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Enogastronomia, tutto quello che c’è da sapere su questo tema rilevante per la nostra cultura culinaria. Tutte le curiosità e le news sull’enogastronomia

NATALE: COLDIRETTI/IXE’, SPESI 2,8 MLD A TAVOLA, VINCONO TRADIZIONE E MADE IN ITALY

Tra cibi e bevande gli italiani hanno speso 2,8 miliardi per la tavola di Natale, con una larga preferenza per i prodotti della tradizione e di origine nazionale, anche se è diminuito il tempo trascorso ai fornelli per cucinarli. E’ il bilancio tracciato dalla Coldiretti per l’appuntamento clou delle feste che quasi nove cittadini su dieci (88%) hanno scelto di passare in casa propria o di parenti e amici, mentre il resto si è diviso tra ristoranti, agriturismi o altre soluzioni dell’ultim’ora. 

Se il numero medio dei commensali si conferma grosso modo sui livelli dello scorso anno (quasi otto a tavola), quest’anno si è registrato un calo delle ore trascorse ai fornelli, da 2,2 a 2,7, che non ha però interessato gli abitanti delle Isole, con ben 3 ore di media. Ma c’è anche un 9% di chi mangia a casa che ha deciso di ordinare d’asporto o mangiare quello che portano amici e parenti, secondo Coldiretti/Ixe’. L’alternativa sono ristoranti e agriturismi, verso i quali si sono indirizzati 4,5 milioni di italiani. 

Lo spumante si conferma un prodotto imprescindibile sull’83% delle tavole, assieme alla frutta locale di stagione, scelta dall’88% degli intervistati. Il panettone, con il 77%, supera largamente il pandoro, fermo al 55%, ma ben il 56% ha optato anche per i dolci tradizionali locali. Inoltre, un 47% ha deciso di mettersi alla prova in cucina, preparando personalmente il dolce delle feste con farina e mattarello.

La maggior parte delle famiglie si è indirizzata comunque verso un menù a base di prodotti e ingredienti nazionali, con una spesa complessiva stimata dalla Coldiretti in 920 milioni di euro per pesce, carni e salumi, 600 milioni di euro per spumante, vino e altre bevande, 300 milioni per i dolci, tra cui panettone, pandoro e prodotti da panetteria. Inoltre, si stima una spesa di 580 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 200 milioni per pasta e pane, e altrettanti per formaggi e uova. 

Ma la feste rappresentano – conclude Coldiretti – anche un momento di riscoperta delle ricette della tradizione fatte con prodotti naturali, come alternativa rispetto al consumo “frettoloso” di cibi ultraprocessati che caratterizza gli altri periodi dell’anno, con effetti negativi sulla salute, sull’ambiente e sulla tutela della biodiversità.

I risultati del XXII Rapporto Ismea-Qualivita: la vitivinicoltura sannita traina la DOP Economy della provincia di Benevento

Il XXII Rapporto Ismea-Qualivita consacra la provincia di Benevento come uno dei poli più dinamici e strategici per le filiere agroalimentari DOP e IGP italiane, con un valore alla produzione complessivo di 59 milioni di euro. La vitivinicoltura sannita si conferma il cuore pulsante del settore, contribuendo significativamente e affermandosi come pilastro dell’economia locale e regionale.

Nel comparto vino Campania, tra le denominazioni con il maggiore ritorno e impatto economico, rientrano le indicazioni geografiche: Benevento IGP, Falanghina del Sannio DOP e Sannio DOP.

Le bottiglie certificate con i contrassegni di stato ne sottolineano la forza e la resilienza della Dop Economy sannita, che continua a rappresentare un asset strategico per il sistema produttivo locale e regionale, nonostante le difficoltà del settore agricolo e dei mercati globali. Ecco i dati 2024 che confermano quelli del 2023: in solo tre mesi Benevento IGP = 3.313.940; in 11 mesi Aglianico del Taburno DOCG = 248.437, Falanghina del Sannio DOC = 4.781.835 e Sannio DOC = 5.297.018; per un totale, dall’inizio del 2024 (tranne Benevento IGP, partito a fine agosto) di 13.641.230 bottiglie certificate per oltre 50 milioni di eurodi valore alla produzione.

