Il degrado dell’area perimetrale che si sviluppa intorno alla stazione Garibaldi oramai si è esteso anche al Corso Lucci oltre alle già note zone del Vasto e di Porta Nolana, dove si esercita prostituzione e vendita di stupefacenti H24.

La criminalità del luogo si distingue da quella passata perché poco interessata al degrado dei quartieri vissuti anche dai loro parenti e figli, vittime di aggressioni e furti in casa non certo addebitabili agli extracomunitari che sono riversi per le strade e defecano o urinano in ogni zona dell’area stazione. I cassonetti occupano addirittura la zona di ingresso dell’autostrada, nell’area che costeggia la stazione dove migliaia di turisti prendono treni ed autobus, e nonostante gli sforzi dei commercianti di richiamare l’attenzione delle istituzioni gli interventi dei politici locali sono nulli. Per oggi non parleremo del fenomeno dilagante della prostituzione cinese ma di un particolare edificio abbandonato che fino a poco tempo fa ospitava la sede INPS. Chiunque può ammirare il maestoso palazzo dell’Inps a doppio ingresso sia su via Galileo Ferraris e sul Corso A. Lucci che attualmente è abbandonato e che ai suoi piedi ospita vagabondi, tossicodipendenti, spacciatori, borseggiatori ed è circondato da immondizia. Ogni volta che un politico importante fa visita alla città del sole qualche amministratore si passa la mano sulla coscienza e dispone una grande pulizia della strada, che comunque rilascia un fetore di piscio e spazzatura che nei mesi estivi evapora tanto che le mascherine oggi servono proprio a difendersi da questo. Il dato paradossale è legato all’incuria o alla farraginosa macchina burocratica che non impiega quel palazzo per qualsiasi altra attività: potrebbe, infatti, essere utilizzato per ospitare una scuola, un polo universitario, un centro polifunzionale in grado di attrarre un discorso di riqualificazione della zona. Per riqualificare le aree degradate dalla criminalità, dalla prostituzione, dallo spaccio della droga attraverso progetti seri bisogna operare contaminazioni culturali di lavoro e di bellezza, soprattutto quelle aree esposte al giudizio di turisti e visitatori.

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