Napoli’s forward Khvicha Kvaratskhelia (L) and Barcelona’s defender Jules Kounde’ (R) in action during the UEFA Champions League group C soccer match between SSC Napoli and FC Barcelona at "Diego Armando Maradona" stadium in Naples, Italy, 21 February 2024 ANSA / CESARE ABBATE

Il Napoli di Calzona non fa il miracolo. Con il Barcellona finisce in pareggio (1-1) e il responso per la qualificazione ai quarti di finale di Champions League è rinviato alla gara di ritorno. Gli azzurri non mostrano progressi rispetto a quanto fatto vedere in campionato con il Genoa e c’era da aspettarselo, visto che il nuovo allenatore ha conosciuto gran parte della squadra soltanto nella giornata di ieri, a poche ore dalla sfida con gli spagnoli. Gli azzurri appaiono timorosi e privi di idee e se il Barcellona, che esercita un predominio nel gioco netto e costante non risce a sfondare, ciò dipende più dalla scarsa vena dei blaugrana che non dalla organizzazione tattica del Napoli. Nei primi 20′ il Barcellona comanda il gioco a piacimento e il pallone rimane costantmente nella metà campo del Napoli. Gli spagnoli, però, non riescono a concretizzare la netta superiorità esercitata in mezzo al campo e producono soltanto due nette occasioni da gol, sventate entrambe da Meret che al 22′ devia con un piede una velenosa deviazione di Lewandowski e un minuto dopo si lancia in tuffo per deviare una potente conclusione dalla distanza di Gundogan. Il Napoli appare intimorito e spaesato. Sulla partenza dell’azione gli azzurri incontrano grandissime difficoltà perfino a uscire dalla propria area di rigore, anche perché i centrocampisti del Barca esercitano una feroce marcatura a uomo sugli opposti nello schieramento del Napoli. Soltanto verso la mezz’ora si assiste a un riequilibrio delle iniziative delle due squadre e gli azzurri riescono a spostare più in avanti al baricentro del gioco. Il Napoli, tuttavia, non è mai in grado di creare pericoli alla squadra di Xavi e soffre soprattutto l’atteggiamento deciso della difesa degli spagnoli che applicano costantemente e con grande tempismo la tattica del fuorigioco che confonde loro le idee e li costringe troppo spesso a utilizzare i retro passaggi che rallentano inevitabilmente l’azione e la rendono prevedibile. Nella ripresa il copione dell’incontro non cambia almeno fin quando gli spagnoli non trovano il gol del vantaggio. E’ il 15′ quando Pedri serve Lewandowski il quale si volta con calma, evita Di Lorenzo e Juan Jesus e batte Meret con un tiro rasoterra. Solo a questo punto il Napoli si decide a puntare l’area di rigore avveraria con più decisione. Al 30′ arriva la svolta della gara. Anguissa serve Osimhen, che stava per essere sostituito, e il nigeriano si libera di Martinez e insacca con un rasoterra. Gl ingressi in campo di Traorè, Lindstrom, Simeone e Raspadori danno freschezza e vitalità alla squadra di Calzona che tenta con insistenza di vincere la partita. Grosse occasioni gli attaccanti del Napoli non riescono a produrre ma lo spirito almeno sembra essere quello giusto, ben più battagliero e deciso di quanto non si fosse visto fino a quel momento. Finisce 1-1 e il risultato tutto sommato è giusto. A Barcellona i tifosi sperano che con la cura Calzona arrivi un Napoli diverso che possa giocarsi la qualificazione d armi pari con i catalani.

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