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Malattie respiratorie rare: a Napoli esperti da tutto il mondo per il “Salotto di Matteo”

Sono più di 500 le persone con malattie respiratorie rare in carico presso l’Azienda Ospedaliera dei Colli. «Un numero che cresce di pari passo con la nostra capacità di fare diagnosi», spiega la dottoressa Anna Annunziata, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio e dirigente medico presso l’Unità Operativa Complessa di Fisiopatologia e Riabilitazione dell’Apparato Respiratorio, diretta dal professor Giuseppe Fiorentino. «Queste malattie – aggiunge il prof. Fiorentino – sono molto insidiose, perché spesso presentano sintomi aspecifici e, per essere diagnosticate, è necessario che i colleghi abbiano un occhio molto allenato».

Proprio per fare in modo che i sintomi non passino inosservati e per sensibilizzare gli addetti ai lavori su queste malattie, specialisti da tutta Europa e anche da oltreoceano si ritroveranno all’Aula Magna del Monaldi, venerdì 28, a partire dalle 15:00. «Il meeting – dice ancora Fiorentino – nasce dalla consapevolezza che la diagnosi di malattia respiratoria rara è un percorso complesso, sia per il paziente sia per il clinico; richiede un continuo aggiornamento, la conoscenza di molteplici elementi clinici e la capacità di rimettersi in discussione dinanzi a un corteo di sintomi insoliti».

Molte le malattie delle quali si parlerà, tra tutte la Fibrosi Polmonare Idiopatica e il Deficit di Alfa-1 Antitripsina. «La Fibrosi Polmonare Idiopatica è una malattia respiratoria cronica e progressiva – chiarisce la dottoressa Annunziata – che porta alla cicatrizzazione (fibrosi) del tessuto polmonare e, di conseguenza, a una progressiva riduzione della funzionalità polmonare e a difficoltà respiratorie. Nella nostra azienda sono, ad oggi, più di 300 i pazienti con questa malattia, che colpisce prevalentemente gli adulti sopra i 50 anni. Arrivare a una diagnosi precoce è determinante perché, benché non ci sia una cura definitiva, abbiamo a disposizione farmaci che possono rallentarne la progressione».

Anche per il Deficit di Alfa-1 Antitripsina la diagnosi precoce fa la differenza. Questa malattia rara è legata all’incapacità del fegato di produrre una quantità sufficiente della proteina Alfa-1 Antitripsina, necessaria per proteggere i polmoni dall’infiammazione e dai danni causati da alcuni enzimi. Questa carenza può portare a malattie polmonari, come l’enfisema precoce, e a patologie epatiche. «Iniziare precocemente i trattamenti – dice Annunziata – significa riuscire a garantire ai pazienti una migliore qualità e quantità di vita. È qualcosa che fa veramente la differenza».

Ecco perché il meeting partenopeo, che vede la direzione scientifica del professore Giuseppe Fiorentino, della stessa dottoressa Annunziata e della dottoressa Valentina Di Spirito, ha assunto negli anni un valore di portata internazionale; ispirato alla memoria di Matteo Sofia, professore in Malattie dell’Apparato Respiratorio, uno studioso curioso e sempre in continuo aggiornamento. «Dalla nostalgia per le chiacchierate con Matteo nacque l’idea del “salotto di Matteo” per condividere la stessa passione e curiosità che ci ha consegnato in eredità», conclude il prof. Fiorentino.

Prenderanno parte al meeting esperti di caratura internazionale quali il professor Ganesh Raghu (direttore del Center for Interstitial Lung Disease presso l’UW Medicine e professore presso la University of Washington School of Medicine) e Miriam Barrecheguren Fernández (Vall d’Hebron Institut de Recerca).

Anna Iervolino, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli ha sottolineato che «Questo evento rappresenta un momento fondamentale di riflessione e condivisione. Le malattie respiratorie rare sono una sfida sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. L’Ospedale Monaldi, con la sua storica tradizione cardiopolmonare, rappresenta un punto di riferimento nazionale per la comunità scientifica».

A Roma il primo Vatican Longevity Summit

La Città del Vaticano ospiterà il Vatican Longevity Summit 2025, un evento senza precedenti che vedrà la partecipazione di scienziati, leader e istituzioni di fama mondiale per affrontare una delle più grandi sfide del nostro tempo: l’invecchiamento e la longevità.