Il comparto vino si conferma un motore economico non solo per il Sannio ma per l’intera regione Campania, che nel 2023 ha registrato un valore alla produzione di 101 milioni di euro nel settore vitivinicolo, coinvolgendo 4.406 operatori.

Questi risultati rafforzano il ruolo della Campania nell’ecosistema nazionale della Dop Economy, prima regione del Sud Italia per valore alla produzione con 921 milioni di euro nel 2023, generati dalle 59 filiere del cibo e del vino DOP IGP che ricadono sul territorio.

La provincia di Benevento, grazie alla qualità della filiera vitivinicola, continua a essere un esempio virtuoso di integrazione tra tradizione, innovazione e sostenibilità, contribuendo in modo determinante al valore del Made in Italy agroalimentare.

Benevento: Il Sannio Consorzio Tutela Vini promuove la sostenibilità del settore vitivinicolo locale con il progetto SANNIO_SUSTAINABILITY

Punta molto in alto il nuovo progetto di ricerca e sviluppo denominato SANNIO_SUSTAINABILITY, ideato dal Sannio Consorzio Tutela Vini allo scopo di promuovere la sostenibilità del settore vitivinicolo locale. Il piano, infatti, aspira a creare un modello di sviluppo territoriale che sia replicabile, mettendo al centro la sostenibilitàcome strumento per preservare le risorse del Sannio e stimolare nuove opportunità economiche. E non basta, perché servirà anche a rispondere ai requisiti dei nuovi disciplinari, in fase di modifica, che includono la possibilità di rivendicare e certificare a DOP e IGP, soltanto le produzioni che rispondano ai requisiti della produzione integrata (SQNPI) e/o certificazione di sostenibilità.

Il progetto pilota SANNIO_SUSTAINABILITY, nasce in considerazione del fatto che gli impatti delle attività agricole vanno oltre i confini dei campi coltivati, poiché riguardano il benessere dei lavoratori e la salute dei consumatori, il coinvolgimento delle comunità locali, la valorizzazione del territorio circostante e la conservazione delle risorse naturali. Per questo il programma comprenderà un Disciplinare composto da requisiti minimi che uniscono aspetti che vanno dalla misurazione della water footprint e della carbon footprint al controllo del peso della bottiglia, dalla conservazione della biodiversità floristica e faunistica alla valorizzazione del capitale umano e territoriale, dal risparmio energetico alla salute dei consumatori.

Fra gli obiettivi del Progetto pilota SANNIO_SUSTAINABILITY rientrano lo sviluppo e l’implemento di un Sistema per la Sostenibilità del SANNIO in conformità agli standard più virtuosi, con l’intento di giungere alla sostenibilità di denominazione (almeno il 40% dei vigneti rivendicati) e di creare le condizioni per le aziende favorendo una successiva certificazione: di processo e di prodotto. Il tutto per sperimentare la fattiva realizzazione della sostenibilità di denominazione, creare un modello di sistema per il Consorzio Sannio e per le aziende e realizzare degli strumenti operativi per il funzionamento del sistema.

Due le strategie impiegate: la prima, attraverso un Progetto pilota con 5 aziende (finanziato dal Sannio Consorzio Tutela Vini); la seconda, con il trasferimento degli output del progetto alla base produttiva, con il Consorzio a coordinare e supportare le aziende nel percorso di sostenibilità e nella comunicazione del bilancio di sostenibilità.

Concreti e ampio spettro i risultati attesi che vanno dalla riduzione dell’impatto ambientale grazie all’adozione di pratiche agricole ecocompatibili e tecnologie verdi alla crescita dell’economia locale con un aumento della redditività delle attività agricole con benefici per l’intera comunità del Sannio; cui si aggiungono, la creazione di posti di lavoro per i giovani e l’incremento della consapevolezza ambientale e l’aumento del turismo con pacchetti e percorsi di turismo esperienziale che rispettino i principi della sostenibilità.

Il Sannio Consorzio Tutela Vini protagonista alla 33esima edizione del Merano Wine Festival

Ancora un’attività di valorizzazione e promozione del Sannio Consorzio Tutela Vini. Questa volta il Sannio sarà presente alla 33esima edizione del Merano Wine Festival, in programma dall’8 al 12 novembre prossimo, un appuntamento imperdibile per gli amanti del vino e della gastronomia di qualità nazionale e internazionale, capace di mettere insieme produttori, visitatori, stampa e operatori del settore di tutto il mondo, in un confronto fatto anche di storia, bellezza e sostenibilità.

