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Martusciello punta alla guida (in solitaria) della Campania: ecco come la destra rischia il crac

Se Atene piange Sparta non ride. Dinanzi al canto del cigno del centrosinistra concentrato sul dopo De Luca a destra la situazione non brilla. Anzi, sembra quasi che alcuni capipartito sfornino assist a ripetizione al Pd e ai suoi alleati. Ma di cosa è di chi parliamo? Andiamo con ordine. Non è un mistero che Fulvio Martusciello ambisca alla guida della Regione Campania. Lo ribadisce ai suoi fedelissimi da tempo immemore e negli ultimi tempi lo fa capire con una certa insistenza attraverso dichiarazioni roboanti a destra e a manca. Ora prima di addentrarci nel merito del caos interno alla destra campana occorre sottolineare un dato non di poco conto. Può piacere o meno ma Martusciello fa politica da 30 anni. Non ha mai “sbagliato” un’elezione risultando sempre eletto. Anche quando risultò il primo dei non eletti al Sud alle Europee del 2014, Berlusconi si dimise e subentrò al Parlamento Europeo. È un capocorrente influente ed ha un rapporto strettissimo con Antonio Tajani. Una roba di profonda importanza che alcuni suoi compagni di viaggio si sognano. Questa è storia. Ma andiamo avanti.

Da qualche settimana il leader azzurro sta ingaggiando una battaglia di testimonianza che obiettivamente si fatica a comprendere. A prescindere da nomi e strategie si “autocandida” alla carica di governatore della Regione Campania. Ma come? Martusciello fa come De Luca? Si candida a prescindere dalle posizioni del partito nazionale e della coalizione di riferimento? Da che mondo è mondo accade esattamente il contrario. Il candidato governatore in Campania, in Lombardia o in Sicilia si decide a Roma. Si riuniscono i vertici nazionali e decidono tenendo conto della centralità del territorio (consuetudine sempre più rara negli ultimi anni andrò la verità ma la politica funziona così) dei candidati da proporre al tavolo. Altrimenti sapete cosa accade? Si corre il rischio di spianare un’autostrada a chi sostiene che la classe politica campana non conti nulla a tutti i livelli. Relegando la Campania a insignificante provincia dell’impero. Oltretutto la posizione di Martusciello tiene a galla il centrosinistra che in assenza di una valida alternativa, figlia peraltro di un’opposizione pressoché inesistente (non ce ne voglia Zinzi che nonostante l’impegno profuso non poteva reggere da solo il ruolo di anti De Luca), ha tutto il tempo di organizzare la successione dell’ex sindaco di Salerno. Per farla breve il ragionamento è più semplice di quanto di si pensi. Se Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia si riducono a queste beghe a colpi di protagonismo anziché garantire l’alternativa politica in maniera unitaria, il Pd e i suoi alleati almeno per ora non rischiano il fuggi fuggi dei consiglieri in carica. Pure perché si ritroverebbero in un campo ancor più minato dello stesso centrosinistra. Chi vuol capire, capisca. Ma non è tutto. Cosa ne pensano Lega e FdI del metodo Martusciello? La sensazione è che al di là dell’apparente silenzio di questi giorni (oltre a qualche schermaglia passata ma in politica ci sta) non abbiano gradito uscite del genere senza una strategia condivisa. In parole povere ciò che non torna non è l’ambizione di Martusciello, peraltro legittimamente sancita dai numeri, ma il metodo adottato da un politico di esperienza come lui. Che non può non sapere che le fughe in avanti rallentano i processi interni in prossimità di una scadenza elettorale così importante. E producono veti incrociati che vanno contro i desiderata degli alleati. Dunque quello di Martusciello è un vero e proprio harakiri? Un modo maldestro di presentarsi alla guida di una squadra? A voi le risposte.

L’ombra dei Cinque Stelle blinda il Campo Largo e punta al dopo De Luca

Tanto trambusto sotto il cielo della sinistra. Nella quale veti e litigi rientrano all’ordine del giorno con precisione spartana. Il caso più eclatante di queste settimane è la regione Campania. Tanto per cambiare. Oramai si è capito. Il Pd non vuole De Luca. O meglio. De Luca è arrivato alla fine del secondo mandato e il Pd non vuole ricandidarlo per un ipotetico terzo mandato sul “modello Zaia”. Gliel’ha fatto capire in ogni modo. E sottolineiamo in ogni modo. A proposito, chi vi scrive non condivide per nulla le invettive di De Luca a Ruotolo, giornalista di fama internazionale che non può essere scalfito per qualche piccolo insuccesso elettorale. Tant’è che è stato eletto a suon di preferenze al Parlamento Europeo. Ma andiamo avanti.

