Ogni pomeriggio, puntuale come un orologio, la Luna viene scossa da terremoti termici causati dalla forte variazione di temperatura che ne fa dilatare e contrarre la superficie. Lo dimostrano i dati raccolti dai sismometri della missione Apollo 17 tra l’ottobre 1976 e il maggio 1977: rimasti in gran parte inutilizzati finora, sono stati esaminati con l’ausilio dell’intelligenza artificiale dal gruppo di ricerca guidato dal geofisico computazionale italiano Francesco Civilini, prima al California Institute of Technology (Caltech) e ora al Marshall Space Flight Center della Nasa.

I risultati sono pubblicati su Journal of Geophysical Research – Planets. I dati della missione Apollo 17, analizzati grazie a modelli di apprendimento automatico (machine learning), dimostrano che gli eventi sismici si verificano con regolarità ogni pomeriggio lunare, ossia quando il Sole lascia la sua posizione di picco nel cielo e la superficie della Luna inizia a raffreddarsi. L’analisi evidenzia anche la presenza di scosse altrettanto regolari al mattino (una ogni 5-6 minuti per un periodo di 5-7 ore), che però avrebbero una causa diversa rispetto a quelle pomeridiane. Attraverso una serie di triangolazioni, infatti, i ricercatori ne hanno individuato l’origine nel lander dell’Apollo 17 che ogni mattina, quando veniva illuminato dal Sole, si surriscaldava ed espandeva generando vibrazioni regolari rilevate dai sismometri a poche centinaia di metri di distanza. Sebbene questi terremoti termici siano troppo deboli per essere avvertiti da un essere umano, meritano comunque attenzione per quella che potrebbe essere la loro influenza sui lander e sui futuri insediamenti umani sulla Luna. Lo studio della loro propagazione nel suolo permetterà inoltre di indagare la struttura del sottosuolo lunare alla ricerca di crateri ed eventuali depositi di acqua ghiacciata.

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