Nello spazio esclusivo Casa Sannio sarà possibile degustare e approfondire le particolarità delle varie denominazioni territoriali: Falanghina del Sannio Doc, Aglianico del Taburno DOCG, Sannio Doc e Benevento IGT.

Il prestigioso Kurhaus, capolavoro in stile liberty costruito da Josef Czerny nel cuore di Merano, è pronto ad aprire le sue porte per offrire una cornice unica per la scoperta dell’attraente mondo del vino ed enogastronomico.

In questo scenario, il Sannio Consorzio Tutela Vini presenterà in Casa Sannio le sue risorse culturali, i vini e i prodotti tipici, la cucina del territorio e la pizza tradizionale napoletana.

“Contiamo molto su questo appuntamento in terra altoatesina – afferma Libero Rillo, Presidente del consorzio sannita – perché siamo convinti delle potenzialità di una manifestazione in crescita nel mondo del wine&food. E, ancora una volta, continueremo nella nostra opera di far conoscere con maggiore attenzione, attraverso degustazioni, narrazioni e presentazioni, tutti i nostri prodotti.

“Nei giorni 9, 10 e 11 novembre – aggiunge -, confermando e arricchendo la formula adottata nelle precedenti edizioni, oltre ai nostri vini, per completare la nostra proposta di territorio, in Casa Sannio presenteremo le migliori produzioni gastronomiche sannite, con il supporto dello chef Daniele Luongo, mentre, solo nella giornata di sabato 9 si potranno degustare anche la pizza napoletana preparata da Gino Sorbillo in abbinamento allaFalanghina del Sannio DOC”.

Casa Sannio, un’accogliente tensostruttura di 72 metri quadrati, sarà collocata davanti all’ingresso del Kurhaus, nel centro storico di Merano (Corso delle Libertà).

Per il Sannio Consorzio Tutela Vini, quindi, un nuovo impegno per promuovere a livello nazionale e internazionale le risorse di un territorio vitivinicolo in continuo cambiamento, una terra che ha i colori, i profumi e i sapori della sua storia millenaria.

TLB, il kebab napoletano di qualità conquista Milano

Il format nato a Napoli si espande e apre per la prima volta fuori Campania: nuovo locale nel capoluogo lombardo a due passi dal Duomo, in via Dei Piatti 4
Prossimi obiettivi: aperture in tutta Italia e poi all’estero

Il kebab di qualità made in Napoli di TLB arriva nel cuore di Milano e conquista il capoluogo lombardo con il nuovo locale aperto in via dei Piatti 4 (angolo via Torino) a due passi dal Duomo. Tanti i clienti che hanno affollato il punto vendita di TLB in questi primi giorni di apertura, dopo l’inaugurazione avvenuta sabato 19 ottobre scorso

La storia di TLB, un format take away nato con l’obiettivo di valorizzare il tipico piatto mediorientale fondendo diverse culture culinarie con accostamenti di ingredienti di primissima qualità, inizia a Napoli nel 2002 per iniziativa dei fratelli Marietta e Genny Donzelli. Il primo locale è al Corso Umberto, e riscuote subito grande successo grazie alla vicinanza con la sede centrale dell’Università e alla grande qualità del suo kebab, apprezzata dai tanti studenti che gravitano nella zona.  Seguono, in rapida successione a partire dal 2020,  le aperture a Pomigliano d’Arco e, a Napoli, al Vomero e a Piazzale Tecchio  (angolo Viale Kennedy, di fronte allo Stadio Diego Armando Maradona), ancora ad Aversa (Caserta) con posti a sedere all’interno, nell’Acquaflash e fra pochi giorni nel centro commerciale Pegaso a Pagani (Salerno).

