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Napoli-Atalanta, scatta divieto vendita biglietti ai lombardi

Per la partita di serie A Napoli-Atalanta, in programma sabato allo stadio Maradona, è stato deciso il divieto di vendita dei tagliandi ai residenti nella regione Lombardia, con l’esclusione dei titolari della fidelity card della “SSC Napoli” sottoscritta in data antecedente al 1° marzo 2024. Lo rende noto il prefetto del capoluogo campano, Michele di Bari. Il provvedimento prefettizio è stato adottato, su analogo parere della Questura di Napoli, in considerazione delle valutazioni espresse dal Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive che, con determinazione del 21 marzo scorso, ha evidenziato il pericolo di gravi turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Calzona, non ho sentito Juan Jesus, deciderà la giustizia

“Dico la pura verità: non ho sentito Juan Jesus, perché essendo impegnato qui in Slovacchia mi sono concentrato sulla nazionale”. Lo ha detto a Sportmediaset dal ritiro della nazionale slovacca, Francesco Calzona, ct della Slovacchia e allenatore del Napoli, sul caso Acerbi-Juan Jesus. “A fine partita – ha detto Calzona – ho visto Juan Jesus appena venti-trenta secondi, gli ho fatto i complimenti per la gara. Poi avevo le interviste e non ho più parlato con lui. Però c’è la giustizia sportiva, farà il suo corso e vediamo come andrà a finire”. Juan Jesus ha parlato anche della speranza di riagganciare un posto in Champions per ilNapoli: “Ho dei ragazzi che mi seguono, sono venuti tutti fuori da una situazione difficile. Il risultato ci condanna perché per raggiungere una posizione di prestigio dobbiamo vincere sempre, a volte non ci riesci perché c’è molta pressione, per cui abbinare qualità nel gioco, tattica e risultati non è facile, ma i ragazzi ce la stanno mettendo tutta, ci credono così come ci credo anch’io. La matematica non ci condanna ma bisogna vincere qualche partita in più, magari fare il filotto per rientrare. Abbiamo la fortuna di avere degli scontri diretti con le nostre avversarie che sono davanti e dobbiamo sfruttarli assolutamente”. Calzona ha parlato infine della doppia panchina, con gli allenamenti del Napoli a Castel Volturno che segue dai video dei droni: “Penso che le due panchine siano compatibili solamente in questo periodo in cui non ci sono partite ufficiali. È capitata questa situazione in un momento in cui era possibile farlo”.

Razzismo: Acerbi rischia lungo stop

Le scuse immediate in campo e il ‘perdono’ in diretta tv di Juan Jesus non sono bastate ad evitare a Francesco Acerbi la bufera sollevata dall’espressione razzista che avrebbe usato ieri, giornata mondiale contro tutte le discriminazioni, nei confronti del giocatore del Napoli. Il primo contraccolpo è arrivato in mattinata, con la decisione del ct, Luciano Spalletti, di escludere il difensore dal gruppo della nazionale in partenza per gli Usa per una doppia amichevole in preparazione di Euro 2024. E se l’Inter annuncia un confronto col giocatore per chiarire l’accaduto, incombe un’inchiesta della Procura federale. Le sanzioni previste per offese razziste prevedono minimo dieci giornate di squalifica, che significherebbero per il difensore campionato finito. Il nerazzurro afferma, lo ha detto al ct e anche poi ai microfoni, di non aver pronunciato frasi razziste, ma quanto avvenuto in campo al Meazza tra Acerbi e Juan Jesus è tutto da ricostruire, anche in base a quanto riferito dal brasiliano all’arbitro la Penna e al successivo referto. “Non mi sta bene, mi ha detto ‘sei un negro’ e questo non mi sta bene”, avrebbe detto con veemenza il giocatore del Napoli in base alle immagini, che hanno fatto subito il giro del web e dei social. Juan Jesus a fine partita ha poi smorzato la vicenda, sostenendo che “in campo ci sta dire di tutto, lui ha visto che è andato oltre e ha chiesto scusa”, ma le parole non potevano bastare a chiuderla, specie a fronte di un giocatore chiamato solo poche ore dopo a rappresentare l’Italia. E stamattina, nel raduno a Roma, Acerbi si è trovato a fornire la propria versione al ct e ai compagni di squadra sulla presunta espressione razzista spiegando che non c’era da parte sua “alcun intento diffamatorio, denigratorio o razzista”. L’esclusione però è arrivata inevitabile, “per garantire la necessaria serenità alla Nazionale e al calciatore”, ha spiegato la Figc. Spalletti dal raduno si è detto molto dispiaciuto di dover decidere per questioni simili, ma anche che “bisogna stare attenti quando denunciamo un episodio del genere”. “Abbiamo visto Francesco in difficoltà – ha concluso – ma bisogna stare attenti ai nostri comportamenti”. Acerbi ha lasciato quindi il raduno – al suo posto è stato convocato il giallorosso Gianluca Mancini – ed è partito per Milano, mentre l’Inter faceva sapere di “aver preso atto della comunicazione della Figc” e di riservarsi di avere “quanto prima un confronto con il proprio tesserato al fine di far luce sulle esatte dinamiche di quanto sia accaduto ieri sera”. Intercettato all’arrivo in stazione Centrale, Acerbi ha dato la sua versione: “Frasi razziste dalla mia bocca non sono mai uscite. Sono 20 anni che gioco a calcio e so quello che dico. Sono tranquillo”. Secondo il suo agente, Federico Pastorello, ieri c’è stato “un diverbio in campo ma senza usare un’espressione o una frase razzista: è stato uno scontro di gioco, poi magari c’è stata una parola al posto di un l’altra, ma la parola ‘negro’ non è stata usata”. Il Napoli non si è espresso direttamente sulla vicenda, ma sul profilo twitter ufficiale è stato pubblicato un video dal titolo “Da Napoli al mondo, gridatelo ad alta voce: no al razzismo”, con i calciatori azzurri inquadrati in primo piano che dicono nella rispettiva lingua frasi contro il razzismo.