Al centro dell’evento, spicca la presenza di due Premi Nobel che offriranno contributi d’eccezione sulle più avanzate ricerche scientifiche per prolungare la vita in buona salute. Il summit rappresenta un’occasione unica per conoscere le ultime innovazioni nel campo della genetica, della biotecnologia e della medicina rigenerativa.

Ospiti d’onore: due Premi Nobel protagonisti della ricerca sulla longevità:

Shyn’ya Yamanaka, Biotecnologo giapponese e Premio Nobel per la Medicina nel 2012, riconosciuto per la sua scoperta rivoluzionaria delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPS).

Venkatraman Ramakrishnan, Biologo strutturale e Premio Nobel per la Chimica nel 2009, premiato per le sue scoperte sulla struttura e funzione dei ribosomi.

Accanto ai due Premi Nobel, interverranno figure di spicco della comunità scientifica, tra cui il professor Juan Carlos Izpisúa Belmonte del San Diego Institute of Science, esperto di riprogrammazione cellulare, e il professor Valerio Orlando della KAUST, noto per le sue ricerche sull’interazione tra ambiente e genoma.

Un summit per il futuro della longevità

Il Vatican Longevity Summit 2025 sarà un punto di incontro cruciale tra scienza, etica e società. Attraverso un dialogo multidisciplinare, l’evento mira a sviluppare strategie concrete per migliorare la qualità della vita nella terza età, promuovendo un invecchiamento attivo e in salute. Appuntamento a Roma, 24 Marzo 2025 dalle ore 16:00, Auditorium Augustinianum in Via Paolo VI 25.

Green hospital: l’impegno dei farmacisti ospedalieri per una sanita’ sostenibile

Ambiente, global health e sfide green nella farmacia ospedaliera sono tra i temi centrali del 45° Congresso nazionale della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie-SIFO (che si apre oggi a Napoli con il titolo Next Generation Pharmacy: Missione, Visione e Valore, Mostra d’Oltremare, 17-20 ottobre). Proprio in questi giorni si svolge una sessione su questi temi: per quale motivo SIFO ha voluto concentrarsi su ambiente e global health e con quali obiettivi? E perché nel Congresso di Napoli si parla con insistenza di Green Procurement? Risponde Barbara Rebesco, componente del Direttivo SIFO e coordinatrice della sessione: “Sia la nostra Società scientifica che tutto l’ambito europeo della farmacia ospedaliera sta sviluppando una profonda cultura professionale dedicata al tema della global health e dell’ospedale verde, cioè l’ospedale a basso impatto ambientale. Questo perché è evidente che possiamo offrire un contributo importante ad una svolta di salute sostenibile, dal punto di vista del rispetto del pianeta, delle nostre città, della nostra salute personale. Si sta infatti diffondendo la consapevolezza che i mondi del farmaco, dei devices, della sanità ospedaliera devono essere in grado di curare i pazienti, ma allo stesso tempo devono prendersi la responsabilità di non incidere sull’ambiente nella creazione di patologie derivate dagli squilibri generati dallo stesso sistema-salute. Produzione del farmaco e del MD, logistica, smaltimento: questi ambiti devono essere da noi monitorati e gestiti in modo differente che nel passato, se vogliamo che la salute sia effettivamente a basso impatto”. “Ciò significa, conclude Rebesco, “che il green procurement deve definirsi e diffondersi su larga scala, anche se siamo consapevoli di quanto sia un argomento tutto da impostare perché nuovo e complesso. Intendiamo cioè che l’approvigionamento di farmaci e MD, soprattutto attraverso le gare, deve essere in grado di creare una premialità verso chi mostra di uniformarsi a protocolli che garantiscano una sostenibilità ambientale trasparente e valutabile. SIFO è pronta ad impegnarsi in questo senso, ma è necessario che tutto il sistema delle cure e del procurement sia impegnato unitariamente in questa direzione”.
 
