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Sempre più squadra. Solito gol di misura per sbancare Torino, ma questa volta lo 0-1 sta stretto agli azzurri

di Luca Muratgia.

Nella giornata caratterizzata dalle drammatiche immagini di Firenze che hanno visto protagonista il giovane centrocampista viola Eduardo Bove, 22 anni, accasciatosi improvvisamente al suolo durante il match clou della giornata Fiorentina Inter, vittoria di vitale importanza per il Napoli che sbanca l’Olimpico Grande Torino con una prestazione di valore assoluto, dominando indiscutibilmente il match molto ad di la di quanto non dica il risultato. Solo le prodezze da fuoriclasse di Milinkovic Savic hanno consentito di tenere aperta una partita che, sul piano del gioco, dell’intensità e della proposta offensiva, non c’è mai stata. Squadra cattiva, determinata, concreta che assorbe a velocità impressionante, le sembianze ed il carattere del proprio leader-allenatore, Antonio Conte. La vittoria maturata sul campo dei granata, in evidente difficoltà ed alle prese con la dichiarata contestazione della tifoseria nei confronti della società guidata da Urbano Cairo che chiede a gran voce un cambio di gestione ai vertici del club, assume un valore enorme su un campo particolare e in una sfida mai banale.
Il primo tempo in verità è parso più equilibrato, con il gol che decide la partita dell’insostituibile Scott McTominay che, su una giocata da fuoriclasse di Kvaratskhelia, che manda al manicomio l’intera retroguardia granata, stoppa e tira il pallone in una frazione di secondo e fulmina Milinkovic Savic con un sinistro sul primo palo, realizzando la quarta rete in campionato, nonché il gol che si rivelerà poi decisivo.
Come anticipato in precedenza il protagonista assoluto, sponda granata è risultato il portiere Milinkovic Savic che, prima del gol decisivo sopra descritto, si esalta prima su uno straordinario colpo di tacco di Lukaku (in netta ripresa il centravanti belga) e poi su un colpo di testa dello stesso Kvaratskhelia.
Per onor di cronaca bisogna riconoscere che qualche difficoltà la squadra allenata da Vanoli, l’ha creata, anzi, sul finire della prima frazione di gioco, Coco, davanti alla porta vuota, incespica clamorosamente, graziando i partenopei da un pareggio che era sembrato ormai inevitabile.
Nel secondo tempo invece il Napoli mantiene il controllo assoluto delle operazioni senza concedere nulla.
Sono proprio gli uomini di Conte infatti che sfiorano a più riprese la rete che avrebbe definitivamente archiviato la pratica, ma ancora una volta, Milinkovic Savic sfodera interventi prodigiosi a ripetizione in particolare su un colpo di testa a botta sicura di Oliveira e su un’iniziativa personale di Simeone subentrato poco prima proprio a Lukaku. Insomma quinta vittoria per 1-0 per il Napoli e nono cleensheet stagionale, ma questa volta il minimo scarto va sicuramente stretto agli azzurri che avrebbero meritato di vincere con un margine sicuramente maggiore.

Sbancato San Siro. Messaggio importante al campionato

di Luca Muratgia.

