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Calzona: “Responsabilità mia, inconcepibili questi avvii”

“La responsabilità è mia. Ci siamo consegnati nelle mani dell’Empoli che sapevano esse assatanato”. Così il tecnico del Napoli Francesco Calzona, dopo la sconfitta contro l’Empoli. “È la testa che non funziona – aggiunge -. I test che facciamo settimanalmente parlano di una squadra che sta bene. Questa squadra si porta dietro scorie di un’annata balorda. Io sto provando anche con mezzi duri a scuoterla. Pensavo di poter fare di più. Adesso dobbiamo lavorare. Starò addosso ai giocatori. Siamo in debito con una città intera. E con la società perché il club ci paga. Bisogna essere uomini e professionisti. E non possiamo terminare il campionato così”. Per Calzona “non ha funzionato l’approccio alla partita che è stato feroce fa parte dell’Empoli, noi siamo entrati molli in campo, non abbiamo affondato, siamo stati timidi, è inconcepibile”. Sulla possibilità di raggiungere la Champions per l’allenatore del Napoli “se le perdiamo è difficile pensare di arrivare a questo traguardo, dobbiamo cercare di onorare la maglia, dare di più, entrare in partita prima. C’è un dato sconcertante: siamo la squadra che ha segnato di meno nei primi 15 minuti, non abbiamo mai un approccio come si deve, l’Empoli lo ha avuto ed ha vinto la partita. Siamo anche troppo leziosi, nel primo tempo pure col possesso di palla lo siamo stati, questa mancanza di rabbia nel riconquistare palla ce la portiamo dietro da quando sono arrivato io, la colpa è la mia, non sono riuscito a comunicargli il concetto importante della riconquista della palla. Nel secondo tempo non abbiamo mai tirato in porta, siamo leggibili, è un peccato perchè la squadra ha qualità. La colpa è mia. Le vicissitudini del Napoli di quest’anno sono note, non pensavo di trovare una situazione così, giocando ogni tre giorni qualche magagna l’abbiamo nascosta, però questa squadra deve fare di più”. Calzona si rivolge anche ai tifosi: “Chiedo scusa ai tifosi del Napoli, a quelli che ci seguono in trasferta e fanno sacrifici per sostenerci, domenica avevamo 51mila tifosi allo stadio, la contestazione ci sta tutta e la dobbiamo accettare. I tifosi del Napoli fanno contestazioni equilibrate e posso solo ringraziarli e chiedere scusa per questo finale di stagione non bello”.

Calzona: “I fischi? Zitti e portarseli a casa”

“Se arrivano i fischi devi prenderli e tornare zitti a casa, in silenzio. Non abbiamo niente da dire al pubblico, erano in 50 mila, venuti allo stadio peraltro in un orario non comodo”. Francesco Calzona accetta la mancata vittoria con il Frosinone, risultato che avrebbe potuto rilanciare il Napoli nella corsa per la qualificazione a una competizione europea del prossimo anno e accetta anche la durissima contestazione finale dei tifosi. “Sono molto deluso – dice – perché pensavo di vincere e se ne vinci due di seguito crescono entusiasmo e autostima. Non è possibile ogni volta dover fare 3-4 gol per vincere una partita. Dobbiamo cercare di essere più solidi. Il problema è che in fase di non possesso rischiamo sempre e non c’è mai la sensazione che stiamo gestendo la partita. Non riusciamo a fare squadra. Quando abbiamo la percezione del pericolo invece di correre rincorriamo. L’anno scorso riconquistavamo palla velocemente. In questo senso dobbiamo migliorare ancora”. Nonostante che il distacco dalle squadre che precedono il Napoli in classifica sia molto ampio ad appena sei giornate dalla conclusione del torneo, l’allenatore degli azzurri non ritiene del tutto chiuso il discorso qualificazione. “Ci credo ancora nell’Europa. So – spiega Calzona – che non siamo molto solidi e che dobbiamo migliorare. Abbiamo lavorato tanto ma continuiamo a prendere gol”. “Il Frosinone – dice Calzona analizzando la partita – è una squadra giovane con più benzina di noi. Dopo il gol fatto, ho chiesto di non perdere il possesso palla, di sbagliare poco. Ma questo non è successo ed è davvero inaccettabile come sono arrivati in area di rigore. Abbiamo giocato tantissimo e non abbiamo una condizione fisica ottimale. La squadra non sarà al cento per cento ma si può rimediare con una densità ordinata”. “Bisogna sempre avere un obiettivo da raggiungere e degli stimoli. Se non troviamo solidità – aggiunge l’allenatore – avremo difficoltà anche in futuro. La percezione di essere padroni del campo non l’ho mai avuta. Dobbiamo noi a trascinare i tifosi, dobbiamo portare noi 50 mila tifosi ad essere l’uomo in più. E’ inutile nascondersi dietro un dito. Mi aspettavo di vincere la partita. Questa battuta d’arresto un po’ incide sul mio morale e su quello della squadra. Tuttavia anche se posso essere dispiaciuto – conclude Calzona – devo pensare a tirare fuori la squadra da questa situazione”. “Il rigore sbagliato avrebbe potuto tagliarci le gambe – dice Eusebio di Francesco – ma nel finale avremmo anche potuto vincerla. Comunque il pari nel complesso ci sta come risultato giusto. Siamo ancora padroni del nostro destino. Stiamo raccogliendo qualcosina in più. La vittoria sudatissima non vuole arrivare, ma i ragazzi meritano di più di quello che stanno ottenendo”. “Quando siamo stati più alti – spiega il tecnico del Frosinone – la squadra mi è piaciuta tantissimo. Su Meret siamo andati in pressing. Avevo visto la partita del Napoli con l’Atalanta. Spesso ho giocato col 4-3-3, ma con gli stessi principi” “Conosco la qualità del Napoli. Sia in coppa che in campionato – conclude Di Francesco – abbiamo rischiato di prendere gol ma anche di farli. Mi piace proporre calcio, sapendo incassare. Prenderle solo non mi garba”.

