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Adoc, avvio del mercato libero nella totale disinformazione

“L’avvio del mercato libero continua nella totale disinformazione e a solo danno dei consumatori vittime di call center aggressivi”. Lo afferma in una nota la presidente dell’Adoc Anna Rea definendo “inaccettabile che le aste per i clienti vulnerabili possano atterrare su prezzi più alti di quelli per clienti nelle tutele graduali”.

“Siamo convinti – prosegue – che se si vogliono realmente aiutare i consumatori devono essere progressivamente spostati oneri e accise dalle bollette energetiche nella fiscalità generale. In questa totale disinformazione e preoccupazione giudichiamo positivamente la proposta del presidente della Commissione Attività Produttive Gusmeroli di poter rientrare nel mercato tutelato attraverso lo sportello del consumatore di Arera per poter superare l’ostruzionismo di alcune società e per poter dare una reale risposta ai consumatori ormai alla deriva. Siamo ancora in attesa – conclude Rea – della campagna informativa tanto annunciata e di cui si sono perse le tracce”. (In foto la presidente Anna Rea ospite del format Appuntamento con l’Europa, in onda su Napoflix)

Earth Day 2024, ‘ridurre la plastica del 60% al 2040’

“Planet vs. Plastics”. “Il Pianeta contro la plastica”, è il tema della 54esima edizione della Giornata della Terra (Earth Day), che si celebra lunedì 22 aprile in tutto il mondo. La ong americana che organizza l’evento, Earthday.org, chiede una riduzione del 60% della produzione di tutte le plastiche nel 2040. La Giornata è nata nel 1970 negli Stati Uniti, su iniziativa di politici ed attivisti locali. Negli anni si è diffusa in tutto il mondo, sostenuta dalla ong earthday.org. In Italia dal 18 al 21 aprile si tiene a Roma il Villaggio della Terra, a Villa Borghese, organizzato da Earthday Italia e dal Movimento dei Focolari. Il Villaggio presenta 600 eventi di cultura, sport, scienza e solidarietà. Fra questi, il Festival “Impatta Disrupt” con innovatori, imprenditori e istituzioni alla Casa del Cinema. Negli Stati Generali dell’Ambiente per i Giovani, a Roma e Torino gli studenti si riuniranno per produrre un documento destinato ai ministri del G7 Clima, Ambiente ed Energia, che si terrà a Torino dal 28 al 30 aprile, alla Reggia di Venaria. Nel weekend l’Asvis (Alleanza per lo sviluppo sostenibile) tiene una serie di laboratori per i bambini all’Auditorium Parco della Musica, nella Capitale. Il cantautore Luca Barbarossa il 22 aprile sarà protagonista del Concerto per la Terra. Sul palco della Nuvola di Fuksas a Roma, e in diretta RaiPlay, sarà accompagnato dalla sua Social Band e da altri artisti impegnati a promuovere il tema “Pace e Ambiente”. Il 22 aprile a Milano al Piccolo Teatro Strehler è in programma un incontro sull’inquinamento con i sindaci di Milano, Bologna, Torino, Venezia e Treviso e il direttore scientifico dell’Asvis Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS. Lo stesso giorno a Bologna si terrà un convegno sulla transizione ecologica giusta organizzato da Forum disuguaglianze e diversità, Caritas italiana e Conferenza episcopale italiana, con il Cardinale Matteo Zuppi e il coordinatore del Forum Dd Fabrizio Barca. Dal ieri e fino al 25 aprile è in programma anche l’Earth Day Cefalù, con vari eventi nella città siciliana.

