“Le sfide dell’economia circolare nell’agrifood”. Ad un anno dall’avvio di “Agritech”, l’iniziativa che coinvolge 28 Università, 5 centri di ricerca e 18 imprese basata sull’utilizzo delle tecnologie abilitanti per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari con l’obiettivo di favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione dell’impatto ambientale, lo sviluppo delle aree marginali, la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere, si è tenuto ieri a Milano l’incontro tra i partner del progetto. In particolare sono stati presentati i risultati intermedi ottenuti dallo “Spoke 8”, che si focalizza sulla valorizzazione degli scarti delle industrie agroalimentari dal punto di vista energetico. Graded, società napoletana del settore Energia guidata da Vito Grassi, sta lavorando all’ottimizzazione dei processi tecnici e biologici che sono alla base della digestione anaerobica. Presenti all’evento Claudio Miranda, responsabile Ricerca e Sviluppo, l’agronomo Luca Scognamiglio, Maria Assunta Cestarodell’area Ricerca e Sviluppo. 

Il Centro Nazionale per lo sviluppo delle nuove tecnologie in agricoltura nasce con l’ambizione di combinare le migliori competenze scientifiche per rendere l’industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibile, e fornire una risposta concreta ai bisogni di crescita di un settore chiave per l’economia: un obiettivo da raggiungere collegando infrastrutture di ricerca in agricoltura disponibili a livello nazionale, utilizzando le tecnologie abilitanti per migliorare produttività e sostenibilità, oltre che per promuovere transizione ecologica e digitale, collaborando con le imprese per aumentare la resilienza e la competitività economica nel settore agroalimentare e formando la prossima generazione di studiosi nel settore, garantendo il capitale umano e le competenze necessarie per affrontare le sfide future.Cinque gli obiettivi principali che il Centro intende perseguire mediante l’applicazione di tecnologie per l’agricoltura: “resilienza”, cioè adattamento delle produzioni ai criteri di sostenibilità e ai cambiamenti climatici; “basso impatto”, inteso come riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale; “circolarità”, mediante lo sviluppo di strategie di economia circolare; “recupero”, mediante lo sviluppo delle aree marginali; “tracciabilità”, ovvero promozione della sicurezza, tracciabilità e tipicità delle filiere agroalimentari.

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