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Pallavolo: 3-1 a Monza, Perugia è campione d’Italia

Il Sir Susa Vim Perugia è campione d’Italia di pallavolo uomini per la seconda volta nella sua storia. La squadra umbra ha infatti vinto per 3-1 (19-25, 25-23, 27-25, 25-20) sul campo del Mint Vero Volley Monza in gara-4 della finali scudetto, aggiudicandosi la serie per 3-1 e conquistando quindi lo scudetto. Perugia completa così il proprio poker stagionale: Scudetto, Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Mondiale per Club. Per coach Angelo Lorenzetti è il secondo titolo consecutivo dopo quello dell’anno scorso alla guida dell’Itas Trentino, e il quarto in carriera in tre società differenti. Il match winner di oggi è stato lo schiacciatore Wilfredo Leon, fuoriclasse polacco ex cubano, autore di 25 punti.

A Napoli super Svilar e Abraham salvano la Roma

Un super Svilar e un ritrovato Abraham salvano la Roma al ‘Maradona’. Finisce 2-2 una partita in cui la squadra di Calzona, riapparsa concentrata e aggressiva dopo i due giorni di ritiro, mette a dura prova la difesa dei giallorossi che trovano nel loro portiere un baluardo pressoché insormontabile. Svilar tiene in piedi la sua squadra per tutto il primo tempo, che si conclude a reti inviolate nonostante il dominio netto che il Napoli esercita sul campo e le numerose occasioni da gol che gli azzurri creano ma non riescono a trasformare. Il pareggio serve a mantenere la Roma alla stessa distanza dalla Roma e allontana ancor di più il Napoli dalla zona che vale l’Europa. Gli azzurri ritrovano se stessi e sul piano dell’impegno e dell’agonismo la squadra di Calzona, dopo tanto penare, sembra essersi finalmente tornata ai livelli della passata stagione. La Roma soffre sempre lo spirito di iniziativa dei padroni di casa. Grazie anche all’appoggio convinto dei centrocampisti, la difesa del Napoli non offre mai occasioni ai giallorossi e Dybala, Azmoun e El Shaarawy non riescono mai a entrare nel vivo della gara. Nel primo tempo gli azzurri vanno vicini al gol in più di una circostanza e soprattutto nell’ultimo quarto d’ora assediano la Roma nella propria area di rigore, senza consentire mai alla squadra di De Rossi di mettere la testa al di là della linea di metà campo. Tuttavia nessuno, da Osimhen ad Anguissa, da Di Lorenzo a Kvaratskelia, riesce a concretizzare le tante occasioni per passare in vantaggio che la squadra riesce a costruire. L’andamento della partita non cambia nella ripresa. E’ il Napoli a creare tanto e la Roma cerca di contenere le offensive degli azzurri con manovre articolate a centrocampo che hanno più lo scopo di raffreddare le iniziative avversarie che non di procurare pericoli per la difesa degli azzurri. Al 14′, però, la partita si sblocca. Ed è proprio la Roma a passare in vantaggio, grazie a un calcio di rigore trasformato da Dybala, che è anche il primo tiro della partita dei giallorossi nello specchio della porta. Juan Jesus nel maldestro tentativo di Anticipare Azmoun gli tocca una gamba e Sozza decreta il calcio di rigore, confermato dal Var. Il Napoli reagisce a dopo 4′ trova il gol del pareggio. Ci vuole la deviazione di Kristensen su un tiro dalla media distanza di Olivera, incuneatosi centralmente in area di rigore, per battere l’insuperabile Svilar. La palla si impenna in maniera innaturale e scavalca il portiere giallorosso. Il Napoli continua a imperversare nella metà campo avversaria alla ricerca del gol del vantaggio. Le occasioni per gli azzurri arrivano a ripetizione mentre la Roma costruisce una sola buona opportunità con un tiro di Pellegrini deviato da Meret. Al 38′ gli azzurri trovano il gol del vantaggio con un rigore trasformato da Osimhen. E’ Kvaratskhelia a procurarselo con una caparbia azione sulla riga dell’area. Sanches gli tocca una gamba. Sozza prima fa continuare ma viene poi richiamato al video dal Var e concede il rigore. Per gli azzurri l’impresa sembra compiuta ma al 44′ su calcio dalla bandierina Ndicka colpisce di testa e Abraham devia il pallone in rete. Il guardalinee alza la bandierina ma il controllo del Var dimostra che il tacco di una scarpetta di Di Lorenzo teneva in gioco l’attaccante inglese della Roma. Finisce con l’ennesima delusione per i tifosi del ‘Maradona’ che durante l’intero arco della partita avevano fatto partire cori di contestazione nei confronti della società e del presidente De Laurentiis ma che questa volta, però, non possono contestare i giocatori, autori di una prestazione eccellente. La vittoria svanita è solo l’ennesima conferma di una stagione nata male e che si avvia a finire perfino peggio di come era cominciata.

