Allarme l’obesità, a Napoli medici in campo sui banchi di scuola

Abbattimento di più del 50% del consumo di cibi commerciali ‘ultraprocessati’, aumento delle ore dedicate all’attività fisica e riduzione della sedentarietà di oltre il 50%, corretta regolazione dell’igiene del sonno fino al 79% dei casi con conseguente riduzione dell’obesità di oltre il 12%.

Sono alcuni dei risultati del progetto pilota “Scuola-Salute” condotto dal team di ricerca di Roberto Berni Canani, professore di Pediatria dell’Università Federico II di Napoli, nell’ambito del Piano Operativo della Salute promosso dal Ministero della Salute. “Le abitudini di vita errate nel bambino incidono negativamente sullo stato di salute non solo in età pediatrica ma anche nelle età successive. Ecco perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato come prioritario l’obiettivo dell’educazione alla salute ed è evidente che la Scuola rappresenti il luogo privilegiato per attuare azioni educative volte alla promozione della salute e di corretti stili di vita”. Così Roberto Berni Canani, considerato tra i massimi esperti italiani di allergologia, gastroenterologia e nutrizione pediatrica, spiega l’obiettivo pedagogico ancor prima che medico-scientifico alla base del progetto ideato da un gruppo di ricerca multidisciplinare composto da pediatri, medici di comunità, dietisti/nutrizionisti e psicologi. Il progetto, approvato dal Comitato Etico Federico II-Cardarelli, ha coinvolto anche studenti del Corso di laurea in Scienze della nutrizione umana e dietistica dell’Ateneo Federiciano, ed è stato realizzato nell’anno scolastico 2022-23 nell’Istituto comprensivo “1 Ariosto” di Arzano in provincia di Napoli con un campione di oltre 200 studenti delle classi quinte della scuola primaria e delle classi terze della scuola secondaria di primo grado. Nei dati raccolti prima dell’intervento è stata osservata un’elevata prevalenza di obesità tra gli studenti della scuola, soprattutto tra quelli più piccoli: il 43.6% degli studenti della scuola primaria. Parallelamente sono stati evidenziati bassi livelli di aderenza alla Dieta Mediterranea e livelli elevati di consumo di cibi commerciali ultraprocessati. Al termine dell’intervento, soltanto otto mesi dopo, si sono registrati: una riduzione significativa nella prevalenza di obesità che si è ridotta del 12.4% negli studenti della scuola primaria e del 13.9% negli studenti della scuola secondaria di primo grado, un aumento dei livelli di aderenza alla Dieta Mediterranea, una riduzione nell’assunzione giornaliera di alimenti commerciali ultraprocessati e un miglioramento dell’igiene del sonno (al termine dell’intervento il 79.6% dei bambini e il 63.3% degli adolescenti rispettava le ore di sonno raccomandate per età). Tra i risultati di rilievo ottenuti dal progetto si è registrato un risparmio settimanale di spesa dai 25 ai 70 euro a famiglia comparando il paniere di spesa media di inizio anno e quello raggiunto dopo l’intervento ‘educativo’ volto a favorire sane abitudini alimentari che in molti casi si sono poi estese all’intera famiglia. “Siamo diventati promotori dei corretti stili di vita anche all’interno delle nostre famiglie – raccontano gli studenti – magari iniziando a suggerire ai nostri genitori di metterci nella cartella una mela invece di una merendina confezionata”. Esattamente quell’obiettivo di ‘pedagogia della salute’ con cui è nato un progetto pilota che ora il prof. Roberto Berni Canani auspica che “possa diventare un percorso diffuso e strutturale in molte altre scuole italiane”.

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