Cosa sta succedendo nella regione a guida Pd? Molto semplice. Punto primo. De Luca ha ufficializzato la sua terza ricandidatura nonostante il “no” di Elly Schlein. E la domanda sorge spontanea: chi lo seguirà in un’avventura così tortuosa per qualche scranno in consiglio regionale? Difficile da stabilirlo ma mettiamola così, in una partita dalla sconfitta sicura De Luca non ha la folla ai suoi piedi. Del resto chi conosce un po’ i meccanismi della politica sa bene che la campagna elettorale per la Regione costa non pochi spiccioli (ebbene sì, la politica ha un costo e i soldi servono per pagare lo staff, la comunicazione, qualche cena e così via). E in tutto questo bailamme il candidato mira all’elezione facendo leva sulla sua rete elettorale. Insomma, ci siamo capiti. La candidatura al consiglio regionale non è proprio una passeggiata. Nemmeno se la corsa in solitaria dell’ex sindaco di Salerno fosse spalleggiata da Renzi. Anche perché la sua ricandidatura al netto di tutto toglie voti al centro si. Ed ecco che dalle righe di quest’umile articolo rivolgiamo un appello al governatore della Regione Campania: caro Presidente De Luca, metta a disposizione i suoi risultati e le sue qualità di amministratore per il suo successore, chiunque esso sia e lavori con lui fianco a fianco affinché il centrosinistra rivinca le elezioni. Secondo punto. Non è tempo di nomi anche se questa pratica piace molto ai giornalisti ma con ogni probabilità la scelta del candidato governatore toccherà ai Cinque Stelle.

Parliamoci chiaro. Se l’alleanza Pd-M5s è diventata strutturale al di là dei capricci di Conte è giusto che tocchi a lui indicare il “dopo De Luca”.  Ma anche qui emerge un dilemma grande quanto una casa. Qual è il personale politico dei Cinque Stelle? Quale classe dirigente si è affermata in Campania? La sensazione è che Conte negli anni si sia concentrato più sulla sua figura da capo grillino che sulla crescita del movimento. Ma attenzione. Guai a volerlo escludere dalla coalizione. Il M5s alle ultime Europee ha raccolto il 20% dei voti e si attesta come secondo partito in Campania alle spalle del Pd. E al momento ci limitano ai 2 maggiori partiti del centrosinistra perché altrimenti corriamo il rischio di spaventare chi a destra ha la bottiglia di prosecco pronta per brindare. Dunque se i numeri valgono ancora qualcosa, fatevi due domande. La formula del Campo Largo (meglio centrosinistra a nostro avviso) resta l’unica strada percorribile ma a condizione che il rinnovo della classe dirigente non sia più elemento fastidioso per qualche dirigente nazionale dem. Ultima chicca. Nei prossimi giorni, probabilmente fra mercoledì e venerdì, stando a fonti interne al consiglio regionale De Luca ha convocato una riunione di maggioranza per capire in sostanza se le forze politiche sono ancora intenzionate a sostenerlo nonostante lo scontro frontale col Pd nazionale. Legge elettorale permettendo ma questa è un’altra storia. Ne vedremo delle belle.

Firma del partenariato tra Sef Consulting e Sannio Valley: un nuovo impulso allo sviluppo del territorio

SEF Consulting e l’Associazione Sannio Valley annunciano con grande soddisfazione la firma di un importante partenariato finalizzato a promuovere lo sviluppo socioculturale ed economico delle aree interne della Campania, con particolare attenzione al Sannio. La collaborazione unirà le competenze specialistiche di SEF Consulting nell’ambito della finanza agevolata, della consulenza direzionale, del corporate finance e dell’innovazione, con la missione di Sannio Valley di sostenere il territorio attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali e collaborazioni strategiche.