Calzona: “Responsabilità mia, inconcepibili questi avvii”

“La responsabilità è mia. Ci siamo consegnati nelle mani dell’Empoli che sapevano esse assatanato”. Così il tecnico del Napoli Francesco Calzona, dopo la sconfitta contro l’Empoli. “È la testa che non funziona – aggiunge -. I test che facciamo settimanalmente parlano di una squadra che sta bene. Questa squadra si porta dietro scorie di un’annata balorda. Io sto provando anche con mezzi duri a scuoterla. Pensavo di poter fare di più. Adesso dobbiamo lavorare. Starò addosso ai giocatori. Siamo in debito con una città intera. E con la società perché il club ci paga. Bisogna essere uomini e professionisti. E non possiamo terminare il campionato così”. Per Calzona “non ha funzionato l’approccio alla partita che è stato feroce fa parte dell’Empoli, noi siamo entrati molli in campo, non abbiamo affondato, siamo stati timidi, è inconcepibile”. Sulla possibilità di raggiungere la Champions per l’allenatore del Napoli “se le perdiamo è difficile pensare di arrivare a questo traguardo, dobbiamo cercare di onorare la maglia, dare di più, entrare in partita prima. C’è un dato sconcertante: siamo la squadra che ha segnato di meno nei primi 15 minuti, non abbiamo mai un approccio come si deve, l’Empoli lo ha avuto ed ha vinto la partita. Siamo anche troppo leziosi, nel primo tempo pure col possesso di palla lo siamo stati, questa mancanza di rabbia nel riconquistare palla ce la portiamo dietro da quando sono arrivato io, la colpa è la mia, non sono riuscito a comunicargli il concetto importante della riconquista della palla. Nel secondo tempo non abbiamo mai tirato in porta, siamo leggibili, è un peccato perchè la squadra ha qualità. La colpa è mia. Le vicissitudini del Napoli di quest’anno sono note, non pensavo di trovare una situazione così, giocando ogni tre giorni qualche magagna l’abbiamo nascosta, però questa squadra deve fare di più”. Calzona si rivolge anche ai tifosi: “Chiedo scusa ai tifosi del Napoli, a quelli che ci seguono in trasferta e fanno sacrifici per sostenerci, domenica avevamo 51mila tifosi allo stadio, la contestazione ci sta tutta e la dobbiamo accettare. I tifosi del Napoli fanno contestazioni equilibrate e posso solo ringraziarli e chiedere scusa per questo finale di stagione non bello”.

Calcio a 5: Benevento conquista la promozione in Serie A

Storica promozione per il Benevento 5: con la vittoria per 6-2 sul Città di Melilli terzo in classifica, conquista al PalaTedeschi la promozione nella Serie A del calcio a 5 con una giornata di anticipo. Pienissimo il palazzetto di via Rivellini, colorato interamente di giallorosso per l’occasione. Tante le istituzioni presenti, così come ha assistito all’attesissimo match anche la squadra del Benevento calcio, con l’allenatore Gaetano Auteri e la dirigenza. Alla sirena è esplosa la festa con cori e foto. Il Benevento 5 passa subito in vantaggio con Milucci e chiude la prima frazione sul 3-0 (Lolo Suazo, De Crescenzo). Anche la ripresa è vincente: vanno a segno Arvonio e ancora De Crescenzo, mentre Imparato sigla la rete del 6-1. Nel mezzo il gol ospite firmato Ique, che timbra nel finale la doppietta per il definitivo 6-2. Con questa vittoria i giallorossi di mister Centonze mantengono la distanza di 5 punti dal Manfredonia, vittorioso in Molise, e prossimo avversario nell’ultima giornata di regular season.