CRITERI AMBIENTALI MINIMI – Nel Congresso SIFO si parlerà anche di criteri ambientali minimi in sanità: a cosa ci si riferisce? “L’idea che l’ospedale sia non solo un luogo dove si produce salute, ma che rappresenti anche una potenziale minaccia ambientale è un concetto nuovo e al tempo stesso rivoluzionario”, puntualizza Emanuela Omodeo Salè, componente del Direttivo e coordinatrice della sessione, “La cultura dell’impatto ambientale è arrivata giustamente anche in ospedale e quindi anche noi farmacisti ci stiamo sempre di più interrogando sul ruolo della professione in termini di capacità di contribuire a trovare soluzioni nuove a problemi nuovi, tenendo conto che anche la nuova Legislazione europea ci porterà ad interpretare un ruolo da protagonisti nel disegno di un eco-sistema del farmaco a livello universale. Un sistema che dovrà affrontare il tema in termini di innovazione sostenibile e pulita che dovrebbe portare al ripensamento delle fasi di logistica, produzione, gestione e smaltimento”. E dunque come SIFO accoglie questa sfida professionale e in quale modo può assumersela come responsabilità propria? “Per noi di SIFO efficientare i sistemi ospedalieri diventa un obiettivo necessario per ridurre l’impatto ecologico. Il primo suggerimento che lanciamo è quello di istituire un Green Team ospedaliero, multidisciplinare e multiprofessionale. Gli obiettivi principale da perseguire sono: Rifiuti, Energia, Presidi/Dispositivi, Farmaci, Acqua e Cibo. A nostro parere è fondamentale avviare una nuova cultura degli impatti sostenibili in sanità e il Farmacista Ospedaliero può esserne il promotore principale”.
E dunque, ampliando il “perimetro della sfida”, come il Farmacista Ospedaliero può essere protagonista di una nuova coscienza ambientale nelle professioni della sanità? “Sarà importante trovare un nuovo approccio al sistema delle cure: una nuova sanità deve essere cosciente della sua responsabilità nei confronti dell’uso delle risorse, della necessità di avere un basso impatto ambientale (“non si può immaginare un’organizzazione che da un lato cerca di guarire le persone e dall’altro contribuisce a creare un ambiente da cui emergono sempre nuove patologie”) e dell’urgenza di integrare sostenibilità, fiscalità, ambiente e innovazione in un unico framework. Incontreremo pertanto durante il Congresso alcuni esperti di settore ed approfondiremo specifici modelli di innovazioni tecnologiche significative per la green economy della struttura sanitaria. Concluderei – sottolinea Omodeo Salé – dicendo che il Farmacista Ospedaliero e dei servizi territoriali deve essere il primo promotore di questo cambiamento e devono entrare nelle valutazioni delle terapie, dei medical devices, apparecchiature, con una visione di categorie ambientali e di impatto sociale: possibilità di smaltimento a basso impatto, riduzione delle emissioni ospedaliere nella logica del controllo del carbon footprint, gestione pulita della logistica e dell’approvvigionamento”.

A Pharmexpo la farmacia del presente proiettata al futuro

Il valore socio economico della farmacia oggi e le sfide di domani protagonisti della XVI edizione di Pharmexpo, il salone dell’industria farmaceutica – l’unica manifestazione b2b del Centro-Sud Italia dedicata al settore che mette in contatto farmacisti, medici e operatori con le aziende – in programma il 25, 26 e 27 ottobre alla Mostra d’Oltremare di Napoli (viale Kennedy, 52). La fiera, organizzata da Progecta in collaborazione con l’ordine dei Farmacisti e con Federfarma, si estende su un’area espositiva di 7.500 mq con 250 primarie aziende di prodotti farmaceutici, cosmetici, sanitari, naturali, dietetici.
Alla base del successo della manifestazione il dato che attesta come, nella generale desertificazione commerciale, farmacie e parafarmacie sono controtendenza con +12,4% nei centri storici ed il comune sentire che i servizi di prossimità legati alla salute restano centrali. In questo scenario la Campania è sul podio delle Regioni per quanto attiene la farmacia dei servizi: sul territorio regionale le diverse attività di telemedicina sono già una realtà. Tra le prestazioni diagnostiche disponibili nelle farmacie campane aderenti: la spirometria, la registrazione holter ECG, l’ettrocardiografia digitale, l’holter pressorio. E sempre in Campania sono 167 le farmacie che apriranno nei prossimi mesi.
Tra i focus principali dell’edizione 2024 di Pharmexpo le campagne di prevenzione promosse in farmacia, la corretta nutrizione, gli integratori, il boom dei prodotti aproteici, la finanza e lo sviluppo per la crescita delle farmacie. Si conferma poi Enjoy Gluten Free, evento contestuale alla fiera con sessioni di cucina e degustazioni di prodotti. Tra i convegni in programma quelli incentrati su alimentazione, stili di vita ed ambiente e sul conto economico della farmacia, ovvero l’istantanea che riepiloga i ricavi, i costi e le spese sostenute dal farmacista.
“Con le presenze espositive delle maggiori aziende del settore già confermate, la prossima edizione di Pharmexpo – le parole del patron di Progecta Angioletto de Negri – si candida ad essere un successo. E’ un fiore all’occhiello dell’arte creativa di Progecta, in questo senso sempre più trainante per la crescita economica di Napoli, della Campania, del Sud e dell’Italia. Pharmexpo è per noi la seconda delle sei fiere create nell’arco dei circa trent’anni di attività. E se si considerano i numeri e i riscontri positivi si posiziona dopo Bmt, la Borsa Mediterranea del Turismo, storico volano di lustro e business nel Mediterraneo”.

