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Meloni a Schlein, Pd prenda distanze da intimidazioni De Luca

“Imbecilli, farabutti, delinquenti politici”. Con questa elaborata analisi il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, appella il Governo per illustrare la sua posizione sui fondi di coesione. Mi chiedo e chiedo alla segretaria Elly Schlein se non ritenga, a nome del Partito Democratico, di prendere le distanze da queste intollerabili violenze verbali, autentiche intimidazioni, espresse da parte di un rappresentante delle istituzioni e del suo partito. Abbiamo atteso un segno di dissociazione e di condanna, finora inutilmente. Se non arrivasse, prenderemo atto del fatto che questi sono gli impresentabili metodi democratici del PD”. Lo scrive la premier Giorgia Meloni su facebook.

Dai Cinque Stelle al terzo mandato: ecco come De Luca prova a scalare il Pd

L’ha detto e ribadito più volte. Ed ora non è un mistero ma una vera e propria proposta politica. Vincenzo De Luca lancia l’alleanza col M5s. Sono lontani i tempi in cui l’ex sindaco di Salerno lanciava grandi accuse ai grillini. Soprattutto quando costoro soffiavano sul fuoco dell’antipolitica. Ora, complice la svolta a sinistra di Conte (basta dare un’occhiata ai temi con cui si sta caratterizzando l’avvocato di Volturara Appula), il governatore della Regione Campania vuole l’abbraccio pentastellato. E lo ripete ovunque. L’ultima volta l’ha rimarcato a chiare lettere alla festa del Riformista. Con Renzi in prima fila. Ovvero non proprio la cornice ideale per ricevere applausi. A tal punto che secondo alcune indiscrezioni trapelate dagli ambienti renziani il senatore fiorentino è rimasto letteralmente spiazzato (e non c’è bisogno di spiegare il perché) dalle parole del governatore campano.

Ma andiamo avanti. La domanda che in molti si pongono resta la stessa. Da cosa nasce il ripensamento di De Luca? Proviamo a ragionare nel merito. Punto primo. De Luca punta al terzo mandato. E necessita della più ampia alleanza possibile. Da Azione ai Cinque Stelle. Passando per Pd, Italia Viva e liste civiche di riflesso del mondo moderato. Ma soprattutto De Luca ha capito che da quando Conte è al timone della nave, i Cinque Stelle si stanno trasformando in un partito di sinistra. E non è un caso che nel primo anno l’unica vera proposta di sinistra arrivata in Parlamento, alimentando peraltro una discussione politica in Italia e nel Governo (a tal punto da “attivare” il CNEL) è il salario minimo. Primo firmatario? Giuseppe Conte. Pane al pane, vino al vino. Di questo passo l’ex premier pugliese sarà obbligato a generare un processo di radicamento del partito per ribaltare l’allergia alle preferenze sui territori. Anche perché non è più rinviabile il ragionamento per cui una forza politica al 20%  ottenga briciole da prefisso telefonico alle Amministrative.

Punto secondo. De Luca punta alla guida del Pd nazionale. Inutile girarci intorno. Pure perché appare esagerato che un Presidente di Regione, se davvero vuol limitarsi ai confini regionali, accenda una discussione nel Paese mettendo sotto accusa la segretaria nazionale e la gestione del partito. In parole povere, se De Luca punta solo alla Campania perché accusa un giorno sì e l’altro pure Elly Schlein? Anche qui lasciamo a voi le giuste considerazioni. Punto terzo. De Luca in tutte le sue uscite pubbliche non ha mai smentito o chiuso l’ipotesi della candidatura alla guida  del Pd. Mai e poi mai. Sfidiamo chi legge in questo momento a trovare una sola dichiarazione che vada in direzione opposta. Ma non è tutto. Come fa De Luca a fare il segretario del Pd e il governatore regionale? Proprio come ha fatto Nicola Zingaretti qualche anno fa. Quarto punto. Il rapporto con Renzi è decisivo. Non è un mistero che l’ex sindaco di Firenze controlli una parte del Pd. O meglio, i riformisti del Pd confluiti in Energia Popolare, la corrente guidata dal Presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Al momento non vogliamo “scomodare” l’operazione di riportare in edicola L’Unità con Piero Sansonetti direttore e Alfredo Romeo editore (stesso editore del Riformista di cui Renzi è direttore). Qualora il Pd dovesse naufragare all’indomani delle Europee, Schlein sarebbe messa in discussione il giorno dopo da gran parte del Pd. Compresi i riformisti dem. E quale miglior occasione per De Luca? Si ritroverebbe ad affrontare il congresso col sostegno di una fetta importante del Pd guidata dal collega Bonaccini (e da Renzi che da segretario del Pd designò proprio Bonaccini alla guida della rossa Emilia). Chi vivrà vedrà. Ma a giudicare dai fatti di queste settimane l’orizzonte appare sempre più chiaro. Dalla Campania al Nazareno il passo è breve.

