di Luca Muratgia.

Nella giornata di domenica, 2 giugno 2024, si conclude ufficialmente la stagione 2023/2024 con il Venezia che, a seguito del percorso play off, si aggiudica l’ultimo posto utile per le partecipanti al torneo di serie A 2024/2025, dopo aver battuto nella sfida decisiva l’altra pretendente, la Cremonese di Stroppa, al Penzo per 1-0.

Si è inoltre disputato l’ultimo recupero di serie A tra Atalanta e Fiorentina al Gewiss Stadium vinto dai gigliati per 3-2. Con la sconfitta interna, gli orobici falliscono l’aggancio al terzo posto che avrebbe suggellato una stagione entusiasmante soprattutto per la storica conquista dell’Europa League, il primo trionfo europeo nella storia della Dea e che avrebbe comportato ulteriore prestigio e un ritorno economico non trascurabile.
Per il Napoli, archiviata la disastrosa e disarmante stagione post scudetto, è giunto il momento di voltare decisamente pagina con una ristrutturazione importante a livello societario, con l’arrivo del giovane e progettuale DS Manna, scuola Juventus e, a livello tecnico, con una rivoluzione sensibile che vedrà molti protagonisti nel bene e nel male sia del memorabile trionfo che ha portato in terra partenopea il terzo storico scudetto dopo 33 anni, sia dell’ inaspettato e doloroso tracollo dell’anno successivo con una squadra, con tanto di scudetto cucito sul petto, arrivata decima in campionato e fuori dalle competizioni europee dopo 14 anni consecutivi, svestire la casacca azzurra per cercare fortuna altrove. Era necessaria una sferzata importante che riuscisse in qualche modo a riaccendesse gli entusiasmi dell’ambiente partenopeo e che risollevasse gli umori dei tifosi azzurri, pesantemente abbattuti e demoralizzati dalla sciagurata stagione appena trascorsa.

A tal proposito la presidenza, consapevole che quello attuale non risultava il momento adatto per le scommesse, come sovente avvenuto in passato, si è vista costretta a puntare sulla garanzia e ad adottare una politica societaria che raramente si era intravista a queste latitudini. Questa garanzia ha un nome ed un cognome ed è rappresentata dalla figura di Antonio Conte. Il tecnico salentino, già cercato disperatamente durante la stagione appena trascorsa prima dell’ingaggio di Walter Mazzarri, nel disperato tentativo di raddrizzare una barca ormai irreversibilmente alla deriva, sembra avere accettato, dopo lungo ed asfissiante corteggiamento, la proposta di De Laurentis e si attende, con enorme trepidazione, l’ufficialità attraverso il rituale tweet presidenziale.
Inutile sottolineare che la presenza di Conte rappresenta una garanzia per una molteplicità di motivazioni:
In primo luogo per le sue indiscusse capacità tecniche che gli hanno consentito di vincere tanto, sia in Italia che Inghilterra al punto da diventare il prototipo dell’allenatore vincente;
in secondo luogo parliamo di una personalità esplosiva, che da anima e corpo nelle esperienze in cui crede e che, oltre ad essere molto esigente con se stesso, lo è anche nei confronti di che coloro che collaborano con lui dal punto di vista lavorativo, nei confronti della società, alla quale chiede, in sede di calcio mercato, investimenti di livello e finalizzati al raggiungimento degli obiettivi, e nei confronti dei giocatori che allena, ai quali chiede tutto dal punto di vista tecnico e mentale facendo leva, tra l’altro, sulle sue enormi capacità motivazionali;
Infine la sua forte personalità chiede ampia autonomia gestionale, la necessità quindi di tenere al di fuori dell’ambito tecnico la ingombrante presenza della proprietà che già enormi danni ha fatto con la sua asfissiante intromissione.
I presupposti per ben figurare ci sono tutti, ma siamo ancora nella fase embrionale di in progetto quanto mai interessante.

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