«La scelta del primo store fuori Campania è ricaduta sulla città di Milano non per caso. Il capoluogo lombardo è una città dallo spirito internazionale sempre aperta a nuove tendenze e capitale del business italiano. Milano è sicuramente un traguardo importante, ma puntiamo nei prossimi mesi ad aprire nuovi store nelle principali città italiane come Roma, Firenze, Bologna e Torino. Il nostro obiettivo è far conoscere ed apprezzare la nostra idea di kebab in tutta Italia, e magari anche all’estero. Con la sua formula di Franchising, TLB costituisce un investimento sicuro e redditizio”.

Con oltre 20 anni di esperienza nel campo della ristorazione, TLB ha rivoluzionato il mondo del Kebab rappresentando l’unica e vera proposta di “Kebabberia” rigorosamente made in Italy. Le carni, di alta qualità e controllate alla filiera, garantiscono un prodotto finale dal sapore inconfondibile e sono prodotte esclusivamente con il proprio marchio. L’offerta gastronomica è ampia e di alta qualità, con specialità pronte a rivoluzionare l’idea del Kebab.  Il menù di TLB è composto da 11 pite tutte preparate con carni di pollo rigorosamente italiano. Spaziando dalla pita classica a quella con pastrami e scaglie di grana, e dai friarielli tipicamente napoletani al bacon & cheddar tipicamente americano, l’offerta proposta è pensata per soddisfare tutti i gusti ed anche i palati più esigenti, anche in versione vegana.

Eruzioni del gusto, si apre con chef stellati

Eruzioni del gusto, si apre con chef stellati
L’evento enogastronomico al via il 25 ottobre a Pietrarsa

Studenti delle scuole alberghiere e chef di alto livello apriranno con una anteprima dedicata ai cuochi del futuro, venerdì 25 ottobre alle 12.00, la 6° edizione di Eruzioni del Gusto, evento culturale,
espositivo e di promozione dell’enogastronomia, della viticoltura e dell’enoturismo dei territori vulcanici della Regione Campania e delle altre aree vulcaniche del Paese, promosso dall’associazione culturale ORONERO dalle scritture del fuoco. La kermesse, in programma dal 25 al 28 ottobre al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, al confine tra Napoli e Portici, darà appuntamento al pubblico con l’apertura dedicata agli chef del futuro: ‘le scuole alberghiere a confronto’ a cura dell’Associazione provinciale Cuochi di Napoli. Intervengono: Domenico Iavarone (già Stella Michelin, Executive Chef presso l’hotel La Favorita di Sorrento) Eduardo Giglio (executive chef del ristorante Line di Ercolano) Angelo Carannante (Chef Stella Michelin, Executive Chef del ristorante Caracol di Bacoli) Mario Volpe (Food & Beverage manager dell’hotel Excelsior di Napoli, delegato regionale Ais) Ciro Poppella (maestro pasticcere patrono dell’omonima pasticceria), Luigi Vitiello (Presidente Unione Regionale dei Cuochi della Campania – F. I. C.) . Al pubblico verrà mostrata dal vivo la preparazione di piatti della tradizione campana, le tecniche di lavorazione dei prodotti più noti della nostra terra vulcanica ‘innaffiati’ da vini più delicati.
A seguire, un incontro sulla filiera ittica con Feampa Campania con storie di successo da raccontare e sessioni tematiche su acquacoltura, trasformazione dei prodotti ittici, commercializzazione e marketing: presentazione di strategie di marketing efficaci per promuovere i prodotti ittici locali, discussione sull’importanza della tracciabilità e della certificazione dei prodotti.
Sabato 26 ottobre alle 12.00 in programma il taglio del nastro inaugurale della 6° edizione con rappresentanti delle istituzioni e giornalisti. A seguire workshop e degustazione dei prodotti della Campania, show cooking e masterclass. Uno spazio sarà dedicato anche quest’anno a Vetrina Toscana a cura di Toscana Promozione Turistica. E ancora, Vesuvio e Etna ovvero Incontri vulcanici con degustazione di vini vulcanici, prodotti ittici, show cooking e degustazioni di piatti della tradizione.