Crisi climatica, l’economia giù del 19% entro il 2049

L’economia globale è destinata a ridursi in media del 19% entro il 2049 a causa della crisi climatica in corso, ma con evidenti disparità tra Paesi più e meno ricchi: a soffrire di più saranno quelli a basso reddito e con basse emissioni storiche di inquinanti, che subiranno una perdita di reddito maggiore del 61% rispetto a quelli a reddito più elevato e maggiore del 40% rispetto ai Paesi con emissioni più alte. È la proiezione, pubblicata sulla rivista Nature, ricavata da un modello messo a punto dall’Istituto tedesco di Potsdam per la Ricerca sull’Impatto Climatico. I ricercatori hanno utilizzato dati locali su temperature e precipitazioni provenienti da oltre 1.600 regioni del mondo, in combinazione con dati sul clima e sul reddito degli ultimi 40 anni e proiezioni climatiche. “L’Europa, anche se meno colpita rispetto a Paesi più poveri e che hanno contribuito meno alle emissioni di gas serra, è un’area caratterizzata da una forte diversità”, dice all’ANSA Francesco Lamperti, dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa: “L’Europa mediterranea – osserva – subirà un impatto maggiore rispetto a quella continentale, e questo perché l’area mediterranea è considerata un hotspot per il cambiamento climatico, dove i suoi effetti si fanno sentire in maniera più pronunciata”. I risultati ottenuti dai ricercatori coordinati da Leonie Wenz indicano che l’economia mondiale registrerà una riduzione del reddito del 19% circa entro il 2049 rispetto a uno scenario in cui è assente il cambiamento climatico: un danno che è già sei volte superiore rispetto ai costi associati alla riduzione e mitigazione del riscaldamento globale come stabilito dall’Accordo sul clima di Parigi. “Il pregio di questo studio è che dimostra che le conseguenze della crisi climatica arriveranno già nel 2050, quindi non in un futuro remoto. Inoltre – aggiunge Lamperti – la stima è indipendente dalle politiche di riduzione delle emissioni che potranno essere introdotte, il calo del reddito si verificherà in qualsiasi scenario, e ciò sottolinea l’urgenza di trovare politiche di adattamento, spesso lasciate in disparte nel dibattito pubblico”. Il modello indica che le perdite economiche riguarderanno tutte le aree del globo, con l’eccezione di quelle a latitudini elevate, come Alaska, Groenlandia, Scandinavia e Russia settentrionali, dove le temperature più alte avranno invece un effetto positivo sul reddito. Il danno è attribuito principalmente alle variazioni di temperatura e precipitazioni, ma gli autori dello studio suggeriscono che, prendendo in considerazione altre variabili climatiche, la riduzione economica potrebbe essere più marcata. “Si tratta di stime conservative”, evidenzia Lamperti: “è probabile che i danni saranno maggiori a causa della presenza di altri fattori, come l’innalzamento del livello dei mari o eventi estremi non presi in considerazione legati ai fenomeni climatici El Niño e La Niña”.

Europee: domenica e lunedì deposito contrassegni al Viminale

Dalle 8 alle 20 di domenica 21 aprile e dalle 8 alle 16 di lunedì 22 aprile – informa il Viminale – potranno essere depositati presso il ministero dell’Interno i contrassegni con i quali saranno distinte le liste dei candidati alle prossime elezioni europee, in programma sabato 8 e domenica 9 giugno. I contrassegni depositati saranno esposti in apposite bacheche collocate al piano terra del Viminale. I fotocineoperatori interessati a riprese video potranno inviare richiesta di accredito entro le 12 del 20 aprile all’indirizzo segreteriaufficiostampa@interno.it, nella quale andranno indicati: nome e cognome, luogo e data di nascita e documento di riconoscimento.