Il retroscena. L’ultimo centro di Renzi in Campania si chiama Vincenzo De Luca

Renzi e De Luca. De Luca e Renzi. Un rapporto burrascoso che coinvolge l’ex sindaco di Firenze e il governatore della Regione Campania. Andiamo con ordine. Al netto di qualche schermaglia i due politici non hanno mai percorso strade diametralmente opposte. Non si sono mai detestati. Ma facciamo un piccolo passo indietro nel tentativo di trovare le verità dimenticate. Nel 2016 De Luca, fresco vincitore di elezioni regionali, sostenne con percentuali bulgare (soprattutto dalla provincia di Salerno) il referendum costituzionale dell’allora premier fiorentino. Tutti sappiamo come andò a finire. Nel 2020 Renzi collocò Italia Viva a sostegno della ricandidatura di De Luca alla guida della Campania. Registrando un ottimo 7%, ottenendo 4 scranni in consiglio regionale e piazzando in giunta Nicola Caputo, ancora oggi superassessore all’Agricoltura nonché fedelissimo del senatore toscano.

Fu un apporto fondamentale in chiave elettorale. Che confermò nel tempo una lunga alleanza che tuttora resiste ai colpi della politica. Durante la convention napoletana “Volare Alto” all’Hotel Ramada a via Galileo Ferraris, Renzi si è lasciato andare a elogi politici tutt’altro che secondari nei confronti del governatore salernitano: “Non ho letto il libro di De Luca, ma il presidente della Campania è un aspirante rottamatore. Chi tifo tra Schlein e De Luca? È evidente, è troppo facile. Sono amico di Enzo De Luca da una vita, anche se politicamente non sempre lo condivido. Io so che le prossime Regionali le vincerà la coalizione in cui farà la differenza Italia Viva.” In parole povere Renzi sosterrà la candidatura per il terzo mandato di De Luca. Con o senza Pd. E da qui nasce un ragionamento obbligato per chi osserva le dinamiche politiche delle ultime settimane. Se Renzi colpisce il Pd, De Luca non è da meno. Il libro “nonostante il Pd” altro non è che un insieme di critiche rivolte ai valori espressi al mondo dem che niente hanno avuto a che vedere in questi anni con le esigenze dei cittadini. Senza far mancare passaggi dedicati alla sua attività governativa da Presidente della Giunta Regionale. Tutto qui? Nemmeno per idea.

