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A Udine il Napoli spreca e pareggia

Il Napoli spreca l’ennesima occasione stagionale dopo essere andato meritatamente in vantaggio e aver più volte sfiorato il colpo decisivo. Per i padroni di casa inizia il trittico terribile con Lecce, Empoli e Frosinone da cui dipenderà la permanenza in serie A. Cannavaro per la prima sfida in A con il “suo” Napoli, rivoluziona l’11 iniziale, schieramento tattico compreso: fuori capitan Pereyra con Brenner e Samardzic dietro l’unica punta, Lucca. Calzona deve rinunciare a Kvaratskhelia e Raspadori, infortunati. Davanti sceglie Lindstrom con Osimhen e Politano. La prima emozione la regala proprio Lindstrom che al 15′ impegna Okoye in una deviazione in angolo su punizione dal limite indirizzata nell’ angolo alto. Il pubblico prova a sostenere i padroni di casa, complice anche la storica rivalità con la tifoseria ospite, ma in campo le emozioni latitano. Spezza il torpore un’azione improvvisa di Ehizibue, sulla destra, al 35′: cross per Lucca, la cui conclusione all’altezza del dischetto viene murata. La palla arriva sul sinistro di Samardzic: conclusione a giro, a lato di un soffio. La vera occasione per il vantaggio dei bianconeri arriva sui piedi di Bijol al 44′: sugli sviluppi di un corner, Samardzic lo pesca in piena area. Il difensore fa una veronica e indirizza di precisione nell’ angolino basso. Meret è immobile ma la sfera si spegne sul fondo per un palmo. Nessun cambio nell’intervallo ma al 3′ Joao Ferreira rischia la frittata: perde una palla sanguinosa in area piccola e costringe Okoye a respingere in tuffo la battuta ravvicinata di Cajuste. Gli ospiti hanno un piglio completamente diverso e Osimhen al 6′ trova il vantaggio con una potente incornata che centra il palo prima di gonfiare la rete. Perfetto l’assist del solito Politano. Cannavaro corre ai ripari e cambia l’attacco e l’assetto: fuori l’impalpabile Lucca e un inguardabile Brenner per Success e Davis con Samardzic che arretra sulla linea di centrocampo. Scocca la scintilla che riaccende la speranza: al 16′ Davis semina il panico con una serpentina e lascia partire un siluro rasoterra che Meret – unico friulano in campo – sventa con un intervento miracoloso. Il Napoli va a un passo dal raddoppio: la difesa perde palla e Osimhen si lancia verso la porta, ma Okoye in uscita disperata sui piedi del bomber mascherato evita il tracollo. Udinese ancora pericolosa al 26′: Samardzic calcia un angolo velenoso su cui non arriva nessuno ma il riflesso di Meret salva la rete. Al 35′ il match sembra segnato: Osimhen segna la doppietta personale con un diagonale chirurgico in contropiede. Lo stadio ammutolisce ma il Var restituisce il respiro a una tifoseria in apnea. L’Udinese traballa ancora ma non cade: al 38′ prima Osimhen chiama Okoye a una respinta su bordata ravvicinata, poi il neo entrato Traorè calcia a botta sicura ma una gamba bianconera devia in angolo. Sul corner Osimhen non trova la deviazione di testa da due passi. Quando orami le speranze sembrano perdute, ecco la rete di Success al 47′: cross disperato in the box, sponda di testa di Kristensten. L’attaccante nigeriano controlla e fredda Meret, segnando il suo primo gol stagionale.