Calzona, dopo il pari a San Siro: ‘La squadra credo si sia ritrovata’

“Oltre all’orgoglio abbiamo messo qualità, siamo stati in partita fino all’ultimo e abbiamo concesso solo 10 minuti dall’Inter, ma non si può pensare di venire a Milano e non concedere niente. Abbiamo fatto un’ottima gara. Ci abbiamo provato fino all’ultimo, è stata dura perché l’Inter ti mette alle corde: hanno combinazioni nello stretto che ti fanno correre all’indietro, forse è mancata lucidità sotto porta. Ma la squadra credo si sia ritrovata”. Lo ha detto il tecnico del Napoli Francesco Calzona, intervistato da Dazn dopo la gara contro l’Inter. “Le vicissitudini di quest’anno hanno influito sulla crescita dei ragazzi, cambiare tre allenatori e venire da campionati stranieri non aiuta – ha proseguito -. Ma i ragazzi stanno crescendo, io sono contento e vedo una crescita giornaliera, ci torneranno molto utili. Abbiamo fatto solo sette allenamenti di squadra perché fa preparazioni alle partite e recuperi ci siamo allenati poco. Avremmo bisogno di allenarci di più per limare il gap, però non c’è tempo. Magari dalla ripresa cercheremo di mettere dentro altro: è solo questione di tempo”, ha concluso.

Juan Jesus risponde a Darmian, il Napoli ferma l’Inter: 1-1 a San Siro

L’Inter frena anche in campionato ma fa un altro passettino verso lo scudetto. A San Siro il Napoli trova il pareggio nel finale con Juan Jesus, dopo il vantaggio nerazzurro firmato Darmian: un 1-1 che serve più alla squadra di Simone Inzaghi che ai partenopei, con la capolista che resta a +14 sul Milan dopo la vittoria dei rossoneri nel pomeriggio.

Nessuna delle due però può dirsi pienamente soddisfatta, anche considerando che entrambe andavano alla ricerca di una immediata reazione dopo le rispettive delusioni in Champions League. Ai nerazzurri tuttavia mancano 15 punti, a nove giornate dal termine del campionato, per avere la matematica certezza dello scudetto, mentre il Napoli va a -9 dal quarto posto e -3 dal quinto per quello che riguarda la lotta per la qualificazione alla prossima Champions. Inzaghi, nonostante i 120′ del Wanda Metropolitano, decide di confermare la sua formazione titolare mandando in campo anche i big che hanno giocato di più in Spagna, mentre Calzona è costretto a fare a meno di Osimhen, che resta in panchina dopo il problema fisico dei giorni scorsi.

Dopo un avvio equilibrato, l’Inter inizia a prendere ritmo e a rendersi pericolosa. La prima occasione è per Lautaro, il cui mancino viene respinto in scivolata da Juan Jesus. Il protagonista poi diventa Meret, che salva due volte in pochi istanti prima su un colpo di testa in tuffo di Darmian e poi su un destro ravvicinato di Lautaro, con Barella che chiude l’azione calciando però alto. Le fatiche di coppa si fanno sentire per entrambe, tanto che il ritmo è basso e lo spettacolo non è granché. L’Inter però quando accelera dà sempre l’impressione di poter fare male e così avviene: una veloce ripartenza si chiude con un cross basso di Bastoni che trova in mezzo all’area Darmian, sinistro di prima intenzione e nerazzurri in vantaggio.

