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A Napoli super Svilar e Abraham salvano la Roma

Un super Svilar e un ritrovato Abraham salvano la Roma al ‘Maradona’. Finisce 2-2 una partita in cui la squadra di Calzona, riapparsa concentrata e aggressiva dopo i due giorni di ritiro, mette a dura prova la difesa dei giallorossi che trovano nel loro portiere un baluardo pressoché insormontabile. Svilar tiene in piedi la sua squadra per tutto il primo tempo, che si conclude a reti inviolate nonostante il dominio netto che il Napoli esercita sul campo e le numerose occasioni da gol che gli azzurri creano ma non riescono a trasformare. Il pareggio serve a mantenere la Roma alla stessa distanza dalla Roma e allontana ancor di più il Napoli dalla zona che vale l’Europa. Gli azzurri ritrovano se stessi e sul piano dell’impegno e dell’agonismo la squadra di Calzona, dopo tanto penare, sembra essersi finalmente tornata ai livelli della passata stagione. La Roma soffre sempre lo spirito di iniziativa dei padroni di casa. Grazie anche all’appoggio convinto dei centrocampisti, la difesa del Napoli non offre mai occasioni ai giallorossi e Dybala, Azmoun e El Shaarawy non riescono mai a entrare nel vivo della gara. Nel primo tempo gli azzurri vanno vicini al gol in più di una circostanza e soprattutto nell’ultimo quarto d’ora assediano la Roma nella propria area di rigore, senza consentire mai alla squadra di De Rossi di mettere la testa al di là della linea di metà campo. Tuttavia nessuno, da Osimhen ad Anguissa, da Di Lorenzo a Kvaratskelia, riesce a concretizzare le tante occasioni per passare in vantaggio che la squadra riesce a costruire. L’andamento della partita non cambia nella ripresa. E’ il Napoli a creare tanto e la Roma cerca di contenere le offensive degli azzurri con manovre articolate a centrocampo che hanno più lo scopo di raffreddare le iniziative avversarie che non di procurare pericoli per la difesa degli azzurri. Al 14′, però, la partita si sblocca. Ed è proprio la Roma a passare in vantaggio, grazie a un calcio di rigore trasformato da Dybala, che è anche il primo tiro della partita dei giallorossi nello specchio della porta. Juan Jesus nel maldestro tentativo di Anticipare Azmoun gli tocca una gamba e Sozza decreta il calcio di rigore, confermato dal Var. Il Napoli reagisce a dopo 4′ trova il gol del pareggio. Ci vuole la deviazione di Kristensen su un tiro dalla media distanza di Olivera, incuneatosi centralmente in area di rigore, per battere l’insuperabile Svilar. La palla si impenna in maniera innaturale e scavalca il portiere giallorosso. Il Napoli continua a imperversare nella metà campo avversaria alla ricerca del gol del vantaggio. Le occasioni per gli azzurri arrivano a ripetizione mentre la Roma costruisce una sola buona opportunità con un tiro di Pellegrini deviato da Meret. Al 38′ gli azzurri trovano il gol del vantaggio con un rigore trasformato da Osimhen. E’ Kvaratskhelia a procurarselo con una caparbia azione sulla riga dell’area. Sanches gli tocca una gamba. Sozza prima fa continuare ma viene poi richiamato al video dal Var e concede il rigore. Per gli azzurri l’impresa sembra compiuta ma al 44′ su calcio dalla bandierina Ndicka colpisce di testa e Abraham devia il pallone in rete. Il guardalinee alza la bandierina ma il controllo del Var dimostra che il tacco di una scarpetta di Di Lorenzo teneva in gioco l’attaccante inglese della Roma. Finisce con l’ennesima delusione per i tifosi del ‘Maradona’ che durante l’intero arco della partita avevano fatto partire cori di contestazione nei confronti della società e del presidente De Laurentiis ma che questa volta, però, non possono contestare i giocatori, autori di una prestazione eccellente. La vittoria svanita è solo l’ennesima conferma di una stagione nata male e che si avvia a finire perfino peggio di come era cominciata.