Per i dettagli: www.eruzionidelgusto.it

I buyers internazionali alla decima edizione di Gustus, a Napoli dal 17 al 19 novembre

Gustus, Salone professionale dell’agroalimentare, enogastronomia e tecnologia torna a Napoli, nella Mostra d’Oltremare, dal 17 al 19 novembre 2024, con la sua decima edizione. Quest’anno sarà offerta alle aziende espositrici l’opportunità di incontrare 15 delegazioni di buyers esteri che saranno presenti nella più grande fiera internazionale del settore food nel Sud Italia, organizzata da Progecta. I buyers, selezionati dall’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, provengono da Austria, Azerbaigian, Belgio, Croazia, Germania, Israele, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Ungheria.
Il ritorno della kermesse segna la riproposizione di show cooking, con la presenza di chef stellati da tutta Italia, convegni, corsi di formazione e contest dedicati al mondo del food. A Gustus, nell’ambito di un concorso organizzato dalla Fipgc, Federazione Internazionale Pasticceria Gelateria Cioccolateria, sarà proclamato il miglior panettone del mondo, mentre il giornalista Luciano Pignataro premierà le migliori pizzerie della Campania della guida de Il Mattino. Una novità della decima edizione di Gustus è lo spazio riservato al gelato, con un focus sulla destagionalizzazione e i gusti di tendenza del 2024.
“Gustus – afferma Matteo Cutolo, presidente Fipgc, Federazione Internazionale Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria – sarà una fiera molto intensa, sarà particolarmente interessante il confronto tra i tanti colleghi ed è importante anche la partecipazione di molte aziende. Per noi rappresenta un motivo di grande orgoglio. Anche quest’anno Gustus ospiterà la finale di The Best Panettone of The World, con pasticceri provenienti da diverse regioni d’Italia e Paesi del mondo, come Francia, Spagna, Messico, Giappone.Decreteremo il miglior panettone nelle varie categorie, tra cui la novità del 2024: il miglior panettone decorato, prodotto nel quale la decorazione va a impreziosire il lavoro dell’artigiano. Un’altra novità riguarda il gelato: organizzeremo un workshop dedicato al gelato tutto l’anno, affrontando il tema della destagionalizzazione con gelatieri provenienti da tutta Italia”.
Spazio alla seconda edizione di Burger Battle, talent show che incoronerà il miglior burger del mondo, e alle competizioni su piatti a base di carne organizzate da Federcarni che, per il 2024, ha deciso di ampliare il calendario di eventi proposti, con corsi di formazione per i macellai e un’intera giornata dedicata ai ristoratori della carne.
Ritornano a Gustus la Fic, Federazione Italia Cuochi, e l’Unione Regionale Cuochi della Campania, con una presenza, quest’anno, anche delle associazioni di Puglia, Calabria, Sicilia e Lazio, per una decima edizione che conferma l’impegno del Salone organizzato da Progecta nel valorizzare le eccellenze regionali. Spazio anche al Dse, Dipartimento Solidarietà Emergenze della Fic, che organizza l’Emergency Food Contest con la Protezione Civile della Campania.
“Gustus – sottolinea Rocco Pozzulo, presidente della Fic – è un momento molto importante per la nostra categoria. Nel nostro spazio promuoviamo innanzitutto l’incontro tra tanti cuochi provenienti da diverse regioni d’Italia e attività di formazione. Inoltre, grazie all’Emergency Food Contest, mostriamo il lavoro di team chiamati a intervenire in casi di calamità naturali per preparare pasti alle popolazioni colpite: non è una classica competizione di cucina, ma un momento che mostra a tutti il grande cuore dei cuochi. Siamo orgogliosi di partecipare alla fiera di settore più importante del Sud, con un respiro nazionale e un’affluenza da sempre incredibile”.
Gustus ospiterà i principali brand nazionali e internazionali di cucine professionali con i loro top di gamma. Protagonista sarà l’alta tecnologia con una vasta gamma di sistemi di ultima generazione anche per ottimizzare le fasi del lavaggio e della refrigerazione. Basti pensare che pratiche come quella dello scongelamento veloce, se eseguite correttamente, consentono di dimezzare lo spreco alimentare e il consumo d’acqua.
Questioni che saranno poste anche all’attenzione dei cuochi, come spiega Luigi Vitiello, presidente dell’Unione Regionale Cuochi della Campania: “Abbiamo pensato di trattare tematiche come la salvaguardia della dieta mediterranea, l’abuso di cibi ultra processati, ma anche la sostenibilità ambientale. I cuochi devono essere sempre stimolati a usare parsimoniosamente l’acqua, evitando sprechi, a fare sempre la raccolta differenziata. Nelle cucine è importante porre attenzione rispetto a questi aspetti in ogni fase della lavorazione. È fondamentale, poi, pensare anche alla sostenibilità degli acquisti, prediligendo le aziende cosiddette green. A Gustus proporremo show cooking mirati alla valorizzazione dei prodotti tipici, non solo campani, e tante attività formative. Il Salone rappresenta una vetrina molto molto importante: ci offre l’occasione di confrontarci su tantissime tematiche con colleghi che provengono da ogni angolo del Paese”.

