In una giornata funestata dalla violenza, il campo profughi di Maghazi, nel cuore della Striscia di Gaza, ha subito un tragico attacco aereo israeliano, il quale ha portato il bilancio delle vittime a un drammatico totale di almeno 106 morti. Questo sanguinoso episodio, avvenuto lunedì, rappresenta uno dei raid più devastanti perpetrati dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) dall’inizio dell’operazione militare innescata dall’attacco del movimento islamista palestinese contro Israele lo scorso 7 ottobre.

Le informazioni provengono dai registri dell’ospedale di Al-Aqsa, vicino al luogo dell’attacco, e vengono confermate dall’agenzia di stampa americana Associated Press. Un precedente rapporto del ministero della Sanità di Gaza, sotto il controllo di Hamas, aveva stimato almeno 70 morti, ma la cifra si è drammaticamente incrementata.

Le Forze di Difesa Israeliane hanno avviato una verifica sull’attacco aereo, come riportato dalla radio militare di Israele. Questo episodio alimenta ulteriormente le tensioni in una regione già segnata da un lungo conflitto, sollevando interrogativi sulla risposta internazionale e sulla prospettiva di una soluzione pacifica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha documentato testimonianze “strazianti” provenienti dall’ospedale della Striscia di Gaza, dove sono ricoverate le vittime di questo tragico bombardamento. La comunità internazionale è chiamata a esaminare attentamente questa drammatica escalation di violenza e a perseguire tutti i mezzi possibili per porre fine a un ciclo di sofferenza che continua a mietere vittime tra la popolazione civile. La ricerca di soluzioni diplomatiche e il dialogo tra le parti coinvolte emergono come imperativi inderogabili per fermare la spirale di violenza che insanguina la regione.

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