Aung San Suu Kyi lascia il carcere per i domiciliari

Aung San Suu Kyi, la leader democratica birmana Nobel per la pace nel 1991, detenuta sin da quando il suo governo venne rovesciato con un colpo di stato militare nel 2021, è stata trasferita dal carcere, andrà ai domiciliari, ma non si sa bene dove. A quanto pare, si tratta di una misura adottata a causa di una forte ondata di calore che ha investito la Birmania. “Dato che il clima è estremamente caldo, non solo per Aung San Suu Kyi (ma) per tutti coloro che necessitano delle precauzioni necessarie, stiamo lavorando per proteggere in particolare i prigionieri più anziani dai colpi di calore”, ha affermato il portavoce della giunta militare al potere, il generale Zaw Min Tun. Secondo diverse fonti, anche l’ex presidente Win Myint, che ha 72 anni, dovrebbe esser stato trasferito. Il generale Zaw Min Tun non ha però precisato dove. Suu Kyi ha 78 anni e da tempo ha problemi di salute. Per un totale di 15 anni è stata tenuta agli arresti domiciliari anche sotto la precedente giunta. Allora venne confinata nella antica residenza della sua famiglia in stile coloniale, sul lago Inya di Yangon. Si tratta di una villa famosa quasi quanto la stessa Aung San Suu Kyi: proprio lì, infatti, nel 1988 iniziò la sua lunga campagna per la democrazia, utilizzandola anche come sede del suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia. E mentre vi era detenuta, da lì teneva discorsi appassionati alla folla di sostenitori radunata oltre i cancelli di ferro della proprietà. Anche per questo è molto improbabile che verrà traferita lì. Secondo alcuni oppositori, il trasferimento sarebbe stato disposto dalla giunta al potere per cercare di apparire meno severa. Proprio oggi è stato infatti anche annunciato che 3.300 detenuti saranno liberati nell’ambito di un’amnistia per celebrare la festa del nuovo anno birmano. Ma è pur vero che la temperatura nella capitale Naypyidaw, dove si ritiene che Suu Kyi sia detenuta, raggiungerà i 41 gradi nei prossimi giorni e dovrebbe ancora aumentare la prossima settimana. Attualmente, la “Signora”, che ha guidato il Paese dal 2015 per oltre cinque anni, sta scontando i 19 reati per i quali e’ stata condannata, tra cui la sedizione, la violazione delle restrizioni per il Covid, e il possesso illegale di walkie-talkie e le rimangono altri 27 anni da scontare e altri capi di imputazione. Molti governi in tutto il mondo, oltre a Unione Europea e Nazioni Unite, hanno chiesto il suo rilascio incondizionato e hanno imposto sanzioni contro la giunta al potere in Birmania, ma finora non hanno ottenuto granché. Neanche sui procedimenti dei processi a suo carico, a cui i media o gli osservatori non possono accedere.

Più occupati e speranza di vita, peggiora la sanità

Aumenta il benessere generale in Italia: stando al Rapporto presentato dall’Istat, poco più della metà dei 129 indicatori (su 152) per cui è possibile il confronto “sono migliorati, rispetto all’anno precedente, il 28,7% è su livelli peggiori e il 17,8% risulta stabile”. Meno positiva, invece, la performance sui fronti dell’ambiente, in particolare sul clima, e della sicurezza, specie per la percezione del rischio di criminalità nella zona in cui si vive. Il documento sul Benessere equo e sostenibile (Bes) offre “una lettura approfondita dei livelli, delle tendenze e delle disuguaglianze”, segnalando, tra l’altro, che la speranza di vita, nel 2023 “è pari a 83,1 anni, in aumento rispetto al 2022 (82,3)”, un dato con cui si “recupera quasi del tutto il livello del 2019 (83,2 anni)”; l’aspettativa di vita in buona salute nel 2023 è pari a 59,2 anni e si riduce rispetto ai 60,1 anni del 2022. Sempre lo scorso anno, inoltre, “prosegue l’aumento del numero di occupati tra i 20 e i 64 anni (+404.000 unità, +1,8% rispetto al 2022)”. Nel 2021, va avanti il dossier, in Italia “il tasso di mortalità per tumori della popolazione adulta di 20-64 anni è pari a 7,8 per 10.000 residenti e si è ridotto rispetto a quanto osservato nel 2020 (8,0 per 10.000 residenti)”. Ma sulla sanità non mancano i problemi. Sono stati circa 4,5 milioni nel 2023 i cittadini che hanno dovuto rinunciare a visite mediche o accertamenti diagnostici per problemi economici, di lista di attesa o difficoltà di accesso, il 7,6% della popolazione, in aumento rispetto al 7,0% del 2022 e al 6,3% del 2019, probabilmente per recupero delle prestazioni sanitarie differite per il Covid-19 e difficoltà a riorganizzare efficacemente l’assistenza sanitaria. Tuttavia, “si osservano disuguaglianze socioeconomiche anche per la mortalità per tumori della popolazione adulta, con uno svantaggio che aumenta al diminuire del livello di istruzione”, e “sono più marcate nei maschi, dove gli individui meno istruiti hanno una mortalità 2,1 volte maggiore dei più istruiti, nelle femmine tale rapporto scende a 1,4”, si legge ancora nel documento. Continua a salire, poi, il divario tra uomini e donne in termini di soddisfazione per la vita: se “nel 2019 la differenza tra percentuale di ‘molto soddisfatti’ e di ‘molto soddisfatte’ era di 2,6 punti, nel 2023 raggiunge 3,9 punti con il 48,7%” della componente maschile che si dichiara ‘molto soddisfatta’, a fronte del 44,8% di quella femminile. Infine, globalmente, fa sapere l’Istituto di statistica, nello Stivale si guarda, comunque, “al futuro con maggiore ottimismo, se si è occupati (il 37,5% dice che la propria vita migliorerà) e, in particolare, se si è dirigenti, imprenditori, liberi professionisti, direttori, quadri, impiegati”, tuttavia, rimarca il documento, “anche tra chi è in cerca di nuova occupazione gli ottimisti sono il 37,7%”.