SEF Consulting, con una consolidata esperienza nel settore della consulenza in ambito regionale, nazionale ed europeo, offrirà a Sannio Valley e ai suoi associati una gamma completa di servizi che spaziano dalla finanza agevolata alla consulenza ESG, dal supporto ai processi di internazionalizzazione fino alla transizione ecologica e digitale. La SEF opera anche nell’ambito del quality management, garantendo soluzioni innovative che aiutano le imprese e le organizzazioni a crescere in modo sostenibile e competitivo.

Grazie a questo partenariato, Sannio Valley, organizzazione senza scopo di lucro impegnata a favorire lo sviluppo socioculturale ed economico nelle aree interne della Campania, potrà proporre ai propri associati i servizi di consulenza e le informazioni offerte da SEF Consulting. Questi servizi avranno un impatto significativo nell’aprire nuove opportunità di crescita per le imprese locali e nel rafforzare la competitività del territorio, agevolando l’accesso a strumenti finanziari e soluzioni strategiche.

Un aspetto chiave dell’accordo è l’integrazione della testata giornalistica di SEF Consulting, Acta Non Verba, specializzata in ambito economico, finanziario e culturale. Acta Non Verba, disponibile sia in versione online (www.actanonverba.it) che cartacea, distribuita gratuitamente, sarà messa a disposizione degli associati di Sannio Valley. Attraverso la divulgazione periodica di informazioni di qualità, questo canale sarà uno strumento prezioso per promuovere e incentivare lo sviluppo del territorio, fornendo aggiornamenti cruciali sui temi di economia, finanza, innovazione e cultura.

“Siamo entusiasti di intraprendere questa collaborazione con Sannio Valley,” ha dichiarato Errico Formichella, CEO di SEF Consulting. “Crediamo che unire le forze e mettere a disposizione le nostre competenze possa davvero fare la differenza per il futuro economico e culturale del Sannio e delle aree interne della Campania.”

Dello stesso avviso Carlo Mazzone, Presidente di Sannio Valley, che ha sottolineato: “Il partenariato con SEF Consulting rappresenta per noi una grande opportunità per arricchire l’offerta di servizi per i nostri associati e per sostenere il nostro territorio, offrendo loro strumenti e conoscenze per affrontare le sfide del futuro con maggiore consapevolezza e risorse.”

Con questa collaborazione, SEF Consulting e Sannio Valley si pongono come attori protagonisti nello sviluppo di soluzioni concrete per l’innovazione, il progresso sostenibile e la digitalizzazione del territorio, creando sinergie tra imprese, enti locali e comunità.

Regione Lazio presenta i bandi europei per lo sviluppo rurale

Presentati oggi a Roma dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio, in collaborazione con l’agenzia regionale Arsial, i nuovi bandi europei relativi al Complemento sviluppo rurale 2023-2027 (Csr), strumento che contiene un pacchetto di interventi di politica agraria per migliorare le prestazioni economiche, ambientali e sociali del sistema agroalimentare. Nei cinque anni del periodo di programmazione 2023-2027, la Regione Lazio dispone di circa 880 milioni di euro (sommando la “dote” finanziaria non investita della vecchia programmazione), suddivisi in 35 interventi, da attivare attraverso bandi pubblici. I bandi pubblici, annunciati oggi, sono relativi a interventi per un totale di circa 88 milioni di euro. “E’ la risultante – commenta Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio – di un processo di ascolto dei territori, questa credo che sia, aldilà delle somme, 88 milioni di euro, quindi una somma enorme, una somma importante che viene messa a bando nei prossimi giorni ma è proprio il frutto di questo lavoro di dialogo con tutte le organizzazioni di categoria, con chi comunque tutti i giorni è abituato a spendersi. A me piace ricordare tre aspetti che comunque per me poi riassumono tutto quello che noi faremo, uno l’attenzione ai giovani agricoltori, questa è a chi comunque di questo vuole fare una scelta di vita perché aumentiamo anche l’aliquota del contributo pubblico fino al 75%, il dissesto idrogeologico e l’accompagnamento alle filiere di qualità”. “Abbiamo aumentato – afferma Giancarlo Righini. assessore all’Agricoltura della Regione Lazio- in maniera significativa sia i massimali che le percentuali di contributo ammissibili in favore dei nostri agricoltori della regione Lazio proprio per dare un’idea tangibile del sostegno che intendiamo riservare a questo settore il Csr vale circa 880 milioni di euro e che dovremmo spendere entro il 31 dicembre del 2027, darà un nuovo volto alle aziende agricole della nostra regione”

Nasce partnership strategica tra Dolce & Salato e la SEF Consulting

Dolce & Salato Scuola, rinomata accademia di alta formazione professionale nei settori della cucina, pasticceria e hospitality con sede a Maddaloni e la SEF Consulting, azienda campana leader nella consulenza aziendale e nello sviluppo di progetti innovativi per le imprese con sede a Napoli, Nola e Telese (Benevento) annunciano con entusiasmo la nascita di una partnership strategica.

