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Il presidente della Regione Campania all’inaugurazione della Rsa “Padre Annibale di Francia”
“La casa di cura ‘Padre Annibale di Francia’ è una delle strutture più belle e funzionali che abbiamo nella nostra regione Qui vengono accolti in maniera straordinaria e con grande qualità del servizio anziani e persone non autosufficienti, a volte con un livello complesso di problematiche”.
Lo ha detto Vincenzo De Luca, presidente della Giunta regionale della Campania inaugurando oggi la “nuova era” della Residenza Sanitaria Assistenziale “Padre Annibale di Francia” a Napoli.
“Il nostro obiettivo è consolidare i rapporti con il ‘privato’ convenzionato di qualità, soprattutto con le strutture presenti sui territori – ha aggiunto – e ci prepariamo ad estendere le prestazioni che la sanità pubblica deve chiedere al ‘privato’ convenzionato e, lo sottolineo ancora una volta, di qualità. Occorre chiedere alle strutture sanitarie di dotarsi di strumentazione, tecnologie e professionalità adeguate, anche nell’ottica del supporto all’assistenza domiciliare e alla telemedicina. Attraverso questa collaborazione – ha concluso il numero uno della Regione Campania – abbiamo l’opportunità di offrire un servizio a tanti nostri concittadini con standard qualitativi sempre più elevati”.
L’acquisizione di “Padre Annibale di Francia” rappresenta un significativo passo avanti nell’impegno del gruppo Isaia nel fornire servizi di eccellenza nel settore della terza età.
“Questo nuovo traguardo è motivo di grande orgoglio perché è una struttura ben organizzata e dotata di personale qualificato che offre agli anziani, oltre all’assistenza specializzata, un’opportunità di coltivare interessi e socializzare”, ha evidenziato Salvatore Isaia, Ceo del Gruppo Isaia e presidente di Federsalute.
Ogni piano è dotato di sala mensa, camere con riscaldamento autonomo, aria condizionata, servizi igienici, televisione e telefono su ogni comodino. La struttura impiega oltre 80 dipendenti, principalmente personale sanitario tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari, oltre a un micro settore amministrativo.
La “nuova era” della struttura è proiettata verso il futuro, con un’offerta flessibile e aperta all’utenza per una serie di servizi innovativi (assistenza infermieristica domiciliare, telemedicina e teleassistenza, attività vaccinali e di diagnostica di base, degenza diurna, centro prelievi, attività di prevenzione ed educazione sanitaria, senza mai trascurare l’attività di animazione e socializzazione).
“Mettiamo al servizio del territorio e della sanità pubblica una struttura pronta ad accogliere chiunque ne abbia necessità, contribuendo al contempo a preservare i livelli occupazionali”, ha concluso Isaia.
Sanità 4.0, nasce “Solomax”: piattaforma innovativa per la salute cardiovascolare
Si chiama Solomax ed è una piattaforma innovativa progettata per migliorare l’assistenza sanitaria nel campo delle malattie cardiovascolari. Sviluppata con il sostegno del Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso il Fondo Crescita Sostenibile – settore applicativo “Scienze della Vita” – e cofinanziata dalla Commissione Europea e altri Enti pubblici e privati, Solomax (acronimo di “Social Network of MedicAl EXperiences”) rappresenta un passo in avanti significativo nella digitalizzazione della salute.
Solomax si propone di migliorare la gestione delle malattie cardiovascolari attraverso tecnologie avanzate e una rete integrata di servizi. Non è solo una piattaforma tecnologica, ma un ecosistema che facilita la collaborazione e riduce le distanze tra pazienti, caregiver e medici, promuovendo una gestione condivisa delle patologie e una comunicazione efficace.
La piattaforma è il risultato di una stretta collaborazione tra Innovaway, l’Università degli Studi di Salerno (UNISA), Ericsson, Beyond e la Clinica Minerva.
In particolare Innovaway, azienda specializzata nell’innovazione digitale con quartier generale a Napoli, come capofila del progetto ha coordinato lo sviluppo del portale che integra funzionalità avanzate come televisite, telemedicina, telemonitoraggio e un Symptom Checker “cardio”, gestione appuntamenti, social network e blog therapy, gestione chat Solomax e condivisione con medici specialisti di altro settore, gestione terapie (alimentare, attività fisica, assunzione farmaci). Questo strumento, sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Medicina di UNISA, permette ai pazienti di consultare un quiz specifico per i sintomi cardiovascolari, facilitando il percorso diagnostico.