Il Napoli inizia lo sprint per l’Europa, Osimhen è in dubbio

Dieci partite davanti per avere una risposta decente dalla stagione del fallimento. E’ questa l’unica opportunità di sprint che ora ha il Napoli dopo la disfatta di Barcellona, l’uscita dalla Champions League, l’addio alla Coppa Italia e l’attuale settimo posto in campionato. Uno sprint che ora tocca ai giocatori azzurri dimostrare di saper affrontare al meglio sin dalla prima partita, piena di significato, quella di domenica a San Siro contro l’Inter. Con una pessima notizia da Castel Volturno, l’allenamento solo in palestra per Osimhen. Il bomber nigeriano ha un affaticamento muscolare dalla notte negativa in Catalogna e sembra a rischio per la sfida a San Siro. Osimhen da quando è tornato ha segnato contro Verona e Barcellona e la tripletta contro il Sassuolo, poi però è ripiombato in una zona di buio e non ha segnato nelle ultime tre partite. Se Osimhen non ce la facesse a recuperare, Calzona è pronto a lanciare in campo dal 1′ Simeone, che sta giocando una stagione da assente e deluso e che ha segnato finora un solo gol in campionato, lo scorso 27 settembre contro l’Udinese, e uno in Champions League, nel ko 4-2 dal Real Madrid. La punta italo-argentina sogna una ripresa da un anno che valuta male e da cui cerca nuove risposte sulla sua carriera, in un contesto che lo ha portato anche a pensare a un futuro lontano da Napoli. Risposte in attesa dal campo dal Napoli, che ha un’altra chance di alzare la voce nella casa della squadra che viaggia verso lo scudetto, per riprendere la corsa europea. Lo sa la squadra, lo sa Calzona che ora vuole davvero le risposte in campo. Lo sa la città che ormai ha digerito la delusione e si aspetta un’ultima gioia di sprint verso l’Europa per poter vivere un’altra estate di attesa con passione.

Osimhen e Kvara trascinano il Napoli, Sassuolo travolto

Il Napoli, questa volta, ha avuto vita facile, bisogna dirlo. Tris di Osimhen, doppietta Kvaratskhelia, agganciata la Lazio mentre si avvicina il big match di domenica contro la Juve al Maradona con molte più certezze.

Quella di Reggio Emilia è stata quasi una partita senza storia per la squadra di Calzona, se non in quei minuti iniziali in cui il Sassuolo ha osato, andando in vantaggio con Racic. Ma appena stuzzicato, il Napoli ha reagito sommergendo di gol gli avversari. Troppa la differenza in campo. E Bigica, il malcapitato Bigica, chiamato tre giorni fa dopo l’esonero di Dionisi, ha potuto ben poco per trasformare una squadra quasi rassegnata alla retrocessione. Unica nota positiva della serata è che in panchina si rivede Berardi, dopo un mese di stop per infortunio. Primo acuto del Napoli con l’ex Traorè che ci prova al volo dal limite dell’area, con assist di Di Lorenzo. Sventa il pericolo la squadra di casa. Ancora Napoli al 14′.ci pensa Ferrari ad anticipare Osimhen servito da Mario Rui. Nonostante l’iniziale predominio degli ospiti, è il Sassuolo a passare in vantaggio a sorpresa. Al 17′ Pedersen dalla destra mette in mezzo, Pinamonti viene anticipato da Traorè che respinge verso il limite dell’area. Irrompe Racic che angola bene la sua conclusione e segna il suo primo gol in serie A. Resiste una decina di minuti la difesa del Sassuolo prima di cadere rovinosamente, quando Di Lorenzo lancia in profondità Anguissà che di tacco smarca Rrahmani il quale a due passi dalla porta non può sbagliare. Passano due minuti, vantaggio Napoli: sempre Di Lorenzo serve questa volta Politano sul lato destro, assist per Osimhen che segna e va ad esultare sotto la curva che ospita i tifosi napoletani. La partita di fatto finisce al 41′ con un appoggio sbagliato in uscita di Henrique, Politano che sfrutta il regalo e serve Osimhen che batte Consigli con una certa disinvoltura. I meriti del Napoli sono evidenti, ma la fase difensiva del Sassuolo continua ad essere inadeguata per la categoria. Concetto che viene ribadito in avvio di ripresa quando Osimhen firma il tris personale. Inguardabile la partenza dal basso di Tressoldi che passa la palla a Kvaratskhelia, il quale serve Osimhen che segna con un filo di gas Il Napoligiustamente non rallenta la sua azione e trova la quinta rete. Conquista palla Kvaratskhelia che supera Henrique e dal limite fa secco Consigli. Ancora protagonista il georgiano che dopo un angolo conclude trovando sulla sua strada Volpato. Sulla respinta ‘Kvara’ segna da posizione favorevole. Il Sassuolo, dopo l’esordio da incubo per Bigica, resta in coda a braccetto con Verona e Cagliari e domenica dovrà fare visita allo stesso Verona in una partita già decisiva. Per il Napoli tre punti importanti, che autorizzano a riaccendere i sogni europei.