Oltre la “fotografia” di ciò che fanno Renzi e De Luca la verità sta nel mezzo. Nella nuova creatura centrista ideata dal parlamentare di Rignano sull’Arno (ancora in fase embrionale, sia chiaro) c’è spazio principalmente per De Luca. Stessi argomenti. Stesse battaglie anti Pd. Ma soprattutto emerge un dato che qualcuno continua a ignorare. In Campania De Luca ha “raccolto” nella sua maggioranza in consiglio regionale l’intera area moderata. Da Azione a Italia Viva passando per cespugli centristi sotto forma di liste civiche: da Venanzoni a Di Fenza passando per Mensorio, Pisacane junior ed i consiglieri di Clemente Mastella. Fino allo stesso Pd. Basti dare uno sguardo ai nomi e cognomi dei consiglieri regionali in carica. Almeno nella circoscrizione di Napoli. Raia, Casillo, Fiola e Manfredi. 3 su 4 provengono da esperienze politiche moderati. In altre parole il centro sta con De Luca. E per forza di cose, data la storica sintonia fra i due, non può che interessare il leader fiorentino. Voti importanti (basta dare uno sguardo ai consensi ottenuti dai profili citati poco fa) che renderebbero il progetto renziano una realtà politica consolidata nel panorama italiano. Fantapolitica? A giudicare dai temi in campo la prospettiva politica è viva e vegeta tant’è vero che i ben informati sussurrano che la trattativa è in fase avanzata. Per De Luca il Pd non ha futuro. È in via di estinzione fra chiacchiere e distintivo nonché colpevole di aver generato una classe dirigente distante dalle istanze dei territori e profondamente refrattaria ai cambiamenti della realtà. Più chiaro di così si muore.

De Luca, in Campania ridotto disavanzo di quasi 2 mld

La Regione Campania passa “da un disavanzo complessivo di 5 miliardi e 600 milioni di euro a un disavanzo di 3 miliardi e 8: quasi 2 mld di riduzione di disavanzo. Uno sforzo gigantesco fatto in un periodo non facile per la vita del Paese e in una situazione sociale, quale quella della Campania, che non è pari a nessuna altra regione d’Italia”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, intervenuto all’udienza per la parificazione del rendiconto generale della Regione Campania che si è tenuta oggi da parte della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti.

De Luca, aeroporto di Salerno sarà aperto da luglio 2024

L’aeroporto di Salerno a Pontecagnano “sarà operativo a partire dalla prima metà di luglio 2024, e a pieno regime nel 2026/2027”. Lo afferma il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Il presidente della Regione ha incontrato Roberto Barbieri, Amministratore Delegato di GEsac, società che gestisce Capodichino e a cui è stato affidata la gestione anche del secondo scalo aeroportuale della Campania. All’incontro ha partecipato pure Renato Ravanelli, amministratore Delegato di F2i SGR, azionista di maggioranza di GESAC che, attraverso la controllata 2i Aeroporti, rappresenta la più grande piattaforma di aeroporti italiana.

“È stata l’occasione – commenta De Luca. che all’incontro era con il presidente della commissione Trasporti della Regione Luca Cascone – per fare il punto sull’Aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi. È stato confermato che lo scalo di Salerno sarà operativo a partire dalla prima metà di luglio 2024, e a pieno regime nel 2026/2027. L’aeroporto, che gode di una posizione strategica, sia per bacino d’utenza che per infrastrutture d’accesso, darà un importante, ulteriore impulso al turismo e all’economia della Campania e contribuirà a razionalizzare i volumi di traffico grazie ad una gestione sinergica, complementare e sostenibile di Napoli Capodichino e Salerno Costa D’Amalfi. Sono stati riconfermati, inoltre, in relazione allo scalo di Capodichino, tutti gli interventi per la riduzione delle emissioni acustiche attraverso accordi con le compagnie aeree che prevedono l’impiego di aerei di ultima generazione, a minore impatto acustico, e l’utilizzo di rotte che diminuiscono significativamente la popolazione esposta al passaggio degli aerei. A tal fine, si conferma che l’apertura dell’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi consentirà di smistare i voli notturni dalle 23 in poi. Un aeroporto sicuro nel centro della città è un innegabile vantaggio per l’economia”. Il piano di costruzione dell’aeroporto di Salerno ha investimenti previsti di interventi infrastrutturali per un importo complessivo di 257 milioni di euro fino al 2043, fra finanziamenti pubblici e privati che, in maniera graduale, consentiranno di accogliere fino a 6 milioni di passeggeri.