Il presidente della Regione Campania all’inaugurazione della Rsa “Padre Annibale di Francia”

“La casa di cura ‘Padre Annibale di Francia’ è una delle strutture più belle e funzionali che abbiamo nella nostra regione Qui vengono accolti in maniera straordinaria e con grande qualità del servizio anziani e persone non autosufficienti, a volte con un livello complesso di problematiche”.

Lo ha detto Vincenzo De Luca, presidente della Giunta regionale della Campania inaugurando oggi la “nuova era” della Residenza Sanitaria Assistenziale “Padre Annibale di Francia” a Napoli.

“Il nostro obiettivo è consolidare i rapporti con il ‘privato’ convenzionato di qualità, soprattutto con le strutture presenti sui territori – ha aggiunto – e ci prepariamo ad estendere le prestazioni che la sanità pubblica deve chiedere al ‘privato’ convenzionato e, lo sottolineo ancora una volta, di qualità. Occorre chiedere alle strutture sanitarie di dotarsi di strumentazione, tecnologie e professionalità adeguate, anche nell’ottica del supporto all’assistenza domiciliare e alla telemedicina. Attraverso questa collaborazione – ha concluso il numero uno della Regione Campania – abbiamo l’opportunità di offrire un servizio a tanti nostri concittadini con standard qualitativi sempre più elevati”.

L’acquisizione di “Padre Annibale di Francia” rappresenta un significativo passo avanti nell’impegno del gruppo Isaia nel fornire servizi di eccellenza nel settore della terza età.

“Questo nuovo traguardo è motivo di grande orgoglio perché è una struttura ben organizzata e dotata di personale qualificato che offre agli anziani, oltre all’assistenza specializzata, un’opportunità di coltivare interessi e socializzare”, ha evidenziato Salvatore Isaia, Ceo del Gruppo Isaia e presidente di Federsalute.

Ogni piano è dotato di sala mensa, camere con riscaldamento autonomo, aria condizionata, servizi igienici, televisione e telefono su ogni comodino. La struttura impiega oltre 80 dipendenti, principalmente personale sanitario tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari, oltre a un micro settore amministrativo.

La “nuova era” della struttura è proiettata verso il futuro, con un’offerta flessibile e aperta all’utenza per una serie di servizi innovativi (assistenza infermieristica domiciliare, telemedicina e teleassistenza, attività vaccinali e di diagnostica di base, degenza diurna, centro prelievi, attività di prevenzione ed educazione sanitaria, senza mai trascurare l’attività di animazione e socializzazione).

“Mettiamo al servizio del territorio e della sanità pubblica una struttura pronta ad accogliere chiunque ne abbia necessità, contribuendo al contempo a preservare i livelli occupazionali”, ha concluso Isaia.

Sanità 4.0, nasce “Solomax”: piattaforma innovativa per la salute cardiovascolare

Si chiama Solomax ed è una piattaforma innovativa progettata per migliorare l’assistenza sanitaria nel campo delle malattie cardiovascolari. Sviluppata con il sostegno del Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso il Fondo Crescita Sostenibile – settore applicativo “Scienze della Vita” – e cofinanziata dalla Commissione Europea e altri Enti pubblici e privati, Solomax (acronimo di “Social Network of MedicAl EXperiences”) rappresenta un passo in avanti significativo nella digitalizzazione della salute.

Solomax si propone di migliorare la gestione delle malattie cardiovascolari attraverso tecnologie avanzate e una rete integrata di servizi. Non è solo una piattaforma tecnologica, ma un ecosistema che facilita la collaborazione e riduce le distanze tra pazienti, caregiver e medici, promuovendo una gestione condivisa delle patologie e una comunicazione efficace.

La piattaforma è il risultato di una stretta collaborazione tra Innovaway, l’Università degli Studi di Salerno (UNISA), Ericsson, Beyond e la Clinica Minerva.

