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La politica, tutte le notizie e le ultime news per rimanere costantemente aggiornati su questo tema che caratterizza la guida del nostro paese. I nostri giornalisti vi terranno sempre aggiornati nel modo più professionale possibile sui temi della politica.

Banche: la nona edizione del Salone dei pagamenti Abi

Quale impatto avranno le tendenze emergenti nel mercato globale, il complesso contesto macroeconomico e l’evoluzione della concorrenza sul futuro dei pagamenti? L’intelligenza artificiale e le altre innovazioni tecnologiche stanno rivoluzionando l’offerta e la modalità di fruizione dei servizi di pagamento, con quali opportunità e quali rischi? Qual è il contributo del mondo dei pagamenti a un modello di business sostenibile e all’inclusione digitale e finanziaria delle diverse generazioni? E infine, quali nuove prospettive discendono dalle novità regolamentari: dal recepimento del regolamento sui bonifici istantanei fino all’avvento dell’euro digitale? Dal 27 al 29 novembre, Istituzioni, banche, PA, operatori del settore, aziende tecnologiche, Fintech, startup e incubatori si confronteranno su questi e altri temi, dando vita a un ricco programma di incontri con oltre 400 relatori. È la nona edizione del Salone dei Pagamenti, promosso da ABI e organizzato da ABIEventi a Milano per raccontare – insieme a tutti i suoi protagonisti – presente e futuro del mercato dei pagamenti.

Lo scenario: il mercato dei pagamenti in Italia

Le operazioni pro-capite fatte nel 2023 in Italia con strumenti alternativi al contante sono cresciute del 13,4% rispetto all’anno precedente, confermando – anche se in misura più contenuta – la tendenza di crescita registrata negli ultimi anni.

Se guardiamo alle preferenze degli italiani rispetto ai singoli strumenti, le carte di pagamento fanno registrare la crescita più significativa per numero di operazioni con un incremento del 17%, seguite dai bonifici (+6%) e dalle disposizioni di incasso (+5%). In quest’ultimo segmento, la crescita è guidata dagli addebiti diretti che passano da 1.202 milioni a 1.277 milioni con un incremento del 6%. A fronte della crescita registrata da tutti gli strumenti di pagamento elettronici, le operazioni con assegni continuano a ridursi (70 milioni, -12%).

Il Salone: le aree tematiche della nona edizione

Anche quest’anno, ad aprire la tre giorni di lavori sarà il Presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che la mattina del 27 novembre parteciperà alla sessione plenaria. A seguire, il fitto calendario di incontri di questa nona edizione del Salone approfondirà: “I pagamenti nel futuro”, “Intelligenza Artificiale e non solo! La rivoluzione tech”, “I pagamenti motore della rivoluzione socio-economica sostenibile”, “Retailer phygital e omnicanale”, “Pagamenti B2B per aziende e professionisti” e “La moneta si fa digitale“.

Oltre alle consuete aree espositive, con gli stand dove toccare con mano le ultime soluzioni e gli strumenti più innovativi per effettuare un pagamento, torna anche l’Agorà del futuro, uno spazio per gli incontri dedicato a dieci “parole chiave” dell’innovazione.

Il Salone dei Pagamenti 2024 è realizzato con il patrocinio della Commissione Europea, dello European Payments Council, dell’Agenzia per l’Italia Digitale e del Comune di Milano, e con la partecipazione di ITA – Italian Trade Agency.

Il programma completo e tutte le informazioni utili sull’evento sono disponibili sul sitowww.salonedeipagamenti.com

L’ultimo centro in Campania: Renzi pesca nell’hinterland e blinda il terzo mandato

La battaglia fra Elly Schlein ed Enzo De Luca continua senza sosta. Dopo aver votato il recepimento della legge nazionale che sostanzialmente offre la possibilita al’ex sindaco salernitano di ricandidarsi per un terzo mandato il Pd nazionale non arretra di un millimetro. O meglio. Se tanto ci dà tanto la segretaria dem dovrebbe essere al lavoro per garantire alla Campania l’anti De Luca. Nelle ultime settimane sono emersi profili in salsa grillina legati a Roberto Fico o Sergio Costa. Nomi che non scaldano la base e che obbligherebbero il Pd campano a sostenere nuovamente il governatore uscente in barba ai diktat imposti dai vertici romani. Ma tant’è. Del resto come abbiamo avuto modo di spiegare nei giorni scorsi Elly Schlein ha sottolineato che la contrarietà nel merito è su De Luca, non sul recepimento della legge nazionale. In parole povere il Pd regionale non si è schierato contro gli organismi romani in quanto dal voto in consiglio regionale non è emerso alcun sostegno a De Luca. Non c’è traccia di alcun documento politico ufficiale ma solo la possibilità, dopo 10 anni di governo regionale, di non buttare all’aria il lavoro svolto dal centrosinistra così come sommessamente rimarcato dal capogruppo Mario Casillo.

