Lo studio Neuro-COVID Italy è stato un grande lavoro di squadra, svolto con impegno e dedizione da 160 neurologi impegnati in prima linea durante il periodo più duro della pandemia – afferma Carlo Ferrarese, coordinatore dello studio. «Lo studio è stato promosso dalla Società Italiana di Neurologia, che fin dall’inizio ha supportato tutte le attività di ricerca».

Il dott. Simone Beretta, neurologo presso la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza e primo autore dello studio sottolinea l’importanza dei risultati ottenuti: «Un primo dato importante è che i disturbi neuro-COVID sono diventati gradualmente meno frequenti ad ogni successiva ondata pandemica, passando da circa l’8 per cento della prima ondata a circa il 3 per cento della terza ondata. Questo indipendentemente dalla severità respiratoria del virus e prima dell’arrivo dei vaccini. La ragione più probabile di questa riduzione sembra quindi legata alle varianti stesse del virus, che passando da quella originale di Wuhan fino a Delta hanno reso il virus meno pericoloso per il sistema nervoso. Con la variante Omicron e l’uso dei vaccini, la situazione è andata ulteriormente migliorando e i disturbi neuro-COVID sono ora diventati molto rari».

Un secondo dato, riguarda il recupero neurologico nei mesi successivi all’infezione, come spiega il professore Carlo Ferrarese: «In oltre il 60 per cento dei pazienti c’è stato una risoluzione completa dei sintomi neurologici oppure la persistenza di sintomi lievi, che non impediscono le attività della vita quotidiana. Questa percentuale arriva a oltre il 70 per cento per i pazienti in età lavorativa, tra i 18 e i 64 anni».

«Non bisogna però dimenticare che – prosegue Ferrarese – in circa il 30 per cento dei pazienti, i sintomi neurologici sono durati oltre i 6 mesi dall’infezione. Questo è vero soprattutto per quanto riguarda i pazienti con ictus associato all’infezione da COVID, che nelle prime ondate sono stati gravati anche da una elevata mortalità intraospedaliera. Ma anche per i disturbi cognitivi, della concentrazione e della memoria, la risoluzione dei sintomi è stata molto più lenta rispetto ad altre condizioni neurologiche, tanto da rientrare in quella che è stata chiamata sindrome long-COVID. Questa nuova sindrome è attualmente seguita in molti centri neurologici coinvolti nello studio».

Il Professor Alberto Priori, direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia e della Clinica Neurologica dell’Università degli Studi di Milano presso il Polo Universitario San Paolo alla ASST Santi paolo e Carlo di Milano, che con i suoi collaboratori ha descritto per primo i disturbi cognitivi associati al COVID, rileva inoltre che «se, quando e quanto l’infezione da Sars-Cov-2 potrà determinare un incremento del rischio di patologie neurologiche ad essa correlate a distanza di anni rimane ovviamente da essere studiato. Visti i dati della pandemia appena finita, i numeri potrebbero ipoteticamente essere importanti. Ciò implica che i sistemi sanitari europei oltre che le società scientifiche dovranno monitorare attentamente il quadro neuro-epidemiologico e dedicare sin da ora risorse specifiche a tale osservazione nel tempo».

«Lo studio Neuro-COVID Italy ci rende orgogliosi – conclude Vincenzo Silani – per avere intuito precocemente il coinvolgimento del sistema nervoso nella pandemia legata al COVID ed avere così determinato la raccolta dei dati nella penisola tracciando una prima valutazione dell’impatto neurologico in acuto e nel lungo termine della pandemia».