Dopo l’intervallo ci si aspetta la reazione del Napoli ma sono invece gli uomini di Inzaghi a ripartire a spron battuto. La ripresa infatti si apre con Lautaro che ha subito sul destro la palla per raddoppiare, ma non calcia bene e soprattutto trova sulla sua strada la pronta risposta di Meret, così come Dimarco poco dopo su una punizione dalla distanza, mentre Thuram spreca un’altra buona occasione calciando alto col destro da dentro l’area. L’Inter poi abbassa i ritmi, il Napoli così prova a prendere coraggio ma senza riuscire a impensierire Sommer. Anzi, è ancora Barella ad avere la palla per il raddoppio ma viene rimontato all’ultimo da Oliveira dopo un rimpallo in piena area. Quando l’Inter sembra in sostanziale controllo, però, il Napoli sfrutta al meglio un calcio d’angolo e colpisce, con una deviazione sottoporta dell’ex Juan Jesus, lasciato colpevolmente solo in area piccola. I nerazzurri nel finale ci provano, ma non sono assistiti dalle forze e dalla lucidità non riuscendo a creare pericoli per la porta di Meret, mentre San Siro ribolle per alcune decisioni arbitrali di La Penna. L’1-1 alla fine non soddisfa nessuno, ma l’Inter va alla pausa sapendo di avere lo scudetto nelle proprie mani.

Kvaratskhelia, amo la Champions e che mi chiamino Kvaradona

“I tifosi del Napoli sono fantastici. Amano il calcio e io sono orgoglioso che mi trattano così bene. L’urlo della Champions? Era un sogno, non pensavo mai di poterlo ascoltare. Per me è stato incredibile ascoltarlo per la prima volta nel nostro stadio. Quando è finita la musica è partito il coro The Champions, è stato fantastico. Una sensazione incredibile, un sogno che ho realizzato. Mi ha dato ancora più motivazioni”.

Lo ha detto l’attaccante del Napoli Kvicha Kvaratskhelia in un’intervista a Versus prima del match contro l’Inter. L’esterno georgiano ha continuato a spiegare il suo affetto per la città partenopea: “Il Napoli – ha detto – è un grande club, ha avuto tanti calciatori importanti. Tra questi c’è una leggenda come Maradona, il più grande di tutti. Sono queste cose che rendono indimenticabile la mia esperienza con questa maglia. Maradona è il Dio del calcio ed essere paragonato a lui è una bella sensazione, ma non posso paragonarmi a chi è stato il miglior calciatore della storia. Naturalmente sono felice che i tifosi mi chiamino Kvaradona, significa molto per me”. Kvaratskhelia ha parlato anche dell’amore che sente dal suo Paese: “Dopo gli allenamenti – ha raccontato – quando ero in Georgia, mi fermavo sul campo per sviluppare tutti i fondamentali che ho oggi. Amo questo sport, cerco di godermelo ogni momento. Adesso che il mio nome è famoso, tutti mi guardano come modello, anche in Georgia i bambini mi amano, quindi devo essere un modello per loro. Devo essere calmo, umile. Devo dare il meglio in campo e fuori”.

Il Napoli contro l’Inter cerca l’impresa-Champions

La scelta della prima punta in base alle condizioni di Osimhen, il ballottaggio a centrocampo tra Traoré e Zielinski, l’ultima pressione per sentirsi al livello della super-Inter. E’ tanto il lavoro che il tecnico del Napoli Francesco Calzona ha fatto nella preparazione della trasferta di questa sera a San Siro, in un match che può dare una forte accelerazione allo sprint finale della stagione o confermare le ombre di un anno crepuscolare.