Inizio del tour de force con il botto del Napoli che asfalta il Milan in casa propria con un inequivocabile 0-2 lanciando un messaggio chiaro al campionato circa la candidatura nella lotta al titolo che, a questo punto, vede anche gli azzurri tra le eventuali papabili alla vittoria finale, sebbene Antonio Conte continui a predicare calma e umiltà ricordando, a giusta ragione, che è necessario colmare il gap dei 41 punti dalla vetta del campionato scorso.
Ad ogni modo, solo al termine del ciclo terribile che, è bene ricordarlo, è appena iniziato, e che vedrà gli azzurri impegnati in successione con Atalanta al Maradona, l’Inter nuovamente a San Siro, la Roma in casa, il Torino all’Olimpico e la Lazio al Maradona, sarà possibile trarre indicazioni maggiormente attendibili circa le eventuali ambizioni.
Il Napoli comunque nel big match della decima giornata, ha palesato uno spessore che mai fino ad ora era parso tanto evidente; è pur vero che il Milan si è presentato contro gli azzurri con una formazione largamente rimaneggiata, mancando di alcuni elementi imprescindibili come Theo Hermandez, Reijinders squalificati e Pulisic fermato in extremis da una gastroenterite che ne ha limitato l’impiego alla mezz’ora finale. Comunque il Milan, nonostante le assenze,  è una squadra che gioca la Champions e che, pertanto, possiede un organico di spessore assoluto; basti pensare che proprio ieri, nella sfida contro o partenopei, i rossoneri, nonostante le assenze, hanno schierato giocatori del calibro di Okafor, Morata, Fofana, Loftus-Cheek, Chukwueze, ed Emerson con una panchina composta da giocatori come Leao, Tomori e lo stesso Pulisic sia pur impiegabile a mezzo servizio, insomma una compagine comunque di tutto rispetto e sicuramente di spessore maggiore rispetto alle rose dell’Empoli e del Lecce, ovvero le ultime due avversarie che hanno creato non pochi grattacapi agli uomini di Conte. Ciò che comunque è emerso dal match di San Siro è che il Napoli ha mostrato grande carattere, grande atteggiamento e tanto spirito di sacrificio, requisiti e qualità imprescindibili per il raggiungimento di qualsivoglia risultato.
Già dalle battute iniziali si è assistito ad un Napoli determinato ad ottenere il risultato pieno e non a caso infatti al quinto minuto una verticalizzazione di Anguissa trova Lukaku che, travolto il malcapitato Pavlovic, fredda Maignan con un rasoterra chirurgico. Subito il gol il Milan si sveglia e mette a dura prova la solidità della difesa azzurra che, al netto di qualche occasione concessa agli avversari (dovute più che altro a qualche sanguinoso errore nell’uscita dal basso), mostra tutta la propria impermeabilità. Proprio allo scadere della prima frazione di gioco sale in cattedra il talento cristallino ed indiscusso di Kvaratskhelia che, ricevuta palla nei pressi dell’out di sinistra, si accentra, scagliando poi un fendente a giro di rara bellezza sul quale però Maignan non sembra esente da responsabilità. Lo 0-2 rappresenta una mazzata enorme per i rossoneri che nel secondo tempo, dopo un gol di testa annullato a Morata per fuorigioco, non riescono mai ad incidere in maniera determinante. Gli ingressi di Leao e del convalescente Pulisic apportano maggiore pericolosità e vivacità alla manovra offensiva dei rossoneri; lo stesso Leao, liberatosi in maniera discutibile di Mazzocchi tasta i riflessi di Meret che interviene sul tiro del portoghese con un prodigioso colpo di reni. Il Napoli tiene e porta a termine l’incontro senza particolari patemi. Da sottolineare le sontuose prove di Oliveira, migliore in campo per la grinta, la determinazione e per l’applicazione, di Anguissa e di Di Lorenzo, tornato sui livelli di spallettiana memoria. Da registrare infine, i notevoli miglioramenti di Gilmur nell’ingrato compito di sostituire un mostro sacro del ruolo come Lobotka; lo scozzese, dopo il balbettante esordio di Empoli e dopo i lievissimi miglioramenti di sabato al Maradona contro il Lecce, ha finalmente fornito una prova di spessore, prendendo il controllo del centrocampo e manifestando una importante predisposizione alla verticalizzazione e a trovare la posizione adatta per ricevere il pallone dai compagni di squadra in difficoltà.

Calcio: Lega A, a Conte il premio miglior coach di settembre

Il premio ‘Coach Of The Month’ di settembre è stato assegnato all’allenatore del Napoli Antonio Conte. La consegna del trofeo avverrà nel pre-partita di Napoli-Como, in programma domani. Come ricorda la Lega Serie A, il premio è stato assegnato da una giuria composta da direttori di testate giornalistiche sportive che hanno valutato gli allenatori in base a criteri tecnico sportivi e di qualità di gioco, oltre che di comportamento tenuto durante le gare. “Fin dal suo arrivo a Napoli, Conte ha trasmesso ai suoi giocatori la sua filosofia fatta di lavoro duro, ambizione e mentalità vincente. Questa nuova attitudine ha consentito al Napoli di ottenere subito risultati positivi, premiando la scelta del presidente De Laurentiis di riportare in Italia uno degli allenatori più vincenti del mondo – ha commentato l’ad di Lega Serie A, Luigi De Siervo -. Le scelte tattiche e la perfetta fase difensiva hanno spinto il Napoli nuovamente in testa alla classifica, garantendo alla Serie A la fondamentale alternanza al vertice che è sinonimo di interesse ed equilibrio”.