“Solomax rappresenta un’importante evoluzione nella nostra missione di migliorare la salute attraverso l’innovazione tecnologica – spiega Antonio Giacomini, CEO di Innovaway -. Questa piattaforma non solo agevola la gestione delle malattie cardiovascolari, ma apre nuove possibilità per una sanità più inclusiva e personalizzata. Siamo entusiasti di vedere come Solomax possa concretamente facilitare la vita dei pazienti attraverso diagnosi più precise, terapie tempestive e una gestione continua delle condizioni di salute”.
Medicina sport, specializzazione riconosciuta nell’Unione europea
“Quasi vent’anni di lavoro, di battaglie tecniche e burocratiche, ma alla fine ad avere la meglio è stata non solo la perseveranza ma soprattutto la convinzione di dover regalare un orizzonte moderno alla medicina dello sport”. La Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) ha infatti annunciato il riconoscimento a livello europeo della specialità di Medicina dello Sport ai sensi della Direttiva 2005/36/CE con la pubblicazione nella Gazzetta europea della Commission Delegated Decision (EU) 2024/1395. “È il coronamento di un lungo processo, sul quale mi sono fortemente impegnato da quando, nel 2019, assunsi la presidenza dell’EFSMA, Federazione Europea di Medicina dello Sport – afferma il presidente della FMSI e dell’EFSMA Maurizio Casasco – proseguendo l’operato iniziato nel 2005 dai miei predecessori e con l’importante contributo del Prof. Fabio Pigozzi, oggi Presidente della Federazione Internazionale di Medicina dello Sport (FIMS). Un risultato che premia anche la lunga tradizione e il valore riconosciuto alla Medicina dello Sport italiana in tutto il mondo e che sono certo aprirà importanti sviluppi a livello internazionale”. “Questo risultato – ha sottolineato Pigozzi – è il giusto riconoscimento del lavoro portato avanti dalla Federazione europea. Per la specializzazione in Medicina dello Sport si tratta di uno straordinario traguardo che testimonia l’importanza sociale della medicina dello sport, della promozione dell’esercizio fisico e di stili di vita sani. In prima linea nella lotta contro le malattie non trasmissibili che uccidono 41 milioni di persone ogni anno, rappresentando il 74% di tutti i decessi a livello globale”. Un risultato che sottolinea una volta di più l’eccellenza di un Paese, l’Italia, che di questo iter è stato capofila, poiché la scuola di specializzazione universitaria post-laurea in Medicina dello Sport è nata, prima nel mondo, proprio in Italia, a Milano, nel 1957 ad opera del Prof. Rodolfo Margaria.
Liste d’attesa, il decreto potrebbe diventare un disegno di legge
Sulle liste d’attesa nella sanità si andrebbe verso un disegno di legge. Il provvedimento dovrebbe approdare il prossimo 4 giugno in Consiglio dei Ministri, se la data sarà confermata, ma nelle ultime ore si sarebbe deciso di trasformarlo con tempi molto più lunghi per la sua entrata in vigore. Lo scrive Quotidiano Sanità sottolineando che a differenza del decreto legge, con un timing di 60 giorni per la conversione in legge, il disegno di legge dovrà seguire tutto l’iter parlamentare per la sua approvazione. “Le motivazioni di questa possibile decisione – scrive ancora Quotidiano Santà sul suo sito – sembra siano dovuti a problemi di copertura economica”. Per un segnale forte sarebbero necessari almeno 1,5-2 miliardi di euro, ma a disposizione vi sarebbero al più 300 milioni di euro, riferisce la testata.
