General view of Bologna Central station and of wagons of the Ancona-Chiasso train pictured on August 02, 1980 in Bologna after a terrorist bombing which killed 85 people and wounded more than 200. At 10:25 am., August 02, a timed improvised explosive device (IED) contained in an unattended suitcase detonated inside an air-conditioned waiting room, which, the month being August (and with air conditioning being uncommon in Italy at the time), was crammed full of people. The IED was made of TNT, T4 and a "Compound B", also known as Composition B. The explosion destroyed most of the main building and hit the Ancona–Chiasso train that was waiting at the first platform. The attack has been attributed to the neo-fascist terrorist organization, Nuclei Armati Rivoluzionari. AFP PHOTO (Photo credit should read -/AFP/Getty Images)

“Le immagini della stazione di Bologna, la mattina del 2 agosto 1980, ci hanno restituito un’umanità devastata da una ferocia inimmaginabile, da un terrore che ambiva a pretendersi apocalittico. Il ricordo di quelle vittime è scolpito nella coscienza del nostro popolo. Una ferita insanabile nutre la memoria dell’assassinio commesso”.

Lo scrive in una dichiarazione il capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Siamo con loro – aggiunge – con le vite innocenti che la barbarie del terrorismo ha voluto spezzare, con violenza cieca, per l’obiettivo eversivo e fallace di destabilizzare le istituzioni della democrazia”.

Sono trascorsi “già” 43 anni da quel 2 agosto del 1980, quando alle 10.25, nella sala d’aspetto della seconda classe della stazione di Bologna Centrale, esplose un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, uccidendo 85 persone e ferendone oltre 200.

È unanime il giudizio: si tratta di uno degli atti terroristici più gravi del secondo dopoguerra. L’esplosione, che si sente nel raggio di molti chilometri, causa il crollo di un’ala intera della stazione, investendo in pieno il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario e il parcheggio dei taxi antistante.

La vicenda giudiziaria è complicata, lenta e discussa. Si giunge a una sentenza definitiva di Cassazione solo il 23 novembre 1995: sono condannati all’ergastolo quali esecutori dell’attentato i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre l’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vengono condannati per il depistaggio delle indagini.

Il 9 giugno 2000 la Corte d’Assise di Bologna emette nuove condanne per depistaggio. I mandanti della strage non sono mai stati identificati. Nel 2017 è stato rinviato a giudizio per concorso nella strage di Bologna, il terrorista dei Nar Gilberto Cavallini. Nell’ambito di questo procedimento è stata richiesta una nuova perizia sui reperti della stazione ancora conservati. In questa perizia è segnalato il ritrovamento di quello che potrebbe essere l’interruttore che ha fatto esplodere la bomba.
Il 9 gennaio 2020 Cavallini, sulle cui spalle pesano già otto ergastoli, è stato condannato con sentenza di 1° grado, per concorso nella strage.

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