Brilla il Napoli 2. Asfaltato il Palermo, si vola agli ottavi di Coppa Italia

di Luca Muratgia.

Il Napoli delle seconde linee domina in lungo e in largo la formazione siciliana ed ottiene agevolmente il lasciapassare per gli ottavi di finale del trofeo tricolore da disputare all’Olimpico di Roma sponda laziale. La Coppa Italia rappresenta per gli azzurri un obiettivo di primaria importanza in considerazione del fatto che quest’anno, dopo 14 anni consecutivi, non ci saranno impegni europei per cui il trofeo non può assolutamente essere snobbato come accaduto in qualche circostanza.  L’importanza della competizione, così come sopra riportata, non ha però impedito ad Antonio Conte di optare per una formazione ampiamente rivisitata al fine di concedere minutaggio ai giocatori fino ad ora meno impegnati. Nonostante i cambi e nonostante alcuni giocatori impiegati ieri non abbiano finora disputato neanche un minuto, (Leggasi Rafa Marin e Ngonge), il dominio degli azzurri è risultato netto ed inequivocabile contro una compagine, quella rosanero, che già dal precampionato, non ha mai nascosto le ambizioni di ritorno nella massima serie con l’allestimento di una rosa di spessore assoluto per la categoria, anche per le importanti disponibilità economiche della nuova proprietà araba.
Ciò che è emerso dal match del Maradona è stata la grande voglia, determinazione e cattiveria dell’undici schierato in campo a testimonianza del grande lavoro operato dal tecnico capace di far sentire parte del progetto anche i giocatori impiegati di meno.
La strada per la qualificazione si è presentata in discesa già dopo pochi minuti con un tiro improvviso di Ngonge appena dentro l’area finito in rete anche grazie all’infortunio dell’esperto portiere Sirigu che non trattiene la stoccata del funambolo belga. E lo stesso Ngonge che si erge a protagonista assoluto quando dopo pochi minuti riceve il pallone poco oltre il centrocampo e, al termine di un’azione solitaria che manda completamente in tilt la retroguardia siciliana, sfodera un poderoso fendente in diagonale che, di fatto, chiude la partita dopo appena venti minuti. Merita comunque di essere sottolineata la prestazione di Cyril Ngonge che sembrava oramai destinato a cambiare aria soprattutto dopo l’acquisto di Neres e che invece potrebbe rappresentare una preziosa risorsa per il prosieguo della stagione. Nell’unico momento di distrazione il Palermo si è reso pericoloso con Brunori che, approfittando di un grossolano errore in disimpegno della retroguardia partenopea, scocca un calibrato tiro di interno destro che si va ad infrangere alla base del palo alla destra di Caprile. A spegnere comunque definitivamente qualsiasi velleità degli ospiti, proprio al termine della prima frazione di gioco, ci pensa Juan Jesus con una perentoria incornata sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto magistralmente da Neres capace di collezionare addirittura il quarto assist in poco più di un’ora di gioco disputata finora dall’inizio del campionato, quasi un record. Il secondo tempo, inevitabilmente, è accademia pura, serve comunque sia a Neres, su assist del Cholito Simeone che a Mc Tominay di realizzare le prime reti in maglia azzurra.
Il Napoli dunque c’è, dimostra, al di là degli interpreti, di aver assorbito la mentalità e il carattere del proprio allenatore.

David Neres Rapinato del Rolex Dopo Napoli-Parma: Momenti di Paura per l’Attaccante Azzurro

Attimi di terrore per David Neres, attaccante del Napoli, che è stato vittima di una rapina a mano armata subito dopo la partita Napoli-Parma, disputata allo Stadio Diego Armando Maradona di Fuorigrotta sabato 31 agosto 2024. Neres, che era entrato in campo nel finale del match e aveva fornito l’assist decisivo ad Anguissa per il gol della vittoria per 2-1, è stato aggredito mentre rientrava all’Hotel Parker’s, l’albergo di lusso in Corso Vittorio Emanuele dove alloggia temporaneamente.