Ma andiamo avanti. Nel frattempo al di là di come andrà le forze politiche sono al lavoro per la prossima tornata elettorale. Partiamo dal partito che prima di tutti ha ufficializzato il gradimento per il terzo mandato (e per la ricandidatura di De Luca), ovvero Italia Viva. A scanso di equivoci tutti ricorderanno l’arrivo di Renzi a Napoli poco più di un mese fa al fianco dello stesso De Luca nel tentativo di indirizzare la scelta del Pd sulla Campania. Ch vuol capire, capisca. Ora procediamo con ordine. Chi candiderà Italia Viva? Partiamo da Napoli e provincia. Appare scontata la ricandidatura del consigliere uscente Francesco Iovino che punta alla riconferma nel parlamentino regionale anche se resta da capire qual è stato il lavoro svolto sui territori in questi 5 anni. Chi vivrà vedrà. La grande novità invece arriva dalla candidatura di Armando Cesaro. L’ex consigliere regionale di Forza Italia e figlio dell’ex presidente della provincia Luigi Cesaro è in pole dopo aver lasciato gli azzurri qualche anno fa. All’inizio di quest’anno Renzi lo nominò Responsabile degli Enti Locali a conferma dello strettissimo rapporto fra lo stesso Cesaro e l’ex premier fiorentino. La sensazione è che il senatore di Rignano dell’Arno gli abbia consegnato le chiavi del partito. In quota rosa dovrebbe essere della partita Annamaria Maisto, consigliera comunale a Napoli e moglie di Gabriele Mundo, quest’ultimo candidato in Italia Viva alle ultime elezioni regionali riscuotendo poco più di 9mila voti. In rampa di lancio c’è il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto, storico fedelissimo di Matteo Renzi nonché VicePresidente nazionale ANCI che da tempo lavora alla candidatura al consiglio regionale. Inoltre in corsa per un posto in lista c’è Domenico Russo, figlio dell’ex sindaco dem di Sant’Antimo Aurelio Russo nonché anche lui candidato a sindaco alle ultime Amministrative in città poi vinte dall’attuale primo cittadino Massimo Buonanno. Russo è vicino alle posizioni dell’Assessore all’Agricoltura Nicola Caputo (anche lui in odore di candidatura ma in provincia di Caserta) ed è stato già candidato alle scorse regionali con IV ottenendo poco più di 1800 preferenze.

Il concetto è chiaro. Italia Viva punta a riconfermare il 7% ottenuto nel 2020 a sostengo di De Luca attraverso candidature radicate sui territori e che abbiano dimostrato un consenso nel tempo al netto delle cariche occupate. Resta da capire se la collocazione in chiave De Luca resterà tale anche in caso di candidatura anti Pd del governatore salernitano. Tuttavia il disegno renziano procede in una direzione precisa: radunare attorno a De Luca (e Cesaro) amministratori e soggetti elettorali senza “casa politica” e che guardano al centro. Tutt’al più va ricordato che il centrosinistra campano alle Europee ha incassato il 60% delle preferenze. Una sfida rafforzata dai numeri ma non dalla volontà di Elly Schlein che vuole buttare all’aria i famosi “cacicchi”. Ma senza “cacicchi” il Pd quanti voti prende?  Più chiaro di così si muore.

Banche: ABI, arriva l’iniziativa di educazione finanziaria “Parole di sostenibilità”

La finanza sostenibile in un podcast. Arrivano i nuovi approfondimenti di ABI “Parole di sostenibilità”, sette brevi puntate online da ascoltare, ma anche da leggere grazie a una versione testuale dei contenuti, per supportare i cittadini nella comprensione dei temi legati al mondo bancario e del risparmio e allo sviluppo sostenibile.

L’iniziativa, arrivata quest’anno alla terza edizione, è stata presentata oggi in occasione del webinar “L’economia è di tutti e per tutti! Percorsi e strumenti di educazione finanziaria e di accesso ai servizi” promosso da ABI in coordinamento con la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF), con al centro il tema della sostenibilità sociale per lo sviluppo. È questo il primo di una serie di appuntamenti promossi da ABI nell’ambito nel Mese dell’educazione finanziaria per promuovere confronto tra settore bancario, istituzioni, mondo della scuola, operatori del terzo settore, associazioni dei consumatori e rappresentanze di cittadini, che avrà momento di maggior rilievo nell’incontro del 19 novembre nell’ambito della seconda edizione del Salone EDUFIN, realizzato da Campus e Class Editori, con la partecipazione del Presidente di ABI, Antonio Patuelli.

