Renzi e De Luca. De Luca e Renzi. Un rapporto burrascoso che coinvolge l’ex sindaco di Firenze e il governatore della Regione Campania. Andiamo con ordine. Al netto di qualche schermaglia i due politici non hanno mai percorso strade diametralmente opposte. Non si sono mai detestati. Ma facciamo un piccolo passo indietro nel tentativo di trovare le verità dimenticate. Nel 2016 De Luca, fresco vincitore di elezioni regionali, sostenne con percentuali bulgare (soprattutto dalla provincia di Salerno) il referendum costituzionale dell’allora premier fiorentino. Tutti sappiamo come andò a finire. Nel 2020 Renzi collocò Italia Viva a sostegno della ricandidatura di De Luca alla guida della Campania. Registrando un ottimo 7%, ottenendo 4 scranni in consiglio regionale e piazzando in giunta Nicola Caputo, ancora oggi superassessore all’Agricoltura nonché fedelissimo del senatore toscano.

Fu un apporto fondamentale in chiave elettorale. Che confermò nel tempo una lunga alleanza che tuttora resiste ai colpi della politica. Durante la convention napoletana “Volare Alto” all’Hotel Ramada a via Galileo Ferraris, Renzi si è lasciato andare a elogi politici tutt’altro che secondari nei confronti del governatore salernitano: “Non ho letto il libro di De Luca, ma il presidente della Campania è un aspirante rottamatore. Chi tifo tra Schlein e De Luca? È evidente, è troppo facile. Sono amico di Enzo De Luca da una vita, anche se politicamente non sempre lo condivido. Io so che le prossime Regionali le vincerà la coalizione in cui farà la differenza Italia Viva.” In parole povere Renzi sosterrà la candidatura per il terzo mandato di De Luca. Con o senza Pd. E da qui nasce un ragionamento obbligato per chi osserva le dinamiche politiche delle ultime settimane. Se Renzi colpisce il Pd, De Luca non è da meno. Il libro “nonostante il Pd” altro non è che un insieme di critiche rivolte ai valori espressi al mondo dem che niente hanno avuto a che vedere in questi anni con le esigenze dei cittadini. Senza far mancare passaggi dedicati alla sua attività governativa da Presidente della Giunta Regionale. Tutto qui? Nemmeno per idea.

Oltre la “fotografia” di ciò che fanno Renzi e De Luca la verità sta nel mezzo. Nella nuova creatura centrista ideata dal parlamentare di Rignano sull’Arno (ancora in fase embrionale, sia chiaro) c’è spazio principalmente per De Luca. Stessi argomenti. Stesse battaglie anti Pd. Ma soprattutto emerge un dato che qualcuno continua a ignorare. In Campania De Luca ha “raccolto” nella sua maggioranza in consiglio regionale l’intera area moderata. Da Azione a Italia Viva passando per cespugli centristi sotto forma di liste civiche: da Venanzoni a Di Fenza passando per Mensorio, Pisacane junior ed i consiglieri di Clemente Mastella. Fino allo stesso Pd. Basti dare uno sguardo ai nomi e cognomi dei consiglieri regionali in carica. Almeno nella circoscrizione di Napoli. Raia, Casillo, Fiola e Manfredi. 3 su 4 provengono da esperienze politiche moderati. In altre parole il centro sta con De Luca. E per forza di cose, data la storica sintonia fra i due, non può che interessare il leader fiorentino. Voti importanti (basta dare uno sguardo ai consensi ottenuti dai profili citati poco fa) che renderebbero il progetto renziano una realtà politica consolidata nel panorama italiano. Fantapolitica? A giudicare dai temi in campo la prospettiva politica è viva e vegeta tant’è vero che i ben informati sussurrano che la trattativa è in fase avanzata. Per De Luca il Pd non ha futuro. È in via di estinzione fra chiacchiere e distintivo nonché colpevole di aver generato una classe dirigente distante dalle istanze dei territori e profondamente refrattaria ai cambiamenti della realtà. Più chiaro di così si muore.

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