“Da non credente, rispetto le posizioni della Chiesa, cerco di cogliere gli elementi di continuità e quelli di innovazione. Ma da politica e da legislatore ho sempre pensato che in un Paese libero e democratico il peccato non può diventare reato”. Lo spiega Emma Bonino commentando, in un’intervista al Corriere della Sera, le posizioni del Vaticano su maternità surrogata, gender, eutanasia e aborto. “La condanna dell’aborto è in linea con la dottrina della Chiesa. Non posso condividerla, come si sa mi sono battuta per la legge sull’aborto e penso sia stato un passo importante contro la piaga dell’aborto clandestino – prosegue -. Condivido invece l’enfasi, sacrosanta, sulla dignità dei migranti calpestata. La destra è reazionaria sui diritti civili, rivendica di uniformarsi alle posizioni della Chiesa, ma si dimentica delle parole del Papa sui migranti”. C’è poi la questione della maternità surrogata che secondo Bonino “non può essere affrontata con la proibizione universale, ma con una regolazione che bilanci i diritti in gioco, anche mettendo paletti invalicabili”. Infine, la battaglia per l’eutanasia per cui Bonino sostiene le iniziative dell’Associazione Coscioni sul fine vita. “Penso che cattolici e laici non dovrebbero ripetere lo scontro che ci fu su divorzio e aborto e farebbero bene invece ad arrivare ad una legge che consenta ai malati che lo vogliono di potersi autodeterminare alla fine della propria esistenza”, conclude.

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