Il podcast

Il podcast “Parole di sostenibilità” è tra le proposte promosse nel corso del mese di novembre su tutto il territorio nazionale dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. Realizzato dall’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, con il supporto del Centro del Libro parlato dell’UICI, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS-APS, questo nuovo strumento è in collaborazione con le Associazioni dei consumatori ACU, Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del Consumatore, Centro Tutela Consumatori Utenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, U.Di.Con, Unione Nazionale Consumatori.

 

I nuovi termini da conoscere per muoversi nel mondo della sostenibilità, raccontati in modo semplice e immediato, sono: Tassonomia verde, D&I – Diversità e Inclusione, Parità di genere, Violenza economica, Valore condiviso,Codice etico e carta dei valori, Previdenza complementare. L’iniziativa mette al centro il cittadino e la sua capacità di svolgere un ruolo significativo nello sviluppo di pratiche sostenibili, sempre più rispettose dell’ambiente, delle persone e del contesto in cui esse vivono. Gli episodi audio sono tutti disponibili sul sito dell’ABI www.abi.it. Dallo stesso link (www.abi.it/mercati/responsabilita-sociale-dimpresa/parole-di-sostenibilita/) è possibile scaricare anche una brochure pieghevole con la versione testuale dei contenuti, per una loro più ampia accessibilità. La serie può inoltre essere ascoltata su piattaforma di podcast alla seguente pagina dedicata www.spreaker.com/show/parole-di-sostenibilita.

Bere o affogare: l’ultimo bivio del Pd per sopravvivere allo tsunami Schlein

Il Pd al bivio. Un bivio neanche troppo inaspettato per chi conosce la storia del Pd campano, e soprattutto napoletano, degli ultimi 10 anni. Ma partiamo dai fatti. Ieri pomeriggio è arrivato l’ultimatum di Elly Schlein attraverso una videocall coi consiglieri regionali democrat. L’altolà è ben servito. Il voto sul recepimento della legge nazionale che nei fatti spalanca le porte al terzo mandato è in netto contrasto con la linea del partito nazionale. O meglio. Anche le pietre sanno che la segretaria dem ha chiuso a qualsiasi probabilità di una terza ricandidatura di Enzo De Luca alla guida della Regione Campania. E  quindi sa che votata la manovra si ritrova a dover “gestire” un candidato senza il gradimento degli organi dirigenti nazionali. In altre parole non è in discussione il recepimento della legge nazionale ma la ricandidatura di De Luca. Che può avvenire, lo ricordiamo per l’ennesima volta, solo grazie agli effetti del “lodo Zaia”.

Tuttavia il Pd partenopeo sapeva e sa benissimo di trovarsi in una posizione di assoluto imbarazzo. Ma stavolta non può più nascondersi nel silenzio perenne. Del resto basta dare un’occhiata all’assenza di qualsiasi tentativo politico di ampio respiro che si allineasse al diktat in salsa Schlein. Niente di niente. Pure perché il tentativo di introdurre la soglia di sbarramento al 3% produce un ragionamento tanto semplice quanto scontato: le cosiddette “liste fai da te” tanto criticate che sarebbero vicine al governatore obbliga De Luca  a formare liste più competitive a suo sostegno anche a costo di candidare i suoi fedelissimi in partiti più strutturati. Qualcuno ci spieghi per favore dov’è l’ostacolo. Volete vedere che un politico di lungo corso e che governa in totale solitudine (altra verità che il Pd non vuole ingoiare) da 10 anni e che controlla pure le mosche che entrano in ufficio non sia capace di preparare liste elettoralmente strutturate? Onestamente ci appare una possibilità molto remota. Anzi ci viene da ridere. Ma andiamo avanti. La storia prima o poi porta il conto. Il Pd si trova dinanzi al bivio non più rinviabile. Da un lato il gruppo consiliare guidato dal capogruppo Mario Casillo nutre tutta la volontà di sostenere di nuovo l’ex sindaco di Salerno.