La collaborazione mira a rafforzare l’offerta formativa e a creare nuove opportunità di crescita per i professionisti e gli imprenditori del settore food e hospitality. Dolce & Salato Scuola, con anni di esperienza nella formazione pratica e teorica, e SEF Consulting, specializzata nella consulenza manageriale e nello sviluppo di strategie di business, metteranno insieme le rispettive competenze per ampliare la propria e reciproca offerta innovativa e di altissimo profilo.

“La nostra missione è sempre stata quella di formare i professionisti del futuro, capaci di rispondere alle sfide di un mercato in continua evoluzione” ha dichiarato Giuseppe Daddio, titolare e founder di Dolce & Salato “Grazie a questa partnership con SEF Consulting, i nostri partner avranno accesso a un bagaglio ancora più ricco di informazioni e competenze tecniche e gestionali, fondamentali per distinguersi nel mondo dell’imprenditoria”.

Anche, Errico Formichella, founder e CEO di SEF Consulting, ha espresso grande soddisfazione per questa nuova sinergia:“Crediamo fortemente nella collaborazione con Dolce & Salato, un’istituzione di eccellenza nella formazione per la ristorazione di eccellenza. La nostra esperienza nella consulenza aziendale ci permetterà di interagire e integrare il business management delle aziende partner, consentendo di essere d’ausilio alla formazione di professionisti che siano anche imprenditori consapevoli e capaci di innovare. Il nuovo accordo con Dolce e Salato si integra in un percorso che la nostra società sta già facendo da tempo anche con partner istituzionali, organizzazioni di categorie e aggregazioni di imprenditoria privata per creare valore e fornire conoscenza e consapevolezza ai vari attori del mondo del lavoro nazionale e internazionale, vista anche l’esperienza maturata dalla Sef Consulting nell’europrogettazione”.

La sinergia è nata tra Dolce e Salato e Sef Consulting risulta essere fondamentale per tutti coloro che saranno gli attori del settore enogastronomico da qui in avanti – lo ha sottolineato Alfonso Del Forno, giornalista e riconosciuto opinion maker  nazionale del settore enogastronomico – “La sfida del futuro dell’enogastronomia passa inevitabilmente attraverso la costruzione di aziende solide e che sappiano essere al passo con i tempi e con le prospettive di sviluppo del mercato, anche o forse soprattutto nel difficile settore dell’enogastronomia.  Coloro che si formeranno all’interno della prestigiosa scuola di formazione campana avranno il supporto di un’azienda che permette loro di conoscere quelle strategie di business per poter essere vincenti e soprattutto crescere nel proprio business in maniera sana e coerente” .

La partnership prevede lo sviluppo di specifiche skill rivolte sia a giovani aspiranti chef e pasticceri, sia a professionisti già affermati che desiderano aggiornarsi e ampliare le loro competenze gestionali e imprenditoriali. Tra le novità in programma, sono previsti workshop, masterclass e percorsi di consulenza personalizzati. Con questa collaborazione, Dolce & Salato e SEF Consulting puntano a creare una nuova generazione di professionisti, capaci non solo di eccellere in cucina, ma anche di guidare e far crescere le proprie attività in un panorama competitivo e in costante evoluzione.

“Best Managed Companies”, Graded tra le 67 eccellenze del Made in Italy premiate

Graded è tra le vincitrici della settima edizione del Best Managed Companies Award, il premio per le eccellenze imprenditoriali del Made in Italy promosso da Deloitte Private in collaborazione con ELITE-Gruppo Euronext, Piccola Industria Confindustria e con il supporto metodologico e strategico di ALTIS Graduate School of Sustainable Managementdell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Un traguardo importante al quale ha lavorato con impegno nell’ultimo anno (la prima fase del percorso è partita a fine novembre del 2023 con l’apertura delle candidature) un team trasversale interno coordinato dalla COO di Graded Ludovica Landi, con il supporto dell’ingegnere Maria Teresa Russo. 

