Questione di tempo e di modi. Ma prima o poi la piccola, grande scossa dentro il governo doveva pur arrivare. O meglio, all’interno del circuito di leadership guidato da Giorgia Meloni. Il famoso fuorionda dell’ormai ex compagno Giambruno sta generando numerosi pettegolezzi in merito alla fine della relazione con la premier romana. Ma dietro tutto questo c’è altro, tanto altro. La separazione della premier romana è la punta dell’iceberg di un’operazione politica molto più profonda. Renzi aspira alla guida di Forza Italia. Niente di più, niente di meno. Una svolta politica figlia della morte di Berlusconi e del conseguente spazio politico da occupare in Italia. Pure perché Tajani non è Berlusconi. Sotto tutti i punti di vista. Non ha il carisma del Cavaliere, né lo strapotere mediatico dell’ex leader del centrodestra.

Tutti requisiti che produrranno nei prossimi mesi un fuggi fuggi generale dei parlamentari in carica in quanto incapaci di intravedere un futuro politico senza Berlusconi. Il centro piace a Renzi e Renzi piace al centro. Ma qual è il filo rosso che lega l’ex sindaco di Firenze a Forza Italia? Stando alle ultime indiscrezioni trapelate da ambienti interni al partito, l’ex segretario del Pd ha intrecciato un’intesa politica legata al suo ingresso con Marina Berlusconi, la prima figlia del defunto Cavaliere. I ben informati sostengono che Marina ha storicamente nascosto con fatica la voglia di scendere in politica nonostante la presenza del padre. Nella famiglia Berlusconi è la figura col maggiore acume politico a differenza degli altri componenti. Ed ora non disdegna di diventare parte attiva della ricostruzione di Forza Italia. Accettando nei fatti l’ingresso di Renzi e formare il fatidico grande centro italiano. Nel tentativo di riportare in auge il mondo liberale e conservatore senza rappresentanza. Ma chi sta prestando il fianco all’operazione in Parlamento?

Non è un mistero che ad aprire le porte del partito in questi mesi sia stata la senatrice Licia Ronzulli, storica fedelissima del Cavaliere prima dell’arrivo di Marta Fascina. Basta dare uno sguardo alle sue dichiarazioni ogni volta che è stata incalzata sull’avvicinamento di Renzi a Forza Italia. Lasciamo a voi le considerazioni. Finita qui? Nemmeno per sogno. Da qui arriviamo al tassello mancante. Se questo scenario dovesse essere confermato ecco che i fuorionda di Giambruno nascondono un significato tutto politico finalizzato a colpire la leadership di Meloni. Un vero e proprio fuoco amico proveniente dagli ambienti Mediaset (pure perché bastava mostrare quegli audio alla premier in maniera del tutto privata, vi pare?) controllati storicamente dalla famiglia Berlusconi. In politica così come nella vita due più due fa quattro.

Parallelamente chi non è soddisfatto della vicenda è di sicuro Tajani il quale non vuole lasciarsi sfuggire dalle mani un partito lontano dai fasti berlusconiani in termini elettorali. L’attuale reggente forzista (ancora per poco) è, oltre alla già citata Meloni, l’altro sconfitto in questa vicenda. Se avesse avuto il controllo politico del partito e della famiglia Berlusconi, i fuorionda di Giambruno non sarebbero mai usciti fuori e dati in pasto all’opinione pubblica. A tal punto da colpire al cuore della leadership del governo. In parole povere se Tajani continua a ostacolare l’ingresso di Renzi in FI, sappia che perde tempo prezioso. L’assalto fiorentino non è un’avventura isolata e ben presto arriverà al suo scopo. Anche perché l’azzeramento politico di Tajani produrrà ripercussioni sui territori di grande importanza. In Campania il primo a tremare in questo scenario è Fulvio Martusciello. Che sta ricostruendo il partito in regione a sua immagine e somiglianza, insieme al fedelissimo Franco Silvestro, in vista delle imminenti elezioni europee. Attualmente in FI comanda lui. E lo farà almeno fino a quando gli equilibri nazionali del partito cambieranno radicalmente. Chi vivrà vedrà. Ma chi soccomberà dovrà piegarsi alla storia. Con o senza Renzi.

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