Soprattutto in un contesto in cui il 99% delle battaglie politiche è rappresentato dal vulcanico governatore garantendo la “tranquillità” dei consiglieri dem che non hanno bisogno di contraddistinguersi per iniziative politiche legate a rafforzare l’azione di governo. Insomma, ci siamo capiti bene. Per fare un esempio pratico, il dibattito pubblico sulla Campania porta un nome e un cognome: Vincenzo De Luca. Condivisibile o meno ma il governatore campano sta orientando l’attenzione di tutta Italia obbligando l’opinione pubblica a discutere sul terzo mandato, sui fondi Fsc, sull’autonomia differenziata e altri temi che senza di lui difficilmente vedrebbero la luce. Ma dall’altra parte il Pd nazionale è stato chiaro. In parole povere chi sta con De Luca è fuori dal partito. Provate a immaginare per un minuto Casillo, Fiola, Raia e Manfredi espulsi dal Pd. I mister preferenze di Napoli e provincia si ritroverebbero senza partito. Una roba che per tanti motivi non sta in piedi e che non conviene a nessuno. Soprattutto agli esponenti citati poco fa. Ma arriviamo al sodo. Come si è arrivati a questa situazione? Molto semplice. La classe dirigente napoletana non esiste più. La famosa “napolicrazia” è stata sostiuita a sinistra dai signori delle preferenze, dai capetti dei territori che non si rivolgono a chi non la pensa come loro nel tentativo di allargare il raggio d’azione nella società civile ma si limitano a curare la propria rete elettorale. Risultato? Il Pd sui territori si è trasformato in un perenne comitato elettorale il cui unico scopo è il mantenimento del potere. Ma attenzione. La politica è potere e chi non la pensa così non ha mai frequentato l’ambiente politico. Perché da che mondo è mondo per riqualificare un quartiere o per costruire un ospedale occorre potere (oltre alla competenza amministrativa). Che non è una parolaccia. Ma la sensazione è che i big del Pd negli anni si siano solo concentrati alla difesa dell’esistente scordandosi completamente della sfera culturale fatta di militanza, giovani e di battaglie a difesa dei territori. Tant’è vero che in assenza di una classe politica che incida nei processi decisionali interni al Pd, Elly Schlein in Campania è stata ”costretta” ad affidarsi a Sandro Ruotolo, giornalista di fama mondiale ma che non fa delle partite elettorali il suo pane quotidiano.

Ancora una volta la Campania è stata trattata come insignificante provincia dell’impero. Ma se le critiche aiutano il politico a ragionare, così come tentiamo di fare attraverso queste umili righe, è lecito pensare che a causa del Pd, lo stesso Pd non ha mai partorito l’alternativa a De Luca. Né qui e né a Roma.  Mari che vai pesci che trovi.

Sant’Antimo. Al sindaco Buonanno l’arduo compito di “normalizzare” la città e superare il dietrofront

Questo articolo comincia in maniera provocatoria ma intendiamo lanciare un messaggio affinché la cittadinanza (che non è stupida) capisca ciò che forse ha già capito: ma esattamente cosa volete dal sindaco Buonanno? Ci spieghiamo meglio affinché l’analisi sia comprensibile a tutti. La critica politica è sempre legittima. Poi resta da capire se aiuta il politico a ragionare o serve solo per fare “ammuìna” per qualche like in più. Una differenza di merito e di metodo ma come si suol dire il convento questo passa. Buonanno ha rivinto le elezioni dimostrando ancora una volta che la città è dalla sua parte. Può piacere o meno ma è un dato incontrovertibile. Ma soprattutto il suo trionfo dimostra laddove ce ne fosse ancora bisogno che il cittadino si è mostrato nettamente contrario alla sfiducia (utilizziamo questo termine per semplificare pure perché non fu votato il bilancio in Aula) che spedì a casa il sindaco e la sua amministrazione dopo 11 mesi dal suo insediamento. Anche lì ci sarebbe tanto da ricordare ma oramai è storia passata, andiamo avanti. Ora la domanda è lecita. Siamo tutti finalmente d’accordo che un sindaco debba durare 5 anni così come prevede la normativa vigente? Speriamo di sì. 5 anni nei quali la maggioranza governa la città e l’opposizione tenta di organizzare l’alternativa. Anche se a Sant’Antimo c’è stata la moda di “spedire” a casa il sindaco e annullare tutto il ragionamento fin qui messo in campo. Con risultati, sottolineiamo sommessamente per l’ultima volta, scadenti e fallimentari.