Calcio: Napoli solo pari, il ‘Maradona’ contesta

Sotto lo sguardo di Luciano Spalletti che torna per la prima volta ad assistere a una partita al ‘Maradona’ dopo la vittoria dello scudetto e si commuove per la splendida accoglienza dei tifosi, il Napoli frena ancora e bruscamente la rincorsa verso la conquista di un posto in Europa. La squadra di Calzona pareggia con il Frosinone che nel mese di dicembre l’aveva umiliato, sullo stasso campo, eliminandolo dalla Coppa Italia con un pesantissimo 4-0. Finisce 2-2 e gli azzurri – fischiati e contestati dai tifosi – che mostrano solo in rari momenti un’intensità di gioco e un’ispirazione nelle trame offensive che ricorda da vicino i momenti di esaltazione collettiva vissuti proprio nell’era-Spalletti e di cui si era rivisto qualche spunto nel secondo tempo della partita vinta la settimana scorsa a Monza. Nel Frosinone, che conquista un punto prezioso nella rincorsa salvezza, brilla con una doppietta Cheddira, attaccante di proprietà del Napoli, rilevato la scorsa estate dal Bari e trasferito dalla società di De Laurentiis in prestito alla squadra di Di Francesco. Calzona deve fare a meno di Juan Jesus e Olivera, infortunati e schiera Ostigard come difensore centrale al fianco di Rrahmani. Di Francesco che ha disperatamente bisogno di far punti per avvicinare la zona salvezza, preferisce a una condotta rinunciataria un gioco propositivo e creativo, anche per sfruttare le qualità tecniche di alcuni suoi uomini, primi fra tutti Barrenechea e Soulè. Il tecnico del Frosinone è evidentemente a conoscenza della debolezza cronica della difesa napoletana e cerca di ottenere il massimo da questa situazione di potenziale vantaggio. Il Napoli va in vantaggio al 16′ del primo tempo con una azione personale di Politano che entra in area di rigore da destra e con un tiro ad effetto manda il pallone in rete dalla parte opposta. In precedenza Osimhen aveva fallito due clamorose occasioni, facendosi parare un tiro da breve distanza da Turati e concludendo sul fondo trovandosi a tu per tu con il portiere. Prima che fosse il turno di Zielinski e fallire il gol in altre due circostanze, è Meret a salvare la sua squadra bloccando un calcio di rigore tirato da Soulè al 29′, provocato da una spinta in area di Rrahmani a Cheddira. Nei primssimi minuti della ripresa Turati nega per altre due volte il gol al Napoli opponendosi alle conclusioni di Osimhen e Di Lorenzo. Subito dopo, al 4′ arriva il gol del pareggio dei laziali a causa di un clamoroso errore di Meret che ritarda il rilancio facendosi aggredire da Soulè. Sulla deviazione si avventa Cheddira che insacca con un rasoterra. Il Napoli sbanda per qualche minuto e lascia campo agli avversari, ma la partita cambia ancora al 17′ quando su azione da calcio d’angolo Kvaratskelia calcia debolmente verso la porta. Osimhen, tenuto in campo da Valeri si trova davanti al portiere e la sua deviazione risulta decisiva. Il Frosinone reagisce ancora e al 28′ trova il gol del pareggio. Zortea si libera sulla destra e piazza al centro il pallone che Cheddira il quale devia di testa in rete. Al 38′ è ancora Meret protagonista. Il portiere devia il pallone su una conclusione ravvicinata di Seck e salva la sua porta. Nel finale Calzona manda in campo anche Simeone ma il gioco del Napoli è confusionario e il risultato non cambia. Finisce con la contestazione del pubblico. I 50 mila tifosi del ‘Maradona’ fischiano la squadra e contestano la società e il presidente De Laurentiis.