Nasce partnership strategica tra Dolce & Salato e la SEF Consulting

Dolce & Salato Scuola, rinomata accademia di alta formazione professionale nei settori della cucina, pasticceria e hospitality con sede a Maddaloni e la SEF Consulting, azienda campana leader nella consulenza aziendale e nello sviluppo di progetti innovativi per le imprese con sede a Napoli, Nola e Telese (Benevento) annunciano con entusiasmo la nascita di una partnership strategica.

La collaborazione mira a rafforzare l’offerta formativa e a creare nuove opportunità di crescita per i professionisti e gli imprenditori del settore food e hospitality. Dolce & Salato Scuola, con anni di esperienza nella formazione pratica e teorica, e SEF Consulting, specializzata nella consulenza manageriale e nello sviluppo di strategie di business, metteranno insieme le rispettive competenze per ampliare la propria e reciproca offerta innovativa e di altissimo profilo.

“La nostra missione è sempre stata quella di formare i professionisti del futuro, capaci di rispondere alle sfide di un mercato in continua evoluzione” ha dichiarato Giuseppe Daddio, titolare e founder di Dolce & Salato “Grazie a questa partnership con SEF Consulting, i nostri partner avranno accesso a un bagaglio ancora più ricco di informazioni e competenze tecniche e gestionali, fondamentali per distinguersi nel mondo dell’imprenditoria”.

Anche, Errico Formichella, founder e CEO di SEF Consulting, ha espresso grande soddisfazione per questa nuova sinergia:“Crediamo fortemente nella collaborazione con Dolce & Salato, un’istituzione di eccellenza nella formazione per la ristorazione di eccellenza. La nostra esperienza nella consulenza aziendale ci permetterà di interagire e integrare il business management delle aziende partner, consentendo di essere d’ausilio alla formazione di professionisti che siano anche imprenditori consapevoli e capaci di innovare. Il nuovo accordo con Dolce e Salato si integra in un percorso che la nostra società sta già facendo da tempo anche con partner istituzionali, organizzazioni di categorie e aggregazioni di imprenditoria privata per creare valore e fornire conoscenza e consapevolezza ai vari attori del mondo del lavoro nazionale e internazionale, vista anche l’esperienza maturata dalla Sef Consulting nell’europrogettazione”.

La sinergia è nata tra Dolce e Salato e Sef Consulting risulta essere fondamentale per tutti coloro che saranno gli attori del settore enogastronomico da qui in avanti – lo ha sottolineato Alfonso Del Forno, giornalista e riconosciuto opinion maker  nazionale del settore enogastronomico – “La sfida del futuro dell’enogastronomia passa inevitabilmente attraverso la costruzione di aziende solide e che sappiano essere al passo con i tempi e con le prospettive di sviluppo del mercato, anche o forse soprattutto nel difficile settore dell’enogastronomia.  Coloro che si formeranno all’interno della prestigiosa scuola di formazione campana avranno il supporto di un’azienda che permette loro di conoscere quelle strategie di business per poter essere vincenti e soprattutto crescere nel proprio business in maniera sana e coerente” .

La partnership prevede lo sviluppo di specifiche skill rivolte sia a giovani aspiranti chef e pasticceri, sia a professionisti già affermati che desiderano aggiornarsi e ampliare le loro competenze gestionali e imprenditoriali. Tra le novità in programma, sono previsti workshop, masterclass e percorsi di consulenza personalizzati. Con questa collaborazione, Dolce & Salato e SEF Consulting puntano a creare una nuova generazione di professionisti, capaci non solo di eccellere in cucina, ma anche di guidare e far crescere le proprie attività in un panorama competitivo e in costante evoluzione.