L’azienda è stata valutata e selezionata sulla base di sei fattori critici di successo: strategie, competenza e innovazione, impegno e cultura aziendale, governance e misurazione performance, corporate social responsibility, internazionalizzazione. A salire sul palco di Palazzo Mezzanotte a Milano, oggi, per la Cerimonia di premiazione l’amministratore delegato di Graded Vito Grassi con Maria Teresa Russo. «Il merito di questo riconoscimento va alla strategia impostata dal management, orientata alla costante ricerca di soluzioni innovative sul fronte dell’efficienza e del risparmio energetico, e a una politica aziendale improntata alla trasparenza, alla comunicazione, al coinvolgimento e alla responsabilizzazione di risorse giovani e qualificate, allo sviluppo dell’engagement, alla creazione di spirito di appartenenza – commenta Vito Grassi -. Per noi quella di oggi rappresenta una conferma importante della validità di un percorso virtuoso di sviluppo dimensionale, qualitativo e di rafforzamento della governance avviato nel 2016. E’ un premio alla nostra cultura aziendale che si fonda sulla creazione di valore condiviso e sulla centralità del capitale umano». 

«Anche questa settima edizione testimonia la presenza di realtà imprenditoriali eccellenti nel nostro Paese. Tramite l’analisi dei parametri che caratterizzano l’Award e che sono cruciali per la gestione di un’impresa, abbiamo premiato 67 aziende che rappresentano l’eccellenza del nostro tessuto produttivo. Oltre a una solida base di aziende premiate che già facevano parte di questo percorso di crescita pluriennale, a dimostrazione di come tale premio valorizzi una gestione aziendale virtuosa nel tempo, si sono aggiunte nuove realtà di altissimo profilo. Oltre un quinto delle premiate, infatti, sono aziende che si sono unite al programma quest’anno, in virtù della loro capacità di gestione solida e ambiziosa», commenta Ernesto Lanzillo, Partner Deloitte e Leader di Deloitte Private dell’area Central Mediterranean (Italia, Grecia e Malta). 

«I parametri di valutazione pensati e adottati dagli esperti Deloitte e dalla giuria, che hanno portato alla premiazione delle 67 realtà italiane per le loro capacità manageriali, sono elementi che riteniamo fondamentali per le aziende che operano in uno scenario complesso come quello attuale. In una fase storica in cui l’affermazione di nuove tecnologie sta plasmando nuovi orizzonti e nuove opportunità di business, le organizzazioni devono essere in grado di avere una leadership preparata e attenta a questi nuovi trend, oltre alla capacità di sapersi adattare e modellare il proprio assetto in virtù delle nuove priorità», conclude Andrea Restelli, Partner di Deloitte e responsabile Italia del programma Best Managed Companies. 

Confedilizia, incentivi all’edilizia non siano solo green

“Il Governo italiano ha, opportunamente, votato contro la direttiva ‘case green’ e si è impegnato in ogni sede a operare per modificarla. Occorre però evitare che quella direttiva condizioni negativamente le scelte dell’Esecutivo in materia di incentivi fiscali per l’edilizia”. Così in una nota il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa. “Se questi incentivi, come sembra emergere da alcuni passi del Piano strutturale di bilancio (Psb), dovessero concentrarsi sugli interventi di efficientamento energetico degli edifici, i danni per l’Italia sarebbero notevoli. Si rischierebbe, infatti, di trascurare esigenze che nel nostro Paese sono più rilevanti, prima fra tutte quella di migliorare la sicurezza sismica dei nostri immobili. Per quanto riguarda le modalità di funzionamento degli incentivi, invitiamo a evitare l’introduzione di distinzioni fra tipologie di contribuenti (ferma la necessità di aiutare, possibilmente attraverso contributi diretti, i soggetti più deboli) e fra tipologie di immobili. Distinzioni che, al di là delle valutazioni di merito, potrebbero ostacolare l’effettuazione dei lavori in ambito condominiale”, afferma.