Cultura: fondi MIC a Lazio, Campania e Toscana

Quasi 236 milioni di euro a favore del patrimonio culturale italiano. È questa la notizia arrivata dal ministero della Cultura dopo la pubblicazione di un decreto firmato dal ministro Gennaro Sangiuliano, secondo quanto riportato dall’Agenzia Dire.
I fondi riguardano il triennio 2024-2026 e interessano i settori dei beni archeologici, a cui sono riservati circa 15 milioni, delle belle arti e il paesaggio, che ricevono 27,2 milioni di euro, e dei musei,a cui arrivano quasi 12,5 milioni. A questi, si aggiungono gli archivi con 3,7 milioni e le biblioteche con 5,4 milioni di euro. Tutto il territorio nazionale sarà interessato dagli interventi, con il Lazio che guida la classifica delle regioni più finanziate. È qui, infatti, che arriveranno 38,8 milioni di euro per 133 interventi, di cui 40 nei musei, per un totale di 19,5 milioni, 28 nel settore belle arti e paesaggio da realizzare con 8 milioni, 20 interventi nel settore dell’archeologia per 5,7 milioni, 44 per le biblioteche con 5,5 milioni e 1 per gli archivi pari a 39mila euro. Per quanto riguarda l’archeologia, non si tratta di interventi su grandi siti turistici, ma di lavori che verranno effettuati su beni minori. A raccontarlo in questo caso è l’assenza di Roma, che dal piano del Mic non riceverà fondi per nessun bene archeologico. Tra i destinatari invece ci sono le aree archeologiche di Sora, Cassino, Ceprano, Supino, Castro dei Volsci, Arpino e Casalvieri che in tre anni riceveranno seicentomila euro per la bonifica della vegetazione infestante del trattamento delle aree a verde e recupero del patrimonio esistente. Stesso importo e stessi interventi per le aree archeologiche di Formia, Sabaudia, Cisterna, Monte San Biagio, Fondi e Gaeta, mentre ad Aquino, in provincia di Frosinone, andranno 550mila euro per lo scavo, il restauro e interventi finalizzati alla pubblica fruizione del cosiddetto Arco di Marcantonio. Sul versante delle belle arti e del paesaggio, Roma figura per i lavori al complesso di San Francesco a Ripa che per il completamento delle aree esterne, il restauro del muro di cinta e opere minori connesse alla funzionalizzazione del Complesso riceve 250mila euro, mentre altri 180 arriveranno per i lavori di completamento degli ambienti conventuali a supporto dell’Archivio storico afferenti alla Chiesa. A Palazzo Patrizi Clementi, sempre nella Capitale, andranno invece 120mila euro, divisi in tre anni, per la manutenzione ordinaria degli impianti. Ma la fetta più grande se la prende Palazzo Chigi di Ariccia, a cui 1,4 milioni di euro per il restauro dei prospetti, la manutenzione delle coperture dell’edificio museale e la nuova illuminazione dell’intero complesso berniniano della piazza di Corte.
Infine, i musei: diversi gli interventi nei siti di Roma, a cominciare da Castel Sant’Angelo e Passetto di Borgo che riceverà quasi 2,4 milioni di euro divisi in due tranche da 985mila euro, la prima per la messa in sicurezza e valorizzazione del patrimonio culturale attraverso la manutenzione straordinaria e l’allestimento dei depositi e altri ambienti del museo Nazionale, e la seconda per la manutenzione straordinaria e messa in sicurezza dei percorsi di visita anche attraverso un nuovo sistema di illuminazione. Altri 420mila euro saranno destinati alla manutenzione ordinaria e straordinaria del Museo nazionale. Capitolo corposo anche per il Pantheon, a cui arriveranno 500mila euro per l’adeguamento impiantistico e l’illuminazione, ma anche altri 2,4 milioni di euro per i già annunciati restauri conservativi all’interno del monumento. Al Museo Hendrik Christian Andersen andranno invece 182.500 euro e 162mila euro per due interventi distinti, mentre al Parco di Veio saranno destinati 700mila euro. Non solo Roma, però, perché anche i musei del Lazio avranno i loro finanziamenti. Come i 400mila euro stanziati per il Museo archeologico nazionale di Formia – che realizzerà un riallestimento e i lavori di adeguamento impiantistico – e i 700mila euro che spettano a Palazzo Altieri di Oriolo Romano per il restauro e la manutenzione straordinaria della foresteria. Oltre 800mila euro, infine, andranno a Cassino e al suo Museo archeologico nazionale G. Carettoni e per l’area archeologica.
 
