Non è lieto il capitolo finale del cammino dell’Inter nelle Final Eight di Europa League.

I neroazzurri cedono, durante la finale di Colonia, all’egemonia che gli spagnoli del Siviglia hanno imposto in questa competizione. Per i “Palanganas” si tratta del sesto sigillo in Europa League, il quarto negli ultimi 6 anni, mantenendo il 100% di vittorie nell’atto finale della competizione.

L’Inter si è battuta bene ed ha giocato, specie nei primi 45 minuti, con grande personalità e voglia di vincere, ma la differenza l’ha fatta la tattica. Lopetegui e il suo Siviglia sono stati perfetti dal punto di vista del gioco; i calciatori della squadra spagnola sembravano perfettamente coalizzati e disciplinati riguardo i movimenti propri e dei compagni. Il Siviglia fa dell’ordine tattico uno dei motivi per cui riesce sempre ad imbastire le basi per andare fino in fondo in questa competizione e anche stasera, che ha avuto di fronte un avversario tecnicamente più forte, non si è scomposta, nè spaventata continuando con la propria filosofia di calcio.

La finale ha tenuto fede alle aspettative degli appassionati. Dopo poco più di 30 minuti avevamo già assistito a 4 gol (2 per parte). Lukaku ha aperto le danze su calcio di rigore, mentre De Jong trascina il Siviglia alla rimonta con due colpi di testa perfetti che non lasciano scampo ad Handanovic. Godin riporta il risultato in parità, anche lui di testa, poi la partita assume ritmi, logicamente, più blandi.

L’Inter ha un paio di occasioni molto interessanti, specie una per Lukaku a tu per tu con il portiere, ma non le sfrutta; mentre, sugli sviluppi di una punizione, un rimpallo favorisce l’acrobazia di Diego Carlos con il pallone che viene malamente deviato da Lukaku alle spalle di Handanovic fissando il 3-2 finale. L’impressione è che, se il Siviglia ha dominato dal punto di vista tattico, l’Inter, durante il 2-2, aveva perso di mordente. Tardivi i cambi di Antonio Conte che, forse, avrebbe potuto pensare ad una diversa contromisura in un secondo tempo in cui la situazione era di totale stallo. Eriksen poteva sicuramente fare la differenza, magari cambiando modulo (anche se Conte, pure a partita in corso, rimane sempre fedele al suo 3-5-2).

Il finale è quello già citato. Il Siviglia alza l’Europa League al cielo, legittimando il dominio della squadra basca in questa competizione e dedicando il sesto sigillo a Puerta e Reyes (due bandiere del club, tragicamente scomparse).

Il popolo interista, invece, si rammarica per la finale persa e, a fine partita, si spaventa per le parole di Conte.

Il tecnico pugliese è subito protagonista di una conferenza stampa inaspettata dove ringrazia tutti per il lavoro svolto parlando al passato “emulando” una conferenza stampa d’addio. Uno sfogo che ammutolisce tutti e che coinvolge la società (rea di dissidi e incomprensioni) e alla domanda “rimani all’Inter?” il tecnico usa parole fuorvianti facendo però intendere una netta distanza tra le sue idee e quelle della società.

I sogni estivi dell’Inter terminano così, tra la rabbia e la consapevolezza che, qualsiasi sia l’allenatore, i neroazzurri possono solo crescere.

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