Calzona: “Responsabilità mia, inconcepibili questi avvii”

“La responsabilità è mia. Ci siamo consegnati nelle mani dell’Empoli che sapevano esse assatanato”. Così il tecnico del Napoli Francesco Calzona, dopo la sconfitta contro l’Empoli. “È la testa che non funziona – aggiunge -. I test che facciamo settimanalmente parlano di una squadra che sta bene. Questa squadra si porta dietro scorie di un’annata balorda. Io sto provando anche con mezzi duri a scuoterla. Pensavo di poter fare di più. Adesso dobbiamo lavorare. Starò addosso ai giocatori. Siamo in debito con una città intera. E con la società perché il club ci paga. Bisogna essere uomini e professionisti. E non possiamo terminare il campionato così”. Per Calzona “non ha funzionato l’approccio alla partita che è stato feroce fa parte dell’Empoli, noi siamo entrati molli in campo, non abbiamo affondato, siamo stati timidi, è inconcepibile”. Sulla possibilità di raggiungere la Champions per l’allenatore del Napoli “se le perdiamo è difficile pensare di arrivare a questo traguardo, dobbiamo cercare di onorare la maglia, dare di più, entrare in partita prima. C’è un dato sconcertante: siamo la squadra che ha segnato di meno nei primi 15 minuti, non abbiamo mai un approccio come si deve, l’Empoli lo ha avuto ed ha vinto la partita. Siamo anche troppo leziosi, nel primo tempo pure col possesso di palla lo siamo stati, questa mancanza di rabbia nel riconquistare palla ce la portiamo dietro da quando sono arrivato io, la colpa è la mia, non sono riuscito a comunicargli il concetto importante della riconquista della palla. Nel secondo tempo non abbiamo mai tirato in porta, siamo leggibili, è un peccato perchè la squadra ha qualità. La colpa è mia. Le vicissitudini del Napoli di quest’anno sono note, non pensavo di trovare una situazione così, giocando ogni tre giorni qualche magagna l’abbiamo nascosta, però questa squadra deve fare di più”. Calzona si rivolge anche ai tifosi: “Chiedo scusa ai tifosi del Napoli, a quelli che ci seguono in trasferta e fanno sacrifici per sostenerci, domenica avevamo 51mila tifosi allo stadio, la contestazione ci sta tutta e la dobbiamo accettare. I tifosi del Napoli fanno contestazioni equilibrate e posso solo ringraziarli e chiedere scusa per questo finale di stagione non bello”.

Calzona: “I fischi? Zitti e portarseli a casa”

“Se arrivano i fischi devi prenderli e tornare zitti a casa, in silenzio. Non abbiamo niente da dire al pubblico, erano in 50 mila, venuti allo stadio peraltro in un orario non comodo”. Francesco Calzona accetta la mancata vittoria con il Frosinone, risultato che avrebbe potuto rilanciare il Napoli nella corsa per la qualificazione a una competizione europea del prossimo anno e accetta anche la durissima contestazione finale dei tifosi. “Sono molto deluso – dice – perché pensavo di vincere e se ne vinci due di seguito crescono entusiasmo e autostima. Non è possibile ogni volta dover fare 3-4 gol per vincere una partita. Dobbiamo cercare di essere più solidi. Il problema è che in fase di non possesso rischiamo sempre e non c’è mai la sensazione che stiamo gestendo la partita. Non riusciamo a fare squadra. Quando abbiamo la percezione del pericolo invece di correre rincorriamo. L’anno scorso riconquistavamo palla velocemente. In questo senso dobbiamo migliorare ancora”. Nonostante che il distacco dalle squadre che precedono il Napoli in classifica sia molto ampio ad appena sei giornate dalla conclusione del torneo, l’allenatore degli azzurri non ritiene del tutto chiuso il discorso qualificazione. “Ci credo ancora nell’Europa. So – spiega Calzona – che non siamo molto solidi e che dobbiamo migliorare. Abbiamo lavorato tanto ma continuiamo a prendere gol”. “Il Frosinone – dice Calzona analizzando la partita – è una squadra giovane con più benzina di noi. Dopo il gol fatto, ho chiesto di non perdere il possesso palla, di sbagliare poco. Ma questo non è successo ed è davvero inaccettabile come sono arrivati in area di rigore. Abbiamo giocato tantissimo e non abbiamo una condizione fisica ottimale. La squadra non sarà al cento per cento ma si può rimediare con una densità ordinata”. “Bisogna sempre avere un obiettivo da raggiungere e degli stimoli. Se non troviamo solidità – aggiunge l’allenatore – avremo difficoltà anche in futuro. La percezione di essere padroni del campo non l’ho mai avuta. Dobbiamo noi a trascinare i tifosi, dobbiamo portare noi 50 mila tifosi ad essere l’uomo in più. E’ inutile nascondersi dietro un dito. Mi aspettavo di vincere la partita. Questa battuta d’arresto un po’ incide sul mio morale e su quello della squadra. Tuttavia anche se posso essere dispiaciuto – conclude Calzona – devo pensare a tirare fuori la squadra da questa situazione”. “Il rigore sbagliato avrebbe potuto tagliarci le gambe – dice Eusebio di Francesco – ma nel finale avremmo anche potuto vincerla. Comunque il pari nel complesso ci sta come risultato giusto. Siamo ancora padroni del nostro destino. Stiamo raccogliendo qualcosina in più. La vittoria sudatissima non vuole arrivare, ma i ragazzi meritano di più di quello che stanno ottenendo”. “Quando siamo stati più alti – spiega il tecnico del Frosinone – la squadra mi è piaciuta tantissimo. Su Meret siamo andati in pressing. Avevo visto la partita del Napoli con l’Atalanta. Spesso ho giocato col 4-3-3, ma con gli stessi principi” “Conosco la qualità del Napoli. Sia in coppa che in campionato – conclude Di Francesco – abbiamo rischiato di prendere gol ma anche di farli. Mi piace proporre calcio, sapendo incassare. Prenderle solo non mi garba”.