Per la politica e per l’intera comunità fatta di uomini e donne che vorrebbero una città con servizi efficienti senza dover recarsi alle urne ogni 2 anni. Pure perché di questo passo non ci andrà più nessuno a votare. Ma per ora fare la solita rincorsa ai nomi dei protagonisti di certe “genialate” rischia di essere un esercizio inutile ai fini della discussione. E che comporta la solita distinzione fra guelfi e ghibellini che ai cittadini in questa fase non interessa. Eppure alcuni settori dell’opposizione, riprendendo il nocciolo della questione, sono sul piede di guerra. Legittimo, ci mancherebbe. Ognuno fa opposizione come meglio crede. Ma hanno capito che Buonanno fa il sindaco da 3 mesi (agosto compreso)? In questa città si può finalmente voltare pagina e dare il tempo necessario a un’amministrazione eletta da poco tempo di lavorare e incassare i risultati per la comunità? Oppure dopo 3 mesi si vuole tutto e subito? Parliamoci chiaro, è una roba che non sta in piedi. Piuttosto l’opposizione consiliare ha fatto un’analisi della sconfitta? Ha capito i motivi per cui è stata bocciata dagli elettori? Al momento sembra di no. Pure perché, altro aspetto da non sottovalutare, va detto che Buonanno ha ereditato una situazione letteralmente al collasso sotto ogni punto di vista. Dunque per chi non l’ha ancora capito i prossimi 5 anni serviranno a Buonanno e alla sua coalizione di governo di “normalizzare” la città. Renderla una comunità normale, efficiente e finalmente vivibile sotto ogni punto di vista. Poi chi vivrà vedrà. Fra 5 anni saranno i cittadini a confermare il lavoro svolto dal centrosinistra o a bocciarlo nelle urne. Ma almeno si dia la possibilità a Buonanno di rimettere in moto la macchina. Anche perché non crediamo che il primo cittadino abbia la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi in 3 mesi. Dunque mettetevi l’anima in pace, 5 anni sono lunghi, molto lunghi …

Nuovi strumenti a supporto delle imprese del territorio: nasce “ELITE Campania Hub”

Con l’obiettivo di mettere a disposizione strumenti e soluzioni per accelerare e supportare la crescita delle migliori impresedel territorio campano, nasce l’“ELITE   Campania Hub” realizzato da ELITE – Gruppo Euronext in collaborazione con Sviluppo Campania, finanziaria della Regione Campania.

ELITE è l’ecosistema lanciato da Borsa Italiana nel 2012 e oggi parte del Gruppo Euronext, che supporta le piccole emedie imprese nella crescita sostenibile di lungo periodo,accelerando il processo di accesso a capitali, competenze enetworking.

L’iniziativa, che sarà presentata lunedì 28 ottobre, dalle 16 alle 19, a Napoli presso Palazzo Ischitella, in via Riviera di Chiaia, con l’evento “Campania Hub: sviluppo e innovazione perle imprese del territorio“, offre gli strumenti necessari per rafforzare la competitività e lo sviluppo internazionale del sistema produttivo campano attraverso azioni volte a sosteneree consolidare le competenze tecniche e manageriali delleimprese della regione.

Durante l’evento intervengono nell’ordine: Prof. MarioMustilli, Presidente di Sviluppo Campania; Marta Testi, Amministratore Delegato di ELITE – Euronext Group; Giovanni Lombardi, Founder di Tecno; Marco Lucchini,Senior Partner del Fondo Italiano di Investimento; Andrea Nuzzi, Head of Corporate and Financial Institution di Cassa Depositi e Prestiti; Giuseppe Nargi, Direttore Regionale diIntesa Sanpaolo; Marco De Lellis, Managing DirectorDivisione Contenitori di Laminazione Sottile; Vito Grassi,Amministratore Delegato di Graded. Modera Alfonso Ruffo, direttore responsabile de ildenaro.it e direttore editoriale delGruppo Economy.

Marta Testi, Amministratore Delegato di ELITE – Gruppo Euronext, ha detto: “La Campania oggi è già largamente rappresentata in ELITE con oltre 120 aziende, con unfatturato aggregato di oltre 9.5 miliardi di euro e cheimpiegano circa 28mila dipendenti. Con Sviluppo Campaniacondividiamo da sempre sia l’importanza della crescitaculturale e dimensionale delle società di questo territorio, sia il ruolo chiave che una maggior prossimità alle imprese porta con sé nell’affiancarle in un percorso di crescita nelle competenze, nelle relazioni e nell’accesso al capitale per la crescita. Per questo sono estremamente felice di lanciare oggi l’ 𝑬𝑳𝑰𝑻𝑬 𝑪𝒂𝒎𝒑𝒂𝒏𝒊𝒂 𝑯𝒖𝒃 aprendo le candidature delle imprese che ne vorranno far parte. Si tratta di un’importanteiniziativa che punta alla vicinanza e al supporto a chilometro zero. Sono molte le realtà del territorio che hanno le caratteristiche per unirsi a questo primo gruppo di eccellenze locali e avere impatto sulla crescita economica sia dellaregione sia dell’economia reale del Paese nel suo complesso”.