In primo piano i dubbi sulle condizioni muscolari di Osimhen che ieri è tornato a farsi vedere in campo a Castel Volturno, facendo allenamento personalizzato e poi ha svolto una parte della seduta in gruppo con i compagni. Prove su cui lo staff medico del club azzurro sta facendo valutazioni per decidere se il bomber nigeriano può giocare oppure deve riposarsi per evitare infortuni seri in campo. Calzona intanto studia le alternative. In primo piano c’è Simeone, la punta vera di riserva di Osimhen che ha una matta voglia di tornare protagonista quest’anno, ma in lizza per giocare al centro del tridente con Kvaratskhelia e Politano c’è anche Raspadori, che a Milano firmò due anni fa il successo del Sassuolo sull’Inter e sogna di tornare protagonista. Calzona medita, sapendo anche che far giocare Osimhen significa poi mandarlo alle due partite della nazionale nigeriana, rischiando infortuni anche lì in una stagione lunga e difficile. Valutazioni pure a centrocampo per il tecnico azzurro che sta puntando molto su Traoré ma ha la tentazione di schierare titolare Zielinski a centrocampo, sapendo che il polacco è pronto a fare bella figura davanti al suo pubblico della prossima stagione. Calzona ha anche recuperato Cajuste e Ngonge a centrocampo, che finora non sono però riusciti a convincere il tecnico di meritare un posto dall’inizio: i due però hanno voglia di riuscire a cambiare la velocità e la penetrazione della manovra offensiva, contro gli attacchi di un’Inter che fa paura con i suoi 70 gol fatti in campionato, con sole 13 reti al passivo nelle prime 28 gare. Cifre impietose per un Napoli Napoli fermo a 43 gol fatti e 32 subiti. Calzona lavora sul tanto che c’è da cambiare nel funzionamento della squadra azzurra, sperando dopo l’eliminazione dalla Champions League di vedere un Napoli più concreto. Si potrebbe approfittare della stanchezza di un’Inter arrivata ai rigori mercoledì a Madrid per lanciare l’inseguimento al quinto posto, che quest’anno poterà quasi certamente alla prossima Champions. Si aspettano risposte prima di fare tutti le valigie per le nazionali, compreso Calzona che sfilerà la maglietta del Napoli per indossare nuovamente quella del ct della Slovacchia.

Il Napoli inizia lo sprint per l’Europa, Osimhen è in dubbio

Dieci partite davanti per avere una risposta decente dalla stagione del fallimento. E’ questa l’unica opportunità di sprint che ora ha il Napoli dopo la disfatta di Barcellona, l’uscita dalla Champions League, l’addio alla Coppa Italia e l’attuale settimo posto in campionato. Uno sprint che ora tocca ai giocatori azzurri dimostrare di saper affrontare al meglio sin dalla prima partita, piena di significato, quella di domenica a San Siro contro l’Inter. Con una pessima notizia da Castel Volturno, l’allenamento solo in palestra per Osimhen. Il bomber nigeriano ha un affaticamento muscolare dalla notte negativa in Catalogna e sembra a rischio per la sfida a San Siro. Osimhen da quando è tornato ha segnato contro Verona e Barcellona e la tripletta contro il Sassuolo, poi però è ripiombato in una zona di buio e non ha segnato nelle ultime tre partite. Se Osimhen non ce la facesse a recuperare, Calzona è pronto a lanciare in campo dal 1′ Simeone, che sta giocando una stagione da assente e deluso e che ha segnato finora un solo gol in campionato, lo scorso 27 settembre contro l’Udinese, e uno in Champions League, nel ko 4-2 dal Real Madrid. La punta italo-argentina sogna una ripresa da un anno che valuta male e da cui cerca nuove risposte sulla sua carriera, in un contesto che lo ha portato anche a pensare a un futuro lontano da Napoli. Risposte in attesa dal campo dal Napoli, che ha un’altra chance di alzare la voce nella casa della squadra che viaggia verso lo scudetto, per riprendere la corsa europea. Lo sa la squadra, lo sa Calzona che ora vuole davvero le risposte in campo. Lo sa la città che ormai ha digerito la delusione e si aspetta un’ultima gioia di sprint verso l’Europa per poter vivere un’altra estate di attesa con passione.

Napoli sfida il Barca, Calzona: “Giochiamo alla pari”

