Da Napoli a Pietraroja, proseguendo per la normale viabilità, google riporta un tempo di percorrenza di circa un’ora e trenta minuti. Per coprire una distanza di poco meno di 80 chilometri. Tratta servita da un autobus di linea della Air Campania che, però, non sempre impiega il tempo stimato e, soprattutto, non percorre la strada più veloce e, a detta dei passeggeri, più ovvia.
Procediamo con ordine. La linea viene istituita molti anni fa con una ditta privata, Autolinee Tinessa che collegava i paesi montani del Titerno come Pietraroja e Cusano Mutri, passando per Cerreto Sannita, poi per la valle telesina con fermate a Telese Terme, Amorosi e Dugenta fino a raggiungere Napoli piazza Garibaldi. Era l’unico collegamento tra queste aree interne della Campania e il capoluogo.
Dopo varie vicissitudini subentrano le partecipate regionali della mobilità Air ed Eav (le quali nel 2021 assorbono anche Clp, che tra le altre linee aveva anche la Campobasso-Napoli via Telese, con orari molto prossimi ai bus ex Tinessa). Con il passaggio ad EAV viene cambiato il percorso e viene previsto il passaggio per Cancello in coincidenza oraria con i treni EAV.
Nonostante l’apertura della strada Fondo Valle Isclero, progettata nel 1987 dal Consorzio di Bonifica della Valle Telesina con lo scopo principale di collegare varie provincie e, per quanto riguarda nello specifico la valle telesina con l’obiettivo di evitare i vari passaggi a livello esistenti, i bus continuano a percorrere la tratta originaria garantendo le fermate di Melizzano e Dugenta. Una normale programmazione che tiene conto della maggior parte dei comuni interessati dal passaggio dell’autobus.
Quello che, invece, i passeggeri non si spiegano è il passaggio per il territorio di Cancello Scalo. “Attualmente – spiegano alcuni degli storici passeggeri dell’autobus che collega Napoli a Pietraroja – oltre al traffico per uscire dall’autoparco di Corso Lucci (progettato malissimo e gestito peggio, ma sarà argomento di altro articolo) e poi dalla città di Napoli, dobbiamo mettere in conto l’allungamento del percorso fino ad arrivare a Cancello e i conseguenti rallentamenti dovuti alle interruzioni e alla segnaletica di quella strada”. “Addirittura lungo quella strada c’è un limite di velocità di 10 km orari – aggiunge un pendolare – e poi un altro di 30. Gli autisti devono decidere: o rispettare tutti i limiti e impiegano un tempo infinito o rischiare ogni volta una contravvenzione. Secondo voi cosa scelgono?”.


Peraltro sembra che a Cancello non scenda e non salga nessuno. Insomma una deviazione inutile e che comporta perdite di tempo e, considerando il carburante, di euro. Qualcuno obietta: “Si, ma lì c’è la stazione che si collega a Napoli e a Caserta”. La risposta arriva istantanea da parte di una signora che abitualmente si serve di questo bus: “Vero, ma c’è già la ferrovia che garantisce quel collegamento e poi che senso ha continuare a farlo se nessuno ne usufruisce?”.
Insomma da un’ora e trenta, a causa della deviazione, dei rallentamenti e delle successive soste ai passaggi a livello tra Cantinella, Dugenta e Melizzano, l’autobus che parte alle 18 da Napoli non si sa (mai) quando arriva a destinazione. Se si è fortunati e non si trovano intoppi dopo un’ora e un quarto-un’ora e mezza si trova a Telese Terme e, dunque, impiega almeno un’altra mezz’ora per raggiungere Pietraroja. “Si fa prima ad andare a Roma”, sbotta uno studente.
Più volte i passeggeri hanno pensato di inviare un quesito all’assessorato ai Trasporti della Regione Campania per segnalare l’anomalia. E non è detto che con la ripresa lavorativa e degli studi, dopo la pausa estiva, non lo facciano. Il tutto condito da una sottile, seppur amara, ironia: “Sommando gli anni di lavoro e quelli trascorsi in questo pullman sarei già in pensione da tempo”.
Nota a margine, scontata, forse ma non superflua alla luce dei fatti: i tempi lunghi di percorrenza sono a svantaggio sia dei passeggeri che dell’azienda per usura dei veicoli, costi carburante, orario prolungato degli autisti.

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