In particolare Innovaway, azienda specializzata nell’innovazione digitale con quartier generale a Napoli, come capofila del progetto ha coordinato lo sviluppo del portale che integra funzionalità avanzate come  televisite, telemedicina, telemonitoraggio e un Symptom Checker “cardio”, gestione appuntamenti, social network e blog therapy, gestione chat Solomax e condivisione con medici specialisti di altro settore, gestione terapie (alimentare, attività fisica, assunzione farmaci). Questo strumento, sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Medicina di UNISA, permette ai pazienti di consultare un quiz specifico per i sintomi cardiovascolari, facilitando il percorso diagnostico.

“Solomax rappresenta un’importante evoluzione nella nostra missione di migliorare la salute attraverso l’innovazione tecnologica – spiega Antonio Giacomini, CEO di Innovaway -. Questa piattaforma non solo agevola la gestione delle malattie cardiovascolari, ma apre nuove possibilità per una sanità più inclusiva e personalizzata. Siamo entusiasti di vedere come Solomax possa concretamente facilitare la vita dei pazienti attraverso diagnosi più precise, terapie tempestive e una gestione continua delle condizioni di salute”.

Medicina sport, specializzazione riconosciuta nell’Unione europea

“Quasi vent’anni di lavoro, di battaglie tecniche e burocratiche, ma alla fine ad avere la meglio è stata non solo la perseveranza ma soprattutto la convinzione di dover regalare un orizzonte moderno alla medicina dello sport”. La Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) ha infatti annunciato il riconoscimento a livello europeo della specialità di Medicina dello Sport ai sensi della Direttiva 2005/36/CE con la pubblicazione nella Gazzetta europea della Commission Delegated Decision (EU) 2024/1395. “È il coronamento di un lungo processo, sul quale mi sono fortemente impegnato da quando, nel 2019, assunsi la presidenza dell’EFSMA, Federazione Europea di Medicina dello Sport – afferma il presidente della FMSI e dell’EFSMA Maurizio Casasco – proseguendo l’operato iniziato nel 2005 dai miei predecessori e con l’importante contributo del Prof. Fabio Pigozzi, oggi Presidente della Federazione Internazionale di Medicina dello Sport (FIMS). Un risultato che premia anche la lunga tradizione e il valore riconosciuto alla Medicina dello Sport italiana in tutto il mondo e che sono certo aprirà importanti sviluppi a livello internazionale”. “Questo risultato – ha sottolineato Pigozzi – è il giusto riconoscimento del lavoro portato avanti dalla Federazione europea. Per la specializzazione in Medicina dello Sport si tratta di uno straordinario traguardo che testimonia l’importanza sociale della medicina dello sport, della promozione dell’esercizio fisico e di stili di vita sani. In prima linea nella lotta contro le malattie non trasmissibili che uccidono 41 milioni di persone ogni anno, rappresentando il 74% di tutti i decessi a livello globale”. Un risultato che sottolinea una volta di più l’eccellenza di un Paese, l’Italia, che di questo iter è stato capofila, poiché la scuola di specializzazione universitaria post-laurea in Medicina dello Sport è nata, prima nel mondo, proprio in Italia, a Milano, nel 1957 ad opera del Prof. Rodolfo Margaria.

Liste d’attesa, il decreto potrebbe diventare un disegno di legge

Sulle liste d’attesa nella sanità si andrebbe verso un disegno di legge. Il provvedimento dovrebbe approdare il prossimo 4 giugno in Consiglio dei Ministri, se la data sarà confermata, ma nelle ultime ore si sarebbe deciso di trasformarlo con tempi molto più lunghi per la sua entrata in vigore. Lo scrive Quotidiano Sanità sottolineando che a differenza del decreto legge, con un timing di 60 giorni per la conversione in legge, il disegno di legge dovrà seguire tutto l’iter parlamentare per la sua approvazione. “Le motivazioni di questa possibile decisione – scrive ancora Quotidiano Santà sul suo sito – sembra siano dovuti a problemi di copertura economica”. Per un segnale forte sarebbero necessari almeno 1,5-2 miliardi di euro, ma a disposizione vi sarebbero al più 300 milioni di euro, riferisce la testata.

