La notte delle stelle condanna la Juventus.

Dopo 5 mesi dal primo atto degli ottavi di finale di Champions League, l’Allianz Stadium di Torino ha ospitato il secondo confronto tra la squadra di Maurizio Sarri ed i francesi del Lione.

Non basta una prestazione superba di Cristiano Ronaldo, condita dalla realizzazione di un rigore e da una sassata dai venticinque metri che non ha dato speranze al portiere avversario, la Juventus, nonostante la vittoria per 2-1, si ritrova fuori dalla Final Eight di Lisbona in virtù dei gol subiti fuori casa.

Un fallimento bruciante e inspiegabile per la società bianconera, capace di farsi eliminare da una compagine ben più che modesta e capace di non riuscire mai ad imporre il suo gioco nel doppio confronto.

Escludendo Ronaldo i bianconeri sono lodevoli di menzione solo per il cuore e la grinta messa nei novanta minuti, ma la motivazione da sola non può portare lontano. Ancora una volta la squadra di Sarri pecca di concretezza e di idee di gioco. Tatticamente la Juventus di ieri è stata molto disordinata, spesso anche spaesata, senza riuscire a trovare il guizzo tale da poter imbastire un’azione offensiva.

Il Lione si è difeso con ordine, ma i bianconeri non hanno mai fatto vedere di essere talmente superiori da meritarsi la qualificazione. Gara pesantemente decisa dall’arbitro Zwayer che si rende protagonista fischiando due rigore totalmente inesistenti.

Il primo permette alla squadra di Rudi Garcia di passare in vantaggio con Depay, il secondo porta il pareggio di CR7. Non c’è nemmeno da discutere su eventuali moviole; entrambi i rigori sono inventati e assurdi, con la sola differenza che quello del Lione pesa due volte tanto perchè ha permesso a “Les Gones” di realizzare il gol fuori casa. Anche la gestione di falli e cartellini lascia perplessi tutti coloro che hanno visto la partita.

Nonostante gli alibi la Juventus ha meritato di non presenziare alle finali di Lisbona. I torinesi sono in evidente difficoltà fisica e mentale e, la squadra vista ieri, non lascia dubbi che anche qualificandosi non avrebbe fatto molta strada. Si può dire, senza mezzi termini, che la stagione della Juventus si conclude in fallimento. Il campionato vinto non deve essere uno specchio per le allodole, la Juventus doveva affermarsi in campo europeo e non ci è riuscita. Inutile che Bonucci dica: “il nostro obiettivo è il campionato”; Inutile che Sarri dica: “abbiamo fatto una grande partita”; la verità è che la Juventus ha fallito il suo obiettivo stagionale e che ha permesso alla settima classificata del campionato francese di eliminarla.

Non si può e non si deve sminuire la vittoria di un campionato, ma questa stagione, fallimentare, è un campanello d’allarme. La Juventus non è più imbattibile, ha tanti reparti da dover migliorare, poche riserve sane; non ha un gioco. La società dovrà essere brava a cogliere i campanelli d’allarme e ritrasformarli in vantaggi e motivazione. Intanto il Lione si gode la Final Eight contro il Manchester City, mentre la Juve esce, a testa bassa, con tutte insufficienze, includendo società e allenatore; con Sarri messo in discussione e con il solo, unico, rammarico di non aver sfruttato l’inestimabile talento dell’alieno con la maglia numero 7.

L’unico davvero intenzionato a vincere.

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