Napoli ha sempre riservato sorprese. Capace di inaspettati exploit, perennemente sospesa tra le sue varie anime, simbolo di eterne contraddizioni, rivela più facce anche quando si parla di turismo.

Da un lato i grandi numeri. Quelli che fanno gongolare il sindaco Manfredi. Strade piene, file interminabili davanti ai locali più rinomati, folla nei nuovi luoghi di attrazione come il murales di Maradona nei Quartieri Spagnoli, quello di San Gennaro a Forcella e poi la Sanità e così via.

Dall’altro l’incuria cronica, con strade sporche e piene di buche, aiuole che sembrano piccole discariche e la periferia completamente abbandonata, anche più di prima.

Gli alberghi pieni

Ancora. Da un lato la soddisfazione di Federalberghi, che parla di un 78% di tasso di occupazione media delle camere solo nel primo semestre 2023, con un incremento rispetto allo stesso periodo (gennaio-giugno) dello scorso anno di quasi il 10%, con un quasi 90% a giugno e una permanenza media che “si avvicina a tre notti”.

Dall’altro i disservizi. La metro 2 che chiude una settimana ad agosto per lavori di ristrutturazione, per esempio. Certo, qui colpe e competenze sono delle Ferrovie dello Stato, ma se una parte corposa della città (Chiaia, piazza Amedeo, Parco Margherita) diventa irraggiungibile lo si deve anche alla funicolare ancora chiusa (da quanti anni?) e alla mancanza di una adeguata rete di collegamenti Anm.

I film e la mozzarella bloccano la città

E dopo aver reso inaccessibile, per diversi giorni, parte di via Acton e via Caracciolo per consentire le riprese del nuovo film del regista Sorrentino, il Comune annuncia una nuova chiusura, questa volta per ospitare la festa della mozzarella.

Buona la mozzarella di bufala campana Dop. Una eccellenza che ci invidiano in tutto il mondo! C’è solo da capire se possano convivere Fanzago, Fontana e i bocconcini; Vanvitelli, Caravaggio e la Zizzona; Luca Giordano, Canova e la Pizza Margherita.

Cosa vuole essere Napoli? Cosa vuole rappresentare?

Una strategia di marketing turistico (sconosciuta da questa parti) partirebbe prendendo in esame la provenienza geografica dei turisti. I primi dati ci dicono che primeggiano gli statunitensi, seguiti da francesi e giapponesi. A questo punto ci si dovrebbe chiedere: cosa amano di più quando viaggiano questi turisti? Cosa si aspettano di trovare? Siamo preparati con un adeguato numero di interpreti, di guide, di servizi dai più immediati a quelli più sofisticati? Cosa stiamo offrendo loro? E quali altri mercati possiamo attrarre?

No ai mega yacht

C’è anche una questione ricettività, a più livelli. Non siamo in grado di far attraccare mega yacht nel nostro porto, in quanto non adeguato: la normativa sulla sicurezza consente determinate misure massime. Così il super miliardario Bernard Arnault ha dovuto fare dietro front. Centinaia di migliaia di euro persi per ogni super yacht respinto.

Si, d’accordo, nel 2024 dovrebbero essere inaugurati due colossi dell’extralusso alberghiero: il Marriot (nell’ex Banca di Roma a piazza Municipio) e il Radisson (nell’ex palazzo del Mattino a via Chiatamone). Basteranno, da soli, a richiamare un turismo di lusso?

Il Comune ha di recente deliberato lo stop per 3 anni alle nuove licenze di spritzerie, baretti e fast food nelle zone ad alto valore artistico e archeologico del centro storico. Ma cosa fa per impedire l’apertura di B&B abusivi? Ha il potere di arrestare il proliferare di case vacanze, stabilendo degli standard minimi di qualità per gli alloggi convertiti in dimore turistiche alla meno peggio?

Domande semplici. Perché non sempre la soluzione a problemi complessi passa attraverso formule astruse.

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