Mentre viaggiava a bordo di un van scuro, Neres è stato affiancato da un gruppo di rapinatori che hanno rotto il finestrino del veicolo, puntando una pistola al volto del calciatore e sottraendogli un Rolex del valore di oltre 100mila euro. Neres, che in quel momento era in compagnia di alcuni familiari, ha vissuto momenti di grande paura ma fortunatamente non ha riportato ferite.

Il giocatore è poi riuscito a tornare all’hotel, dove è stato accolto dai tifosi del Napoli, che lo stavano aspettando per festeggiare insieme a lui la vittoria. I sostenitori azzurri, venuti a conoscenza dell’accaduto, hanno espresso la loro solidarietà al calciatore, cercando di confortarlo. Alcuni video che mostrano l’arrivo di Neres all’albergo, con il mini-van dai finestrini rotti, sono stati condivisi sui social, testimoniando l’accaduto.

L’episodio ha suscitato grande preoccupazione tra i tifosi e l’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla sicurezza dei calciatori e delle loro famiglie a Napoli.

Calciomercato: McTominay il vero colpo dell’estate

Il vero colpo del calcio mercato estivo di quest’anno lo ha messo a segno senza dubbio alcuno il Napoli, acquistando dal Manchester United Scott McTominay, forte centrocampista 27enne alto 193 centimetri, perno della nazionale scozzese.

“È un mostro fisico”, aveva detto l’allenatore dello United Ole Gunnar Solskjaer, giocatore senior all’Old Trafford, di McTominay nel dicembre 2020, poco dopo il suo 24esimo compleanno. “Fa tutto il suo lavoro ogni singolo giorno meticolosamente, non si sottrae mai a nulla e ottiene la sua ricompensa dalla sua forma fisica. Anche il suo lavoro tecnico sta migliorando. Può fare tutto”.

Oggi quelle caratteristiche le ha consolidate e sotto la guida di Antonio Conte si candida a diventare uno dei centrocampisti più forti d’Europa.

Ma chi è il McTominay? E’ nato a Lancaster, aveva appena compiuto cinque anni quando ha giocato per la prima volta. attirò l’attenzione dello United al centro di sviluppo di Preston.

Giocatore con grande abilità con la palla, sa gestire anche le esigenze fisiche in mezzo al parco, intervenendo nei contrasti quando necessario, ed è utile in aria. Da quando ha condiviso l’incarico di numero 10 con un certo Marcus Rashford nell’Under 16 dello United, si è spostato più al centrocampo centrale, considerata la sua posizione più naturale, dove la sua forza è tornata molto utile.

McTominay, Lukaku, Neres, Buongiorno, Spinazzola, Conte. Non è chiaro se Manna metterà a segno un altro colpo, l’ultimo, entro sabato, ma già così merita applausi.

 

Napoli Calcio: un simbolo della cultura e dell’identità Campana

Scopriamo in che modo il Napoli Calcio rappresenta l’essenza della Campania, intrecciando passione sportiva e tradizione culturale, e come questa sinergia definisca l’identità di una regione fiera e vibrante.

 

Il Napoli Calcio non è solo una squadra di calcio, ma un autentico simbolo della cultura e dell’identità della Campania. In una regione dove il tifo è un aspetto essenziale della vita quotidiana, il Napoli rappresenta molto più di un semplice club sportivo: è un emblema di orgoglio e appartenenza. Dalle sue origini storiche alle vittorie recenti, il Napoli ha intrecciato il proprio destino con quello della Campania, riflettendo e amplificando l’intensità e la passione che caratterizzano la vita culturale regionale. Questo legame profondo sottolinea l’importanza del calcio come elemento centrale nella vita dei campani.

 

Il Napoli Calcio e la sui identità culturale

Fondato nel 1926, il Napoli Calcio ha percorso un lungo cammino per diventare uno dei principali simboli della cultura campana. Dalla sua nascita, il club ha vissuto alti e bassi, ma è stato protagonista di momenti indimenticabili che hanno plasmato l’identità calcistica e culturale della regione. Gli anni ’80, in particolare, hanno segnato un’epoca d’oro grazie alla presenza di Diego Maradona, che non solo ha guidato il Napoli a due scudetti, ma ha anche elevato la squadra al rango di icona mondiale.