Nave Aita Mari attracca a Salerno con 172 migranti a bordo, inclusi numerosi minori: In arrivo assistenza e distribuzione nelle province campane

Nave Aita Mari attracca a Salerno con 172 migranti a bordo, inclusi 55 minori non accompagnati. I migranti, provenienti dall’area subsahariana, sono in buona salute e negativi al Covid. Saranno sbarcati e sottoposti a ulteriori controlli medici. I migranti saranno distribuiti tra diverse province campane, principalmente Salerno. Le autorità locali effettueranno verifiche per individuare eventuali scafisti presenti tra di loro. L’obiettivo è assistere i migranti non solo durante lo sbarco, ma anche nel garantire loro un futuro migliore attraverso l’accompagnamento nel loro percorso. L’arcivescovo di Salerno esprime la disponibilità della città ad accogliere i migranti, sottolineando l’importanza di offrire loro una speranza di vita migliore.

PORTICI: greenpass.

Carabinieri controllano il possesso della certificazione in ristoranti e pub. Non mancano i furbetti
Controlli mirati ai greenpass nel comune di Portici nell’ambito di un servizio straordinario svolto dai Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco e da agenti della locale polizia municipale.
Chiesta l’esibizione della carta verde a 130 persone, tutti clienti, gestori e dipendenti di ristoranti e pub della città.
3 i clienti e 1 cameriere sprovvisti della certificazione. Per loro e per i gestori dei locali che non hanno verificato l’applicazione della normativa una multa.
Un dipendente di un ristorante, invece, ha mostrato un greenpass con generalità di un’altra persona.
Quando gli è stato chiesto il documento ha svicolato dicendo di non averlo con sé e ha poi fornito false generalità, sperando di farla franca. I carabinieri hanno compreso il trucco e denunciato l’uomo. I Controlli continueranno anche nei prossimi giorni.

Anche la Scozia abolisce le ultime restrizioni: ” Dal 9 agosto si tornerà a livello zero di rischio!”

La Scozia si allinea dal 9 agosto all’Inghilterra sulla revoca di quasi tutte le ultime restrizioni da lockdown anti Covid. Lo ha annunciato oggi la first minister indipendentista del governo locale di Edimburgo, Nicola Sturgeon, competente sull’emergenza sanitaria in forza della devolution, confermando un calo dei contagi da variante Delta anche in territorio scozzese. Sturgeon ha spiegato che l’intera nazione settentrionale del Regno Unito tornerà al “livello zero” di rischio e che le limitazioni al distanziamento sociale saranno di fatto revocate, al pari di quanto deciso per l’Inghilterra dal governo britannico di Boris Johnson fin dal 19 luglio. Ma ha aggiunto che per ora in Scozia l’uso precauzionale delle mascherine sui mezzi di trasporto e nei luoghi pubblici al chiuso resterà obbligatorio sulla carta, a differenza dell’Inghilterra, dove è ormai solo raccomandato e affidato alla responsabilità individuale o a specifiche indicazioni vincolanti dei gestori.
Sempre oggi, il governo Johnson ha rinunciato intanto all’intenzione di creare una nuova lista ambra plus di Stati a maggior rischio d’importazione di varianti del Covid nel sistema di precauzioni sui viaggi dall’estero. Lista che avrebbe rappresentato una sorta di avvicinamento di alcuni Paesi verso la lista rossa delle destinazioni soggette tuttora a un sostanziale divieto di viaggio (salvo la possibilità di rimpatrio con quarantena obbligatoria in hotel sorvegliati a proprie spese) e contro cui era già insorta l’industria del turismo e dei vettori aerei. Lo comunica l’Ansa.

 

Fonte: ANSA

Policlinico Vanvitelli. Inaugurazione nuova Terapia intensiva Sarà presente il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca

Lunedì, 28 giugno 2021, alle ore 10.00, presso l’Edificio 17 dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Luigi Vanvitelli” – Complesso Cappella Cangiani di via Pansini – alla presenza del presidente della Giunta regionale, Vincenzo De Luca, avrà luogo l’inaugurazione della nuova Terapia intensiva.
Grazie al finanziamento della Regione Campania si è proceduto alla realizzazione di sei nuovi e moderni posti letto di Rianimazione corredati da attrezzature di ultima generazione.
Napoli, 26 giugno 2021