Champions: Osimhen risponde a Lewandowski

Il Napoli di Calzona non fa il miracolo. Con il Barcellona finisce in pareggio (1-1) e il responso per la qualificazione ai quarti di finale di Champions League è rinviato alla gara di ritorno. Gli azzurri non mostrano progressi rispetto a quanto fatto vedere in campionato con il Genoa e c’era da aspettarselo, visto che il nuovo allenatore ha conosciuto gran parte della squadra soltanto nella giornata di ieri, a poche ore dalla sfida con gli spagnoli. Gli azzurri appaiono timorosi e privi di idee e se il Barcellona, che esercita un predominio nel gioco netto e costante non risce a sfondare, ciò dipende più dalla scarsa vena dei blaugrana che non dalla organizzazione tattica del Napoli. Nei primi 20′ il Barcellona comanda il gioco a piacimento e il pallone rimane costantmente nella metà campo del Napoli. Gli spagnoli, però, non riescono a concretizzare la netta superiorità esercitata in mezzo al campo e producono soltanto due nette occasioni da gol, sventate entrambe da Meret che al 22′ devia con un piede una velenosa deviazione di Lewandowski e un minuto dopo si lancia in tuffo per deviare una potente conclusione dalla distanza di Gundogan. Il Napoli appare intimorito e spaesato. Sulla partenza dell’azione gli azzurri incontrano grandissime difficoltà perfino a uscire dalla propria area di rigore, anche perché i centrocampisti del Barca esercitano una feroce marcatura a uomo sugli opposti nello schieramento del Napoli. Soltanto verso la mezz’ora si assiste a un riequilibrio delle iniziative delle due squadre e gli azzurri riescono a spostare più in avanti al baricentro del gioco. Il Napoli, tuttavia, non è mai in grado di creare pericoli alla squadra di Xavi e soffre soprattutto l’atteggiamento deciso della difesa degli spagnoli che applicano costantemente e con grande tempismo la tattica del fuorigioco che confonde loro le idee e li costringe troppo spesso a utilizzare i retro passaggi che rallentano inevitabilmente l’azione e la rendono prevedibile. Nella ripresa il copione dell’incontro non cambia almeno fin quando gli spagnoli non trovano il gol del vantaggio. E’ il 15′ quando Pedri serve Lewandowski il quale si volta con calma, evita Di Lorenzo e Juan Jesus e batte Meret con un tiro rasoterra. Solo a questo punto il Napoli si decide a puntare l’area di rigore avveraria con più decisione. Al 30′ arriva la svolta della gara. Anguissa serve Osimhen, che stava per essere sostituito, e il nigeriano si libera di Martinez e insacca con un rasoterra. Gl ingressi in campo di Traorè, Lindstrom, Simeone e Raspadori danno freschezza e vitalità alla squadra di Calzona che tenta con insistenza di vincere la partita. Grosse occasioni gli attaccanti del Napoli non riescono a produrre ma lo spirito almeno sembra essere quello giusto, ben più battagliero e deciso di quanto non si fosse visto fino a quel momento. Finisce 1-1 e il risultato tutto sommato è giusto. A Barcellona i tifosi sperano che con la cura Calzona arrivi un Napoli diverso che possa giocarsi la qualificazione d armi pari con i catalani.

Coppa d’Africa: Nigeria batte Sudafrica ai rigori, è in finale

La Nigeria ha dovuto ricorrere ai rigori per battere il Sudafrica e qualificarsi per la finale della Coppa d’Africa, dove affronterà la Costa d’Avorio o la Repubblica Democratica del Congo. La squadra di Victor Osimhen è andata in vantaggio nel secondo tempo con un rigore trasformato da William Troost-Ekong e dopo l’annullamento, per un fallo precedente, della rete del possibile raddoppio segnata proprio dall’attaccante del Napoli, ha subito il pareggio di Mokena, sempre su rigore. Il risultato di 1-1 non è cambiato nei supplementari e sono stati necessari così i tiri dal dischetto, col successo dei nigeriani per 4-2. A realizzare il penalty decisivo è stato Iheanacho, portando le Super Eagles a giocare l’ottava finale della loro storia, con l’ultima delle tre vittorie risalente al 2013.