Arriva l’olio nuovo, ma produzione a picco per la siccità

La siccità fa crollare la produzione dell’olio d’oliva italiano con un calo atteso di circa il 32%. a causa della mancanza di pioggia e del caldo record che al Sud hanno colpito le maggiori regioni produttrici come la Puglia e la Sicilia. A lanciare l’allarme sono Coldiretti, Unaprol e Ismea, che hanno presentato al G7 dell’Agricoltura a Siracusa le stime 2024 per l’Uliveto Italia, in occasione del via alla raccolta scattata proprio in Sicilia con un anticipo di 15/20 giorni, principalmente a causa del caldo record che ha accelerato la maturazione, portando di fatto a fine settembre il primo olio nuovo sulle tavole degli italiani. Presenti all’incontro David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente Unaprol, Maria Chiara Zaganelli, direttore generale di Ismea, e Nicola Di Noia, direttore di Unaprol.

La produzione di olio d’oliva dovrebbe attestarsi quest’anno intorno ai 224 milioni di chili, una quantità che fa scendere l’Italia al quinto posto nella classifica dei principali Paesi produttori, secondo Coldiretti, Unaprol e Ismea. A pesare sulla campagna è soprattutto il dato pugliese dove si stima un raccolto praticamente dimezzato rispetto allo scorso anno.

Nella regione, che da sola rappresenta circa un terzo degli uliveti nazionali, la fioritura e l’allegagione si sono mostrate abbastanza ridotte quest’anno, con le piante andate in stress idrico a causa delle poche piogge estive e delle alte temperature. Situazione analoga in Calabria e Sicilia dove si stimano perdite che al momento, comunque, sembrano più contenute rispetto a quelle della Puglia.

In Calabria, altra forte regione produttrice, la prolungata assenza di precipitazioni ha accentuato lo stress idrico delle piante, al quale si è aggiunta una caduta precoce delle olive, soprattutto nei frutteti più giovani o meno vigorosi. In Sicilia la fioritura e l’allegagione sono state buone ma una parte della produzione si è persa per il fenomeno della cascola dei frutticini nel mese di giugno e parte di luglio. La siccità di agosto ha ridotto ulteriormente le aspettative, anche se i primi dati sulle rese in olio sembrano piuttosto buoni secondo Coldiretti, Unaprol e Ismea.

Al crollo della produzione al Sud si contrappone l’aumento record fatto registrare nelle regioni del Nord, con un +75%, e del Centro (+70%) rispetto a un 2023 molto deficitario.

Buone notizie arrivano anche sul fronte della qualità che si annuncia ottima, grazie all’impegno delle circa 400 mila aziende agricole nazionali nel garantire un prodotto dagli standard elevatissimi, regalando all’Italia la leadership in Europa per il maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo, sulla base dell’analisi Coldiretti.

“Non è un caso che lo scorso anno l’olio extravergine d’oliva 100% Made in Italy italiano sia stato l’unico a crescere nei consumi dimostrando come i consumatori italiani abbiano premiato la qualità di un prodotto dalle caratteristiche organolettiche immediatamente percepibili – sottolinea David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di Unaprol, l’associazione dei produttori olivicoli -. Un risultato che evidenzia come il nostro Evo non debba essere considerato più una commodity legata alla logica del prezzo, ma un vero e proprio alimento, che peraltro innumerevoli studi indicano come prezioso elisir di lunga vita, oltre che caposaldo della Dieta Mediterranea. Da qui la necessità di tenere alta la guardia contro ogni tentativo di speculazione che possono trovare terreno fertile nella scarsità di prodotto a livello mondiale, nell’inevitabile incremento delle quotazioni e nella riduzione del differenziale di prezzo tra l’olio extravergine italiano e quello dei principali paesi produttori”.