 ALLA CAMPANIA 34,3 MLN: ECCO I 125 PROGETTI FINANZIATI
Quasi 236 milioni di euro a favore del patrimonio culturale italiano. È questa la notizia arrivata oggi dal ministero della Cultura dopo la pubblicazione di un decreto firmato dal ministro Gennaro Sangiuliano. I fondi riguardano il triennio 2024-2026 e interessano i settori dei beni archeologici, a cui sono riservati circa 15 milioni, delle belle arti e il paesaggio, che ricevono 27,2 milioni di euro, e dei musei,a cui arrivano quasi 12,5 milioni. A questi, si aggiungono gli archivi con 3,7 milioni e le biblioteche con 5,4 milioni di euro. Tutto il territorio nazionale sarà interessato dagli interventi, con la Campania che riceverà 34,3 milioni di euro, a fronte di 125 progetti finanziati. Seconda tra le regioni più finanziate dal ministero della Cultura, nel triennio 2024-2026 vedrà realizzarsi 9 interventi sui suoi musei con un finanziamento di quasi due milioni di euro e 31 nel settore dell’archeologia, con fondi pari a 8.540.000,00. A fare la parte del leone saranno però le belle arti e il paesaggio con 45 interventi che verranno realizzati con 19,6 milioni di euro. Per quanto riguarda gli interventi archeologici previsti, 600mila euro sono destinati a Cellole, Santa Maria Capua Vetere, San Salvatore Telesino e altri Comuni per interventi di manutenzione e restauro dei siti archeologici del territorio Casertano e Beneventano, mentre altri 600mila euro andranno alla Villa romana di via Solfatara a Pozzuoli e 400mila euro per la manutenzione e il restauro delle mura romane di Alife, in provincia di Caserta. A Napoli, il Parco archeologico naturalistico del Pausilypon e le aree archeologiche di pertinenza della Soprintendenza avranno a disposizione 420mila euro per lavori di contenimento della vegetazione ruderale, manutenzione ordinaria e straordinaria aree a verde, mentre 500mila euro arriveranno a San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento, per la manutenzione e il restauro della Cinta muraria romana dell’antica Telesia.
Per quanto riguarda le belle arti e il paesaggio, capitolo più corposo della Campania, 600mila euro sono destinati alla Reggia di Portici per un intervento di consolidamento e restauro del cortile. Oltre 1,3 milioni di euro andranno al restauro e alla messa in sicurezza della villa di Luchino Visconti La Colombaia a Ischia, mentre un milione di euro è destinato a lavori di restauro e ristrutturazione della Basilica della Madonna delle Grazie di Benevento. Al Castello di San Michele di Voturara Irpina andranno 500mila euro per la messa in sicurezza della sua torre panoramica, mentre 4 milioni di euro andranno ad Aversa per il restauro della Chiesa della Maddalena e del chiostro San Bernardino. Infine, sul versante dei Musei, oltre un milione e mezzo è riservato alla direzione regionale della Campania per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, adeguamento degli impianti e sistemazione del verde. Poi, 160mila euro sono previsti per la Certosa di San Lorenzo di Padula, in provincia di Salerno, e 100mila per Parco archeologico Villa Damecuta ad Anacapri.
ALLA TOSCANA 25 MLN: ECCO I 138 PROGETTI FINANZIATI
Quasi 236 milioni di euro a favore del patrimonio culturale italiano. È questa la notizia arrivata oggi dal ministero della Cultura dopo la pubblicazione di un decreto firmato dal ministro Gennaro Sangiuliano. I fondi riguardano il triennio 2024-2026 e interessano i settori dei beni archeologici, a cui sono riservati circa 15 milioni, delle belle arti e il paesaggio, che ricevono 27,2 milioni di euro, e dei musei,a cui arrivano quasi 12,5 milioni. A questi, si aggiungono gli archivi con 3,7 milioni e le biblioteche con 5,4 milioni di euro. Tutto il territorio nazionale sarà interessato dagli interventi, con la Toscana che riceve 25 milioni di euro e si aggiudica il terzo posto (insieme al Piemonte) della classifica delle regioni più finanziate dal Mic. I progetti che riceveranno i fondi sono 138, così suddivisi: 32 saranno quelli dedicati ai Musei per un totale di 8,1 milioni di euro, 37 interventi per l’area belle arti e paesaggio per un totale di 9,2 milioni e 46 progetti per i beni archeologici per 5,3 milioni di euro. Biblioteche e archivi, infine avranno rispettivamente 12 progetti per 1,7 milioni e 11 interventi per 751mila euro.