Mario Mustilli (in foto) Presidente di Sviluppo Campania ha detto:“Gli obiettivi di Campania Hub sono perfettamente in lineacon il lavoro che Sviluppo Campania porta avanti, ovverosupportare la crescita delle imprese del territorio mettendo a disposizione gli strumenti necessari per rafforzarne lacompetitività: dagli incentivi alle micro e piccole imprese ai meccanismi finanziari evoluti e innovativi per le realtà più strutturate. Per farlo Sviluppo Campania si è sempreposizionata al centro dello snodo fondamentale tra Pubblicaamministrazione, Imprese e Sistema bancario come attuatore di nuove misure a sostegno del rilancio del sistema produttivoregionale. La collaborazione tra pubblico e privato è lastrada migliore per favorire la competitività delle imprese suimercati nazionali ed internazionali. Va nella stessa direzione questo ulteriore tassello che oggi poniamo sul nostro percorso, in collaborazione con ELITE – Gruppo Euronext: un nuovo punto di riferimento per il tessuto economico locale finalizzato a sostenere e consolidare le competenze tecniche e manageriali delle migliori imprese della regione”.

Martusciello punta alla guida (in solitaria) della Campania: ecco come la destra rischia il crac

Se Atene piange Sparta non ride. Dinanzi al canto del cigno del centrosinistra concentrato sul dopo De Luca a destra la situazione non brilla. Anzi, sembra quasi che alcuni capipartito sfornino assist a ripetizione al Pd e ai suoi alleati. Ma di cosa è di chi parliamo? Andiamo con ordine. Non è un mistero che Fulvio Martusciello ambisca alla guida della Regione Campania. Lo ribadisce ai suoi fedelissimi da tempo immemore e negli ultimi tempi lo fa capire con una certa insistenza attraverso dichiarazioni roboanti a destra e a manca. Ora prima di addentrarci nel merito del caos interno alla destra campana occorre sottolineare un dato non di poco conto. Può piacere o meno ma Martusciello fa politica da 30 anni. Non ha mai “sbagliato” un’elezione risultando sempre eletto. Anche quando risultò il primo dei non eletti al Sud alle Europee del 2014, Berlusconi si dimise e subentrò al Parlamento Europeo. È un capocorrente influente ed ha un rapporto strettissimo con Antonio Tajani. Una roba di profonda importanza che alcuni suoi compagni di viaggio si sognano. Questa è storia. Ma andiamo avanti.

Da qualche settimana il leader azzurro sta ingaggiando una battaglia di testimonianza che obiettivamente si fatica a comprendere. A prescindere da nomi e strategie si “autocandida” alla carica di governatore della Regione Campania. Ma come? Martusciello fa come De Luca? Si candida a prescindere dalle posizioni del partito nazionale e della coalizione di riferimento? Da che mondo è mondo accade esattamente il contrario. Il candidato governatore in Campania, in Lombardia o in Sicilia si decide a Roma. Si riuniscono i vertici nazionali e decidono tenendo conto della centralità del territorio (consuetudine sempre più rara negli ultimi anni andrò la verità ma la politica funziona così) dei candidati da proporre al tavolo. Altrimenti sapete cosa accade? Si corre il rischio di spianare un’autostrada a chi sostiene che la classe politica campana non conti nulla a tutti i livelli. Relegando la Campania a insignificante provincia dell’impero. Oltretutto la posizione di Martusciello tiene a galla il centrosinistra che in assenza di una valida alternativa, figlia peraltro di un’opposizione pressoché inesistente (non ce ne voglia Zinzi che nonostante l’impegno profuso non poteva reggere da solo il ruolo di anti De Luca), ha tutto il tempo di organizzare la successione dell’ex sindaco di Salerno. Per farla breve il ragionamento è più semplice di quanto di si pensi. Se Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia si riducono a queste beghe a colpi di protagonismo anziché garantire l’alternativa politica in maniera unitaria, il Pd e i suoi alleati almeno per ora non rischiano il fuggi fuggi dei consiglieri in carica. Pure perché si ritroverebbero in un campo ancor più minato dello stesso centrosinistra. Chi vuol capire, capisca. Ma non è tutto. Cosa ne pensano Lega e FdI del metodo Martusciello? La sensazione è che al di là dell’apparente silenzio di questi giorni (oltre a qualche schermaglia passata ma in politica ci sta) non abbiano gradito uscite del genere senza una strategia condivisa. In parole povere ciò che non torna non è l’ambizione di Martusciello, peraltro legittimamente sancita dai numeri, ma il metodo adottato da un politico di esperienza come lui. Che non può non sapere che le fughe in avanti rallentano i processi interni in prossimità di una scadenza elettorale così importante. E producono veti incrociati che vanno contro i desiderata degli alleati. Dunque quello di Martusciello è un vero e proprio harakiri? Un modo maldestro di presentarsi alla guida di una squadra? A voi le risposte.