Commercialisti, ridurre la pressione fiscale sui ceti medi

“I prossimi interventi in manovra siano rivolti a ridurre la pressione fiscale sui ceti medi”. Lo ha detto Antonio Repaci, rappresentante del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sul Psb “Bisogna confermare la riduzione del cuneo e la riforma dell’Irpef”, ha aggiunto. Repaci ha quindi ipotizzato di ampliare il secondo scaglione dell’Irpef con un aliquota al 35% “portando il limite massimo di reddito da 50 a 70 mila euro”. Il rappresentante dei commercialisti ha infine espresso la necessità di “realizzare la riforma degli incentivi fiscali, in modo tale da permettere alle imprese da avere una progettualità nel tempo”.

Confindustria Napoli incontra la GDO

“Confindustria Napoli incontra la GDO”. È questo il tema dell’incontro in programma all’Unione Industriali (piazza dei Martiri 58, Napoli), venerdì 4 ottobre con inizio alle ore 14.00, promosso dalla Sezione Filiera Alimentare dell’Unione Industriali Napoli.

La filiera dell’agroalimentare svolge una funzione unica per la rivitalizzazione ed il rilancio economico e sociale del territorio regionale, oltreché per la promozione delle produzioni agroalimentari tradizionali e di eccellenza.

Dopo il successo delle prime due edizioni, che hanno visto i Rappresentanti dei principali Gruppi nazionali della GDO in visita a Napoli per un tour enogastronomico di due giorni, anche per il 2024 si è deciso di puntare alla valorizzazione dei prodotti eccellenti delle nostre aziende e del patrimonio artistico e culturale della Campania.

L’evento, patrocinato dalla Regione Campania, rappresenta un momento di confronto per analizzare le tendenze del mercato, e fare il punto sulla sicurezza dei prodotti e sulle conoscenze tecnologiche alla base dell’identificazione delle produzioni di qualità.

Introdurranno i lavori: Costanzo Jannotti Pecci Presidente Unione Industriali Napoli; Gaetano Torrente, Presidente Sezione Filiera Alimentare Unione Industriali Napoli (in foto); Gennaro Allaria, Direttore Territoriale Corporate Banking Sud Bnl BnpParibas.

Seguiranno gli interventi di: Domenico Brisigotti, DG Coop Italia; Alessandra Corsi, Direttrice Marketing Offerta Conad Italia; Giovanni Arena, Presidente Gruppo Végé, Ad Gruppo Arena; Marcello Cestaro, Presidente Gruppo Unicomm; Paolo Cetorelli, Presidente ESD Italia e VP Gros; Fabio Sordi, Direttore Commerciale Selex; Roberto Comolli, Dg Food 5.0 Crai.

In foto Gaetano Torrente, Presidente Sezione Filiera Alimentare Unione Industriali Napoli 

La filiera dell’innovazione dal 2012 ad oggi ha generato oltre 210.000 nuovi posti di lavoro

InnovUp, Assolombarda e Fondazione Ricerca e Imprenditorialità (R&I), con il contributo dell’Unione Industriali di Torino e di Confindustria Genova hanno presentato nel contesto della Italian Tech Week a Torino, i risultati di tre studi che evidenziano un futuro promettente per le startup italiane e l’ecosistema dell’innovazione.
Le analisi, condotte su un campione rappresentativo di startup, PMI innovative e
attori della filiera dell’innovazione, confermano una fase di robusta crescita per
l’imprenditorialità innovativa in Italia, sottolineando il ruolo cruciale che queste
imprese svolgono per lo sviluppo economico del Paese, la creazione dei posti di
lavoro del futuro e, di conseguenza, la sostenibilità nel medio-lungo periodo
dell’Italia.

Il rapporto “L’impatto occupazionale delle startup innovative italiane tra il 2012 e il
2023”, curato dai centri studi di Assolombarda, Unione Industriali di Torino e
Confindustria Genova, conferma che, anche in Italia, le startup innovative, 30.230
passate dal registro dal 2012 ad oggi, di cui 23.537 ancora attive, sono una forza
propulsiva per l’occupazione.
Dal 2012 al 2023, queste imprese hanno coinvolto 87.100 soci e generato 63.519 nuovi
posti di lavoro, pari al 7,3% dell’incremento occupazionale nazionale nello stesso
periodo.

