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Cooperazione Italia-Albania contro crimine organizzato e narcotraffico

Lo stato di cooperazione di polizia e lo sviluppo di nuove iniziative come l’istituzione di un tavolo tecnico permanente bilaterale tra i vertici delle rispettive autorità di polizia, sono i temi centrali degli incontri che si sono svolti a Tirana sul tema della cooperazione internazionale.

La delegazione italiana, guidata dal vice capo della Polizia e direttore centrale della Polizia criminale Vittorio Rizzi, ha incontrato il ministro dell’interno albanese Sandër Lleshaj e il capo della Polizia Ardi Veliu.

Il nuovo tavolo tecnico permanente avrà il compito di approfondire i rapporti di cooperazione tra il law enforcement dei due Paesi nel settore del contrasto al crimine organizzato e al narcotraffico, con specifico riferimento ai contatti e ai legami operativi tra organizzazioni criminali presenti nei rispettivi territori.

Agli incontri ha partecipato l’ambasciatore d’Italia a Tirana Fabrizio Bucci, che ha sottolineato l’importanza del vertice come ulteriore rafforzamento, in una chiave più organica e strutturata, della già eccellente cooperazione di polizia tra i due Paesi.

A margine dell’incontro, il ministro Lleshaj, a testimonianza della consolidata cooperazione tra Italia e Albania, ha insignito il prefetto Rizzi della Medaglia d’Onore “Per l’eccezionale contributo per il rafforzamento della cooperazione tra le Forze di polizia albanesi e italiane, nella lotta comune contro il crimine, nell’interesse della pubblica sicurezza”.

“Gli eccellenti risultati operativi della collaborazione tra le forze di polizia italiana ed albanese, suggellata da ultimo con l’operazione Los Blancos, dimostrano – ha detto il vice capo della Polizia Vittorio Rizzi – la qualità del lavoro congiunto nella lotta alla criminalità organizzata. Il prossimo avvio di un tavolo permanente comune costituirà il volano per garantire un ulteriore slancio alla cooperazione internazionale di polizia per definire gli strumenti operativi strategici quali, in primis, lo sviluppo di un sistema di analisi criminale congiunto e di progetti formativi per la condivisione di un linguaggio tecnico comune volto a migliorare la qualità dei risultati”.

Collaborazione internazionale di Polizia contro la criminalità con i Joint action days

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L’unione fa la forza, soprattutto quando in ballo c’è la sicurezza dei cittadini europei; e quando le Forze di polizia continentali lavorano insieme il risultato è sempre rilevante.

Ed è proprio questo che si è verificato durante i Joint action days, svolti dal 24 al 27 settembre in 24 Paesi europei con il coordinamento di Europol; in particolare l’attenzione delle polizie europee si è concentrata su immigrazione clandestina, traffico illegale di armi da fuoco e narcotraffico.

Si tratta di priorità fondamentali dell’Empact (European multidisciplinary platform against criminal threats), la piattaforma multidisciplinare europea contro le minacce criminali; attraverso piani operativi annuali, questa piattaforma europea dà concreta attuazione all’azione di contrasto alle minacce ritenute prioritarie in ambito europeo.

L’operazione ha coinvolto Stati dell’Unione europea (Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia), Stati esterni all’Unione europea (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Svizzera, Regno Unito, Ucraina, Stati Uniti), agenzie europee (Europol, Eurojust, Frontex), partner internazionali istituzionali (Interpol, Unodc, Pcc-See, Ccwp, Ipa/2019 contrasto al crimine organizzato nei Balcani occidentali, Seesac).

Nei quattro giorni di intensa attività quasi 9mila agenti delle Forze dell’ordine sono stati impiegati nei porti, negli aeroporti e lungo le frontiere marittime e terrestri.

Oltre 390mila persone e 44mila veicoli sono stati controllati in località transfrontaliere e in hotspot tipici del traffico criminale.

Arrestate 166 persone per traffico e possesso di armi da fuoco, traffico di migranti o immigrazione illegale, traffico di droga, frode documentale, mandato di arresto internazionale e altri reati non connessi allo Jad.

Sequestrate 51 armi, un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti di diverse tipologie e documenti falsi.

Il gruppo di lavoro Empact sulle armi da fuoco, guidato dalla Guardia civil spagnola, ha coordinato tutta l’operazione con il sostegno di Europol.

Le aree a rischio più elevato sono state individuate preventivamente a seguito di un lavoro di raccolta e analisi di informazioni tra le autorità nazionali, Europol e i partner istituzionali.

La cornice operativa entro la quale si sono svolti gli Jad è stata costruita in base a controlli incrociati sulle banche dati per agevolare lo sviluppo delle indagini, i controlli, le analisi, lo scambio di informazioni e la comunicazione in tempo reale.

In Italia l’operazione ha coinvolto la Guardia di finanza, in collaborazione con l’Agenzia dei monopoli e delle dogane, diverse specializzazioni della Polizia di Stato, nei rispettivi ambiti di competenza (settore doganale, dell’immigrazione e delle frontiere, dei servizi antidroga e antiterrorismo) e articolazioni interforze come la Direzione centrale per i servizi antidroga e il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia. Complessivamente sono stati impiegati quasi 4mila operatori che hanno controllato oltre 120mila persone e 4mila veicoli, con 40 arresti e sequestro di oltre 50 chili di sostanze stupefacenti.

Il maggior numero di reati contestati sono stati il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il traffico internazionale di stupefacenti.

Si tratta di un’attività che non si esaurisce con gli Jad ma che avrà un seguito in quanto i risultati ottenuti hanno determinato l’avvio di altre 25 indagini.
Il vice capo della Polizia e direttore della Criminalpol, Vittorio Rizzi, commentando l’attività, ha sottolineato che: “La sicurezza non si è mai fermata per il Covid-19. La rete della cooperazione internazionale di polizia è forte e attiva perché solo unendo informazioni ed operatività di tutti i Paesi possiamo combattere un crimine che è sempre più transnazionale”.