Nasce in Usa il mega sito di informazione certificata sul cancro
Dare una informazione corretta sui tumori e le terapie oncologiche combattendo le fake news e fornendo strumenti utili ai pazienti e alle loro famiglie. Con questo obiettivo, le maggiori istituzioni scientifiche statunitensi del settore – l’American Cancer Society Acs e l’American Society of Clinical Oncology Asco – hanno unito le forze per creare una delle fonti online più grandi e complete di “informazioni credibili sul cancro”. Il portale sarà disponibile gratuitamente al pubblico su cancer.org. L’annuncio durante il congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco) a Chicago. Sul portale si affronterà l’intero percorso del cancro, dalla prevenzione alla diagnosi al trattamento e la sopravvivenza. Per garantire che le persone malate di cancro possano trovare e accedere facilmente a informazioni di alta qualità mentre gestiscono il loro trattamento e affrontano il problema, Acs e Asco stanno allineando gli sforzi per fornire un unico archivio di informazioni credibili e di alta qualità sul cancro. Questa collaborazione riunisce due delle organizzazioni più affidabili e influenti del settore dell’oncologia a livello mondiale, sfruttando i punti di forza di ciascuna organizzazione per fornire un unico luogo virtuale di informazione per il cancro con l’obiettivo di raggiungere un numero ancora maggiore di pazienti e operatori sanitari. “È essenziale aumentare l’accesso a informazioni attendibili e aggiornate sulla prevenzione e trattamento del cancro – sottolinea Karen Knudsen, dell’Acs -. L’obiettivo è appunto migliorare la profondità e l’ampiezza delle informazioni disponibili per i malati e le loro famiglie”. “I nostri membri vedono ogni giorno quanto possa essere confondente e doloroso per troppi pazienti e famiglie cercare di dare un senso alle informazioni sul cancro mentre navigano cercando una diagnosi e un trattamento – afferma l’amministratore delegato di Asco, Clifford Hudis -. Questa partnership migliorerà la nostra capacità di fornire informazioni sul cancro di facile comprensione a molti più pazienti e alle loro famiglie quando ne hanno più bisogno”.
Disagio giovanile, quasi il 50% dei 18-25enni soffre d’ansia
Tra ansia, depressione e isolamento, il disagio giovanile è una realtà che non sempre viene percepita dai familiari e che si combatte con l’ascolto. Disturbi in parte ereditati dalla pandemia come rivela il Rapporto “Generazione Post Pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid 19”, elaborato da Censis, Consiglio Nazionale dei Giovani e Agenzia Nazionale dei Giovani. Il 49,4% degli italiani tra i 18 e i 25 anni ha infatti affermato di avere sofferto di ansia e depressione a causa dell’emergenza sanitaria. Per la stessa ragione, il 62,1% ha cambiato la propria visione del futuro. Proprio per raccogliere dati indicativi dei disagi che vivono quotidianamente, Lundbeck Italia e Your Business Partner hanno realizzato il progetto scuole “Mi vedete?”. Secondo la ricerca, il 71% degli intervistati dice di provare un disagio, mentre, tra i genitori, solo il 31% si accorge dei problemi del figlio. Il 100% dei docenti, invece, denuncia questa situazione. Il 27,6% degli studenti incolpa la sfera familiare, ma quasi a parimerito con la scuola. Se per i genitori, invece, la causa è da attribuire principalmente all’ambiente scolastico (39%), i docenti dicono che è dovuto nel 37% alla famiglia e poco (12%) alla scuola. “Notiamo che ogni adulto incolpa l’altro di ciò che avviene – spiega Sergio De Filippis, Docente di Psichiatria delle Dipendenze all’Università di Roma La Sapienza e consulente scientifico del progetto -. Ognuno deve avere la forza di educare l’adolescente, ed è qui che le Istituzioni devono dare una mano. Secondo lo State of Children in the European Union del 2024, si stima che tra i ragazzi di età tra i 15 e i 19 anni circa l’8% soffra di ansia e il 4% di depressione”. Tra i problemi, anche l’uso di sostanze (54%), i disturbi alimentari (38%) e del sonno (63%), il bullismo (38%). “Il compito di chi opera nel settore è fornire ai ragazzi ciò che li può aiutare a sviluppare un benessere della mente e a favorire un equilibrio delle relazioni sociali, familiari e formative – conclude Alberto Siracusano, Ordinario di Psichiatria Università di Roma Policlinico Tor Vergata e Coordinatore del Tavolo Tecnico Salute Mentale del Ministero della Salute -. La promozione di un nuovo piano d’azione nazionale per la salute mentale vedrà grande attenzione all’età evolutiva e alla transizione all’età adulta”.