 

Il Napoli è molto più di una squadra di calcio; è un pilastro della vita sociale e culturale della Campania. Eventi come le celebrazioni dei trofei vinti e le tradizionali festeggiamenti per le vittorie sono momenti di unione per i tifosi. Anche le scommesse sportive, con piattaforme come NetBet.it, evidenziano quanto il calcio sia radicato nella vita quotidiana dei campani, rendendo ogni partita un evento che mobilita intere comunità. Inoltre, figure storiche come Maradona e, più recentemente, Lorenzo Insigne, sono diventate simboli non solo del calcio ma dell’orgoglio regionale, incarnando lo spirito e la passione che definiscono la Campania.

 

Il calcio come riflesso della vita in Campania

Il calcio ha un impatto profondo sulla vita quotidiana degli abitanti della Campania, diventando una parte integrante della loro routine e identità. Ogni partita del Napoli è un evento che riunisce famiglie, amici e colleghi, trasformando le domeniche in momenti di intensa partecipazione e condivisione. I bar e le piazze si animano durante le partite, creando un’atmosfera di festa che riflette l’importanza del calcio nella vita sociale locale. La passione per il Napoli è palpabile, con tifosi che seguono ogni partita con entusiasmo e si incontrano per commentare le performance della squadra.

 

La squadra gioca un ruolo cruciale nel rafforzare il senso di comunità e orgoglio regionale. I successi del Napoli, siano essi scudetti o vittorie in competizioni europee, diventano cause di celebrazioni collettive che uniscono i tifosi, indipendentemente dalla loro origine sociale o economica. Il club è un simbolo di speranza e coesione, spesso utilizzato per esprimere un sentimento di identità condivisa. In questo contesto, il Napoli diventa un punto di riferimento che promuove l’orgoglio campano e il senso di appartenenza, fungendo da catalizzatore per l’unità sociale e culturale.

 

Conclusione 

In sintesi, il Napoli Calcio non è solo una squadra sportiva, ma un emblema profondo della cultura e dell’identità campana. La sua storia e il suo impatto sulla vita quotidiana degli abitanti della Campania dimostrano quanto il calcio possa essere un elemento centrale nella definizione di un territorio. Il legame tra il Napoli e la sua regione va oltre il campo di gioco, rappresentando un punto di unione e orgoglio per tutti i tifosi. Questo profondo legame non solo celebra le conquiste sportive, ma rafforza anche il senso di appartenenza e di comunità tra i campani, rendendo il Napoli un pilastro fondamentale della loro identità culturale.

Prima da horror. La debacle di Verona che parte da lontano

di Luca Muratgia.

Il Napoli non riesce ad invertire il trend vergognoso della scorsa stagione e crolla rovinosamente contro una formazione, quella scaligera, che dovrebbe compiere un vero miracolo per riuscire ad ottenere, a fine stagione, la permanenza nella massima serie.
Per chi riteneva  che bastasse cambiare il nome dell’allenatore e giocare con gli stessi identici interpreti protagonisti della scabrosa stagione dell’anno scorso, (anzi in verità con numerosi elementi in meno considerando le cessioni di Zielisky, Lindstrom e Natan e giocatori fuori rosa come Osimhen, Gaetano, Mario Rui e Folorusho) per ottenere un esito diverso, è rimasto inevitabilmente deluso.
Conte è un allenatore, ed anche molto bravo, ma non è un santo e miracoli non è in grado di farne e, tra l’altro, non pare sia stato ingaggiato per questo.
Le sue parole nella conferenza stampa di ieri sono state molto criticate, ma, in realtà, il tecnico salentino, si è limitato a fotografare in maniera lucida ed obiettiva, lo stato dei fatti. Siamo al 18 agosto, si è disputata, nella giornata odierna, la prima giornata di campionato, ed il Napoli, allo stato, è un cantiere aperto senza capo né coda, incompleto in tutti i reparti del campo, che di squadra non ha nulla, una struttura tecnica che non esiste, neanche in forma embrionale.
Giungere a questo punto, con un ritardo tanto eclatante nella definizione della rosa, con soli due centrocampisti di ruolo, con Juan Jesus ancora al centro della difesa e senza un terminale offensivo decente, comporta inequivocabilmente conseguenze nefaste, come è accaduto oggi.
È evidente che, al di là degli evidenti limiti tecnici, questi giocatori mancano nella testa, non hanno fame, non hanno intensità come se la vittoria dello scudetto di due anni fa li avesse completamente svuotati mentalmente. Si è ampiamente compreso che non sono capaci o in grado ormai di esprimere di più di quello che esprimono, come intensità, come fame, come voglia di vincere al di fuori di qualsiasi disquisizione relativa alle rispettive capacità tecniche. Domenica a Bologna il Napoli è chiamato a reagire, esprimendo quella voglia di risorgere che, in verità, lo scorso campionato non si è mai neanche lontanamente intravista ma nella speranza che potrebbe essere inculcata dallo spirito feroce del nuovo tecnico azzurro. Nel frattempo il mercato chiude i battenti il 31 agosto, occorre far presto, perché il tempo a disposizione è già scaduto da un pezzo.