Una crescita costante e robusta che, dal 2017, si è stabilizzata tra il 20% e il 30% annuo,
con un aumento occupazionale del 126%, nei primi 5 anni di vita, superiore a quello delle nuove imprese nel complesso (117%). Tra le realtà più dinamiche spiccano le cosiddette “Gazzelle”, aziende ad alto tasso di crescita, che nel solo 2022 hanno generato 4.609 posti di lavoro.
Le startup ed ex startup innovative italiane hanno generato un fatturato totale di 11,7
miliardi di euro nel 2022, cifra che sale a 12,8 miliardi aggiornando i bilanci disponibili
al 2023. Parallelamente, il valore aggiunto prodotto è stato di 2,4 miliardi di euro nel
2022, che diventano 3 miliardi nel 2023.
Inoltre, dall’analisi emerge come le regioni del Nord Italia, con Lombardia, Liguria e
Piemonte in testa, si confermino protagoniste dello sviluppo economico e
tecnologico del Paese. Ospitano, infatti, oltre un terzo delle startup italiane e danno
lavoro a 25.237 dipendenti, il 43,4% del totale nazionale.

“La rilevanza del settore, documentata dai dati e dai trend illustrati quest’oggi,
impone a tutti noi di continuare a lavorare per favorire lo sviluppo delle start-up,
quale motore per la crescita e la sostenibilità del nostro Paese nel medio-lungo
periodo. Come recentemente sottolineato da Draghi nel suo report sulla
competitività europea, nel quale ha messo al centro l’innovazione quale leva
fondamentale per recuperare il gap di crescita e produttività con US e Cina, solo
attraverso significativi investimenti in questo settore potremo ambire ad un ruolo
di leadership nel futuro. Se già oggi, con solo lo 0,06% del PIL investito in Venture
Capital (7,4 miliardi dal 2012), le nostre startup e PMI innovative hanno creato
210.000 posti di lavoro e 23,1 miliardi di fatturato, i risultati potrebbero più che
raddoppiare se raggiungessimo la media europea di investimenti in questa asset
class (0,25%-0,30% del PIL)”, ha dichiarato il vicepresidente di Assolombarda con
delega alle Startup, Federico Chiarini. “Per farlo, però, è fondamentale che i nostri
ampi risparmi privati – oltre 5.000 miliardi – siano investiti nell’economia reale del
Paese e che questo sia accompagnato da politiche ambiziose per il settore”.

Barbara Graffino, presidente dei Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali Torino,
ha commentato: “Il settore delle start-up innovative rappresenta oggi un fattore di
crescita fondamentale per il futuro del Paese: nel dinamismo e nella capacità di
visione di questa nuova imprenditoria risiede l’energia vitale in grado di muovere il
motore di quella trasformazione creativa di cui avvertiamo tutti il bisogno. In essa
risiedono le capacità per aumentare la nostra competitività, generare nuovi posti
di lavoro di qualità e promuovere uno sviluppo sostenibile. Ma per far sì che tale
potenziale si realizzi pienamente, è necessario alimentare un ecosistema che
sostenga e valorizzi gli attori del cambiamento, in particolare, investendo
nell’educazione all’imprenditorialità e fornendo alle nuove generazioni gli
strumenti e le opportunità per dare vita alle proprie idee e contribuire alla
costruzione dell’Italia di domani”.

Secondo il rapporto “Identikit delle Startup Italiane 2024”, condotto da InnovUp,
l’Associazione che riunisce e rappresenta l’ecosistema italiano dell’imprenditorialità
innovativa, tra giugno e settembre 2024, il 40% delle startup italiane ha ottenuto
finanziamenti compresi tra 100.000 euro e un milione, mentre il 10% ha superato il
milione. Tuttavia, tali risorse restano ancora insufficienti rispetto al potenziale di
crescita in termini di fatturato e posti di lavoro che queste imprese possono
generare. Nonostante le difficoltà legate all’accesso al capitale, alla burocrazia e al costo del lavoro, il settore mostra una crescita straordinaria. In particolare, il 50% delle startup
ha registrato un aumento del fatturato superiore al 25%, mentre il 62% ha
incrementato la propria forza lavoro di oltre il 25% nell’ultimo anno.
Inoltre, il 16% delle aziende ha visto una crescita esponenziale delle risorse,
superando il 50%.