Boxe: sfuma sogno di Chiancone del titolo WBC Mediterraneo Medi

Sfuma il sogno di Luca Chiancone di vincere il titolo WBC Mediterraneo Medi: ieri sera all’ Allianz Cloud di Milano è stato sconfitto da Dario Spartan Morello, pugile “attendista”, al termine di un match non spettacolare disputato sullo stile più che sullo scontro di guantoni. Spartan ha fatto un incontro scaltro tenendo a distanza il pugile triestino che non è riuscito a colpire. Verdetto unanime ai punti 96 a 94. Morello, già campione internazionale e italiano, era alla prima difesa del titolo conquistato a dicembre battendo Joshua Nmomah. “E’ la prima volta, capita a tutti. Sono un attaccante, con un pugile che non accetta il rischio devo espormi e stare ai suoi tempi – ha commentato Chiancone – Ho provato a scambiare al centro del ring, ma dopo i primi tre round ha barcollato, ha sentito, e da allora non si è fatto più trovare”. Chiancone, che ha annunciato prenderà una pausa di riposo, per competere ieri ha dovuto lasciare il titolo italiano, che aveva conquistato il 14 aprile 2023 e difeso l’ultima volta il 1 dicembre, per la seconda volta contro il duro Yassin Hermi. Proprio Hermi ieri nella stessa riunione ha battuto per ko alla seconda ripresa Michel Mora, nicaraguense. Per la prima volta al suo angolo, Herni aveva l’ex campione mondiale massimi leggeri WBC Giacobbe Fragomeni. La riunione è stata promossa da Art of Fightnig. Negli altri incontri, per il titolo Wbc del Mediterraneo Massimi leggeri, Jonathan Kogasso, 28 anni, ivoriano, ha battuto Goran Babic (Swe) ko alla prima ripresa. Per i pesi piuma, Alessio Lorusso ha battuto ai punti Kevin Trana (Nic). Infine, per i pesi superpiuma, Francesco “Papachenko” Paparo ha sconfitto ai punti Jacopo “Jack” Lusci. (foto dal sito di federazione pugilistica italiana)

Calzona: “I fischi? Zitti e portarseli a casa”

“Se arrivano i fischi devi prenderli e tornare zitti a casa, in silenzio. Non abbiamo niente da dire al pubblico, erano in 50 mila, venuti allo stadio peraltro in un orario non comodo”. Francesco Calzona accetta la mancata vittoria con il Frosinone, risultato che avrebbe potuto rilanciare il Napoli nella corsa per la qualificazione a una competizione europea del prossimo anno e accetta anche la durissima contestazione finale dei tifosi. “Sono molto deluso – dice – perché pensavo di vincere e se ne vinci due di seguito crescono entusiasmo e autostima. Non è possibile ogni volta dover fare 3-4 gol per vincere una partita. Dobbiamo cercare di essere più solidi. Il problema è che in fase di non possesso rischiamo sempre e non c’è mai la sensazione che stiamo gestendo la partita. Non riusciamo a fare squadra. Quando abbiamo la percezione del pericolo invece di correre rincorriamo. L’anno scorso riconquistavamo palla velocemente. In questo senso dobbiamo migliorare ancora”. Nonostante che il distacco dalle squadre che precedono il Napoli in classifica sia molto ampio ad appena sei giornate dalla conclusione del torneo, l’allenatore degli azzurri non ritiene del tutto chiuso il discorso qualificazione. “Ci credo ancora nell’Europa. So – spiega Calzona – che non siamo molto solidi e che dobbiamo migliorare. Abbiamo lavorato tanto ma continuiamo a prendere gol”. “Il Frosinone – dice Calzona analizzando la partita – è una squadra giovane con più benzina di noi. Dopo il gol fatto, ho chiesto di non perdere il possesso palla, di sbagliare poco. Ma questo non è successo ed è davvero inaccettabile come sono arrivati in area di rigore. Abbiamo giocato tantissimo e non abbiamo una condizione fisica ottimale. La squadra non sarà al cento per cento ma si può rimediare con una densità ordinata”. “Bisogna sempre avere un obiettivo da raggiungere e degli stimoli. Se non troviamo solidità – aggiunge l’allenatore – avremo difficoltà anche in futuro. La percezione di essere padroni del campo non l’ho mai avuta. Dobbiamo noi a trascinare i tifosi, dobbiamo portare noi 50 mila tifosi ad essere l’uomo in più. E’ inutile nascondersi dietro un dito. Mi aspettavo di vincere la partita. Questa battuta d’arresto un po’ incide sul mio morale e su quello della squadra. Tuttavia anche se posso essere dispiaciuto – conclude Calzona – devo pensare a tirare fuori la squadra da questa situazione”. “Il rigore sbagliato avrebbe potuto tagliarci le gambe – dice Eusebio di Francesco – ma nel finale avremmo anche potuto vincerla. Comunque il pari nel complesso ci sta come risultato giusto. Siamo ancora padroni del nostro destino. Stiamo raccogliendo qualcosina in più. La vittoria sudatissima non vuole arrivare, ma i ragazzi meritano di più di quello che stanno ottenendo”. “Quando siamo stati più alti – spiega il tecnico del Frosinone – la squadra mi è piaciuta tantissimo. Su Meret siamo andati in pressing. Avevo visto la partita del Napoli con l’Atalanta. Spesso ho giocato col 4-3-3, ma con gli stessi principi” “Conosco la qualità del Napoli. Sia in coppa che in campionato – conclude Di Francesco – abbiamo rischiato di prendere gol ma anche di farli. Mi piace proporre calcio, sapendo incassare. Prenderle solo non mi garba”.

Calcio: Napoli solo pari, il ‘Maradona’ contesta

Sotto lo sguardo di Luciano Spalletti che torna per la prima volta ad assistere a una partita al ‘Maradona’ dopo la vittoria dello scudetto e si commuove per la splendida accoglienza dei tifosi, il Napoli frena ancora e bruscamente la rincorsa verso la conquista di un posto in Europa. La squadra di Calzona pareggia con il Frosinone che nel mese di dicembre l’aveva umiliato, sullo stasso campo, eliminandolo dalla Coppa Italia con un pesantissimo 4-0. Finisce 2-2 e gli azzurri – fischiati e contestati dai tifosi – che mostrano solo in rari momenti un’intensità di gioco e un’ispirazione nelle trame offensive che ricorda da vicino i momenti di esaltazione collettiva vissuti proprio nell’era-Spalletti e di cui si era rivisto qualche spunto nel secondo tempo della partita vinta la settimana scorsa a Monza. Nel Frosinone, che conquista un punto prezioso nella rincorsa salvezza, brilla con una doppietta Cheddira, attaccante di proprietà del Napoli, rilevato la scorsa estate dal Bari e trasferito dalla società di De Laurentiis in prestito alla squadra di Di Francesco. Calzona deve fare a meno di Juan Jesus e Olivera, infortunati e schiera Ostigard come difensore centrale al fianco di Rrahmani. Di Francesco che ha disperatamente bisogno di far punti per avvicinare la zona salvezza, preferisce a una condotta rinunciataria un gioco propositivo e creativo, anche per sfruttare le qualità tecniche di alcuni suoi uomini, primi fra tutti Barrenechea e Soulè. Il tecnico del Frosinone è evidentemente a conoscenza della debolezza cronica della difesa napoletana e cerca di ottenere il massimo da questa situazione di potenziale vantaggio. Il Napoli va in vantaggio al 16′ del primo tempo con una azione personale di Politano che entra in area di rigore da destra e con un tiro ad effetto manda il pallone in rete dalla parte opposta. In precedenza Osimhen aveva fallito due clamorose occasioni, facendosi parare un tiro da breve distanza da Turati e concludendo sul fondo trovandosi a tu per tu con il portiere. Prima che fosse il turno di Zielinski e fallire il gol in altre due circostanze, è Meret a salvare la sua squadra bloccando un calcio di rigore tirato da Soulè al 29′, provocato da una spinta in area di Rrahmani a Cheddira. Nei primssimi minuti della ripresa Turati nega per altre due volte il gol al Napoli opponendosi alle conclusioni di Osimhen e Di Lorenzo. Subito dopo, al 4′ arriva il gol del pareggio dei laziali a causa di un clamoroso errore di Meret che ritarda il rilancio facendosi aggredire da Soulè. Sulla deviazione si avventa Cheddira che insacca con un rasoterra. Il Napoli sbanda per qualche minuto e lascia campo agli avversari, ma la partita cambia ancora al 17′ quando su azione da calcio d’angolo Kvaratskelia calcia debolmente verso la porta. Osimhen, tenuto in campo da Valeri si trova davanti al portiere e la sua deviazione risulta decisiva. Il Frosinone reagisce ancora e al 28′ trova il gol del pareggio. Zortea si libera sulla destra e piazza al centro il pallone che Cheddira il quale devia di testa in rete. Al 38′ è ancora Meret protagonista. Il portiere devia il pallone su una conclusione ravvicinata di Seck e salva la sua porta. Nel finale Calzona manda in campo anche Simeone ma il gioco del Napoli è confusionario e il risultato non cambia. Finisce con la contestazione del pubblico. I 50 mila tifosi del ‘Maradona’ fischiano la squadra e contestano la società e il presidente De Laurentiis.

Juve Stabia in serie B, è festa a Castellammare

La Juve Stabia torna matematicamente in serie B, dopo il pareggio (0-0) in casa del Benevento, e a Castellammare di Stabia ci sono stati i festeggiamenti per un ritorno aspettato quattro anni. Al 99′, dopo un recupero infinito, è esplosa la gioia dei circa 500 ultrà della Juve Stabia assiepati davanti allo stadio Romeo Menti di Castellammare, dove era stato allestito un maxi-schermo.

Fumogeni, mortaretti e fuochi d’artificio hanno illuminato il quartiere San Marco, mentre si è alzato il coro “e l’anno prossimo giochiamo in serie B”. E’ stata una gran festa, che ha accomunato tutti nel sostegno per le Vespe del tecnico Guido Pagliuca nel match contro il Benevento che ha tenuto con il fiato sospeso la città, svuotata nelle strade del centro e animata solo davanti agli schermi allestiti in diverse strade. Il più grande, proprio all’esterno dello stadio Menti, dove i tifosi hanno aspettato il ritorno della squadra gialloblù. E i festeggiamenti sono andati avanti tutta la notte.

Calzona: ora la Champions è davvero lontana

“La Champions è lontana, la matematica non ci condanna ma siamo onesti. Ora è davvero lontana”. Così il tecnjco del Napoli Francesco Calzona analizza il flop del Napoli, sconfitto 3-0 al Maradona dall’Atalanta, e che sembra ormai dire addio alla rincorsa alla prossima Champions League. Calzona cerca però di tenere sveglia la squadra per il resto del campionato: “Per il resto – ha detto – siamo ancora in gioco ma bisogna vincere ed essere solidi e ordinati, cosa che facciamo per poco tempo. Il resto dell’Europa è ancora raggiungibile ma dobbiamo trovare il morale che serve, altrimenti se vedo che non tiriamo fuori l’orgoglio si mancherebbe di rispetto a questa città, da parte mia e dei ragazzi. Io penso che la squadra abbia orgoglio, dobbiamo fare di più per finire questa stagione in modo dignitoso e per raggiungere obiettivi parziali, altrimenti sarà fallimento”. Calzona sottolinea che “i tifosi finora non ci avevano contestato ma oggi dobbiamo sopportare la contestazione che è legittima. La vicenda Juan Jesus? Non ha condizionato la prestazione”. Per il tecnico neanche la sua assenza da Napoli per due partite della Slovacchia di cui è ct ha influito male sul Napoli: “Non dipende – ha detto – dalla mia assenza come ha giocato il Napoli. Allenare nazionale vuol dire farlo mentre sui club si lavora sul lato fisico non tattico, perché hai meno giocatori e lavori per tenere una condizione fisica accettabile. A noi ora manca solidità, siamo una squadra fragile senza palla, questo è il problema più grosso, non riusciamo a fare reparto, rincorriamo, non va bene assolutamente. Con l’Inter eravamo più solidi, oggi mi aspettavo solidità e non c’è stata”. Per il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini questa vittoria a Napoli “è il modo migliore – ha detto – per iniziare un ciclo di 9 partite in 28 giorni, in cui si decide la sorte di campionato, Coppa Italia ed Europa League. Oggi abbiamo avuto una grande infusione di fiducia per le prossime gare perché se giochi così sul campo dei campioni d’Italia vuol dire che siamo una squadra di valore assoluto. Ora abbiamo la consapevolezza di avere un gruppo molto omogeneo e che possiamo alternare bene i giocatori nelle diverse competizioni e ottenere risultati. Oggi abbiamo dimostrato di saper soffrire ma anche di sfruttare al meglio quando hai l’occasione di proporti. Le nostre sofferenze oggi sono finite con il terzo gol, perché sapevamo che partita poteva prendere anche direzioni diverse”. Per il tecnico del club bergamasco “il Napoli sta vivendo una stagione particolare, non è facile gestire l’anno dopo lo scudetto. Ho la sensazione che la squadra abbia un valore assoluto ma non entusiasmo. Le iniziative sul razzismo? Il razzismo è una brutta rogna, ma intorno c’è tanta ipocrisia, questo non mi piace. Spero che il calcio sia un veicolo per superarlo e non evidenziarlo”.

