Lunedi 29 per i lavoratori della logistica e degli spedizionieri e per l’autotrasporto che si asterranno dal lavoro anche nel giorno del 30 marzo.
Presso la Prefettura di Napoli, dalle 10.30 alle 12,30, è previsto un presidio delle sigle sindacali e dei lavoratori di FILT CGIL -FIT CISL-UIL TRASPORTI a supporto e sostegno alla proclamazione dello sciopero nazionale.
Uno sciopero determinato dalle intransigenze aziendali emerse a seguito delle rivendicazioni e delle proposte di rinnovo economico avanzate da un settore che ha sempre garantito l’approvvigionamento di materiali e di beni durante la pandemia, e che tuttora garantisce la gestione, il trasporto e la consegna dei beni primari, in primis quelli sanitari e alimentari.
Definiti essenziali dal MIT, ma con scarso riscontro e riconoscimento dalle parti datoriali che, sin dall’inizio, hanno eluso le richieste e, avanzato proposte inammissibili e inaccettabili di riforme normative quali: il taglio irragionevole e indiscriminato del costo del lavoro, la compressione dei diritti dei lavoratori come la riduzione del pagamento della malattia, il mancato riconoscimento economico delle festività cadenti nei giorni di sabato e domenica, l’eliminazione della clausola sociale in caso di cambio di appalto, una maggiore flessibilità per il personale viaggiante, la regolamentazione del diritto di sciopero, l’utilizzo dello staff leasing con ricorso massivo ai rapporti interinali.
Così come non ha dato risultati la ricerca di un accordo condiviso sulla parte economica viste le irrisorie, e quasi offensive proposte presentate al tavolo, nonché il defilarsi di alcune categorie datoriali che di fatto impediscono il rinnovo e mettono a serio repentaglio l’unicità contrattuale del settore.
Nel settore merci logistica, in Italia, si avvicendano oltre 15 mila imprese con un fatturato molto elevato ed in continua espansione nell’ambito dell’e-commerce on line e che in Campania, coinvolge oltre 70.000 addetti.
Un settore, in fase di profonda trasformazione che può rivestire un ruolo sempre più strategico per il Sud ma, che non può e non deve ripercuotersi sui diritti dei lavoratori.

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