Aurelio De Laurentiis a Telese Terme per inaugurare lo stadio comunale

Domani sarà una giornata speciale per i tanti tifosi del Napoli della valle telesina e del Sannio. Infatti alle 17 arriverà Aurelio De Laurentiis per inaugurare il locale stadio dopo i lavori di ristrutturazione necessari per rimettere a nuovo l’impianto dopo anni di impraticabilità.

Insieme al presidente della Società Calcio Napoli e di Filmauro, Aurelio De Laurentiis, ci saranno il presidente dell’Unione Industriale di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci e il sindaco di Telese Terme, Giovanni Caporaso.

Alle ore 17 il taglio del nastro e, poi, all’interno dell’impianto l’incontro con il numero uno del calcio Napoli.

Dopo la attesa presentazione del nuovo allenatore Antonio Conte che si è svolta ieri a Napoli, quella di domani sarà la prima uscita pubblica del patron azzurro. Sarà interessante scoprire se avrà nuove notizie per i tifosi, soprattutto dopo aver incontrato l’agente di Kvaratskhelia in Germania.

Per i tifosi che vorranno assistere all’evento è stata predisposta la tribunetta centrale dello stadio.

Seguirà, alle 18.30 la Santa Messa officiata da S.E. il Vescovo della diocesi, Mons. Giuseppe Mazzafaro, con la consegna da parte del sindaco Giovanni Caporaso delle chiavi della città al Santo Patrono “Santo Stefano”.

Antonio Conte è il nuovo allenatore del Napoli

Il tweet del presidente De Laurentiis ha messo fine alla lunga attesa dei tifosi del Napoli. La firma del tecnico leccese sancisce l’inizio di un nuovo percorso, come ha ribadito lo stesso De Laurentiis.

“SSC Napoli dà il benvenuto ad Antonio Conte che assume l’incarico di allenatore della prima squadra avendo siglato un contratto che lo legherà al Club fino al 30 giugno 2027”, è l’incipit del comunicato ufficiale della società.

“Sono molto orgoglioso che il nuovo allenatore del Napoli sia Antonio Conte – afferma il Presidente Aurelio De Laurentiis -. Antonio è un top coach, un leader, con il quale sono certo che potrà partire quella rifondazione necessaria dopo la conclusione del ciclo che ci ha portato a vincere lo scudetto lo scorso anno dopo molte stagioni ai vertici del calcio italiano. Oggi si apre un nuovo importante Capitolo della storia del Napoli”.

L’entusiasmo del tecnico è visibile, evidente e convince tutti, anche i pochissimi sparuti che ancora non credevano nel suo arrivo.

“Il Napoli è una piazza di importanza globale – dice Antonio Conte -. Sono felice ed emozionato all’idea di sedermi sulla panchina azzurra. Posso promettere certamente una cosa: farò il massimo per la crescita della squadra e della società. Il mio impegno, insieme a quello del mio staff, sarà totale”.

Finita un’attesa adesso ne comincerà un’altra per i tifosi del Napoli: il calciomercato. Ma quello è un altro capitolo e durerà fino al prossimo 30 agosto.