Tra Napoli e provincia vengono formalizzate “25-30 denunce al giorno inerenti i reati legati alla violenza di genere”, “con tendenza in aumento”, ma questo significa anche che “l’introduzione del ‘codice rosso’ sta incoraggiando la denuncia delle vittime”. Lo ha sottolineato il procuratore aggiunto di Napoli Raffaello Falcone, che coordina la sezione “Fasce Deboli’ della Procura di Napoli, che si occupa, tra l’altro, della violenza di genere. Il magistrato ha preso parte, nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Napoli, a una conferenza stampa durante la quale sono stati illustrati i risultati del progetto “Mobil Angel” grazie al quale le vittime di violenza possono lanciare l’allarme se si sentono in pericolo semplicemente premendo il tasto rosso di uno speciale smartwatch. L’orologio, simile a quelli in commercio, è collegato a una centrale gestita dai carabinieri. Al momento ne sono disponibili 15 (all’inizio, nel 2018, erano solo 5) che, come ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, il generale Enrico Scandone “ci consentono di essere più vicini alle vittime, a cui possiamo garantire un intervento tempestivo in caso di bisogno”. Nato nel 2018 e sperimentato per la prima volta a Napoli, “Mobil Angel” rappresenta un esempio di sinergia tra il pubblico e privato che vede coinvolti i carabinieri, la procura, la Fondazione Vodafone Italia e Soroptimist International. Complessivamente sono 50 – tra Napoli, Milano e Torino, dove il servizio è attivo – gli smartwatch a disposizione di chi, ha detto ancora Scandone “rinunciando a un pochino di privacy può tornare ad essere una lavoratrice, una mamma e una donna”. “Rispetto al 2018 – ha detto ancora Falcone – le donne non abbassano più lo sguardo, c’è maggiore consapevolezza”.

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