Nel dettaglio, per quanto riguarda l’archeologia 400mila euro andranno al Teatro e Terme romane di Vallbuona di Volterra per il completamento di interventi di messa in sicurezza e restauro, 100mila euro andranno al cantiere delle navi antiche di Pisa per la riorganizzazione e inventariazione dei depositi di materiale archeologico nei territori di competenza e 300mila euro al Casale di Poggio Murelle di Manciano per interventi di consolidamento e restauro delle murature del Casale e anche per indagini conoscitive sulle murature antiche. Tra gli interventi che verranno finanziati ci sono anche quelli alla Villa romana di Settefinestre di Orbetello che riceverà 170mila euro per la manutenzione straordinaria con attività di messa in sicurezza e restauro delle strutture e per la progettazione di un nuovo percorso di visita e realizzazione dei percorsi e della pannelistica di riferimento. Infine, anche San Casciano dei Bagni avrà un finanziamento di 200mila euro per il suo Podere Montesanto che vedrà così effettuati lavori di restauro e messa in sicurezza delle cisterne romane a supporto degli interventi di scavo in concessione al Comune con recupero delle aree paesaggistiche degradate nell’ambito del nuovo progetto di fruizione dell’area.
Sul versante delle belle arti e del paesaggio tra i progetti finanziati figura la ex chiesa di San Lorenzo a Pistoia che riceverà oltre 2,3 milioni di euro per la messa in sicurezza, consolidamento, restauro e rifunzionalizzazione. A Pisa 825mila euro andranno alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle sedi della Soprintendenza, mentre 240mila euro andranno alle Mura di Caprignola di Aulla, in provincia di Massa e Carrara. I fondi serviranno alla valorizzazione, recupero e sviluppo turistico-culturale del sistema fortificato delle mura medicee di Caprigliola. E ancora, 600mila euro per il descialbo e restauro degli affreschi delle sale del piano nobile e del loggiato di Palazzo Guinigi a Lucca e 450mila euro per il restauro della facciata e delle coperture della chiesa di Santa Maia a Olmi e del campanile, a Borgo san Lorenzo.
Infine, il capitolo archeologia vede 1,5 milioni di euro per lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria e messa in sicurezza di tutti gli edifici, delle aree archeologiche e degli impianti, anche ai fini del potenziamento della pubblica fruizione delle sedi museali afferenti alla direzione regionale musei della Toscana, a cui andranno anche 800mila euro per interventi urgenti di adeguamento dei luoghi di lavoro per l’eliminazione o la riduzione dei rischi. Alla Villa medicea di Poggio a Caiano andranno poi 450mila euro per interventi di consolidamento, ripristino e restauro del loggiato e della soprastante terrazza perimetrale della villa. E ancora, 419mila euro andranno al Museo nazionale di San Matteo a Pisa e 303mila al Giardino mediceo di Castello a Firenze per la manutenzione straordinaria degli immobili e la messa in sicurezza e restauro degli intonaci pericolanti, delle strutture primarie e secondarie in legno delle limonaie del giardino mediceo, e la revisione completa delle coperture. Infine, 500mila euro andranno alla Palazzina dei Mulini di Portoferraio, all’Isola d’Elba, per lavori di restauro, riqualificazione funzionale e impiantistica e valorizzazione.

