La notte ha portato un’altra devastante ondata di attacchi russi sull’Ucraina, con missili e droni che hanno colpito le sue infrastrutture energetiche. In tutto, 80 ordigni hanno devastato il Paese, dalla martoriata Kharkiv a Odessa, Leopoli e persino la capitale Kiev, dove una centrale elettrica è stata distrutta, lasciando la città al buio.

Questi attacchi, parte di una rinnovata offensiva russa, stanno mettendo in seria difficoltà le già scarse risorse dell’Ucraina, che si trova in attesa di aiuti dall’Occidente. Nel frattempo, il Parlamento ucraino ha approvato una controversa legge sulla mobilitazione, mirando a reclutare 500.000 soldati entro l’anno per rafforzare le forze del Paese. Il generale Yury Sodol, comandante delle truppe ucraine, ha sottolineato l’urgente bisogno di rinforzi, evidenziando una disparità significativa tra le forze ucraine e quelle russe.

La decisione di eliminare la clausola sulla smobilitazione dei soldati ha sollevato critiche e preoccupazioni tra i militari, che denunciano l’esaurimento delle loro risorse e la corruzione nel sistema di arruolamento. Nel frattempo, il presidente Zelensky ha rinnovato il suo appello agli alleati occidentali per garantire forniture militari e partecipare alla conferenza per la pace in Ucraina.

La partecipazione della Russia e, soprattutto, della Cina, potrebbe essere cruciale per ridurre le tensioni nella regione. Tuttavia, mentre la Russia minimizza l’importanza dei negoziati e continua la sua campagna militare, l’Ucraina continua a soffrire sotto il peso degli attacchi russi.

Infine, Putin ha giustificato i recenti bombardamenti contro la rete energetica ucraina come parte degli sforzi del Cremlino per “smilitarizzare” il Paese, ma la comunità internazionale rimane scettica riguardo alle vere intenzioni della Russia.

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