Napoli addio al sogno Champions, Atalanta domina e vince

Il responso del ‘Maradona’ nella sfida caratterizzata dalla speranza di agguantare la qualificazione alla Champions League del prossimo anno è tutto per l’Atalanta che vince in maniera netta per 3-0 e si lancia nella rincorsa alle posizioni di vertice della classifica. Il Napoli, nel giorno della vicinanza a Juan Jesus per il caso Acerbi e del no al razzismo con la squadra in ginocchio, dice definitivamente addio alle speranze di rientrare nella lotta per raggiungere l’Europa che conta e deve rimodulare le proprie ambizioni nella fase finale del campionato. Per lunghi tratti del primo tempo il Napoli sembra una squadra alla deriva, incapace di rendersi pericolosa e incapace di difendere con sicurezza la propria porta. L’Atalanta è concreta e cinica nello sfruttare le occasioni che si presentano grazie anche alla cronica debolezza della difesa azzurra che in più di una circostanza va in confusione e non è quasi mai in grado di gestire le mischie che, generate da rimpalli sfavorevoli, si creano davanti alla porta di Meret. Nel primo tempo la squadra di Calzona, che incassa la prima sconfitta in campionato da quando è alla guida degli azzurri, riesce a tirare in porta una sola volta al 28′ con Osimhen che si fa respingere la conclusione da Carnesecchi. L’Atalanta, invece, dopo aver colpito un palo al 2′ con Miranchuk, va in gol al 25′ con il russo che sfrutta una dormita generale della difesa azzurra e batte Meret. Il raddoppio per la squadra di Gasperini arriva al 44′ con Scamacca che conclude con un diagonale sfruttando un passaggio di Miranchuk. In entrambe le circostanze i giocatori del Napoli protestano con l’arbitro per le leggere spinte, nel primo caso su Rrahmani e nel secondo su Juan Jesus, che Pairetto considera ininfluenti. Nella ripresa il Napoli, grazie anche agli innesti di Ngonge, Zielinski, Lindstrom e Simeone, velocizza le proprie azioni. La partita viene caratterizzata da rapidi cambiamenti del fronte d’attacco. Gli azzurri al 9′ colpiscono due volte il palo nella stessa azione, prima con una conclusione di Zielinski e sulla ribattuta con un tocco di Osimhen deviato da Carnesecchi. In questa fase della gara diventano protagonisti i due portieri i quali con alcune parate decisive negano il gol agli avversari. In particolare la sfida tra Carnesecchi e Osimhen si risolve a favore del portiere atalantino che impedisce al nigeriano di realizzare il gol che potrebbe riaprire la partita. La fase finale della partita è caratterizzata da una serie di mischie nell’area di rigore dei nerazzurri ma il Napoli non riesce a trovare gli spazi giusti per concludere a rete. A tre minuti dalla fine è Koopmeiners che conclude con un diagonale vincente un contropiede che si sviluppa sulla fascia sinistra del terreno di gioco. Finisce con il pubblico del ‘Maradona’ che fischia sonoramente il Napoli e intona cori contro la Società e in particolare contro il presidente De Laurentiis. La delusione dei tifosi, dopo il campionato dei record dello scorso anno, è tanta e ormai non c’è più tempo per sperare in un cambio di rotta.