Il Monza pronto a sfidare il Napoli: Parole di Palladino

Alla vigilia della sfida contro il Napoli, in programma domenica alle 15, l’allenatore del Monza, Raffaele Palladino, ha espresso grande rispetto per l’avversario, definendolo “una squadra forte” e ricordando che sono “i campioni d’Italia in carica”.

La prospettiva di affrontare una squadra di tale calibro è stimolante per il Monza sotto tutti i punti di vista, come sottolinea Palladino, non solo per quanto riguarda la classifica ma anche per il prestigio della sfida stessa. “Il Napoli ha grandi palleggiatori e tiratori”, aggiunge l’allenatore, evidenziando le qualità tecniche e tattiche degli avversari.

Palladino non nasconde l’importanza della partita e l’opportunità che rappresenta per la sua squadra. “È un grande stimolo affrontare chi ha stravinto il campionato scorso”, afferma, sottolineando la sfida e la determinazione del Monza nel confrontarsi con una squadra di alto livello come il Napoli.

Nonostante l’assenza di Matteo Pessina per squalifica, Palladino si mostra fiducioso nel potenziale della sua squadra e nella capacità dei sostituti di sopperire alla mancanza del giocatore chiave. “L’assenza di Matteo Pessina sarà pesante, ma chi lo sostituirà lo farà al meglio”, assicura l’allenatore, confermando che Pablo Marì sarà il capitano per la partita.

Il Monza si prepara dunque a una sfida difficile ma entusiasmante contro il Napoli, pronta a mettere in campo tutto il proprio impegno e la propria determinazione per ottenere un risultato positivo contro una delle squadre più titolate del calcio italiano.

Calzona: ora la Champions è davvero lontana

“La Champions è lontana, la matematica non ci condanna ma siamo onesti. Ora è davvero lontana”. Così il tecnjco del Napoli Francesco Calzona analizza il flop del Napoli, sconfitto 3-0 al Maradona dall’Atalanta, e che sembra ormai dire addio alla rincorsa alla prossima Champions League. Calzona cerca però di tenere sveglia la squadra per il resto del campionato: “Per il resto – ha detto – siamo ancora in gioco ma bisogna vincere ed essere solidi e ordinati, cosa che facciamo per poco tempo. Il resto dell’Europa è ancora raggiungibile ma dobbiamo trovare il morale che serve, altrimenti se vedo che non tiriamo fuori l’orgoglio si mancherebbe di rispetto a questa città, da parte mia e dei ragazzi. Io penso che la squadra abbia orgoglio, dobbiamo fare di più per finire questa stagione in modo dignitoso e per raggiungere obiettivi parziali, altrimenti sarà fallimento”. Calzona sottolinea che “i tifosi finora non ci avevano contestato ma oggi dobbiamo sopportare la contestazione che è legittima. La vicenda Juan Jesus? Non ha condizionato la prestazione”. Per il tecnico neanche la sua assenza da Napoli per due partite della Slovacchia di cui è ct ha influito male sul Napoli: “Non dipende – ha detto – dalla mia assenza come ha giocato il Napoli. Allenare nazionale vuol dire farlo mentre sui club si lavora sul lato fisico non tattico, perché hai meno giocatori e lavori per tenere una condizione fisica accettabile. A noi ora manca solidità, siamo una squadra fragile senza palla, questo è il problema più grosso, non riusciamo a fare reparto, rincorriamo, non va bene assolutamente. Con l’Inter eravamo più solidi, oggi mi aspettavo solidità e non c’è stata”. Per il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini questa vittoria a Napoli “è il modo migliore – ha detto – per iniziare un ciclo di 9 partite in 28 giorni, in cui si decide la sorte di campionato, Coppa Italia ed Europa League. Oggi abbiamo avuto una grande infusione di fiducia per le prossime gare perché se giochi così sul campo dei campioni d’Italia vuol dire che siamo una squadra di valore assoluto. Ora abbiamo la consapevolezza di avere un gruppo molto omogeneo e che possiamo alternare bene i giocatori nelle diverse competizioni e ottenere risultati. Oggi abbiamo dimostrato di saper soffrire ma anche di sfruttare al meglio quando hai l’occasione di proporti. Le nostre sofferenze oggi sono finite con il terzo gol, perché sapevamo che partita poteva prendere anche direzioni diverse”. Per il tecnico del club bergamasco “il Napoli sta vivendo una stagione particolare, non è facile gestire l’anno dopo lo scudetto. Ho la sensazione che la squadra abbia un valore assoluto ma non entusiasmo. Le iniziative sul razzismo? Il razzismo è una brutta rogna, ma intorno c’è tanta ipocrisia, questo non mi piace. Spero che il calcio sia un veicolo per superarlo e non evidenziarlo”.