L’ombra dei Cinque Stelle blinda il Campo Largo e punta al dopo De Luca

Tanto trambusto sotto il cielo della sinistra. Nella quale veti e litigi rientrano all’ordine del giorno con precisione spartana. Il caso più eclatante di queste settimane è la regione Campania. Tanto per cambiare. Oramai si è capito. Il Pd non vuole De Luca. O meglio. De Luca è arrivato alla fine del secondo mandato e il Pd non vuole ricandidarlo per un ipotetico terzo mandato sul “modello Zaia”. Gliel’ha fatto capire in ogni modo. E sottolineiamo in ogni modo. A proposito, chi vi scrive non condivide per nulla le invettive di De Luca a Ruotolo, giornalista di fama internazionale che non può essere scalfito per qualche piccolo insuccesso elettorale. Tant’è che è stato eletto a suon di preferenze al Parlamento Europeo. Ma andiamo avanti.

Cosa sta succedendo nella regione a guida Pd? Molto semplice. Punto primo. De Luca ha ufficializzato la sua terza ricandidatura nonostante il “no” di Elly Schlein. E la domanda sorge spontanea: chi lo seguirà in un’avventura così tortuosa per qualche scranno in consiglio regionale? Difficile da stabilirlo ma mettiamola così, in una partita dalla sconfitta sicura De Luca non ha la folla ai suoi piedi. Del resto chi conosce un po’ i meccanismi della politica sa bene che la campagna elettorale per la Regione costa non pochi spiccioli (ebbene sì, la politica ha un costo e i soldi servono per pagare lo staff, la comunicazione, qualche cena e così via). E in tutto questo bailamme il candidato mira all’elezione facendo leva sulla sua rete elettorale. Insomma, ci siamo capiti. La candidatura al consiglio regionale non è proprio una passeggiata. Nemmeno se la corsa in solitaria dell’ex sindaco di Salerno fosse spalleggiata da Renzi. Anche perché la sua ricandidatura al netto di tutto toglie voti al centro si. Ed ecco che dalle righe di quest’umile articolo rivolgiamo un appello al governatore della Regione Campania: caro Presidente De Luca, metta a disposizione i suoi risultati e le sue qualità di amministratore per il suo successore, chiunque esso sia e lavori con lui fianco a fianco affinché il centrosinistra rivinca le elezioni. Secondo punto. Non è tempo di nomi anche se questa pratica piace molto ai giornalisti ma con ogni probabilità la scelta del candidato governatore toccherà ai Cinque Stelle.

Parliamoci chiaro. Se l’alleanza Pd-M5s è diventata strutturale al di là dei capricci di Conte è giusto che tocchi a lui indicare il “dopo De Luca”.  Ma anche qui emerge un dilemma grande quanto una casa. Qual è il personale politico dei Cinque Stelle? Quale classe dirigente si è affermata in Campania? La sensazione è che Conte negli anni si sia concentrato più sulla sua figura da capo grillino che sulla crescita del movimento. Ma attenzione. Guai a volerlo escludere dalla coalizione. Il M5s alle ultime Europee ha raccolto il 20% dei voti e si attesta come secondo partito in Campania alle spalle del Pd. E al momento ci limitano ai 2 maggiori partiti del centrosinistra perché altrimenti corriamo il rischio di spaventare chi a destra ha la bottiglia di prosecco pronta per brindare. Dunque se i numeri valgono ancora qualcosa, fatevi due domande. La formula del Campo Largo (meglio centrosinistra a nostro avviso) resta l’unica strada percorribile ma a condizione che il rinnovo della classe dirigente non sia più elemento fastidioso per qualche dirigente nazionale dem. Ultima chicca. Nei prossimi giorni, probabilmente fra mercoledì e venerdì, stando a fonti interne al consiglio regionale De Luca ha convocato una riunione di maggioranza per capire in sostanza se le forze politiche sono ancora intenzionate a sostenerlo nonostante lo scontro frontale col Pd nazionale. Legge elettorale permettendo ma questa è un’altra storia. Ne vedremo delle belle.

Firma del partenariato tra Sef Consulting e Sannio Valley: un nuovo impulso allo sviluppo del territorio

SEF Consulting e l’Associazione Sannio Valley annunciano con grande soddisfazione la firma di un importante partenariato finalizzato a promuovere lo sviluppo socioculturale ed economico delle aree interne della Campania, con particolare attenzione al Sannio. La collaborazione unirà le competenze specialistiche di SEF Consulting nell’ambito della finanza agevolata, della consulenza direzionale, del corporate finance e dell’innovazione, con la missione di Sannio Valley di sostenere il territorio attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali e collaborazioni strategiche.

