“Sul Gesù che diventa cucù, cosa dire? Poco o nulla, se non esprimere una tristezza infinita, quasi sconsolata. Essa nasce da due ordini di ragioni: innanzitutto, come credente, trovo la cosa ai limiti della blasfemia, in secondo luogo, come cittadina, sono allibita dall’ignoranza, sempre nel senso etimologico del termine, all’interno della quale è attecchita l’idea di cancellare il nome di Gesù, mentre si festeggia il Natale a scuola, in nome del politicamente corretto”. Lo dice all’ANSA suor Anna Alfieri, ex coordinatrice del progetto del Mim Educare al rispetto. “Infatti, delle due, l’una: o si fa festa a scuola per il Natale, ricordando qual è il significato autentico della festa, con Gesù, Maria, Giuseppe, i pastori, gli angeli e i Magi, oppure non si fa proprio la festa. Infatti, quale messaggio del Natale queste educatrici, ricordiamolo che le maestre coinvolte sono, come tutti i docenti italiani, educatrici, intendono trasmettere? – aggiunge – Cancellando il nome di Gesù, queste maestre dicono ai loro alunni che il Natale è il trionfo del consumismo, dei regali, delle luci, del panettone, del prosecco. Perdonatemi, ma questo non è il Natale, almeno per me. Questi episodi mostrano chiaramente l’urgenza della libertà di scelta educativa: i genitori che nel Natale ricordano e festeggiano la povertà dello speco di Betlemme sceglieranno una scuola che non fa diventare Gesù il cucù, i genitori interessati, invece, al prosecco e al panettone sceglieranno la scuola dove Gesù diventa cucù. Sia chiaro: non per creare divisioni ma perché ognuno trovi ciò che l’onestà e l’intelligenza gli impongono. Del resto è solo dall’onestà e dall’intelligenza che nasce il confronto, quello vero, quello che non cancella e non omologa in nome del politicamente corretto”. (In foto Suor Anna Monia Alfieri, nei nostri studi ospite di “Fides” condotto da Rosa Criscuolo)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *