Comune di Napoli – Festa della Repubblica e omaggio a Vittoria Titomanlio

NAPOLI – Con una cerimonia in forma ridotta a causa delle limitazioni per l’emergenza sanitaria, stamattina in piazza del Plebiscito la città di Napoli ha celebrato la Festa della Repubblica Italiana, alla presenza di autorità civili, religiose e militari che hanno omaggiato l’alzabandiera, a partire dal Prefetto Marco Valentini e dal Sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Presente anche il pubblico, anch’esso in forma ridotta ma partecipe.
Successivamente, Sindaco e Prefetto si sono recati nell’area monumentale del cimitero di Poggioreale insieme al Presidente Provinciale dell’ANPI Napoli Antonio Amoretti, per ricordare con un omaggio floreale la figura di Vittoria Titomanlio, tra le 21 donne elette all’Assemblea Costituente legata alle vicende della storia politica nazionale e della città di Napoli nei primi decenni della Repubblica italiana; un modo per ringraziare e ricordare tutti coloro che hanno reso possibile la costituzione della Repubblica.

Coronavirus: Unimpresa, in Lazio e Sicilia meno morti del 2019, in Lombardia +147%

ROMA – Effetto Covid nullo in alcune zone del Paese: in due regioni italiane, Lazio e Sicilia, nei primi tre mesi di quest’anno si sono registrati meno morti rispetto al periodo gennaio-marzo del 2019, rispettivamente 277 in meno (-4,3%) e 43 in meno (-0,7%); in altre regioni, la mortalità in eccesso è stata poco rilevante: 11 decessi in più in Basilicata, 30 in Molise, 47 in Umbria, 63 in Campania e 81 in Calabria. Quattro, invece, le aree regionali con picchi di mortalità elevati: 1.032 in più i morti in Veneto, 2.313 in Piemonte, 3.101 in Emilia-Romagna e ben 16.086 in più in Lombardia, dove la variazione della mortalità è stata pari al più 147%. E’ quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale in Emilia-Romagna l’aumento dei morti è stato pari al 54,4%, in Piemonte al 39,2% e in Veneto al 18,8%. «I dati dimostrano che l’emergenza sanitaria andava gestita in maniera differente sul territorio nazionale, anche per evitare una catastrofe economica e sociale per tutto il Paese. Il lockdown generale ha avuto un senso, ma andava limitato a tre-quattro settimane al termine delle quali sarebbe stato opportuno ripartire con differenze rilevanti sia per le attività economiche sia per quelle pubbliche, come nel caso delle scuole. Differenze che avrebbero consentito di attenuare le difficoltà e cominciare la ricostruzione in anticipo» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. «Da domani riaprono tutte le regioni e qualche preoccupazione esiste: considerando l’andamento dei contagi ancora piuttosto rilevante in Lombardia, sarebbe stato opportuno estendere le restrizioni in quella regione per qualche altra settimana» aggiunge Ferrara.
Secondo l’analisi di Unimpresa – basata su dati della Banca d’Italia, dell’Istat e dell’Istituto superiore di sanità – l’effetto dell’epidemia da Covid-19 è stato circoscritto su base territoriale, limitato a quattro regioni del Nord e alla Lombardia in particolare. In Lombardia, i morti in eccesso nei primi tre mesi del 2020 rispetto al periodo gennaio 2019, sono stati 16.086 in crescita del 147%, mentre la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus è stata pari a 7.724. Sono 3.101 in più i morti in Emilia-Romagna (+54,4%) ed è pari a 1.211 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; sono, invece, 2.313 in più i morti in Piemonte (+39,2%) e la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus è stata pari a 1.295; 1.032 in più morti in Veneto (+18,8%) ed è pari a 521 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi legati al Covid; in Liguria i morti in più sono stati 917 (+37,3%) ed è pari a 549 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus; 750 in più i morti nelle Marche (+37,3%) ed è pari a 422 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; 584 in più i morti in Trentino-Alto Adige (+54,6%) ed è pari a 303 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; 524 in più i morti in Toscana (+10,5%) ed è pari a 298 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; sono 361 in più i morti in Puglia (+8,2%) e la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus è stata pari a 243; in Sardegna morti in più sono stati 249 (+13,0%) ed è pari a 210 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi motivati dal Covid; 219 in più i morti in Abruzzo (+12,8%) ed è pari a 155 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; in Friuli Venezia Giulia i morti in più sono stati 148 (+8,7%) ed è pari a 91 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi motivati dal Coronavirus; sono 81 in più i morti in Calabria (+3,4%) e la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus è stata pari a 63; 80 in più i morti in Valle d’Aosta (+48,3%) ed è pari a 10 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus; 63 in più morti in Campania (+1%) ed è pari a meno 16 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi legati al Covid in Umbria i morti in più sono stati 47 (+3,9%) ed è pari a 10 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus; 30 in più i morti in Molise (+6,7%) ed è pari a 26 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; sono 11 in più i morti in Basilicata (+1,5%) e la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus è stata pari a 6. In due regioni si è registrata una variazione negativa della mortalità: nel Lazio è stata pari al 4,3% (277 i decessi in meno), con la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus a meno 435; in Sicilia è stata pari allo 0,7% (43 i decessi in meno), con la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus a meno 120.
Secondo il Centro studi di Unimpresa «la cartina geografica tratteggiata grazie ai dati restituisce una situazione territorialmente disomogenea, con alcuni territori particolarmente colpiti e altri nei quali, al contrario (e per fortuna), l’effetto dell’epidemia da Covid-19 è risultato assai contenuto se non addirittura nullo come si evince dall’analisi statistica relativa al Lazio e alla Sicilia. Ne consegue che, superata una fase emergenziale, che ha spinto le autorità sanitarie a suggerire misure uniche su scala nazionale, l’attuazione del piano di riaperture avrebbe dovuto essere fondata su forti distinzioni. Ciò al fine di ridurre il più possibile i disagi sia di tipo sociale sia di tipo economico».

Napoli e provincia: Violenza di genere. Carabinieri a tutela delle vittime

Continuano senza tregua le operazioni pianificate dal Comando Provinciale Carabinieri di Napoli per il contrasto dei reati di violenza di genere e supporto alle vittime. 5 gli arresti e 3 le denunce.
A Napoli, nel quartiere Pianura, i carabinieri della locale stazione hanno denunciato un ex marito violento. L’uomo ha aggredito la donna minacciandola anche di morte. Provvidenziale l’intervento dei Carabinieri che hanno ritirato cautelativamente le armi – regolarmente dichiarate – dell’uomo.
I carabinieri di San Giorgio a Cremano hanno denunciato un 38enne di Ercolano per atti persecutori. L’uomo, nonostante sottoposto agli arresti domiciliari e con il braccialetto elettronico per lo stesso reato, non ha accettato la separazione dalla moglie e l’ha minacciata telefonicamente.
Altro episodio di violenza a Torre del Greco. Denunciato un 52enne. A causa della fine del matrimonio ha minacciato e insultato più volte l’ex moglie che, esasperata e impaurita, lo ha denunciato ai carabinieri locali.
Non solo denunce ma anche arresti.
I carabinieri della Stazione di Sant’Anastasia hanno arrestato due uomini violenti: un 45enne del posto, già sottoposto agli arresti domiciliari per un altro reato, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia ed estorsione in forza a un provvedimento emesso dal tribunale di nola. l’uomo aggrediva la madre convivente e in alcuni casi si è fatto consegnare sotto minaccia delle somme di denaro.
Stessa sorte per un 48enne. I carabinieri lo hanno arrestato per maltrattamenti in famiglia, minacce e lesioni personali. i militari, allertati dal 112, hanno appurato in un appartamento che l’uomo aveva aggredito e schiaffeggiato la sorella e minacciato il padre. da mesi il 48enne poneva in essere condotte vessatorie nei confronti della famigliari. Arrestato, è stato tradotto al carcere di Poggioreale in attesa di giudizio.
Momenti di tensione a Qualiano dove i carabinieri della locale stazione hanno arrestato per maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale un 49enne del posto che è stato sorpreso all’interno della sua abitazione – palesemente ubriaco – mentre offendeva la moglie urlando alla presenza del proprio figlio invalido. L’uomo, all’arrivo dei carabinieri che erano stati allertati dalla stessa vittima, li ha minacciati e si è avventato su uno dei militari nel tentativo di sfilargli la pistola dall’interno della fondina: è stato bloccato e ammanettato.
l’arrestato è stato tradotto al carcere.
i carabinieri della sezione operativa di Casoria hanno arrestato per minaccia, imbrattamento di cose altrui e maltrattamenti in famiglia un 46enne del posto in forza ad un provvedimento emesso dal tribunale di pesaro. l’uomo, che aveva perseguitato la sua ex compagna, dovrà scontare 1 anno e 3 mesi di reclusione.
Attimi di paura anche per una donna di Cercola. La vittima ha chiesto aiuto ai carabinieri. Il marito l’aveva aggredita per l’ennesima volta e minacciata di morte come già avvenuto giorni prima. I carabinieri della sezione radiomobile di Torre del Greco, entrati nell’appartamento, hanno constatato la criticità della situazione: l’uomo è stato arrestato e tradotto al carcere.
Repressione dei reati violenti ma anche tutela delle vittime. Il comando provinciale carabinieri di Napoli ha in programma di instituire una nuova “stanza tutta per se” come quella inaugurata nel dicembre 2016 presso la stazione carabinieri di capodimonte. L’obiettivo è quello di rendere l’ambiente ove le vittime di abusi o violenza di genere denunciano i propri carnefici il più confortevole possibile.

Caivano: Servizi anti-droga, Carabinieri arrestano “vedetta”

I Carabinieri della tenenza di Caivano hanno arrestato un’altra sentinella del parco verde. I militari hanno osservato P. N., 20enne già noto alle forze dell’ordine, mentre “indirizzava” i clienti verso un portone in metallo dove era stata creata una feritoia. Come fosse un distributore automatico, gli acquirenti introducevano le banconote ed attendevano la dose. Quando i militari hanno deciso di far scattare il blitz, lo spacciatore è fuggito ma i carabinieri hanno fermato la vedetta, che aveva dato l’avviso, urlando al loro arrivo. Due dei “clienti” che avevano poco prima acquistato, sono stati fermati con tre dosi di cocaina e saranno segnalati alla prefettura. Il palo è stato arrestato e sottoposto agli arresti domiciliari in attesa di giudizio.

Pianura lavori abusivi due morti. Legambiente: “ Vittime del caporalato dell’abusivismo edilizio e di anni di malgoverno e mancati controlli.”

NAPOLI – “Oggi è giorno del dolore e del cordoglio ma ancora una volta non siamo davanti al destino cinico e baro. Pianura rappresenta l’ emblema della lottizzazione abusiva, dove il cemento illegale è cresciuto tra inerzia e tolleranza e dove in molti hanno lasciato fare facendo finta di non vedere. Quelle vittime sono vittime del caporalato dell’abusivismo, di cantieri abusivi e fuorilegge, di manodopera sfruttata senza nessuna protezione. Quelle persone sono state uccise da anni di malgoverno, mancati controlli, di lavoro senza regole, nella mancata politica di prevenzione e monitoraggio del territorio, nel dissesto idrogeologico aggravato dalla devastazione selvaggia del territorio, dalla sua cementificazione. Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania in una nota sul crollo costone a Pianura che ha travolto e ucciso due operai.

Artigianato tra cassa integrazione e sicurezza. Ebac: Investire di più per la tutela dei dipendenti