Calzona: ora la Champions è davvero lontana

“La Champions è lontana, la matematica non ci condanna ma siamo onesti. Ora è davvero lontana”. Così il tecnjco del Napoli Francesco Calzona analizza il flop del Napoli, sconfitto 3-0 al Maradona dall’Atalanta, e che sembra ormai dire addio alla rincorsa alla prossima Champions League. Calzona cerca però di tenere sveglia la squadra per il resto del campionato: “Per il resto – ha detto – siamo ancora in gioco ma bisogna vincere ed essere solidi e ordinati, cosa che facciamo per poco tempo. Il resto dell’Europa è ancora raggiungibile ma dobbiamo trovare il morale che serve, altrimenti se vedo che non tiriamo fuori l’orgoglio si mancherebbe di rispetto a questa città, da parte mia e dei ragazzi. Io penso che la squadra abbia orgoglio, dobbiamo fare di più per finire questa stagione in modo dignitoso e per raggiungere obiettivi parziali, altrimenti sarà fallimento”. Calzona sottolinea che “i tifosi finora non ci avevano contestato ma oggi dobbiamo sopportare la contestazione che è legittima. La vicenda Juan Jesus? Non ha condizionato la prestazione”. Per il tecnico neanche la sua assenza da Napoli per due partite della Slovacchia di cui è ct ha influito male sul Napoli: “Non dipende – ha detto – dalla mia assenza come ha giocato il Napoli. Allenare nazionale vuol dire farlo mentre sui club si lavora sul lato fisico non tattico, perché hai meno giocatori e lavori per tenere una condizione fisica accettabile. A noi ora manca solidità, siamo una squadra fragile senza palla, questo è il problema più grosso, non riusciamo a fare reparto, rincorriamo, non va bene assolutamente. Con l’Inter eravamo più solidi, oggi mi aspettavo solidità e non c’è stata”. Per il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini questa vittoria a Napoli “è il modo migliore – ha detto – per iniziare un ciclo di 9 partite in 28 giorni, in cui si decide la sorte di campionato, Coppa Italia ed Europa League. Oggi abbiamo avuto una grande infusione di fiducia per le prossime gare perché se giochi così sul campo dei campioni d’Italia vuol dire che siamo una squadra di valore assoluto. Ora abbiamo la consapevolezza di avere un gruppo molto omogeneo e che possiamo alternare bene i giocatori nelle diverse competizioni e ottenere risultati. Oggi abbiamo dimostrato di saper soffrire ma anche di sfruttare al meglio quando hai l’occasione di proporti. Le nostre sofferenze oggi sono finite con il terzo gol, perché sapevamo che partita poteva prendere anche direzioni diverse”. Per il tecnico del club bergamasco “il Napoli sta vivendo una stagione particolare, non è facile gestire l’anno dopo lo scudetto. Ho la sensazione che la squadra abbia un valore assoluto ma non entusiasmo. Le iniziative sul razzismo? Il razzismo è una brutta rogna, ma intorno c’è tanta ipocrisia, questo non mi piace. Spero che il calcio sia un veicolo per superarlo e non evidenziarlo”.

