Josip Ilicic: quando il calcio non basta

Era il 10 marzo 2020 quando l’Atalanta piegava in maniera perentoria le speranze di qualificazione del Valencia. Un 4-3 rocambolesco, figlio della solita prestazione altisonante dei giocatori bergamaschi e, in particolar modo, di Josip Ilicic.

Il campione sloveno timbra il cartellino per 4 volte e manda l’Atalanta in paradiso con giocate di assoluta raffinatezza ed eleganza. L’Ilicic visto durante la prima parte di stagione è il prototipo del trequartista perfetto. Scatto perentorio, estro sopraffino e giocate degne dei mostri sacri del pallone.

La stagione dello sloveno è, di gran lunga, la migliore della sua carriera e, finalmente, dopo anni di incertezza sulle potenzialità del ragazzo, il mondo ha conosciuto il suo vero valore… fino ad oggi.

Il Coronavirus ha distrutto le certezze di molti uomini e, tra questi, una delle vittime è proprio Ilicic. Di lui si erano totalmente perse le tracce. La società ha “minimizzato” la situazione parlando di guai muscolari, infortuni più o meno seri e fragilità fisica. A queste versioni, inizialmente, ci abbiamo creduto un po tutti.

Sia Gasperini che i suoi compagni inquadrano il fantasista con il simpatico appellativo di “Nonno” per la sua pacatezza e per il suo lamentarsi durante gli allenamenti non appena sente anche il fastidio più leggero.

La verità però è un’altra e ben più difficile. Ilicic è rimasto in Slovenia e non ha intenzione di tornare in Italia in tempi brevi; l’Atalanta ha già fatto sapere che il suo campione non scenderà in campo per la Champions League e Gasperini ha commentato dicendo “speriamo di riaverlo almeno per la prossima stagione”. Parole che, se analizzate, possono preoccupare e possono non escludere una lungodegenza dello sloveno se non un ritiro.

Il problema, a quanto sembra, non è fisico, ma mentale. Josip sta combattendo una battaglia troppo difficile per pensare al calcio, e la battaglia è contro se stesso.

Ilicic, a detta dei suoi compagni, è sempre stato un ragazzo timido e fragile. E proprio la sua fragilità sembra essersi spezzata durante il periodo del Coronavirus. Non si può dire se sia depressione, se ci siano problemi extra-calcistici ancora non rivelati o altre cose. L’unica cosa che si sa è che il campione sloveno non è sereno con se stesso e non è sereno con ciò che lo circonda.

Non interessa sapere se i problemi siano nati dalla “fobia” derivata dal Coronavirus; da un presunto tradimento della moglie o da altro… l’unica cosa importante è sapere che anche un calciatore, arrivato a livelli inimmaginabili, è un uomo. Non importa quanto forte sei, arriverà sempre il momento in cui la vita ti mette di fronte a te stesso e in quel momento la tua possibilità è rialzarti più forte o cadere nel baratro.

A Josip Ilicic, attualmente, interessa poco del calcio e sta vivendo una situazione psicologica estremamente delicata e difficile. L’Atalanta ha già omaggiato il giocatore in campo e sta gestendo la situazione in maniera onorevole, ad esempio non parlando mai di detrazione dello stipendio nonostante mesi e mesi di assenza.

Il calcio può aspettare, Ilicic si prenda tutto il tempo che gli serve, perchè quando ne uscirà diventerà più forte e noi potremmo ammirare di nuovo quello splendido giocatore che da solo annichiliva il Mestalla nella notte delle stelle, con la superbia e il sorriso di chi sapeva, in quel momento, di essere superiore.

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