De Luca: ‘Questa è una società di camorra in doppio petto’. Nuovo attacco al test di Medicina

“Ogni anno si fa una selezione per l’ingresso alla facoltà di Medicina in Italia con un sistema camorristico, attorno a cui girano centinaia di milioni spesi dalle famiglie per la formazione dei figli”.

Lo ha detto il governatore della Campania ed esponente del Pd Vincenzo De Luca alla trasmissione “Che tempo che fa” nell’intervista con Fabio Fazio su NOVE. De Luca ha ribadito la sua richiesta di una cancellazione del test per entrare a medicina, sottolineando l’assurdità delle domande che vengono poste, e sottolineando che “abbiamo giovani – ha detto – che vanno in depressione. Io parlo di sistema camorristico sull’esame ma tutti zitti, nessuno risponde, perché questa è una società di camorra in doppio petto e di corporazioni”.

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De Luca, no a terzo mandato? Idiozia del Pd di Napoli. Nappi (Lega),quando saremo alla Regione, più strumenti a garanti

“Terzo mandato? Sono in campo. Questa idiozia del no al terzo mandato è del Pd di Napoli. In Veneto Zaia è al terzo mandato e nessuno dice nulla. Dobbiamo lavorare affinché in Italia ci sia un Governo capace di garantire lavoro per i nostri giovani e non di farli emigrare”. Lo ha detto il governatore della Campania Vincenzo De Luca intervenendo alla Festa dell’Unità a Benevento.

Sul prossimo appuntamento elettorale regionale interviene anche il centrodestra. “Fa bene Martusciello a ribadire la necessità di una riflessione profonda – che, comunque, il gruppo Lega affronta da anni – sui garanti regionali. La discussione però non deve vertere sul mantenimento o meno di figure fondamentali, piuttosto sullo stato di quasi inutilità a cui le ha portate l’ipocrita gestione del governatore De Luca, che le ha letteralmente private di ogni strumento per operare”. Lo afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania. “Solo per citare un esempio – prosegue Nappi – che aiuta a far comprendere come stanno realmente le cose: mentre gli uffici del presidente della Regione sono occupati da una ‘corte’ di centinaia di persone, per il garante degli animali non si è provveduto neppure a fornire una sedia e una scrivania a chi deve svolgere questa funzione! Quando noi governeremo la Campania – conclude l’esponente leghista – metteremo fine a quest’ennesimo paradosso, elimineremo gli inutili doppioni ma doteremo di adeguati mezzi e strutture quei garanti che rappresentano importanti presidi dei cittadini”.

Affidati i lavori per la diga di Campolattaro

A poco più di 3 mesi dalla sua pubblicazione avvenuta il 26 giugno scorso, sono stati approvati dall’Ufficio Grandi Opere della Regione gli esiti della gara per l’affidamento dell’appalto misto di lavori e servizi di ingegneria e architettura per la realizzazione della grande diga di Campolattaro. “Si tratta di un passaggio importante – dichiara il Presidente Vincenzo De Luca – che apre la fase dell’effettiva cantierizzazione di una delle principali opere strategiche della Regione Campania in campo idrico, di valenza storica per il Sud e per l’intero Paese, e che consentirà l’autonomia idrica della nostra regione”. L’intera grande opera, finanziata con fondi regionali e limitatamente anche con fondi Pnrr, è suddivisa in tre lotti (1. Galleria di derivazione, Impianto di potabilizzazione e idroelettrico; 2 e 3. Reti adduttrici e di distribuzione irriguo e potabile). Dei 705 milioni previsti per la realizzazione dell’opera, 529 milioni oltre IVA hanno interessato la gara aggiudicata oggi. I Lotti 1 e 2 sono stati aggiudicati all’RTI Ghella SpA (capogruppo mandataria) mentre il Lotto 3 è stato aggiudicato all’operatore economico RTI Ritonnaro Costruzioni Srl (capogruppo mandataria). “Prosegue senza sosta – si legge in una nota – l’impegno della Regione per l’autonomia idrica di tutto il territorio campano, sia per la destinazione idropotabile al consumo umano, sia per l’irrigazione delle aree agricole ed il settore zootecnico”. Il completamento dei lavori è previsto per il 31 marzo 2026.