Calzona alle prese con l’incognita Kvaratskhelia

Tutto ruota intorno a Kvaratskhelia. Francesco Calzona aspetta che passino le ore e che dai prossimi accertamenti medici ai quali si dovrà sottoporre il georgiano arrivino buone notizie. Kvaratskhelia ha subito una forte contrattura del muscolo adduttore della coscia sinistra, come hanno confermato gli esami diagnostici ai quali si è sottoposto ieri in una clinica di Castel Volturno, subito dopo il suo ritorno in Italia, reduce dallo spareggio della sua Nazionale con la Grecia che ha fruttato alla Gerogia la qualificazione ai prossimi campionati Europei. Per Kvaratskhelia oggi c’è stata quindi terapia e lavoro in palestra per cercare di recuperare velocemente un infortunio che di solito blocca per 5-7 giorni e che probabilmente lo terrà fuori dal match di sabato contro l’Atalanta. I medici del Napoli valuteranno nei prossimi giorni per vedere come procede la situazione, anche se solitamente lo staff medico in casi come questo tende a orientarsi verso una decisione prudente. Resta dunque il dubbio sul georgiano, ma per Calzona resta anche il dubbio sull’eventuale sostituto da utilizzare nella sfida con i nerazzurri di Gasperini, una partita che può contare molto nello sprint per la qualificazione a una delle competizioni europee del prossimo anno. Il favorito, se Kvaratskhelia non dovesse farcela, dovebbe essere Lindstrom che l’allenatore considera un esterno offensivo di sinistra, proprio come il compagno di squadra che andrebbe a sostituire. Se invece il tecnico volesse dare un’impronta più offensiva alla squadra potrebbe anche decidere di schierare dal primo minuto Raspadori, da affiancare a Osimhen il quale si è ripreso bene dall’infortunio muscolare che lo aveva tenuto fermo in occasione dell’ultima partita di campionato giocata a San Siro con l’Inter, prima della sosta per gli impegni delle Nazionali. Nelle altre zone del campo resta solo il dubbio sul centrocampista di sinistra da affiancare a Anguissa e Lobotka. In questo caso il favorito pare essere Cajuste, in grado di dare un contributo di fisicità in più che contro l’Atalanta può essere decisivo.

Calzona, non ho sentito Juan Jesus, deciderà la giustizia

“Dico la pura verità: non ho sentito Juan Jesus, perché essendo impegnato qui in Slovacchia mi sono concentrato sulla nazionale”. Lo ha detto a Sportmediaset dal ritiro della nazionale slovacca, Francesco Calzona, ct della Slovacchia e allenatore del Napoli, sul caso Acerbi-Juan Jesus. “A fine partita – ha detto Calzona – ho visto Juan Jesus appena venti-trenta secondi, gli ho fatto i complimenti per la gara. Poi avevo le interviste e non ho più parlato con lui. Però c’è la giustizia sportiva, farà il suo corso e vediamo come andrà a finire”. Juan Jesus ha parlato anche della speranza di riagganciare un posto in Champions per ilNapoli: “Ho dei ragazzi che mi seguono, sono venuti tutti fuori da una situazione difficile. Il risultato ci condanna perché per raggiungere una posizione di prestigio dobbiamo vincere sempre, a volte non ci riesci perché c’è molta pressione, per cui abbinare qualità nel gioco, tattica e risultati non è facile, ma i ragazzi ce la stanno mettendo tutta, ci credono così come ci credo anch’io. La matematica non ci condanna ma bisogna vincere qualche partita in più, magari fare il filotto per rientrare. Abbiamo la fortuna di avere degli scontri diretti con le nostre avversarie che sono davanti e dobbiamo sfruttarli assolutamente”. Calzona ha parlato infine della doppia panchina, con gli allenamenti del Napoli a Castel Volturno che segue dai video dei droni: “Penso che le due panchine siano compatibili solamente in questo periodo in cui non ci sono partite ufficiali. È capitata questa situazione in un momento in cui era possibile farlo”.