Osimhen vince il Pallone d’oro dell’Africa

E’ Victor Osimhen, bomber del Napoli e della nazionale della Nigeria, il vincitore per il 2023 del Pallone d’Oro dell’Africa, premio che va al miglior giocatore di questo continente, assegnato ogni anno dalla Caf, la confederazione calcistica africana. “Grazie a tutti, Dio vi benedica”, le prime parole di Osimhen al momento di ricevere il premio. Gli altri due ‘finalisti’ del premio erano Mohamed Salah, attaccante del Liverpool, e Achraf Hakiki, esterno del Paris SG.

En plein della Nigeria a Marrakesh nella serata del Pallone d’Oro africano. Infatti oltre al premio per gli uomini assegnato a Victor Osimhen, anche quello al femminile è andato a una rappresentante del calcio del paese delle Super Aquile. A conquistarlo è stata Asisat Oshoala, 29enne attaccante che gioca in Spagna nel Barcellona, ‘stella’ della nazionale nigeriana eliminata ai rigori dall’Inghilterra negli ottavi di finale dei Mondiali di quest’anno e che con il Barça ha vinto Champions (saltando la finale per infortunio), Liga e Coppa di Spagna.

Quanto a Osimhen, il 24enne centravanti del Napoli succede nell’albo d’oro al senegalese Sadio Mané. “Questo è un sogno diventato realtà per me – le parole di Osimhen -. Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno accompagnato durante tutto il mio viaggio per realizzare i miei sogni e raggiungere i miei obiettivi”. L’ ‘attaccante mascherato’, autore di 6 gol in Serie A in questa stagione, ne aveva segnati 26 nello scorso campionato, contribuendo in larga misura al terzo scudetto dei partenopei, il primo dai tempi di Diego Maradona. Dopo essere stato premiato, nel corso del finale della cerimonia Osimhen si è messo a ballare, con il trofeo in mano, assieme a degli artisti che si stavano esibendo in quel momento. Nella serata di Marrakesh, due riconoscimenti sono andati anche al Marocco (la cui nazionale si è piazzata quarta agli ultimi Mondiali), con il ct Walid Regragui premiato con il titolo di miglior allenatore dell’anno mentre il suo portiere Yassine Bounou è stato eletto miglior estremo difensore.

De Laurentiis a Castelvolturno, a tutto campo, su Garcia, Osimhen, Conte

Si è presentato in sala stampa a sorpresa il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, improvvisando una conferenza stampa nel ritiro di Castel Volturno. Lo ha fatto, ha precisato, per mettere chiarezza su alcuni punti, dopo aver “letto di tutto e di più dopo la sconfitta con la Fiorentina”. Perché, ha aggiunto, “nella vita si possono avere dubbi, se c’è stato qualche errore me ne prendo la responsabilità: l’allenatore l’ho scelto io, le scelte sono state mie. Ma da qui a dire di cambiare l’allenatore…”.

Garcia

“Garcia si è sentito al centro delle critiche di tutti i media e mi sono dovuto affrettare a tendergli la mano. Gli ho detto non ti preoccupare, tu vai avanti. Ci sono stati degli errori ma noi ci auguriamo non vengano ripetuti e noi siamo qui a darti manforte e supporto”. Senza considerare, ha proseguito, che “un cambio è sempre traumatico e in giro non ci sono tanti allenatori che praticano il 4-3-3 con la linea alta, come con Sarri e Spalletti”.

Conte

Riguardo a Conte, “sono solo pettegolezzi”, ha detto De Laurentiis, spiegando di aver fatto una vacanza con lui alle Maldive, “c’era anche la sua famiglia, e da quel momento abbiamo mantenuto i rapporti. Mi sento ancora con Mazzarri, Ancelotti, Benitez, Reja. Il resto è solo un pettegolezzo che demolisce chi oggi è incaricato di allenare la squadra e che mi infastidisce”.

Giuntoli

Il presidente ha aggiunto di trovarsi “molto bene” anche con la direzione sportiva: “con Meluso, poi Micheli in qualità di capo dello scouting lavora con noi da molti anni”, mentre Giuntoli, “era sei mesi che si era buttato in branda”, “ha indovinato una serie di giocatori, ma ne ha sbagliati altri, ma non per questo mi metto a fare la conta. Poi è andato a lavorare alla Juve con mia grande sorpresa”.