Record trapianti nel 2023 ma in 8mila in lista d’attesa
Record di trapianti d’organo in Italia nel 2023, con 4mila interventi effettuati e 2mila donazioni, ma non è ancora abbastanza: i pazienti in attesa di un trapianto sono oltre 8mila e troppi restano i ‘no’ alla donazione. ‘Dichiara il tuo Sì in Comune’ è dunque il messaggio al centro della ventisettesima Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti: per ricordare a tutti i cittadini che il proprio assenso alla donazione può essere dato al momento del rinnovo della carta d’identità. Un atto che è “una scelta di vita”, ha affermato il ministro della Salute Orazio Schillaci. In questo momento, ricordano ministero della Salute e Centro nazionale trapianti (Cnt), circa 6mila pazienti stanno aspettando un nuovo rene, poco meno di un migliaio un fegato, circa 700 un cuore, oltre 200 un polmone e altrettanti un pancreas. Nonostante lo scorso anno il numero delle donazioni di organi abbia superato per la prima volta quota 2mila, permettendo la realizzazione di quasi 4.500 trapianti (oltre il 15% in più del 2022), il numero degli organi che si rendono disponibili non è ancora sufficiente ad assicurare il trapianto a tutti i pazienti che ne hanno bisogno. “La ricerca nel campo dei trapianti sta andando velocissima, lo abbiamo dimostrato anche in Italia con il grande sviluppo della donazione a cuore fermo, ma l’innovazione non basta”, afferma il direttore del Cnt Giuseppe Feltrin. “La speranza di chi aspetta un organo resta legata alla scelta della donazione, eppure ancora oggi circa un terzo dei cittadini che registrano la loro volontà sceglie di negare il consenso al prelievo. Dietro queste remore, comprensibili, a volte però c’è poca conoscenza del tema. Per questo è importante informarsi per prendere una decisione consapevole: donare gli organi è una scelta sicura, che non costa nulla a chi la compie ma che salva la vita di chi ne beneficia”. Donare gli organi è” una scelta naturale, un gesto che può fare la differenza per chi oggi aspetta un trapianto. Quando rinnoviamo la carta d’identità, facciamo una scelta di vita e diciamo Sì alla donazione”, è l’invito del ministro Schillaci. Il nostro sistema trapianti, ricorda, “è all’avanguardia per la qualità delle prestazioni erogate e per la capacità di cura e assistenza, ed è già proiettato verso le principali sfide tecnologiche e organizzative”. Eppure, rileva il ministro, “senza il Sì alla donazione, anche il sistema più avanzato dal punto di vista tecnologico non potrebbe procedere al trapianto”. E ancora: “Senza quel Sì, gli sforzi dei nostri medici, infermieri e operatori sanitari, a cui rinnovo il mio ringraziamento, sarebbero vani”. Proprio per incentivare le donazioni, è ai nastri di partenza una grande campagna di sensibilizzazione: sarà attuata negli Uffici anagrafe ed è promossa dal ministero della Salute e dal Cnt. Entro aprile, verranno inviati a circa 900 uffici anagrafe dei 500 comuni più popolosi d’Italia dei nuovi allestimenti informativi (roll-up, manifesti e locandine) grazie ai quali i cittadini in attesa di rinnovare il documento d’identità potranno ricevere informazioni verificate sulla donazione, in modo da compiere una scelta consapevole quando arriva il proprio turno allo sportello. L’iniziativa proseguirà anche nei mesi seguenti ed entro la fine dell’anno saranno 1.500 le sedi anagrafiche e oltre 1.100 i comuni raggiunti, con una copertura territoriale di quasi 40 milioni di cittadini residenti. Ministero e Cnt ricordano che oltre al momento del rinnovo della carta d’identità, si può dichiarare il proprio Sì alla donazione anche iscrivendosi all’Aido, oppure presso gli appositi sportelli delle Asl, e infine anche solo scrivendo la propria volontà su un foglio di carta semplice datato e firmato da portare con sé. Rispetto ai numeri delle donazioni nel 2023, tra le città con oltre 100mila abitanti primeggia per il terzo anno consecutivo Trento, con una percentuale di consensi del 78,1%. Seguono Verona e Sassari. In calo invece le 4 città maggiori: Milano è 24ma (era 16ma), Torino passa dal 29mo al 31mo posto e Roma dal 32mo al 33mo
TSMC Segna Record in Borsa: Accordo Storico con gli USA per Impianto in Arizona
Il gigante mondiale dei chip, TSMC, ha fatto registrare un notevole balzo in Borsa, raggiungendo i massimi storici con un aumento del 4,09% a 815 TWD alla Borsa di Taipei (+1,51%). Questo incremento è avvenuto subito dopo l’annuncio dell’accordo tra l’amministrazione degli Stati Uniti e TSMC, riguardante un finanziamento di 11,6 miliardi di dollari per la costruzione di un terzo impianto in Arizona, a Phoenix.