Caivano: De Luca, io da solo in visita al Parco Verde. L’appello della presidente Anticamorra

Ieri Vincenzo De Luca, è andato a Caivano, al Parco Verde, senza alcuna scorta e senza avvisare le forze dell’ordine, a bordo di una vettura insieme a un funzionario della Regione. Quest’ultimo lo ha ripreso con il telefonino mentre prendeva il caffè al tavolino del bar del Parco.

Al suo arrivo, De Luca è stato riconosciuto dai pochi passanti in zona, che gli hanno chiesto in un breve dialogo impegno per gli interventi di riqualificazione del territorio. La scelta di recarsi al Parco Verde di Caivano senza scorta è stata presa, si sottolinea dalla Regione, per evidenziare di non avere nessun timore della camorra dopo la ‘stesa’ dell’altra notte.

“Venire da solo a prendere un caffè a Caivano ha un gusto fantastico”, dice il governatore nel video poi pubblicato.

Intanto nelle scorse ore è intervenuta sul tema anche la presidente della commissione Anticamorra della Regione Campania Carmela Rescigno, consigliere regionale della Lega: “Se davvero il governo vuole affrontare il problema criminalità  – ha detto – è il momento di un atto di coraggio: la dichiarazione dello stato di emergenza per la Campania. Altrimenti è fuffa. Non si può far finta di nulla davanti a morti e segnali di sfida allo Stato come accaduto in queste ore a Caivano”.

“I Prefetti – ha aggiunto Rescigno – non si difendono a prescindere ma vanno valutati sulla base dei risultati. Oggi in Campania, nel silenzio, abbiamo un tasso altissimo di infiltrazioni della camorra nelle amministrazioni locali. La criminalità condiziona le Istituzioni ma le Prefetture hanno tutti gli strumenti per arrivare prima della magistratura i cui tempi sono lunghissimi”. “Così come chiediamo agli imprenditori di denunciare i propri estorsori dobbiamo chiedere alle Istituzioni di denunciare i tentativi di infiltrazioni. Infine so che si tratta di una scelta difficile, ma in alcune realtà i figli vanno tolti da contesti familiari criminali” ha concluso la presidente dell’Anticamorra.

 

WWF Campania: il Consiglio Regionale in balia delle associazioni venatorie

“Il 5 settembre il TAR Campania, a seguito del ricorso depositato lo scorso anno da LIPU e WWF, ha pubblicato la sentenza sul calendario venatorio 2022/23 in cui, accogliendo il ricorso e riconoscendo le ragioni delle due associazioni, ha condannato la Regione e le sei associazioni venatorie intervenute a suo fianco, a pagare a LIPU e WWF 2.000 euro (soldi che per la Regione pagheranno tutti i cittadini!). La Regione, infatti, a settembre dello scorso anno, modificando il calendario venatorio precedentemente pubblicato e non gradito alle associazioni venatorie senza acquisire il previsto parere del CTFVR e dell’ISPRA, aveva anticipato la data di apertura della stagione venatoria al 18 settembre e non aveva tenuto conto delle date di chiusura della caccia il cui rispetto è essenziale per evitare di violare il divieto di uccisione di uccelli in fase di migrazione prenuziale”, scrive il WWF Campania.

“Quest’anno – continua la nota – la Regione Campania, nonostante fosse sotto il giudizio al TAR che ha poi portato alla sentenza del 5 settembre, ha nuovamente previsto l’apertura anticipata della caccia e la chiusura posticipata per alcune specie di uccelli. E nuovamente le associazioni ambientaliste sono dovute ricorrere al TAR che ha bocciato, ancora una volta, la Regione sospendendo la preapertura al 3 settembre (l’apertura ordinaria è alla terza domenica di settembre), censurando anche il mancato aggiornamento da parte della Regione delle mappe delle aree attraversate da incendi boschivi che devono essere interdette all’attività venatoria per 10 anni.

Questa sconfitta ha scatenato l’ira dei cacciatori che ha addirittura provocato una incredibile mobilitazione istituzionale, come se la preapertura della caccia fosse il problema principale di una regione come la Campania. Così, lunedì 4 settembre l’ottava Commissione del Consiglio Regionale della Campania, convocata d’urgenza, dopo avere incredibilmente respinto la richiesta di audizione avanzata dalle associazioni ambientaliste ASOIM, ENPA, LIPU e WWF, con il solo voto contrario della Vicepresidente Roberta Gaeta e del Consigliere Gennaro Saiello, è riuscita quindi a superare ogni distinzione partitica, ha espresso parere favorevole all’approvazione dei piani faunistico-venatori provinciali che sono stati redatti dagli Ambiti Territoriali di Caccia gestiti a larghissima maggioranza dai cacciatori.

Questo passaggio, adottato in assoluta fretta, è finalizzato a convocare d’urgenza per domani, venerdì 8 settembre, senza un minimo di analisi critica e di confronto tra le parti, il Consiglio Regionale della Campania per adottare i piani faunistico-venatori, consentendo così la preapertura per un paio di giornate rimaste disponibili.

È desolante vedere la massima assise regionale, con problemi e priorità molto più importanti per il territorio e per i cittadini, che proprio in questi giorni stanno facendo i conti con fatti di cronaca gravissimi,  essere convocato d’urgenza senza alcuna reale motivazione solo per tentare di consentire a privati cittadini di esercitare nulla più che un passatempo, cioè cacciare per uno o due giorni in più!

In Campania esistono problematiche forti che attanagliano il tessuto sociale: dal welfare al lavoro, dalla salute dei cittadini alla sicurezza  per non parlare dell’inquinamento e del bracconaggio, ma la Regione, cedendo alla pressione politica dei cacciatori campani (meno del 0,5% dei cittadini), considera, in questa fase,  prioritario opporsi, in maniera discutibile, alla sospensione della caccia, decretata dal Presidente del TAR dedicando a questo fine il lavoro degli uffici regionali ed esponendo i cittadini ad ulteriori spese necessarie a pagare avvocati e probabili ulteriori condanne.

Da cittadini di questa regione si prova indignazione di fronte a dei rappresentati del popolo chiamati ad amministrare la “cosa pubblica” che costantemente dedicano così tanto tempo ed energie per cercare di superare – peraltro senza riuscirci – le previsioni normative e le decisioni della Magistratura. Viene persino da chiedersi se i consiglieri regionali campani conoscono l’art. 9 della Costituzione Italiana che prevede la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali “anche nell’interesse delle future generazioni” e l’art. 1 della legge sulla caccia, che ne subordina lo svolgimento alla necessità di non compromettere la superiore esigenza di conservazione delle specie animali.

È sconcertante che la società civile rappresentata dalle associazioni ambientaliste sia costretta continuamente a ricorrere al TAR per difendere la biodiversità, che è un patrimonio di tutti e che viene messo in pericolo proprio da chi ha la responsabilità istituzionale di tutelare i beni comuni che troppo spesso sono considerati nient’altro che merce di scambio elettorale”.

Infine l’associazione rivolge un appello al Presidente della Campania, Vincenzo Di Luca, “affinché fermi questa follia. Lui, sempre così pronto a ironizzare sugli errori commessi da tutte le forze politiche e da tutti gli enti, è consapevole dell’imbarazzante situazione in cui la sua Regione si trova, pur di accontentare pochi cacciatori? La tutela della biodiversità non è un capriccio disegnato nel libro dei sogni delle associazioni ambientaliste, ma è un patrimonio fortemente a rischio che deve essere consegnato alle future generazioni nella maniera meno compromessa possibile. È una richiesta eccessiva per la nostra Regione?”.