Una vittoria tanto rocambolesca quanto meritata.

La quarta tappa del mondiale di F1, in scena in Gran Bretagna a Silverstone, ci ha regalato una delle immagini più iconiche di quest’anno per quanto riguarda il motorsport.

Lewis Hamilton vince, anzi, stravince, il Gran Premio Britannico arrivando al traguardo con tre ruote integre ed una completamente distrutta. Troppo era il vantaggio accumulato nei giri precedenti per poter pensare di perdere la gara nonostante l’inconveniente.

Il Britannico non commette errori e compie un giro senza l’anteriore sinistra arrivando a traguardo e portandosi a casa i 25 punti e l’ennesimo trofeo targato Mercedes.

La vettura motorizzata Mercedes è assolutamente dominante. Lo dimostrano gli 88 punti già accumulati dal sei volte campione del mondo e lo dimostra il fatto che, prima degli ultimi giri, “The Hammer” e Bottas avevano seminato gli avversari con un distacco di quasi 40 secondi.

Hamilton non sbaglia nulla e vince; Bottas avrebbe meritato di competere per la vittoria ma l’alettone anteriore della sua W11 cede costringendolo al ritiro. Verstappen in Red Bull, si prende una seconda posizione tutto sommato importante; completa il podio il ferrarista Leclerc autore di una gara imponente.

Nonostante i soliti ed evidenti problemi della Rossa, Charles guida con grande destrezza e l’ultimo gradino del podio è un premio ben che meritato. Secondo il Monegasco si sono evidenziati dei netti miglioramenti sulla guidabilità, cosa che Seb Vettel non può dire. La sua SF1000 ha avuto problemi per tutto il weekend e deve accontentarsi di un decimo posto preso in extremis.

La gara, per 50 giri, aveva già preso una linea ben definita (e ben prevedibile) ma a mescolare le carte in tavola sono state le gomme e l’elevatissima usura subita da tutte le vetture. A farne le spese anche Carlos Sainz che ha forato.

Grandissima gara di Ricciardo con la Renault (quarto) e altra prova di forza di Lando Norris (quinto).

Il mondiale si dimostra ancora una volta divertente… ma il destino sembra segnato.

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