Asili nido, finanziati 30mila nuovi posti, 65% fondi al Sud

Sono poco meno di 30mila i posti aggiuntivi finanziati quest’anno negli asili nido italiani. Più della metà delle risorse (il 65%) è destinato ai comuni del mezzogiorno, che potranno così contare su 19.646 posti in più nei propri nidi. La regione che intercetta più risorse in assoluto è la Campania, che assorbe da sola quasi un quarto della somma complessiva, con Napoli a fare la parte del leone. E’ quanto emerge da una elaborazione di Centro Studi Enti Locali basata sui dati diffusi dal Ministero dell’Interno. Nonostante i comuni settentrionali coinvolti dal riparto siano di più (3.809), le risorse loro assegnate sono nettamente inferiori, si spiega, perché i posti aggiuntivi finanziati in ogni ente coinvolto sono mediamente di meno: 3 posti in più a comune del nord contro i 4,5 del centro e i 9 del sud.

Donazione degli organi, parte una campagna negli Uffici anagrafe

Al via una grande campagna di sensibilizzazione per la donazione degli organi: sarà attuata negli Uffici anagrafe ed è promossa dal ministero della Salute e dal Centro nazionale trapianti (Cnt). Entro aprile, spiegano ministero e Cnt in occasione della Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti che sui celebra oggi, verranno inviati a circa 900 uffici anagrafe dei 500 comuni più popolosi d’Italia dei nuovi allestimenti informativi (roll-up, manifesti e locandine) grazie ai quali i cittadini in attesa di rinnovare il documento d’identità potranno ricevere informazioni verificate e corrette sulla donazione, in modo da compiere una scelta consapevole quando arriva il proprio turno allo sportello. L’iniziativa proseguirà anche nei mesi seguenti ed entro la fine dell’anno saranno 1.500 le sedi anagrafiche e oltre 1.100 i comuni raggiunti, con una copertura territoriale di quasi 40 milioni di cittadini residenti. Ministero e Cnt ricordano che oltre al momento del rinnovo della carta d’identità, si può dichiarare il proprio Sì alla donazione anche iscrivendosi all’Aido, oppure presso gli appositi sportelli delle Asl, e infine anche solo scrivendo la propria volontà su un foglio di carta semplice datato e firmato da portare con sé.

Dove è nato l’inno d’Italia? Indagine università di Genova

Dov’è nato l’Inno d’Italia? A Carcare, piccolo Comune del Savonese, o a Genova? La verità passerà da una borsa di studio, che il Comune di Carcare attiverà con l’Università di Genova. Lo racconta l’edizione savonese de ‘Il Secolo XIX’ illustrando il ‘braccio di ferro’ tra storici e studiosi emerso dal convegno ‘L’Italia s’è desta…Uniamoci…Amiamoci…’ organizzato dal Comune savonese. Presenti il presidente del Consiglio comunale di Genova Carmelo Cassibba e la Fanfara Alpina ‘Monte Beigua’ di Savona, che ha fatto risuonare le note dell’Inno di Mameli in tutto il paese. Saranno gli studenti dell’Università di Genova con una tesi a risolvere il dubbio storico sulla città natale del canto degli italiani e a svelare se la mente che lo compose fu solo Mameli o parte del merito va a padre Scolopio Atanasio Canata, che nel 1846 con il rettore del collegio di Carcare padre Giovanni Garassini accolse per un periodo Goffredo Mameli. “È tempo di fare chiarezza – dichiara il sindaco Rodolfo Mirri a ‘Il Secolo XIX’ -. Carcare non vuole arrogarsi meriti che non ha, ma la tradizione orale e i documenti tramandati dai padri Scolopi, hanno sempre fatto pensare che l’Inno sia stato scritto nel collegio fondato da San Giuseppe Calasanzio. Mameli fu mandato qui dalla famiglia a 19 anni, conobbe padre Canata e dalle loro chiacchierate crediamo sia nato qualcosa di importante, l’Inno. Perciò, anche noi come Genova, rivendichiamo l’appellativo di Città dell’Inno”. Per supportare la tesi, Carcare si è affidata allo storico Aldo Mola, secondo cui l’Inno potrebbe non essere totalmente opera di Mameli (“troppo giovane per formulare certi versi”), ma “è probabile che sull’opera abbia influito proprio il pensiero di padre Canata”. “Ora sarà la ricerca a supportarci nel fare chiarezza”, afferma l’assessore comuanale alla Cultura Beatrice Scarrone, spiegando che Carcare istituirà una borsa di studio proprio con l’Università dell’altra città ligure che rivendica la paternità dell’Inno.