SEF Consulting, con una consolidata esperienza nel settore della consulenza in ambito regionale, nazionale ed europeo, offrirà a Sannio Valley e ai suoi associati una gamma completa di servizi che spaziano dalla finanza agevolata alla consulenza ESG, dal supporto ai processi di internazionalizzazione fino alla transizione ecologica e digitale. La SEF opera anche nell’ambito del quality management, garantendo soluzioni innovative che aiutano le imprese e le organizzazioni a crescere in modo sostenibile e competitivo.

Grazie a questo partenariato, Sannio Valley, organizzazione senza scopo di lucro impegnata a favorire lo sviluppo socioculturale ed economico nelle aree interne della Campania, potrà proporre ai propri associati i servizi di consulenza e le informazioni offerte da SEF Consulting. Questi servizi avranno un impatto significativo nell’aprire nuove opportunità di crescita per le imprese locali e nel rafforzare la competitività del territorio, agevolando l’accesso a strumenti finanziari e soluzioni strategiche.

Un aspetto chiave dell’accordo è l’integrazione della testata giornalistica di SEF Consulting, Acta Non Verba, specializzata in ambito economico, finanziario e culturale. Acta Non Verba, disponibile sia in versione online (www.actanonverba.it) che cartacea, distribuita gratuitamente, sarà messa a disposizione degli associati di Sannio Valley. Attraverso la divulgazione periodica di informazioni di qualità, questo canale sarà uno strumento prezioso per promuovere e incentivare lo sviluppo del territorio, fornendo aggiornamenti cruciali sui temi di economia, finanza, innovazione e cultura.

“Siamo entusiasti di intraprendere questa collaborazione con Sannio Valley,” ha dichiarato Errico Formichella, CEO di SEF Consulting. “Crediamo che unire le forze e mettere a disposizione le nostre competenze possa davvero fare la differenza per il futuro economico e culturale del Sannio e delle aree interne della Campania.”

Dello stesso avviso Carlo Mazzone, Presidente di Sannio Valley, che ha sottolineato: “Il partenariato con SEF Consulting rappresenta per noi una grande opportunità per arricchire l’offerta di servizi per i nostri associati e per sostenere il nostro territorio, offrendo loro strumenti e conoscenze per affrontare le sfide del futuro con maggiore consapevolezza e risorse.”

Con questa collaborazione, SEF Consulting e Sannio Valley si pongono come attori protagonisti nello sviluppo di soluzioni concrete per l’innovazione, il progresso sostenibile e la digitalizzazione del territorio, creando sinergie tra imprese, enti locali e comunità.

Regione Lazio presenta i bandi europei per lo sviluppo rurale

Presentati oggi a Roma dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio, in collaborazione con l’agenzia regionale Arsial, i nuovi bandi europei relativi al Complemento sviluppo rurale 2023-2027 (Csr), strumento che contiene un pacchetto di interventi di politica agraria per migliorare le prestazioni economiche, ambientali e sociali del sistema agroalimentare. Nei cinque anni del periodo di programmazione 2023-2027, la Regione Lazio dispone di circa 880 milioni di euro (sommando la “dote” finanziaria non investita della vecchia programmazione), suddivisi in 35 interventi, da attivare attraverso bandi pubblici. I bandi pubblici, annunciati oggi, sono relativi a interventi per un totale di circa 88 milioni di euro. “E’ la risultante – commenta Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio – di un processo di ascolto dei territori, questa credo che sia, aldilà delle somme, 88 milioni di euro, quindi una somma enorme, una somma importante che viene messa a bando nei prossimi giorni ma è proprio il frutto di questo lavoro di dialogo con tutte le organizzazioni di categoria, con chi comunque tutti i giorni è abituato a spendersi. A me piace ricordare tre aspetti che comunque per me poi riassumono tutto quello che noi faremo, uno l’attenzione ai giovani agricoltori, questa è a chi comunque di questo vuole fare una scelta di vita perché aumentiamo anche l’aliquota del contributo pubblico fino al 75%, il dissesto idrogeologico e l’accompagnamento alle filiere di qualità”. “Abbiamo aumentato – afferma Giancarlo Righini. assessore all’Agricoltura della Regione Lazio- in maniera significativa sia i massimali che le percentuali di contributo ammissibili in favore dei nostri agricoltori della regione Lazio proprio per dare un’idea tangibile del sostegno che intendiamo riservare a questo settore il Csr vale circa 880 milioni di euro e che dovremmo spendere entro il 31 dicembre del 2027, darà un nuovo volto alle aziende agricole della nostra regione”