Nasce in Usa il mega sito di informazione certificata sul cancro

Dare una informazione corretta sui tumori e le terapie oncologiche combattendo le fake news e fornendo strumenti utili ai pazienti e alle loro famiglie. Con questo obiettivo, le maggiori istituzioni scientifiche statunitensi del settore – l’American Cancer Society Acs e l’American Society of Clinical Oncology Asco – hanno unito le forze per creare una delle fonti online più grandi e complete di “informazioni credibili sul cancro”. Il portale sarà disponibile gratuitamente al pubblico su cancer.org. L’annuncio durante il congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco) a Chicago. Sul portale si affronterà l’intero percorso del cancro, dalla prevenzione alla diagnosi al trattamento e la sopravvivenza. Per garantire che le persone malate di cancro possano trovare e accedere facilmente a informazioni di alta qualità mentre gestiscono il loro trattamento e affrontano il problema, Acs e Asco stanno allineando gli sforzi per fornire un unico archivio di informazioni credibili e di alta qualità sul cancro. Questa collaborazione riunisce due delle organizzazioni più affidabili e influenti del settore dell’oncologia a livello mondiale, sfruttando i punti di forza di ciascuna organizzazione per fornire un unico luogo virtuale di informazione per il cancro con l’obiettivo di raggiungere un numero ancora maggiore di pazienti e operatori sanitari. “È essenziale aumentare l’accesso a informazioni attendibili e aggiornate sulla prevenzione e trattamento del cancro – sottolinea Karen Knudsen, dell’Acs -. L’obiettivo è appunto migliorare la profondità e l’ampiezza delle informazioni disponibili per i malati e le loro famiglie”. “I nostri membri vedono ogni giorno quanto possa essere confondente e doloroso per troppi pazienti e famiglie cercare di dare un senso alle informazioni sul cancro mentre navigano cercando una diagnosi e un trattamento – afferma l’amministratore delegato di Asco, Clifford Hudis -. Questa partnership migliorerà la nostra capacità di fornire informazioni sul cancro di facile comprensione a molti più pazienti e alle loro famiglie quando ne hanno più bisogno”.

Disagio giovanile, quasi il 50% dei 18-25enni soffre d’ansia

Tra ansia, depressione e isolamento, il disagio giovanile è una realtà che non sempre viene percepita dai familiari e che si combatte con l’ascolto. Disturbi in parte ereditati dalla pandemia come rivela il Rapporto “Generazione Post Pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid 19”, elaborato da Censis, Consiglio Nazionale dei Giovani e Agenzia Nazionale dei Giovani. Il 49,4% degli italiani tra i 18 e i 25 anni ha infatti affermato di avere sofferto di ansia e depressione a causa dell’emergenza sanitaria. Per la stessa ragione, il 62,1% ha cambiato la propria visione del futuro. Proprio per raccogliere dati indicativi dei disagi che vivono quotidianamente, Lundbeck Italia e Your Business Partner hanno realizzato il progetto scuole “Mi vedete?”. Secondo la ricerca, il 71% degli intervistati dice di provare un disagio, mentre, tra i genitori, solo il 31% si accorge dei problemi del figlio. Il 100% dei docenti, invece, denuncia questa situazione. Il 27,6% degli studenti incolpa la sfera familiare, ma quasi a parimerito con la scuola. Se per i genitori, invece, la causa è da attribuire principalmente all’ambiente scolastico (39%), i docenti dicono che è dovuto nel 37% alla famiglia e poco (12%) alla scuola. “Notiamo che ogni adulto incolpa l’altro di ciò che avviene – spiega Sergio De Filippis, Docente di Psichiatria delle Dipendenze all’Università di Roma La Sapienza e consulente scientifico del progetto -. Ognuno deve avere la forza di educare l’adolescente, ed è qui che le Istituzioni devono dare una mano. Secondo lo State of Children in the European Union del 2024, si stima che tra i ragazzi di età tra i 15 e i 19 anni circa l’8% soffra di ansia e il 4% di depressione”. Tra i problemi, anche l’uso di sostanze (54%), i disturbi alimentari (38%) e del sonno (63%), il bullismo (38%). “Il compito di chi opera nel settore è fornire ai ragazzi ciò che li può aiutare a sviluppare un benessere della mente e a favorire un equilibrio delle relazioni sociali, familiari e formative – conclude Alberto Siracusano, Ordinario di Psichiatria Università di Roma Policlinico Tor Vergata e Coordinatore del Tavolo Tecnico Salute Mentale del Ministero della Salute -. La promozione di un nuovo piano d’azione nazionale per la salute mentale vedrà grande attenzione all’età evolutiva e alla transizione all’età adulta”.