La cassa integrazione in Campania per i lavoratori dell’Artigianato interessa 25mila persone e 8097 aziende. A lockdown ormai terminato si definisce il quadro delle richieste di aiuti economici per i propri dipendenti, al fine di garantire un sussidio economico, giunte all’’Ebac, l’ente che attraverso l’apposito fondo di solidarietà ( FSBA) eroga gli ammortizzatori sociali. In Campania le attività prevalenti che hanno fatto richiesta provengono dal settore metalmeccanico (1806 aziende per 4536 lavoratori), servizi alla città e alle cose (2160 aziende per 4570 lavoratori), settore alimentare (927 aziende per 3212 lavoratori).”Ma oggi più che sui numeri la nostra riflessione vuole e deve concentrarsi sull’atroce tragedia che ieri ha visto due operai morire sul lavoro e sulla necessità di riportare al centro delle azioni un valore che era importante prima e diventa fondamentale e prioritario oggi – ha dichiarato il direttore dell’Ebac, Bruno Milo – La Bilateralità nell’Artigianato con i suoi numeri attuali può fare tanto e deve fare di più per supportare le aziende e mettere in sicurezza l’intero comparto. Parti Sociali e Organismi Paritetici e l’Ente bilaterale da sempre impegnati sul tema dicono basta, non si può più tollerare in un paese civile che si possa morire sul lavoro”.

REPORT 2 GIUGNO 2020
Totale protocollate 8097

AV 946
BN 484
CE 1009
NA 3475
SA 2183

2 giugno: De Luca, “si apre una nuova fase per far crescere i valori di unità e solidarietà nazionale”

Dichiarazione del Presidente Vincenzo De Luca:

Celebriamo oggi l’unità nazionale all’insegna delle parole importanti pronunciate dal presidente della Repubblica.

Da domani, per decisione del Governo, parte la mobilità su tutto il territorio nazionale, al di là di talune riserve espresse.

Cercheremo di adottare, con equilibrio e serenità, misure di prevenzione a tutela delle nostre comunità.

Ma, una volta presa la decisione, si va avanti. Occorre fare in modo che questa nuova fase sia un’occasione per far crescere i valori di unità e solidarietà nazionale, di impegno totale per il rilancio dell’economia e del lavoro, per il sostegno a chi è stato duramente colpito dalla crisi in corso“.

Fase2: OroItaly, “una ripartenza al rallentatore. Necessarie misure strutturali concrete”

NAPOLI – Ad una quindicina di giorni dalla riapertura di buona parte delle attività commerciali per l’inizio della Fase 2 della Pandemia da Coronavirus, i dati dimostrano che le preoccupazioni e gli allarmi lanciati  da molte categorie produttive, non erano affatto fuori luogo. Ai dati drammatici di Confesercenti circa il crollo verticale del turismo e della filiera del food in Campania, si aggiungono le crescenti preoccupazioni per un altro settore completamente in ginocchio: l’artigianato. All’indomani dei dati di Confesercenti commentati dal presidente interregionale Vincenzo Schiavo, arriva puntuale la sottolineatura dell’Associazione OroItaly che in Campania rappresenta, nella filiera artigiana, l’eccellenza del Made in Italy: il settore orafo. Ad esordire è il presidente del sodalizio degli orafi Salvio Pace che riprendendo i dati Confesercenti ha puntualizzato: “Come il turismo che è il fiore all’occhiello delle attività produttive nazionali e regionali, così anche il settore orafo è stato lasciato in balia dei tempi senza un reale progetto di rilancio di una attività comunque legata al benessere non solo economico delle persone ma anche psicologico”. Pace ha poi concluso: ” In queste prime due settimane di riapertura abbiamo potuto constatare come sia grave la ferita inferta all’economia dal Covid-19, e di conseguenza, come siano stati inadeguati gli interventi del governo centrale”. A Pace fa sponda il segretario Generale Gianni Lepre che ha rimarcato: “Al governo e alle regioni le eccellenze del Made in Italy e quindi anche il settore orafo, hanno chiesto semplicemente di poter ripartire, quindi dalla riapertura della saracinesca, fino a tornare ad essere  competitive sui mercati. A questo il governo ha risposto con decreti farraginosi, dispersivi e soprattutto ingannevoli”. Lepre ha poi concluso: “Se lo Stato vuole veramente far risorgere l’economia, allora deve avere coraggio ed essere pronto ad azzerare tutto. Prendere per mano un Paese non vuol dire prestare soldi alle imprese ed ipotecarne il futuro, viceversa vuol dire destinare loro un fondo perduto che possa garantire una ripartenza. A tutto oggi, l’unico coraggio che abbiamo notato – ha chiosato Lepre – è stato quello di continuare a prendere in giro la categoria produttiva del Sistema Paese”.