Osimhen

“Sono sempre stato sereno con Osimhen, soltanto che bisogna essere in due. Il mio mood è rimasto sempre lo stesso, se il suo nel frattempo si è modificato non posso farci nulla. Se da una stretta di mano arriva poi una negazione di ciò su cui si era concordato, uno si dispiace, ne prende atto, ma la vita va avanti. Però questo non toglie che con Osimhen ci siano ottimi rapporti, non vedo perché non debbano esserci”.

“Noi siamo il Napoli”

Riguardo alla sua attuale frequente presenza nella sede del ritiro, ADL ha spiegato di essersi “riavvicinato alla squadra per darle serenità. Perché noi siamo il Napoli, siamo in Europa da 15 anni, non è che ogni volta che un cerino incendia un pezzo di carta bisogna gridare che va a fuoco tutto. I pompieri siamo noi stessi ed è per questo che devo essere presente, è stata una mia colpa non esserlo stato abbastanza in passato. Ora e fino alla fine del campionato mi dedicherò al Napoli che è un film panta rei, che scorre, che bisogna curare con la lente di ingrandimento ogni giorno perché basta un granello di sabbia a creare storture negli ingranaggi”. De Laurentiis ha poi affermato di aver parlato con i giocatori non in gruppo ma uno per uno “perché così lui si apre e ti dice quello che pensa”. “Ho parlato con tutti, ho detto a ciascuno che deve continuare a giocare per lo scudetto e quindi per i tifosi, e tutti i calciatori sono con Garcia”. Il presidente del Napoli ha infine criticato la programmazione dei match: “Non sappiamo fare gli orari delle partite”, ha detto. “Le mettiamo alle 20.45 di domenica con i bambini, che vogliamo recuperare al calcio, ma che il giorno dopo devono andare a scuola. E anche i genitori devono andare a lavorare. Poi ci lamentiamo che non vanno allo stadio”.

La Fiorentina domina al Maradona

Al Napoli sono mancati i suoi calciatori più importanti. E’ mancato Osimhen, che non riesce ancora a superare un portiere con un pallonetto, un cucchiaio, insomma uno di quei tiri che fanno parte del bagaglio tecnico-calcistico di qualsiasi fuoriclasse degno di questo nome. E’ mancato Kvaratskhelia, che non riesce più a vedere la porta.

Zielinski non ha brillato, e nemmeno Meret, in bambola in due dei 3 gol ricevuti dal Napoli. L’infortunio di Anguissa alle battute iniziali del match non ha facilitato il compito a Garcia che ha schierato Raspadori in un ruolo non naturale per una seconda punta.

Il Napoli vince la partita del possesso palla nel primo tempo: 54% a 46% per la squadra di Garcia che riesce a pareggiare grazie a un rigore guadagnato da Osimhen al 49′ e trasformato dallo stesso nigeriano un attimo prima del fischio dell’arbitro La Penna che chiude il primo tempo.

Nella ripresa i viola mostrano subito le loro intenzioni ai campioni d’Italia e al 50′ Nzola si libera di un paio di avversari e serve Ikoné in area del Napoli: destro a rete del numero 11 viola con palla che colpisce l’esterno del palo. 7 minuti dopo è Ikonè ad andare vicino al gol.

Gol che arriva al 63′ con Bonaventura. Il Napoli tenta di reagire, ma è la squadra di Italiano a mantenere il predominio del gioco grazie alla perfetta organizzazione della squadra. I cambi dei due allenatori non mutano l’andamento della partita che si conclude con il terzo gol della Fiorentina che arriva a pochi secondi dal termine del recupero. Gonzalez, entrato da pochi minuti in campo, devia in porta un traversone di Parisi, mettendo la sua firma nel capolavoro di giornata della sua squadra.

 

Calcio: archiviato il Real, il Napoli pensa alla Fiorentina. Irrisolti rinnovi contrattuali e polemica Mario Rui

Archiviata con qualche rimpianto la sfida di Champions League con il Real Madrid, il Napoli cerca di ritrovare la giusta concentrazione per affrontare domenica sera al ‘Maradona’ la Fiorentina, una delle squadre più in forma del momento.