Napoli addio al sogno Champions, Atalanta domina e vince

Il responso del ‘Maradona’ nella sfida caratterizzata dalla speranza di agguantare la qualificazione alla Champions League del prossimo anno è tutto per l’Atalanta che vince in maniera netta per 3-0 e si lancia nella rincorsa alle posizioni di vertice della classifica. Il Napoli, nel giorno della vicinanza a Juan Jesus per il caso Acerbi e del no al razzismo con la squadra in ginocchio, dice definitivamente addio alle speranze di rientrare nella lotta per raggiungere l’Europa che conta e deve rimodulare le proprie ambizioni nella fase finale del campionato. Per lunghi tratti del primo tempo il Napoli sembra una squadra alla deriva, incapace di rendersi pericolosa e incapace di difendere con sicurezza la propria porta. L’Atalanta è concreta e cinica nello sfruttare le occasioni che si presentano grazie anche alla cronica debolezza della difesa azzurra che in più di una circostanza va in confusione e non è quasi mai in grado di gestire le mischie che, generate da rimpalli sfavorevoli, si creano davanti alla porta di Meret. Nel primo tempo la squadra di Calzona, che incassa la prima sconfitta in campionato da quando è alla guida degli azzurri, riesce a tirare in porta una sola volta al 28′ con Osimhen che si fa respingere la conclusione da Carnesecchi. L’Atalanta, invece, dopo aver colpito un palo al 2′ con Miranchuk, va in gol al 25′ con il russo che sfrutta una dormita generale della difesa azzurra e batte Meret. Il raddoppio per la squadra di Gasperini arriva al 44′ con Scamacca che conclude con un diagonale sfruttando un passaggio di Miranchuk. In entrambe le circostanze i giocatori del Napoli protestano con l’arbitro per le leggere spinte, nel primo caso su Rrahmani e nel secondo su Juan Jesus, che Pairetto considera ininfluenti. Nella ripresa il Napoli, grazie anche agli innesti di Ngonge, Zielinski, Lindstrom e Simeone, velocizza le proprie azioni. La partita viene caratterizzata da rapidi cambiamenti del fronte d’attacco. Gli azzurri al 9′ colpiscono due volte il palo nella stessa azione, prima con una conclusione di Zielinski e sulla ribattuta con un tocco di Osimhen deviato da Carnesecchi. In questa fase della gara diventano protagonisti i due portieri i quali con alcune parate decisive negano il gol agli avversari. In particolare la sfida tra Carnesecchi e Osimhen si risolve a favore del portiere atalantino che impedisce al nigeriano di realizzare il gol che potrebbe riaprire la partita. La fase finale della partita è caratterizzata da una serie di mischie nell’area di rigore dei nerazzurri ma il Napoli non riesce a trovare gli spazi giusti per concludere a rete. A tre minuti dalla fine è Koopmeiners che conclude con un diagonale vincente un contropiede che si sviluppa sulla fascia sinistra del terreno di gioco. Finisce con il pubblico del ‘Maradona’ che fischia sonoramente il Napoli e intona cori contro la Società e in particolare contro il presidente De Laurentiis. La delusione dei tifosi, dopo il campionato dei record dello scorso anno, è tanta e ormai non c’è più tempo per sperare in un cambio di rotta.