L’accordo prevede un sostegno finanziario di 6,6 miliardi di dollari in sovvenzioni e fino a 5 miliardi di dollari in prestiti, mirati a incrementare la produzione di tecnologia critica, che diventa sempre più cruciale nell’attuale panorama tecnologico globale.
Le due strutture già programmate dovrebbero iniziare la produzione nel 2025 e nel 2028, fornendo un importante impulso all’industria manifatturiera e tecnologica degli Stati Uniti.
Il pacchetto finanziario non solo stimolerà l’economia statunitense, ma supporterà anche gli investimenti complessivi di TSMC, che ammontano a oltre 65 miliardi di dollari nei tre impianti. Questa mossa consolida ulteriormente la posizione di TSMC come il principale produttore di chip a contratto al mondo, fornendo componenti vitali per aziende di spicco come Apple e Nvidia.
Da notare che nei giorni precedenti, dopo il forte terremoto che ha colpito Taiwan, TSMC ha temporaneamente sospeso la produzione per alcune ore come misura precauzionale, dimostrando la sua rilevanza nel panorama globale e la necessità di proteggere le sue operazioni in situazioni critiche.
L’accordo tra TSMC e gli Stati Uniti non solo segna un importante passo avanti nella cooperazione tra le due potenze economiche, ma offre anche opportunità significative per l’innovazione tecnologica e lo sviluppo economico su scala globale.
Allerta Dengue: La Zanzara Tigre minaccia anche Milano
Dopo che un uomo a Busto Arsizio ha contratto la dengue nelle settimane precedenti, ora anche i milanesi sono chiamati ad essere vigili, poiché si prevede che entro la fine del mese le zanzare tigre potrebbero iniziare a circolare anche nella città. Sara Epis, professore associato in parassitologia presso l’Università degli Studi di Milano, offre un quadro della situazione, sottolineando l’importanza di ridurre tempestivamente il numero di zanzare che potrebbero trasmettere virus.
La zanzara tigre, non da confondere con il felino ma piuttosto con l’insetto, è già presente in Italia, e questa situazione richiede una risposta tempestiva e attenta. Dato che i residenti di Busto Arsizio hanno già avuto a che fare con la dengue, la preoccupazione si estende ora anche a Milano e alle città circostanti.
La dengue è una malattia virale trasmessa dalle zanzare, con sintomi che includono febbre alta, mal di testa, dolori muscolari e articolari, eruzione cutanea e altri sintomi simili all’influenza. In alcuni casi può progredire verso forme più gravi, con complicazioni potenzialmente letali.
La prevenzione è fondamentale per proteggere la salute pubblica e ridurre il rischio di diffusione della malattia. Ciò include l’eliminazione dei potenziali luoghi di nidificazione delle zanzare, come i recipienti d’acqua stagnante, l’uso di repellenti per zanzare e l’installazione di zanzariere nelle abitazioni.
Le autorità locali devono essere pronte a fornire informazioni e risorse per aiutare i residenti a proteggersi dalla dengue e dalla minaccia delle zanzare tigre. È importante anche sensibilizzare la popolazione sull’importanza della collaborazione di tutti nel combattere la diffusione delle zanzare e prevenire la trasmissione della malattia.
Con la cooperazione e l’impegno di tutti, è possibile limitare la diffusione della dengue e proteggere la salute di comunità come Milano e altre città italiane dalle conseguenze di questa malattia debilitante.