A Caivano la sferzata di Nicola Gratteri. Nel giorno in cui la premier ribadisce che è proprio partendo da quel territorio che il governo vuole “dare un segnale chiaro, basta zone franche in Italia”, il procuratore di Napoli incontra i cittadini e li mette davanti a un bivio: “dovete decidere da che parte stare, da quella dello Stato o della camorra”.
Ad ascoltare Gratteri, invitato da don Maurizio Patriciello nella sua parrocchia nel parco Verde, c’è una chiesa gremita, ed anche questo è un segnale che le cose stanno cambiando. Lo stesso pm ammette che “non è facile raggiungere un risultato del genere in aree ad alta densità criminale. Spesso si organizzano importanti iniziative antimafia e non c’è neanche la metà della gente arrivata stasera”. Merito, afferma, di don Patriciello “è lui il vero eroe. Stategli vicino, non lo abbandonate, perchè lui e i Commissari prefettizi stanno facendo cose belle e importanti”. Il sacerdote anticlan si schermisce: “prima nessuno ci ascoltava, poi è arrivata la premier Meloni e le cose sono cambiate”. Sì, ma forse, non velocemente e così tanto come il grande spiegamento di forze messe in campo potrebbe far pensare. Lo testimonia con la chiarezza di chi ci crede davvero e le sta provando tutte, la commissaria prefettizia Simonetta Calcaterra. “Alcuni dipendenti del Comune di Caivano si sono licenziati non appena hanno saputo del nostro arrivo”, dice, facendo riferimento all’insediamento della Commissione di tre membri, insediatasi il 18 ottobre dopo lo scioglimento del Comune per camorra. “Altri se ne sono andati non molto dopo, altri si mettono in malattia per non prendere incarichi di responsabilità e al concorso che abbiamo bandito per un posto a tempo indeterminato, per cui erano state inoltrate diverse domande, non si è presentato nessuno. Tutto questo è avvilente ma andremo avanti per riportare la normalità”. Del resto, aggiunge, “quando ci siamo insediati non c’erano neanche le indicazioni per arrivare al Comune, ma il municipio sarà sempre aperto per tutti i cittadini”. Gratteri ascolta perchè, dice, “sono qui per ascoltare, per sentire parlare i cittadini di Caivano, per capire cosa pensano di questo grande impegno dello Stato, cosa vogliono fare”. E poi li sprona: “Alle prossime elezioni dovete fare una scelta di campo, chiedervi se conviene stare dalla parte dello Stato o della camorra. Dove eravate quando scioglievano il Comune per due volte di fila o quando aprivano la piscina per poi abbandonarla al degrado?”, chiede Gratteri. Che invita le persone “a non aver paura, a partecipare alla vita pubblica, specie in questo periodo in cui c’è tanta attenzione, sia della politica che mediatica, su Caivano”. “Alle prossime elezioni non votate per chi vi assicura che darà il posto di lavoro a vostro figlio”, aggiunge Gratteri. Che, però, richiama anche la politica alle sue responsabilità. “Caivano – spiega – non è un unicum, ci sono tante zone degradate, qui ma anche anche al Nord, basta pensare a cosa sono le periferie di metropoli come Milano e Torino. La verità è che gli amministratori locali e la politica hanno abbandonato le periferie. A Caivano la gente vuole sapere e capire, sta poi a noi uomini delle istituzioni essere credibili”.
Per tutti risponde il presidente di un’associazione che si occupa di ambiente, Enzo Petrella, che ricorda che mercoledì la Cassazione si pronuncerà sulla confisca dei beni ai fratelli Pellini, già condannati per disastro ambientale. “La confisca rischia di essere annullata per un vizio di forma – dice – e così questi beni potrebbero ritornare nella disponibilità dei tre fratelli. Noi già facciamo fatica a denunciare, a stare nei tribunali, e le istituzioni che devono dare un esempio che fanno?, restituiscono i beni a questi signori. E intanto noi ci siamo esposti”.