Calzona alle prese con l’incognita Kvaratskhelia

Tutto ruota intorno a Kvaratskhelia. Francesco Calzona aspetta che passino le ore e che dai prossimi accertamenti medici ai quali si dovrà sottoporre il georgiano arrivino buone notizie. Kvaratskhelia ha subito una forte contrattura del muscolo adduttore della coscia sinistra, come hanno confermato gli esami diagnostici ai quali si è sottoposto ieri in una clinica di Castel Volturno, subito dopo il suo ritorno in Italia, reduce dallo spareggio della sua Nazionale con la Grecia che ha fruttato alla Gerogia la qualificazione ai prossimi campionati Europei. Per Kvaratskhelia oggi c’è stata quindi terapia e lavoro in palestra per cercare di recuperare velocemente un infortunio che di solito blocca per 5-7 giorni e che probabilmente lo terrà fuori dal match di sabato contro l’Atalanta. I medici del Napoli valuteranno nei prossimi giorni per vedere come procede la situazione, anche se solitamente lo staff medico in casi come questo tende a orientarsi verso una decisione prudente. Resta dunque il dubbio sul georgiano, ma per Calzona resta anche il dubbio sull’eventuale sostituto da utilizzare nella sfida con i nerazzurri di Gasperini, una partita che può contare molto nello sprint per la qualificazione a una delle competizioni europee del prossimo anno. Il favorito, se Kvaratskhelia non dovesse farcela, dovebbe essere Lindstrom che l’allenatore considera un esterno offensivo di sinistra, proprio come il compagno di squadra che andrebbe a sostituire. Se invece il tecnico volesse dare un’impronta più offensiva alla squadra potrebbe anche decidere di schierare dal primo minuto Raspadori, da affiancare a Osimhen il quale si è ripreso bene dall’infortunio muscolare che lo aveva tenuto fermo in occasione dell’ultima partita di campionato giocata a San Siro con l’Inter, prima della sosta per gli impegni delle Nazionali. Nelle altre zone del campo resta solo il dubbio sul centrocampista di sinistra da affiancare a Anguissa e Lobotka. In questo caso il favorito pare essere Cajuste, in grado di dare un contributo di fisicità in più che contro l’Atalanta può essere decisivo.

Il Napoli ‘basiti, ‘basta antirazzismo di facciata’

‘Basiti, non aderiremo più a iniziative di facciata contro il razzismo’. E’ veemente la reazione del Napoli e dello stesso Juan Jesus contro la decisione di non punire Acerbi sulla vicenda degli insulti razzisti al brasiliano durante il match a San Siro con l’Inter. Prima lo stesso giocatore azzurro cambia la foto sul suo profilo Instagram, e ne sceglie una con il pugno alzato, storico simbolo delle lotte contro il razzismo, poi lo stesso club campione d’Italia reagisce postando la stessa foto ed un comunicato di fuoco: “Restiamo basiti. Il Napoli non aderirà più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione e determinazione”. Per il Napoli “a questo punto il colpevole dovrebbe, per la “giustizia” sportiva, essere Juan Jesus, che avrebbe accusato un collega ingiustamente. Non è ragionevole pensare che abbia capito male. Il principio di maggiore probabilità di un evento, ampiamente visibile dalla dinamica dei fatti e dalle sue scuse in campo, che nella giustizia sportiva è preso in considerazione, scompare in questa sentenza. Restiamo basiti. Inoltre, se quanto accaduto in campo, lo dice la sentenza, “è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte…dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo”, perché – si chiede il Napoli – non irrogare a quest’ultimo alcuna sanzione? Perché, poi, lo dice sempre la sentenza, “essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa”, nessuna decisione è stata assunta dalla giustizia sportiva al riguardo per punire il responsabile? Restiamo ancor più basiti. La reazione di Juan Jesus è tacita ma eloquente, mentre i tifosi azzurri insorgono sui social, dove si esprime anche Bruno Siciliano, docente di robotica alla Federico II e grande fan del club azzurro. A suo avviso la sentenza “conferma che l’Italia è un paese profondamente razzista”, e lancia una sfida ad Acerbi: “Se hai gli attributi allora devi querelare Juan Jesus per diffamazione”.

