Cosa vorrà dire “conferma a tempo” lo sapremo tra qualche giorno, dopo la pausa di campionato, quando Garcia dovrà rimettere a posto i pezzi di un vaso rotto. Non tanto il match contro il forte Real Madrid del maestro del calcio mondiale Carlo Ancelotti, quanto la partita contro la Fiorentina ha messo in luce tutti i limiti tattici e agonistici dell’idea di calcio del tecnico francese.

Anche Spalletti non aveva centrato subito gli obiettivi, riuscendo nel suo intento dopo essersi liberato di alcune presenze troppo ingombranti e ottenendo l’acquisto di alcune pedine fondamentali per i suoi schemi. Però già il primo anno di Spalletti, il Napoli giocava un bel calcio, propedeutico a quel capolavoro che ha incantato mezza Europa.

Garcia ha provato a mescolare le carte. Ha cambiato ruoli che sembravano essere entrati nei manuali del calcio, come quello di Lobotka per esempio che da regista metronomo è diventato quasi un difensore aggiunto. Ha depotenziato Mario Rui, calciatore dai piedi buoni, in favore di Oliveira, tanto fisico ma poche idee e piedi scadenti. Con Garcia il talentuoso Kwara sembra un ricordo lontano e quando poi, domenica sera, ha inserito Raspadori per coprire il centrocampo dopo l’uscita di Anguissa, più di un addetto ai lavori ha strabuzzato gli occhi.

Insomma non è un momento facile per Rudi Garcia che intanto è partito per Nizza per concedersi un paio di giorni di riposo. Ma non è un momento facile nemmeno per Aurelio De Laurentiis, per il quale è l’ora delle decisioni importanti. Vietato sbagliare. C’è un campionato da salvare, la possibilità di proseguire il cammino in Champions, la Supercoppa da disputare e possibilimente da vincere e poi la Coppa Italia.

E’ già partita la girandola di nomi, se ne fanno tanti, da Conte a Tudor, da Giampaolo a Gallardo, mentre c’è chi ipotizza un ritorno di Mazzarri in veste di traghettatore. Ma siamo nel campo della fantasia, la realtà è che è partito il conto alla rovescia, bisognerà aspettare il gong.

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