Calzona, dopo il pari a San Siro: ‘La squadra credo si sia ritrovata’

“Oltre all’orgoglio abbiamo messo qualità, siamo stati in partita fino all’ultimo e abbiamo concesso solo 10 minuti dall’Inter, ma non si può pensare di venire a Milano e non concedere niente. Abbiamo fatto un’ottima gara. Ci abbiamo provato fino all’ultimo, è stata dura perché l’Inter ti mette alle corde: hanno combinazioni nello stretto che ti fanno correre all’indietro, forse è mancata lucidità sotto porta. Ma la squadra credo si sia ritrovata”. Lo ha detto il tecnico del Napoli Francesco Calzona, intervistato da Dazn dopo la gara contro l’Inter. “Le vicissitudini di quest’anno hanno influito sulla crescita dei ragazzi, cambiare tre allenatori e venire da campionati stranieri non aiuta – ha proseguito -. Ma i ragazzi stanno crescendo, io sono contento e vedo una crescita giornaliera, ci torneranno molto utili. Abbiamo fatto solo sette allenamenti di squadra perché fa preparazioni alle partite e recuperi ci siamo allenati poco. Avremmo bisogno di allenarci di più per limare il gap, però non c’è tempo. Magari dalla ripresa cercheremo di mettere dentro altro: è solo questione di tempo”, ha concluso.

Il Napoli contro l’Inter cerca l’impresa-Champions

La scelta della prima punta in base alle condizioni di Osimhen, il ballottaggio a centrocampo tra Traoré e Zielinski, l’ultima pressione per sentirsi al livello della super-Inter. E’ tanto il lavoro che il tecnico del Napoli Francesco Calzona ha fatto nella preparazione della trasferta di questa sera a San Siro, in un match che può dare una forte accelerazione allo sprint finale della stagione o confermare le ombre di un anno crepuscolare.

In primo piano i dubbi sulle condizioni muscolari di Osimhen che ieri è tornato a farsi vedere in campo a Castel Volturno, facendo allenamento personalizzato e poi ha svolto una parte della seduta in gruppo con i compagni. Prove su cui lo staff medico del club azzurro sta facendo valutazioni per decidere se il bomber nigeriano può giocare oppure deve riposarsi per evitare infortuni seri in campo. Calzona intanto studia le alternative. In primo piano c’è Simeone, la punta vera di riserva di Osimhen che ha una matta voglia di tornare protagonista quest’anno, ma in lizza per giocare al centro del tridente con Kvaratskhelia e Politano c’è anche Raspadori, che a Milano firmò due anni fa il successo del Sassuolo sull’Inter e sogna di tornare protagonista. Calzona medita, sapendo anche che far giocare Osimhen significa poi mandarlo alle due partite della nazionale nigeriana, rischiando infortuni anche lì in una stagione lunga e difficile. Valutazioni pure a centrocampo per il tecnico azzurro che sta puntando molto su Traoré ma ha la tentazione di schierare titolare Zielinski a centrocampo, sapendo che il polacco è pronto a fare bella figura davanti al suo pubblico della prossima stagione. Calzona ha anche recuperato Cajuste e Ngonge a centrocampo, che finora non sono però riusciti a convincere il tecnico di meritare un posto dall’inizio: i due però hanno voglia di riuscire a cambiare la velocità e la penetrazione della manovra offensiva, contro gli attacchi di un’Inter che fa paura con i suoi 70 gol fatti in campionato, con sole 13 reti al passivo nelle prime 28 gare. Cifre impietose per un Napoli Napoli fermo a 43 gol fatti e 32 subiti. Calzona lavora sul tanto che c’è da cambiare nel funzionamento della squadra azzurra, sperando dopo l’eliminazione dalla Champions League di vedere un Napoli più concreto. Si potrebbe approfittare della stanchezza di un’Inter arrivata ai rigori mercoledì a Madrid per lanciare l’inseguimento al quinto posto, che quest’anno poterà quasi certamente alla prossima Champions. Si aspettano risposte prima di fare tutti le valigie per le nazionali, compreso Calzona che sfilerà la maglietta del Napoli per indossare nuovamente quella del ct della Slovacchia.