Tra l’altro Unaprol e Coldiretti portano avanti una politica di contrasto alle frodi, sempre più crescenti per la scarsità di prodotto, proponendo in tutti i tavoli istituzionali, nazionali ed internazionali, la proposta del restringimento dei parametri relativi al livello di acidità dell’olio Evo, da 0,8% a 0,5%. Importante in tale ottica l’arrivo del nuovo decreto, fortemente voluto da Coldiretti e Unaprol e in fase di pubblicazione, sulle modalità di registrazione delle olive acquistate dai commercianti di olive, con specifiche funzionalità previste sul Sian, che assicurerà maggiore trasparenza e tracciabilità. Necessario anche rafforzare la disciplina sui condimenti, che dovrebbero avere l’indicazione dettagliata in etichetta della percentuale di olio extravergine d’oliva presente in miscele che utilizzano prevalentemente oli raffinati e devono essere nettamente separati sugli scaffali dall’olio Evo, per non ingenerare confusione nei consumatori e consentire manovre ingannevoli.

Ma l’impegno della filiera olivicola italiana con Unaprol e Coldiretti guarda anche ai cambiamenti climatici chiedendo di accelerare sulla realizzazione del piano di invasi con pompaggi e cambiare passo per una gestione della risorsa idrica programmata, senza la quale anche l’olivicoltura italiana non può più garantire una produzione costante e di qualità per gli effetti sempre più violenti dei cambiamenti climatici.

Benevento: La Falanghina del Sannio DOC sarà il vino ufficiale della Guida “Pizzerie d’Italia” 2025 e del premio “Tre Spicchi” Gambero Rosso

Ancora un evento con il Sannio Consorzio Tutela Vini protagonista. Sarà, infatti, sponsor ufficiale della presentazione della guida “Pizzerie d’Italia” 2025 e del premio“Tre Spicchi” Gambero Rosso.

La manifestazione si terrà oggi a Napoli presso la Mostra d’Oltremare – Palazzo Dei Congressi, Viale John Fitzgerald Kennedy e, durante la premiazione, il Sannio Consorzio tutela Vini consegnerà una targa premio a tutti i maestri pizzaioli premiati “Tre spicchi”.

Inoltre, la Falanghina del Sannio DOC sarà il vino ufficiale della premiazione e del momento di degustazione post conferenza stampa, degustazione a cura dei premiati tra premi speciali.

Un ottimo risultato, quindi, per il progetto “Pizza e Falanghina del Sannio DOC: insieme con gusto”, avviato nel 2015 dal Sannio Consorzio Tutela Vini e presentato per la prima volta a Verona, in occasione della 49° edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati, e proseguito dal 2018 in collaborazione con Gambero Rosso attraverso la sponsorizzazione della Guida “Pizzerie d’Italia”.

L’idea è quella di creare un interessante percorso emozionale, con i vini Falanghina del Sannio abbinati con la pizza napoletana, uno dei prodotti gastronomici che più identifica la Campania. Con l’intento anche di far conoscere le peculiarità di un vino bianco che si contraddistingue soprattutto per le sue eccelse capacità di abbinamento a tavola, nella convinzione che proprio i vini ottenuti da uve falanghina rappresentano una validissima proposta di associazione con un prodotto tipico e di qualità come la pizza napoletana, per un’unione vincente di due prodotti identitari e di successo della Campania.

Il tutto per contribuire a una maggiore conoscenza e incrementare il consumo in abbinamento delle varie versioni di Falanghina del Sannio Doc, la prima e più conosciuta denominazione della Campania.

Il Sannio Consorzio Tutela Vini, costituito il 5 febbraio 1999 ai sensi della Legge 164 del 1992 e del D.M. 256 del 1997, oggi conta oltre 1300 soci diretti suddivisi tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori. Riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali con D.M. del 18/05/2005 (G.U. serie speciale n. 123 del 28/05/2005), svolge le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi e la vigilanza, relativi alla DOCG Aglianico del Taburno, alle DOC Falanghina del Sannio e Sannio, e alla IGP Benevento o Beneventano, ai sensi dell’art. 41, comma 1 e comma 4 della L. 238/2016.

Resta da segnalare che il Sannio Consorzio Tutela Vini, ai sensi della L.238/2016, ha le seguenti percentuali di rappresentatività delle produzioni a DO e IGP tutelate (anno di riferimento 2022 – Ente di Certificazione Agroqualità): Aglianico del Taburno DOCG DOP – 96,23%, Sannio DOC DOP – 95,69%, Falanghina del Sannio DOP – 88,12 %, Benevento o Beneventano IGP – 69,66 %.