Ieri nel Centro tecnico di Castel Volturno sono ripresi gli allenamenti dopo un giorno di riposo assoluto concesso da Rudi Garcia alla squadra. Rrahmani, Juan Jesus e Gollini, i tre infortunati della rosa, hanno svolto una seduta in campo ma differenziata rispetto ai compagni di squadra. Il loro impiego è da rinviare ulteriormente, contro i viola non saranno disponibili. Garcia si ritrova a riprendere il cammino in campionato con una formazione che si è ben comportata nell’impegno settimanale (confermato anche dall’applauso convinto dei tifosi a fine gara, nonostante la sconfitta), anche se la serenità dell’ambiente è ancora minata sia dalla spinosa questione dei rinnovi contrattuali irrisolti (Osimhen e Zielinski), sia dalla polemica sollevata dal procuratore di Mario Rui per l’utilizzazione con il contagocce del suo assistito decisa dall’allenatore.

Il problema Osimhen si trascina dalla scorsa estate. I contatti ripetuti che durante le due fasi del ritiro precampionato c’erano stati tra gli agenti del calciatore e De Laurentiis non hanno portato alla sottoscrizione di un nuovo contratto. La polemica scatenata poi dalla pubblicazione sul profilo Tik Tok della Società, dopo il rigore sbagliato dall’attaccante nella partita con il Bologna, di un video ritenuto offensivo dal calciatore, dal suo entourage e perfino da un ministro della Nigeria, ha complicato ancora di più la situazione. Al momento, nonostante le parole al miele dispensate sul suo conto ieri dal presidente De Laurentiis, Osimhen non sembra intenzionato a riprendere il discorso interrotto sul contratto. Quanto a Mario Rui spetta soltanto a Rudi Garcia il compito di disinnescare questa mina vagante che aleggia nello spogliatoio. E’ probabile che il tecnico affronterà la questione con il diretto interessato per trovare una soluzione al caso ed evitare riverberi negativi sull’ambiente.

Il Napoli travolge il Lecce. Garcia: ‘gara gestita bene’

“La partita è stata gestita bene, volevamo partire forte e segnare nel primo quarto d’ora, sono contento che sia arrivato su una punizione laterale perché il mio staff aveva lavorato su questa situazione. Sono contento per Ostigard, abbiamo fatto la differenza nella gestione del gruppo, Osimhen non ha iniziato ma è entrato con freschezza e ha fatto un gol importante. Non abbiamo subito gol: oggi era importante vincere, abbiamo imparato la lezione di Genova”. E’ un Rudi Garcia rinfrancato dopo il poker servito al Via del Mare, quello che si presenta in sala stampa. “L’abbiamo dimostrata anche prima di oggi, vincendo le prime due gare di campionato, poi abbiamo giocato un brutto primo tempo in casa con la Lazio – prosegue il tecnico. Forse non sempre con continuità, ma abbiamo sempre giocato per vincere. Dobbiamo continuare a lavorare per aumentare la fiducia nei calciatori. Non bisogna essere euforici, bisogna essere misurati, cosa che non c’è stata dopo le partite con Genoa e Bologna. Spero che tutti siano misurati, non so se saremo nelle prime quattro dopo questa giornata, ma oggi abbiamo fatto il nostro”. Infine una battuta sul momento di Osimhen: “I calciatori non devono pensare alla prossima partita, l’allenatore invece deve valutare agli equilibri fisici. Quando un giocatore sta molto bene dal punto di vista mentale va tutto bene. Quando ha un po’ di stress per fattori extra-sportivi esiste il rischio di infortuni e un allenatore deve fare le sue valutazioni”.

Nel primo tempo c’è stato un sostanziale equilibrio, rotto solo dal colpo di testa vincente di Ostigard. Nella ripresa gara in discesa per i partenopei grazie alla rete in apertura di Oshimen, per i primi quarantacinque minuti risparmiato in ottica Real, e nel finale gloria anche per Gaetano e Politano (rigore). Un 4-0 perentorio che rimette in piena corsa scudetto i partenopei, e lascia alle spalle il difficile avvio di stagione e le polemiche. Un buon viatico in vista della sfida Champions contro il Real e il successivo impegno casalingo contro la Fiorentina. Il Lecce, per la prima volta sconfitto in casa, prova a giocarsela sull’aggressività, almeno nel primo tempo, ma non basta, con le qualità ospiti che emergono in maniera evidente.