“In match di questo livello se hai paura non ti devi presentare. Devi avere la sfrontatezza di affrontare un avversario forte, sapendo che il Napoli va a giocare ovunque alla pari”. Francesco Calzona è netto alla vigilia del ritorno degli ottavi di finale di Champions in casa del Barcellona. Dopo l’1-1 al Maradona all’andata, che fu anche il suo esordio sulla panchina azzurra, ci vuole ora un Napoli sfrontato e coraggioso che provi davvero a vincere in Catalogna, per tornare ai quarti, incassare 10 milioni dall’Uefa e poter nuovamente sognare. Nel sogno Calzona ci crede, elogiando un Napoli che è rimasto scottato dal pareggio contro il Torino: “La partita di domani – ha detto – è importantissima, è la partita dell’anno e dobbiamo poi anche recuperare in campionato. Passare il turno in Champions vuol dire tanto a livello societario e per la squadra. E’ una partita in cui la squadra si carica da sé. Non è da tutti giocare gli ottavi di Champions contro un avversario di questo livello. Ci siamo concentrati sui nostri difetti perché in questi match concedere qualcosa può essere fatale”. Grande attesa a Napoli e dalle migliaia di tifosi azzurri che saranno domani sera allo stadio Olimpico di Barcellona per un Napoli che Calzona definisce “non solo Kvaratskhelia contro l’avversario, perché vediamo un’ottima partita di squadra. Ci è mancato qualcosa per battere il Torino ma siamo migliorati tanto. Dal mio esordio in queste tre settimane siamo cambiati tantissimo. La squadra è più compatta e concede di meno, ma crea di più”. Il tecnico sembra avere le idee chiare su una formazione che dovrebbe vedere confermato Traoré a centrocampo con Lobotka e Anguissa, con il tridente Politano-Osimhen-Kvaratskhelia e la coppia Rrahmani e Juan Jesus con Di Lorenzo e Olivera da terzini. Calzona ha recuperato anche Ngonge e Cajuste e vuole vedere domani ancora altri passi avanti dopo i segnali di risveglio in campionato. “Oggi il Napoli – ha detto – subisce meno, segniamo abbastanza, andiamo in avanti. Questi ragazzi in tre settimane hanno fatto passi avanti da gigante, ma il miglioramento non è finito, abbiamo tanto da fare per diventare come io vorrei. L’arma in più domani? Essere squadra per 90 o 120′, l’obiettivo dei singoli deve infatti essere raggiunto come obiettivo comune. Mi aspetto che la squadra faccia passi avanti, che sia un gruppo forte, questo è il mio scopo con i ragazzi che hanno lavorato tanto. Sono contento ma non basta, voglio vedere i risultati in campo. Abbiamo altri obiettivi e per centrarli dobbiamo migliorare”. Calzona, ovviamente, rispetta al massimo la rosa di Xavi, parlando dell’assenza di De Jong e dei commenti sul giovane Lamine Yamal, da molti indicato come il Messi della sua generazione nascente: “Del Barcellona – dice – mi piacciono tanti calciatori. Questo ragazzo ha le qualità per diventare uno dei primi al mondo, ha 17 anni e sembra già un veterano, ha tante qualità. De Jong è un giocatore che mi entusiasma, è moderno, fisico, tecnico, ha tutto. Manca al Barca perché è titolarissimo ma so che la squadra ha una rosa ampia e troverà le giuste misure per la sua assenza”.

Il Napoli di Calzona: Senza Paura verso la Champions

Dopo il pareggio contro il Torino, il Napoli non solo ha mostrato la sua determinazione, ma ha anche espresso una mentalità che trasuda orgoglio e fiducia. Il commento di Calzona, l’allenatore, è stato chiaro: “Noi siamo il Napoli”. Questa affermazione è stata accompagnata da una promessa di onorare il nome azzurro contro il Barcellona, senza paura.

Calzona non è solo un teorico del gioco offensivo, ma è anche un allenatore fiero che sa trasformarsi in un vero “Ciccio” quando si tratta di entrare in campo. Sta preparando la squadra con un focus particolare sull’aggressività: pressing alto, riaggressioni e transizioni rapide. Questo approccio mira a trasformare le transizioni difensive in opportunità di ripartenza, combinando ampiezza, verticalità e possesso veloce.

Tuttavia, c’è una questione di intensità che potrebbe preoccupare. Da quando Calzona è arrivato, la squadra ha giocato ben cinque partite in soli venti giorni. Nonostante il poco tempo per lavorare sulla sostanza e sui dettagli, l’allenatore non ha trascurato l’importanza di mantenere alta l’intensità. Questo si riflette sul campo con una pressione costante, una caratteristica che mancava nelle precedenti gestioni tecniche.

La preparazione per l’importante partita contro il Barcellona è stata diversa. Il Napoli ha lavorato intensamente al centro sportivo di Castel Volturno, concentrandosi sulla preparazione fisica e tecnica. Il gruppo sta lavorando per partire al completo, con lo staff medico che si impegna per recuperare tutti i giocatori chiave, inclusi Ngonge, Cajuste e Rrahmani.

La presenza di Rrahmani in difesa sarà fondamentale per mantenere gli equilibri della squadra e rafforzare la costruzione del gioco. Il Napoli si prepara a viaggiare verso Barcellona con determinazione e senza timori, pronti a mostrare al mondo il loro vero spirito da scugnizzi sfrontati e senza paura.

 

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