Il Napoli inizia lo sprint per l’Europa, Osimhen è in dubbio

Dieci partite davanti per avere una risposta decente dalla stagione del fallimento. E’ questa l’unica opportunità di sprint che ora ha il Napoli dopo la disfatta di Barcellona, l’uscita dalla Champions League, l’addio alla Coppa Italia e l’attuale settimo posto in campionato. Uno sprint che ora tocca ai giocatori azzurri dimostrare di saper affrontare al meglio sin dalla prima partita, piena di significato, quella di domenica a San Siro contro l’Inter. Con una pessima notizia da Castel Volturno, l’allenamento solo in palestra per Osimhen. Il bomber nigeriano ha un affaticamento muscolare dalla notte negativa in Catalogna e sembra a rischio per la sfida a San Siro. Osimhen da quando è tornato ha segnato contro Verona e Barcellona e la tripletta contro il Sassuolo, poi però è ripiombato in una zona di buio e non ha segnato nelle ultime tre partite. Se Osimhen non ce la facesse a recuperare, Calzona è pronto a lanciare in campo dal 1′ Simeone, che sta giocando una stagione da assente e deluso e che ha segnato finora un solo gol in campionato, lo scorso 27 settembre contro l’Udinese, e uno in Champions League, nel ko 4-2 dal Real Madrid. La punta italo-argentina sogna una ripresa da un anno che valuta male e da cui cerca nuove risposte sulla sua carriera, in un contesto che lo ha portato anche a pensare a un futuro lontano da Napoli. Risposte in attesa dal campo dal Napoli, che ha un’altra chance di alzare la voce nella casa della squadra che viaggia verso lo scudetto, per riprendere la corsa europea. Lo sa la squadra, lo sa Calzona che ora vuole davvero le risposte in campo. Lo sa la città che ormai ha digerito la delusione e si aspetta un’ultima gioia di sprint verso l’Europa per poter vivere un’altra estate di attesa con passione.

Napoli sfida il Barca, Calzona: “Giochiamo alla pari”

“In match di questo livello se hai paura non ti devi presentare. Devi avere la sfrontatezza di affrontare un avversario forte, sapendo che il Napoli va a giocare ovunque alla pari”. Francesco Calzona è netto alla vigilia del ritorno degli ottavi di finale di Champions in casa del Barcellona. Dopo l’1-1 al Maradona all’andata, che fu anche il suo esordio sulla panchina azzurra, ci vuole ora un Napoli sfrontato e coraggioso che provi davvero a vincere in Catalogna, per tornare ai quarti, incassare 10 milioni dall’Uefa e poter nuovamente sognare. Nel sogno Calzona ci crede, elogiando un Napoli che è rimasto scottato dal pareggio contro il Torino: “La partita di domani – ha detto – è importantissima, è la partita dell’anno e dobbiamo poi anche recuperare in campionato. Passare il turno in Champions vuol dire tanto a livello societario e per la squadra. E’ una partita in cui la squadra si carica da sé. Non è da tutti giocare gli ottavi di Champions contro un avversario di questo livello. Ci siamo concentrati sui nostri difetti perché in questi match concedere qualcosa può essere fatale”. Grande attesa a Napoli e dalle migliaia di tifosi azzurri che saranno domani sera allo stadio Olimpico di Barcellona per un Napoli che Calzona definisce “non solo Kvaratskhelia contro l’avversario, perché vediamo un’ottima partita di squadra. Ci è mancato qualcosa per battere il Torino ma siamo migliorati tanto. Dal mio esordio in queste tre settimane siamo cambiati tantissimo. La squadra è più compatta e concede di meno, ma crea di più”. Il tecnico sembra avere le idee chiare su una formazione che dovrebbe vedere confermato Traoré a centrocampo con Lobotka e Anguissa, con il tridente Politano-Osimhen-Kvaratskhelia e la coppia Rrahmani e Juan Jesus con Di Lorenzo e Olivera da terzini. Calzona ha recuperato anche Ngonge e Cajuste e vuole vedere domani ancora altri passi avanti dopo i segnali di risveglio in campionato. “Oggi il Napoli – ha detto – subisce meno, segniamo abbastanza, andiamo in avanti. Questi ragazzi in tre settimane hanno fatto passi avanti da gigante, ma il miglioramento non è finito, abbiamo tanto da fare per diventare come io vorrei. L’arma in più domani? Essere squadra per 90 o 120′, l’obiettivo dei singoli deve infatti essere raggiunto come obiettivo comune. Mi aspetto che la squadra faccia passi avanti, che sia un gruppo forte, questo è il mio scopo con i ragazzi che hanno lavorato tanto. Sono contento ma non basta, voglio vedere i risultati in campo. Abbiamo altri obiettivi e per centrarli dobbiamo migliorare”. Calzona, ovviamente, rispetta al massimo la rosa di Xavi, parlando dell’assenza di De Jong e dei commenti sul giovane Lamine Yamal, da molti indicato come il Messi della sua generazione nascente: “Del Barcellona – dice – mi piacciono tanti calciatori. Questo ragazzo ha le qualità per diventare uno dei primi al mondo, ha 17 anni e sembra già un veterano, ha tante qualità. De Jong è un giocatore che mi entusiasma, è moderno, fisico, tecnico, ha tutto. Manca al Barca perché è titolarissimo ma so che la squadra ha una rosa ampia e troverà le giuste misure per la sua assenza”.