Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, durante i previsti colloqui con Vladimir Putin che si dovrebbero tenere a breve, intende proporre la ripresa dei colloqui di pace sull’Ucraina per raggiungere un cessate il fuoco anticipato: lo ha detto all’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti una fonte dell’amministrazione di Ankara. “Erdogan offrirà la sua mediazione ribadendo la tesi che non ci saranno vincitori nella guerra e vinti nel processo di pace”, ha detto la fonte, definendo il presidente turco “l’unico leader mondiale” che gode della “sincera fiducia” di Putin e Zelensky”.

Intanto i russi hanno bombardato nella notte due distretti della regione di Dnipropetrovsk, secondo quanto riportano i media locali citando le autorità dell’oblast ucraino. Il capo dell’amministrazione militare regionale Serhii Lysak ha scritto su Telegram che “questa notte un missile nemico ha colpito la regione: l’esplosione è risuonata nel distretto di Synelnyky” ed è scoppiato un incendio che è stato spento dai servizi di emergenza. Non sono state segnalate vittime. In mattinata l’esercito russo ha bombardato anche la comunità di Myrivska nel distretto di Nikopol, impiegando artiglieria pesante.

Pessime notizie anche sul fronte economico. Le perdite dirette delle società europee nel mercato russo ammontano ad almeno 100 miliardi di euro dall’inizio della guerra in Ucraina, secondo quanto riferisce il Financial Times. “Un’indagine sulle relazioni annuali e sui bilanci del 2023 di 600 gruppi europei mostra che 176 società hanno registrato svalutazioni di attività, oneri relativi ai cambi e altre spese una tantum a seguito della vendita, chiusura o riduzione di attività russe”, afferma il quotidiano economico-finanziario britannico. “La cifra aggregata non include gli impatti macroeconomici indiretti della guerra come l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. I settori con maggiori svalutazioni e oneri sono i gruppi petroliferi e del gas, dove solo Bp, Shell e TotalEnergies hanno riportato oneri combinati per 40,6 miliardi”, riferisce l’Ft aggiungendo che le perdite sono state controbilanciate da enormi profitti aggregati a causa dell’aumento dei prezzi del petrolio e del gas. Le perdite delle società industriali, comprese le case automobilistiche, si sono attestate a 13,6 miliardi di euro. “Le società finanziarie, tra cui banche, assicurazioni e società di investimento, hanno registrato 17,5 miliardi di svalutazioni e altri oneri”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *