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Giorgia: L’Invito di Meloni per le Europee e l’Escamotage di FdI per Salvare il Voto

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha lanciato un appello diretto agli elettori durante un evento a Pescara, dove è stata presentata la sua candidatura come capolista in tutti i collegi alle prossime elezioni europee. Con un’invito insolito ma incisivo, Meloni ha chiesto agli italiani di votare esclusivamente con il suo nome di battesimo: “Giorgia”.

Nel suo discorso, Meloni ha sottolineato l’importanza di essere riconosciuta con il suo nome di nascita, evidenziando il suo legame con le radici popolari. Ha condiviso le esperienze passate in cui è stata oggetto di derisione per le sue origini, ma ha ribadito con orgoglio di essere una rappresentante del popolo.

L’opzione di scrivere semplicemente “Giorgia” sulla scheda elettorale è stata spiegata dagli ambienti di Fratelli d’Italia come una mossa strategica per evitare il rischio di annullamento del voto. Infatti, nella lista del partito, il nome completo della candidata sarà “Giorgia Meloni detta Giorgia”, consentendo agli elettori di indicare il suo nome di battesimo senza incorrere in problemi legali.

Questo escamotage, seppur insolito, potrebbe rivelarsi efficace nel garantire che i voti espressi per Giorgia Meloni siano validi e non soggetti a contestazioni. La decisione di puntare su una strategia così diretta evidenzia anche la determinazione di Fratelli d’Italia nel massimizzare il sostegno per la propria candidata.

L’invito di Meloni ad utilizzare il suo nome di battesimo rappresenta quindi non solo un gesto di identità personale, ma anche una mossa politica mirata a proteggere e valorizzare il consenso degli elettori. Resta da vedere come questa strategia verrà recepita dagli elettori e quali saranno le conseguenze sul risultato delle elezioni europee.

G7, tutti evitino azioni che acuiscano la tensione

“I Leader G7 hanno adottato una dichiarazione congiunta che condanna fermamente il lancio di droni e missili dall’Iran, ribadendo pieno sostegno alla sicurezza di Israele”. Lo rende noto il comunicato della presidenza italiana del G7 al termine della riunione presieduta da Giorgia Meloni. “Al termine della discussione – viene spiegato -, i G7 hanno sottolineato l’esigenza di evitare un’ulteriore escalation, invitando le parti ad astenersi da azioni volte ad acuire la tensione nella Regione”.

Spesa la metà dei fondi del Pnrr, ‘ora si accelera’

L’Italia accelera sul Pnrr e, in attesa di incassare i 10,5 miliardi della quinta rata, guarda già alle successive. Alla fine del 2023 il nostro Paese ha speso circa la metà dei fondi finora erogati dall’Ue: 46,65 miliardi su 102,5. Fiera la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per “i tanti obiettivi centrati” che “ci incoraggiano a dare sempre di più”, anche se avverte: “Il lavoro non è finito, abbiamo ancora molto da fare”. Ma ora il ritmo della spesa accelererà, sottolinea il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, ribadendo anche il clima di lavoro “molto positivo e costruttivo” con la Commissione Ue. A fare il punto è la IV relazione sullo stato di attuazione del piano, approvata dalla Cabina di regia sul Pnrr convocata e presieduta da Fitto a Palazzo Chigi. Le prossime sfide sono 39 obiettivi e traguardi associati alla sesta rata, che ammonta a 9,6 miliardi di euro; 74 obiettivi e traguardi legati alla settima tranche, pari a 19,6 miliardi. Lo scorso anno, segnala la relazione, sono stati spesi 21,1 miliardi contro i 40,9 indicati l’anno precedente nella Nadef, ma Fitto fa osservare come sia stato superato lo step “della progettazione e delle gare di appalto, quindi siamo di fatto nella fase di realizzazione di tutti gli interventi. Questo è un elemento rilevante – spiega – che inciderà molto positivamente sui numeri complessivi della spesa”. Secondo il ministro a fare correre la spesa contribuirà anche la revisione del piano e sui progetti che sono usciti rassicura: “Per il decreto i tempi non saranno lunghi. Parliamo di un provvedimento che non ha una scadenza, è necessario fare bene, velocemente ma non in fretta”. Questo decreto, ricorda Fitto, “dovrà dare copertura a tutti i progetti che sono usciti dal Pnrr affrontando numerosissime questioni sulla fase di attuazione della revisione”. Focus poi sul sistema Regis di monitoraggio e rendicontazione che, annuncia Fitto, “sarà oggetto di un intervento mirato all’interno del decreto” perché “i numeri della spesa sono assolutamente sottodimensionati. Molti enti attuatori non hanno caricato sulla piattaforma una spesa già di fatto effettuata”, occorre quindi una accelerazione nelle procedure di inserimento dei dati. Lo stato dell’arte non mette d’accordo tutti. “A due anni e mezzo dalla chiusura non è stata spesa neanche la metà dei fondi a disposizione. Soprattutto languono le grandi opere e i cantieri”, afferma la coordinatrice nazionale di Italia Viva, Raffaella Paita. “Il Pnrr non può essere trattato come una televendita di pentole o materassi – affermano i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato -. Festeggiare per la semplice rimodulazione del piano, o per l’incasso delle rate, è semplicemente ridicolo se poi queste risorse non vengono messe a terra”. Parla di “spesa molto positiva” invece il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, che però precisa: “Grazie soprattutto ai Comuni, che hanno fatto la loro parte e anche più di quanto ci si aspettava”, tornando a chiedere di trovare nel nuovo decreto le risorse per sostituire i 10 miliardi che sono stati spostati sul Repower. E del lavoro di squadra che deve continuare e che “sarebbe impossibile senza la capacità, la determinazione e la competenza dei tantissimi servitori dello Stato che ogni giorno fanno il loro dovere nelle Amministrazioni centrali e negli Enti locali” parla anche la presidente del Consiglio. “A loro – dice Meloni- va il mio più grande ringraziamento, perché senza di loro il Governo non avrebbe potuto raggiungere i risultati che ha ottenuto”.

Meloni a Schlein, Pd prenda distanze da intimidazioni De Luca

“Imbecilli, farabutti, delinquenti politici”. Con questa elaborata analisi il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, appella il Governo per illustrare la sua posizione sui fondi di coesione. Mi chiedo e chiedo alla segretaria Elly Schlein se non ritenga, a nome del Partito Democratico, di prendere le distanze da queste intollerabili violenze verbali, autentiche intimidazioni, espresse da parte di un rappresentante delle istituzioni e del suo partito. Abbiamo atteso un segno di dissociazione e di condanna, finora inutilmente. Se non arrivasse, prenderemo atto del fatto che questi sono gli impresentabili metodi democratici del PD”. Lo scrive la premier Giorgia Meloni su facebook.

Meloni ai militari all’estero, siete il nostro volto migliore

“I vostri sacrifici celebrano una famiglia. Quella che Giuseppe Mazzini definiva la famiglia del cuore: cioè la Patria. Allora è giusto che quella Patria, quella famiglia che è la ragione principale del vostro impegno, sia oggi da voi per dire grazie e per dire che è consapevole dei vostri sacrifici, è consapevole del fatto che rappresentate, e non lo dico per piaggeria, il suo volto migliore”.

Lo ha detto la premier, Giorgia Meloni, nel corso degli auguri per le festività ai militari impegnati nelle missioni all’estero. Il Natale, ha poi aggiunto, “è la festa per eccellenza che celebra la famiglia e che si celebra con la famiglia, durante la quale tantissimi che normalmente lavorano fuori hanno l’occasione di tornare a casa. Questo non accade per molti di voi e questo, chiaramente, è uno dei tanti sacrifici che avete scelto di fare”. “Io penso – ha concluso – che però non ci sia nulla di più importante di sentirsi dire grazie” per quello che fate. “E io quel grazie dell’Italia intera, del governo e mio personale porto”.

Meloni, spaventoso se camorra gestisce rdc

Sembra quasi che il nuovo procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, abbia già un suggerimento. L’assist è chiaro. “Se fosse vero che c’è qualcuno che gestisce i soldi del reddito di cittadinanza, cioè la camorra, su questa cosa bisogna andare fino in fondo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Porta a Porta, in onda ieri sera.

“A Caivano avete intervistato la mamma di una delle ragazze violentate, e questa signora dice una cosa che ho trovato spaventosa, è percettrice di reddito di cittadinanza, il giornalista chiede: gestiva lei queste cose? No? E chi le gestiva? Non lo so. Ecco, il non lo so è spaventoso, molti di noi sospettano la stessa cosa. Spero che la magistratura vada fino in fondo”.

Leggi anche: Il Csm a maggioranza nomina Gratteri nuovo procuratore di Napoli – https://www.87tv.it/2023/09/13/il-csm-a-maggioranza-nomina-gratteri-nuovo-procuratore-di-napoli/amp/

La premier Meloni in visita a Caivano. Alle minacce social risponde: “Non faremo passi indietro”. La preside Carfora: “Qui servono gli insegnanti più bravi d’Italia”

E’ tutto social il botta e risposta tra la premier Meloni e alcuni profili dai quali sono partite accuse e minacce contestando la stretta al Reddito di Cittadinanza.

“Io ti consiglierei stai a casa stanno com e pazz e rimaste 160mila famiglia senza rdc senza spesa. sei sicura che tornerai a casa?”, scrive su Facebook S.B., una donna di Caserta che vive a Napoli, e sotto il suo post si accavallano commenti contro la premier, con auguri di morte o quello, aggiunto dal profilo di un laboratorio artigianale napoletano, di andare via “qualche ammaccatura così capisce i guai che ha fatto”. Su Twitter, poi, c’è chi la accusa di fare “l’ennesima passerella”, e consiglia agli abitanti di Caivano di “accogliere la pescivendola Meloni con pomodori marci x aver levato l RdC a quella fascia di popolo che vive precariamente in quelle zone…”.

Ricordiamo che lunedì scorso a Napoli ci sono stati momenti di tensione durante la manifestazione per il reddito di cittadinanza, un corteo a cui hanno partecipato centinaia di persone.

Non si scompone più di tanto Giorgia Meloni, anche se a Palazzo Chigi c’è allerta sul clima che potrà trovare la presidente del Consiglio nella sua visita a Caivano. “Ringrazio quanti hanno espresso vicinanza in merito alle minacce ricevute in vista della mia visita a Caivano”, scrive sui social la premier. “Le intimidazioni – aggiunge la presidente del Consiglio – non impediranno la nostra presenza al fianco dei tanti cittadini che chiedono sicurezza e la possibilità di un futuro migliore per i propri figli. Nella lotta alla criminalità organizzata questo Governo non farà passi indietro”

“Servono insegnanti bravi. I più bravi d’Italia. Solo così salveremo i giovani del Parco Verde dal loro destino”. È questo che Eugenia Carfora, dirigente della scuola superiore ‘Francesco Morano’ dirà, se ne avrà l’opportunità, alla premier Giorgia Meloni.

“Quando arrivai qui – ricorda all’ANSA la preside – questa scuola era ‘sgarrupata’ come il centro sportivo ‘Delphinia’, teatro delle violenze. Oggi, da quelle rovine, è nata una ‘palestra’ per preparare alla vita reale i ragazzi del rione”. La preside divenne subito famosa nel Parco Verde per la sua battaglia contro la dispersione scolastica, andando casa per casa a a riprendersi i suoi ragazzi.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni alle 12 sarà in visita all’Istituto Superiore “Francesco Morano”. Non è ancora certo se ci sarà anche una sosta nella parrocchia del prete anti-clan don Maurizio Patriciello, simbolo della riscossa di Caivano. Così come non ci sono conferme di un possibile sopralluogo al “Delphinia sporting club”, il centro sportivo devastato dall’incuria e dagli atti di vandalismo, teatro di alcune delle violenze commesse nei confronti delle due cuginette: è un complesso che Giorgia Meloni ha detto di voler ripristinare, affidandone la gestione alle Fiamme oro della Polizia di Stato. Non a caso, secondo quanto si è appreso, la premier sarà accompagnata nella sua visita dal ministro dello Sport e i giovani Andrea Abodi e dal responsabile del Viminale Matteo Piantedosi. Alla rinascita del ‘Delphinia’ viene dato un alto valore, anche simbolico, e pure la Regione è pronta a ristrutturare e gestire gli impianti: è quanto emerso da una riunione svoltasi tra il governatore Vincenzo De Luca, don Patriciello, dirigenti scolastici, psicologi e gli amministratori di Caivano, nella quale si è parlato innanzitutto di sicurezza (De Luca ha ieri proposto “un anno d’assedio militare”), ma anche di scuola, lavoro, riqualificazione urbana, servizi sociali.

Alle 19, secondo l’agenda resa nota da Palazzo Chigi, la premier sarà poi ad Atene, per una cena di lavoro con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, al Palazzo Maximos.

Elly Schlein denuncia l’intimidazione delle vittime di violenza sessuale: un problema culturale da affrontare

“La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, solleva un importante dibattito sulla cultura dell’intimidazione delle vittime di violenza sessuale in Italia. Schlein sostiene che sia necessario combattere questo problema culturale diffuso che mina la credibilità e il sostegno alle donne che denunciano abusi sessuali.”

Sottotitolo: “Schlein critica il silenzio dei leader politici e sollecita un cambio di atteggiamento verso le vittime di violenza sessuale.”

Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha sollevato un importante dibattito riguardo all’intimidazione delle vittime di violenza sessuale in Italia. Secondo Schlein, la cultura dell’intimidazione che mette in discussione la credibilità delle donne che denunciano abusi sessuali è un problema grave e diffuso che richiede un’azione urgente.

Schlein critica il silenzio dei leader politici: Uno dei punti sollevati da Schlein riguarda il silenzio dei leader politici di fronte a queste situazioni. In particolare, Schlein si chiede perché Giorgia Meloni, leader di un partito politico, non prenda posizione e non si assuma le sue responsabilità su questo tema così delicato. Secondo Schlein, il silenzio dei leader politici perpetua la cultura dell’intimidazione e mina la fiducia delle vittime nel sistema di giustizia.

La vittimizzazione secondaria e la cultura maschilista: Schlein sottolinea che l’intimidazione delle vittime di violenza sessuale riflette una cultura maschilista in cui gli uomini sono automaticamente considerati giusti e le donne che denunciano violenza sessuale sono sottoposte a una vittimizzazione secondaria. La segretaria del Partito Democratico afferma che questo atteggiamento contribuisce a creare un clima di paura e dubbio che impedisce alle vittime di denunciare gli abusi subiti.

La necessità di un cambiamento culturale: Secondo Schlein, è necessario affrontare questo problema culturale diffuso in modo deciso. La lotta contro l’intimidazione delle vittime di violenza sessuale richiede un cambiamento di atteggiamento e una maggiore sensibilizzazione da parte della società nel suo complesso. Schlein sostiene che le vittime devono essere sostenute, ascoltate e credute, indipendentemente dal tempo trascorso tra l’abuso e la denuncia o da altri fattori che spesso vengono strumentalizzati per mettere in dubbio la loro testimonianza.

Il dibattito sollevato da Elly Schlein sulla cultura dell’intimidazione delle vittime di violenza sessuale rappresenta un’opportunità importante per riflettere sul modo in cui la società italiana affronta questo grave problema. È necessario un cambiamento culturale che sostenga e protegga le vittime, garantendo loro fiducia e giustizia. L’impegno dei leader politici e della società nel suo complesso è fondamentale per creare un ambiente in cui le vittime di violenza sessuale si sentano sicure nel denunciare e siano ascoltate con rispetto e credibilità. Solo attraverso un approccio collettivo sarà possibile porre fine all’intimidazione delle vittime e costruire una società più equa e giusta per tutti.

 

Polemiche al Maxxi: Il ministro della Cultura prende le distanze dalle dichiarazioni di Sgarbi

Sessismo e turpiloquio sono sempre inammissibili, soprattutto in un luogo di cultura e da parte di chi rappresenta le istituzioni. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, prende nettamente le distanze dalle dichiarazioni del sottosegretario Vittorio Sgarbi alla serata al Maxxi di Roma, che hanno generato polemiche. Il ministro ha inviato una lettera al presidente del Maxxi, Alessandro Giuli, per chiedere spiegazioni sugli eventi accaduti il 22 giugno scorso.

Sgarbi replica dicendo che al Maxxi si trattava solo di uno spettacolo e aggiunge che se si vuole censurare, allora bisogna censurare anche Mozart, Lorenzo Da Ponte, Lucio Battisti, Franco Califano e le loro opere che contengono riferimenti sessuali e altro. Tuttavia, le opposizioni non sono d’accordo e affermano che le parole del ministro Sangiuliano non sono sufficienti. Chiara Braga, capogruppo del Partito Democratico alla Camera, chiede provvedimenti e ritiene che anche Giorgia Meloni non possa restare indifferente. Il Movimento 5 Stelle chiede le dimissioni di Sgarbi, affermando che Sangiuliano dovrebbe trarre conseguenze dalle sue parole. Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi Sinistra, dichiara di aver dato mandato di citare in giudizio Sgarbi.

L’unico a chiedere pubblicamente scusa è il presidente della fondazione Maxxi, Alessandro Giuli, che si dice rammaricato e chiede scusa alle dipendenti e ai dipendenti del Maxxi, con i quali ha condiviso questo disagio. Amedeo Laboccetta, presidente di Polo Sud, afferma che Sgarbi è un amico, ma un uomo di governo non può esprimersi con un linguaggio da osteria. La sua esibizione al Maxxi è stata una pericolosa caduta di stile che offre un assist inaspettato agli avversari del governo.

Nel frattempo, durante la festa dei giovani di Fratelli d’Italia, denominata Fenix, Sangiuliano annuncia che in autunno verrà organizzata una grande mostra per celebrare il cinquantesimo anniversario della scomparsa di J.R.R. Tolkien, autore de “Il Signore degli Anelli”. Il ministro si dichiara soddisfatto dei dati relativi alla prima domenica di luglio, durante la quale l’ingresso ai musei era gratuito, affermando che il numero di visitatori è in costante aumento.

Giorgia Meloni presenta la posizione italiana sui temi europei al Consiglio europeo di Bruxelles

Il testo riguarda l’intervento della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, davanti alle Camere per illustrare la posizione del governo italiano sui temi europei. La relazione copre diverse questioni, tra cui l’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea, la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), la questione migratoria e il conflitto in Ucraina. Meloni critica l’innalzamento dei tassi di interesse, definendolo una scelta sbagliata che potrebbe danneggiare le economie. Sulla ratifica del Mes, chiede di evitare polemiche interne e di affrontare la questione della governance europea nel suo complesso. Riguardo alla questione migratoria, sostiene una riforma radicale delle regole di Dublino e propone che le risorse siano utilizzate per difendere i confini esterni. Infine, esprime il sostegno dell’Italia all’Ucraina e sottolinea l’importanza di difendere il diritto internazionale. Riguardo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), respinge le accuse di ritardi nella sua realizzazione e critica il Commissario agli affari economici, Paolo Gentiloni, per aver sollecitato una maggiore velocità senza aver vigilato attentamente in passato.