Acerbi assolto, nessuna prova di razzismo a Juan Jesus

Temeva la stangata, è arrivata l’assoluzione. Nessuna squalifica per Francesco Acerbi, per il giudice sportivo non ci sono prove che il giocatore dell’Inter lo scorso 17 marzo, durante il match con il Napoli, abbia insultato con frasi razziste il difensore avversario, Juan Jesus. Si chiude così il caso, con una decisione – quella del magistrato sportivo Gerardo Mastrandrea – che non è appellabile. Dunque il brasiliano del Napoli che aveva parlato di frasi discriminatorie nei suoi confronti non potrà fare ricorso, e sul fronte della giustizia sportiva la vicenda è un capitolo chiuso. Per il giudice romano, che nel 2016 sostituì Tosel, “non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata”, cosi’ come lo ha “percepito” il difensore brasiliano. Nel motivare la sentenza Mastrandrea spiega che l’insulto razzista non è stato sentito da nessuno in campo, a parte Juan Jesus, e che non ci sono immagini che possano provarlo. Non viene negata la buona fede del giocatore del Napoli che da subito aveva detto essere stato insultato, ma non ci sono strumenti sufficienti per squalificare, o comunque sanzionare Acerbi. Dopo la partita Juan Jesus aveva cercato di non enfatizzare l’accaduto, dicendo che il nerazzurro comunque gli aveva chiesto scusa. Il giorno dopo però Acerbi, investito del caso e costretto per questo a lasciare il ritiro della Nazionale di Spalletti, aveva negato di aver detto frasi razziste e che era stato mal compreso. Un dietrofront che aveva spinto il brasiliano a una contro-replica: “Mi ha detto ‘vai via nero, sei solo un negro’. In seguito alla mia protesta con l’arbitro ha ammesso di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo poi anche: ‘Per me negro è un insulto come un altro'”. Acerbi dal canto suo si era giustificato sostenendo di aver detto ‘ti faccio nero’, tesi sostenuta nella sua difesa anche di fronte ai magistrati sportivi. Il giudice sui fatti aveva chiesto che facesse luce la Procura federale: e così Giuseppe Chinè nei giorni scorsi ha ascoltato i due giocatori (che hanno confermato le loro versioni) e inviato la relazione con il supplemento di indagini al giudice che atti alla mano non ha sanzionato Acerbi. Nei fatti – secondo quanto si legge nelle motivazioni – la prova dell’offesa c’è “ma rimanendo il contenuto gravemente discriminatorio confinato alle parole del soggetto offeso, senza alcun ulteriore supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale” non c’è quella certezza ragionevole che ci si trovi di fronte a un atto discriminatorio con l’aggravante della razza da poter comminare una sanzione. Che sarebbe stata pure pesante (da regolamento dieci giornate di stop, una decisione che avrebbe messo a rischio partecipazione all’Europeo e carriera nerazzurra del difensore). L’interista ha pagato solo con l’esclusione dalla trasferta azzurra negli Usa: una decisione per lasciare l’ambiente sereno, ma sull’episodio lo stesso ct Luciano Spalletti era stato clemente. “Da quello che mi ha detto non si tratta di razzismo, serve comunque fare attenzione” le parole del tecnico della Nazionale prima della partenza per Miami. L’assoluzione ora fa brindare in casa Acerbi (la prima è la moglie Claudia Scarpari che sui social scrive: “Cin cin. A chi insulta i familiari. A chi minaccia la vita dei figli. Ai leoni da tastiera. Ora sciacquatevi la bocca”) Ma in molti invece gridano “vergogna” e corre l’hashtag #Marottaleague. Quanto a Juan Jesus dopo la sentenza ha cambiato la foto del profilo Instagram, mettendo un pugno chiuso in alto: immagine più eloquente di tante parole e che rimanda ai movimenti contro il razzismo del Black Power, di Tommie Smith e John Carlos sul podio dei Giochi di Messico 1968 con il pugno chiuso. E ripreso anche, negli anni recenti, dalle manifestazioni del Black Lives Matter. Decisamente dura la reazione del Napoli che risponde con l’hastag #iostoconjj: ‘Basiti, non aderiremo più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo”. Il brasiliano “non può ragionevolmente aver capito male” e se è stata accertata la prova dell’offesa doveva comunque, secondo il club, arrivare una sanzione.

Napoli-Atalanta, scatta divieto vendita biglietti ai lombardi

Per la partita di serie A Napoli-Atalanta, in programma sabato allo stadio Maradona, è stato deciso il divieto di vendita dei tagliandi ai residenti nella regione Lombardia, con l’esclusione dei titolari della fidelity card della “SSC Napoli” sottoscritta in data antecedente al 1° marzo 2024. Lo rende noto il prefetto del capoluogo campano, Michele di Bari. Il provvedimento prefettizio è stato adottato, su analogo parere della Questura di Napoli, in considerazione delle valutazioni espresse dal Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive che, con determinazione del 21 marzo scorso, ha evidenziato il pericolo di gravi turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica.