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La politica, tutte le notizie e le ultime news per rimanere costantemente aggiornati su questo tema che caratterizza la guida del nostro paese. I nostri giornalisti vi terranno sempre aggiornati nel modo più professionale possibile sui temi della politica.

M5S, Cammarano: “Centri per l’impiego, inspiegabile chiusura per 4 mesi”

Il consigliere regionale: “Invece di organizzare lo smart working, la Regione proroga la chiusura per altri 60 giorni”

“E’ assolutamente incomprensibile la proroga di ulteriori due mesi di chiusura dei Centri per l’impiego della Campania. Così come è inspiegabile la mancata organizzazione del lavoro presso gli stessi uffici, fin dal primo giorno di lockdown, in modalità smart working, così come si è proceduto per qualunque altro ufficio pubblico in Campania e nel resto del Paese. In una regione che sta pagando a caro prezzo gli effetti dell’emergenza sanitaria e che è tra i primi posti in Europa per tasso di disoccupazione, è paradossale tenere chiusi per quattro mesi Centri che rappresentano uno spiraglio fondamentale per offrire opportunità occupazionali”. Lo denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano, primo firmatario di un’interrogazione alla Giunta regionale

“Bisognava provvedere fin da subito a organizzare il lavoro del personale dei Centri per l’impiego, affinché la loro opera non si fermasse neppure per un solo giorno. Parliamo di sportelli indispensabili per far ripartire il mercato del lavoro, soprattutto da quando c’è il supporto dei Navigator, figure istituite con il Reddito di cittadinanza e che si stanno rivelando fondamentali, incrociando domanda e offerta di lavoro”.

Santoro (FDI): De Magistris non ha i numeri, sopravvive perchè troppi consiglieri hanno paura di andare a casa

Il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia a Napoli, consigliere comunale Andrea Santoro, ha così commentato la ennesima seduta di Consiglio comunale sciolta per mancanza di numero legale:

“De Magistris non ha i numeri per governare. In democrazia funziona che il Sindaco deve avere una maggioranza in Consiglio, è evidente che non ce l’ha visto che non è in grado di farsi approvare più neanche una delibera. Resta a galla perchè molti dei consiglieri comunali, pur fuoriusciti dalla maggioranza, non vogliono andare a casa. Noi di Fratelli d’Italia, in modo compatto e coerente, ancora una volta abbiamo dimostrato di non avere paura nel ridare voce agli elettori, ci siamo presi la briga di portare finanche un notaio al Maschio Angioino nel caso ci fosse stata la reale intenzione di raggiungere le 21 dimissioni contestuali. Queste 21 firme non ci sono perchè prevalgono gli interessi personali, i distinguo e le ambiguità. I partiti seri come il nostro avevano dato una indicazione, ma la maggioranza del Consiglio è fatta ormai da consiglieri privi di qualsiasi identità politica, attenti solo a conservare la poltrona”.

Ecobonus, Confapi: chiarire ruolo banche su finanziamenti

NAPOLI – “Le agevolazioni fiscali derivanti dall’utilizzo degli ‘strumenti’ Ecobonus e Sismabonus rappresentano e rappresenteranno nei prossimi 18 mesi, un notevole indotto positivo sia per il comparto edile che per i proprietari di immobili ed in cascata per tutti gli operatori diretti ed indiretti dell’indotto. Grossa limitazione sicuramente è data dalla platea di potenziali beneficiari. In particolare, i due incentivi si applicano in relazione agli interventi realizzati sui condomini e sulle singole unità immobiliari adibite ad abitazione principale dalle persone fisiche non nell’esercizio di imprese, arti o professioni”.

Lo ha detto l’ing. Paolo Cosenza, presidente di Aniem Confapi.

“Ad oggi sono escluse tutte le proprietà intestate a persone giuridiche (non rientranti nei più ampi condomini) e le seconde case isolate che, a nostro parere, rappresentano una grossa fetta del patrimonio immobiliare che produrrebbe una immediata impennata delle attività; infatti, uno dei grossi limiti di partenza, sono le numerose e complicate procedure legate alla gestione dei condomini peraltro quasi inesistenti nei soggetti giuridici e nel caso di singoli proprietari fisici”.

“Di notevole importanza, e ad oggi ancora non chiarissimo, è il ruolo delle banche nella gestione dell’aspetto finanziario, fondamentale nello sviluppo di tutta la procedura con la possibilità di evitare il coinvolgimento di soggetti terzi che, in molti casi, per vocazione non svolgono attività di carattere creditizio. Tale ruolo, a nostro parere, darebbe maggiore chiarezza, sicurezza e slancio, e probabilmente, anche una riduzione dei costi finanziari delle operazioni evitando l’intromissione di società terze di cui non sempre è nota la solidità”.

M5S, Malerba: “Case popolari, sanificazione atto dovuto di Acer non un favore”

Il consigliere regionale: “Opere di ordinaria amministrazione programmate o risultato di un impegno personale?”

“Limitarsi ad applicare quanto previsto dalle norme vigenti non può diventare un risultato frutto di un impegno personale. E accade allora che un atto dovuto a salvaguardia della salute di una comunità di cittadini, come la sanificazione di case popolari, assolutamente indispensabile in piena emergenza Coronavirus, viene millantato da qualcuno sui social come un favore del quale pavoneggiarsi. E’ il caso delle opere di deblattizazione e sanificazione delle aree in cui ricadono le palazzine del Rione Vecchio Bisignano a Barra, del Rione Vecchio Santa Rosa a Ponticelli e del Rione Mario Pagano a Ponticelli. Lavori effettuati dall’Acer nell’ambito di un’attività di ordinaria manutenzione vengono fatti passare dal presidente del Cda dell’Agenzia regionale Lebro e da consiglieri comunali vicini alla sua forza politica di riferimento come il risultato del suo personale impegno. Una strumentalizzazione grottesca quanto paradossale delle proprie funzioni”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Tommaso Malerba, che ha depositato una richiesta al presidente del Cda di Acer Lebro e alla giunta regionale, su segnalazione dei consiglieri della Sesta Municipalità Natullo e Formisano, nella quale chiede di sapere se gli interventi effettuati “siano stati effettivamente eseguiti nell’ambito di una programmazione più ampia di azioni di sanificazione del proprio patrimonio immobiliare, al fine di garantire alla popolazione residente piena sicurezza ed incolumità per la salute. E non certo grazie alle richieste di alcuni consiglieri comunali e all’interessamento straordinario del presidente Lebro”.

I Liberi Professionisti I Piu’ Colpiti Dalla Crisi Economica: In Dodici Anni Hanno Perso Oltre 13mila Euro Per Occupato

Quasi un milione e mezzo di lavoratori ha visto crollare la produttività di oltre il -20%, più di qualsiasi altro comparto economico. La media nazionale registra un calo molto più contenuto pari a -2384euro e -3,8% di produttività. Domani gli Stati Generali delle professioni 

 

Roma, 3 giugno 2020 – Oltre 13mila euro per occupato lasciati per strada negli ultimi dodici anni. I liberi professionisti sono il comparto economico più colpito dalla crisi economica del 2008 con un calo di produttività di oltre il -20% a fronte di una media nazionale che ha perso 2384euro con una flessione della produttività del -3,8%. Il dato emerge dall’Osservatorio del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti che rileva come mentre nell’economia generale cresceva la disoccupazione, le fila dei liberi professionisti si ingrossavano di anno in anno fino a raggiungere nel 2019 una crescita esponenziale rispetto al 2007: +28%. Nello stesso periodo, nell’intera economia, l’occupazione complessiva aumentava appena del 2% e tra gli indipendenti diminuiva addirittura dell’11%. L’offerta di lavoro libero professionale è cresciuta a un ritmo decisamente superiore a quello della produzione determinando così un repentino crollo della produttività individuale. In altri termini, la domanda di servizi professionali non è cresciuta allo stesso ritmo dell’offerta di servizi, anzi è rimasta quasi stazionaria con la conseguenza di appiattire significativamente i redditi medi dell’intero comparto. Nello stesso periodo, infatti, il valore aggiunto per occupato, misurato in termini reali (cioè al netto dell’inflazione), del comparto delle attività professionali si è ridotto del 21,5% facendo registrare una perdita in termini assoluti di quasi 13 mila euro per ogni lavoratore.

La crisi ha colpito duramente l’intero settore del lavoro indipendente che negli anni ha perso 669 mila occupatil’11,2%. Nello stesso periodo, l’occupazione dipendente è cresciuta del 6,7%, un incremento di 1 milione e 135 mila occupati. Invece, in assoluta controtendenza rispetto al totale degli occupati indipendenti, i liberi professionisti sono aumentati di 310 mila unità (+27,6%). Il calo di occupati indipendenti è, dunque, concentrato nell’area che l’Istat definisce del lavoro autonomo, essenzialmente commercianti ed artigiani, che sono diminuiti del 15%, un calo di 538 mila occupati. Oltre che nell’area residuale dei coadiuvanti familiari, dei soci di cooperativa e dei collaboratori che hanno lasciato sul terreno altri 396 mila occupati.

Concentrando l’analisi sul settore “Attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi di supporto”, che contiene la quasi totalità dell’universo delle libere professioni socio-economiche, giuridiche e tecniche (ad eccezione, quindi, dell’area socio-sanitaria che risulta, in buona parte, ricompresa tra gli occupati dipendenti), i dati Istat indicano che il valore aggiunto per occupato, il principale indicatore che misura la produttività del lavoro, ha lasciato sul terreno 12.686 euro (-21,5,%) passando da 58.986 euro a 46.301 euro (rispetto ad una media nazionale di 60.770 euro che, invece, ha subito un calo molto più contenuto pari a -2.384 euro, il 3,8% in meno rispetto al 2007). Se, invece, focalizziamo l’analisi sul sotto-settore “Attività professionali, scientifiche e tecniche” che rappresenta ancora più fedelmente l’universo delle libere professioni economiche, giuridiche e tecniche, il valore aggiunto per occupato ha perso in dodici anni 13.729 euro (-19,3%) passando da 71.302 euro del 2007 a 57.573 del 2019. Se prima, dunque, la produttività media del settore era superiore a quella media nazionale (113%), dopo la crisi è scesa ad un livello inferiore (94%), mostrando un gap già abbastanza significativo e preoccupante. Ulteriori stime e rielaborazioni sui dati Istat di contabilità nazionale, infine, hanno anche permesso di evidenziare come il crollo della produttività nell’ambito delle libere professioni sia abbastanza diffuso ed omogeneo, tranne piccole differenze tra macroaree. Infatti, mentre l’area delle professioni giuridiche ed economiche ha contenuto il crollo a -16,9%, quelle tecniche hanno subito una perdita maggiore e pari a -20,4%.

“I numeri fornitici dal nostro Osservatorio – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani – certificano una profonda distorsione del mercato del lavoro che, soprattutto nelle mutate condizioni conseguenti alla crisi del 2008, continua a generare un sovraffollamento del sistema e un eccesso di offerta che deprime il valore dei servizi prestati. Gli Ordini professionali sono da tempo in crisi e non è più possibile che dalla politica vengano trattati come delle corporazioni e che i singoli professionisti siano ancora percepiti come dei privilegiati, secondo una visione ormai del tutto obsoleta. L’esclusione dall’accesso al credito a fondo perduto è solo l’ultima dimostrazione di una disattenzione nei confronti di questo pezzo tanto significativo del mondo del lavoro. Anche per questo domani ci saranno gli Stati generali delle professioni. Un’occasione utile inoltre a sottolineare il grande contributo che il sistema ordinistico potrebbe fornire ad uno snellimento della burocrazia se si portasse a compimento il jobs act degli autonomi, che prevedeva di delegare alle professioni funzioni proprie della Pubblica amministrazione”.

DLT Viaggi anticipa il Bonus Vacanza, la guida per l’Estate 2020 in Campania

Nuove misure per ristoranti, alberghi, villaggi turistici e spiagge per vacanze con maggiori spazi vitali. E intanto al via le prenotazioni con il Bonus del Governo che il Tour Operator anticiperà di tasca propria
 
03/06/2020 – Messa alle spalle la fase critica dell’emergenza Covid-19, torna la voglia di vacanza degli italiani che potranno godersi le loro ferie estive usufruendo del Bonus Vacanza e prestando attenzione a tutte le accortezze ancora richieste per ragioni di sicurezza.

È il Tour Operator DLT Viaggi ad illustrare le linee-guida sul funzionamento di strutture e villaggi turistici attraverso il portale www.dltviaggi.it e sui propri canali social. Tra le novità cui andremo incontro distanziamenti più ampi nei ristoranti con servizio al tavolo senza buffet, sistemi di check-in veloce per le camere delle strutture ricettive, attività di animazione soft ma sempre con divertimento garantito, diversa distribuzione degli ombrelloni sulle spiagge.

«Vogliamo tranquillizzare tutte le persone che continuano a chiederci se e come potranno fruire delle loro ferie estive» – spiega l’amministratore del marchio DLT Roberto Sorrenti – «Non ci saranno grandi cambiamenti e non sarà stravolta nessuna vacanza, anzi con le nuove misure di accessi contingentati e distanziamenti in alberghi, villaggi e spiagge avremo addirittura vacanze con maggiori spazi vitali e, in fin dei conti, più rilassate e piacevoli».

Non solo linee-guida su come trascorreremo l’estate, in attesa del decreto attuativo sull’erogazione del Bonus Vacanza previsto dal Governo per il rilancio del turismo domestico e riferendosi a quanto indicato sul Tax Credit nel Decreto, DLT Viaggi annuncia già le proprie modalità di erogazione del Bonus che permetterà a chi abbia un ISEE familiare al di sotto dei 40.000 euro annui di avere agevolazioni nell’acquisto di una vacanza: 500 euro per nuclei famigliari di tre o più persone; 300 euro per famiglie composte da due individui; 150 per i singoli.

«Ancora non sono state definite le istruzioni sul funzionamento del Bonus Vacanza ma siamo stanchi di aspettare, per il turismo non c’è più tempo. Per questo abbiamo scelto di giocare d’anticipo e di abbattere i tempi della burocrazia per andare incontro ai tantissimi utenti che ci stanno chiedendo come e quando utilizzare questo Bonus» – continua Sorrenti – «Per questo siamo già pienamente operativi mettendo di tasca nostra da subito l’80% dell’importo previsto, proprio per incentivare gli italiani a ripartire».
Ad esempio per una vacanza del valore complessivo di 1000 euro, il costo da sostenere subito dal cliente sarà di soli 600 euro: 400 euro saranno anticipati direttamente da DLT Viaggi con la possibilità per l’utente di recuperare ulteriori 100 euro nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo. Ovviamente massimo riserbo del T.O. per l’operazione Bonus Vacanza nell’attesa di nuove disposizioni da parte del Governo che possano confermare o modificare l’erogazione del Bonus.

Il Bonus Vacanza – conclude il Tour Operator – sarà valido per villeggiature tra il 1 Luglio ed il 31 Dicembre 2020 con pernottamento minimo di tre notti, ma sarà possibile fruirne prenotando entro questo mese di Giugno con un budget di un milione di euro che  DLT Viaggi anticiperà per i propri clienti. Il Bonus sarà utilizzabile sulle tantissime strutture della Campania presenti sul portale www.dltviaggi.it che riporteranno nella descrizione la stella in alto “Prenotabile con Bonus Vacanza”.

Bollette della luce gonfiate: cinque consigli per evitare fatture elevate

Le fatture dell’energia elettrica potrebbero riservare delle sorprese: dai consumi presunti, all’applicazione di clausole contrattuali errate, fino alla pretesa di arretrati oltre i due anni. Come farsi rispettare? Una guida con i consigli pratici degli esperti SOStariffe.it per pagare il giusto e pretendere, nel caso, il rimborso delle cifre ingiustamente versate

A partire dal primo aprile l’Arera, l’Authority di settore, ha rivisto al ribasso le tariffe della luce per il secondo trimestre del 2020 (-18,3%) per i clienti in regime di maggior tutela. Dunque almeno per il mercato tutelato, le bollette dell’energia elettrica dovrebbero essere più leggere. Ma ciò non sempre accade. Come mai? La fattura della luce potrebbe essere gonfiata rispetto ai consumi reali. SOStariffe.it ha stilato un elenco di cinque regole d’oro per smascherare i costi aggiuntivi e accertarci così di star pagando il giusto.

I consumi si controllano così

Anzitutto è buona norma imparare a leggere con attenzione la bolletta, per evitare di pagare ciò che non si deve, anche se siamo passati al mercato libero e abbiamo sottoscritto un’offerta luce conveniente. Teniamo conto che tra le voci di costo riportate sulla fattura ce ne sono alcune fisse:

– il costo della materia prima, deciso dal fornitore di energia e indicato sul contratto firmato;
– la spesa per trasportare l’energia dalle centrali a casa;
– quella per lettura e gestione del contatore, che cambia con i consumi;
– gli oneri di sistema.

A queste voci costanti si aggiungono poi diverse imposte, come l’IVA e le accise a cui di recente si è aggiunto il canone RAI che costa 90 euro all’anno, ma si paga 9 euro per volta in 10 mesi. Le bollette hanno un genere una periodicità bimestrale. I consumi riportati devono essere effettivi, cioè corrispondere ai valori riportati dal contatore.

Ricordarsi di comunicare l’autolettura

Le fatture potrebbero non essere ‘fedeli’ all’energia effettivamente consumata, ma basarsi invece su un calcolo presuntivo dell’energia stimata nel periodo considerato. I consumi riportati in bolletta infatti, possono comprendere sia i kWh effettivamente impiegati che quelli solo stimati.

Per scoprirlo dobbiamo tenere sotto controllo il contatore. Il modo per farlo è l‘autolettura: ovvero comunicare al fornitore i dati riportati volta per volta sul nostro contatore. Controllare ogni bimestre il contatore ci aiuterà ad accorgerci se i valori riportati in bolletta non corrispondono al consumo reale. Se dovessimo notare delle difformità, rivolgiamoci al servizio clienti del nostro fornitore per farci inviare una nuova bolletta con i consumi effettivi. Pretendiamo inoltre il rimborso delle somme versate per errore.

Ad oggi i contatori della luce sono in molti casi smart meter, cioè contatori elettronici tele-gestiti, letti a distanza dal fornitore. Ce ne sono in servizio oltre 35 milioni. Se disponiamo di un contatore elettrico telegestito non dobbiamo comunicare nessuna lettura, poiché lo smart meter trasmette i dati rilevati in tempo reale ogni quarto d’ora e le fatture sono emesse in base ai consumi effettivi. Ad ogni modo se vogliamo leggere quanto stiamo consumando, la gran parte dei modelli di contatore elettronico dispongono di un tasto grigio vicino al display, premendo il quale si potranno visualizzare il codice cliente, la potenza massima del contatore, e i dati di consumo in corrispondenza dei simboli A1, A2 e A3 che indicano la quantità di energia usata nelle varie fasce orarie (rispettivamente F1, F2 ed F3).

Se in casa abbiamo ancora il vecchio contatore tradizionale, invece, è importante ricordarsi di comunicare le cifre prima della virgola. Tutti i gestori mettono a disposizione appositi canali per trasmettere i dati rilevati: un numero telefonico, un’app per tablet e smartphone oppure un’area del proprio sito.

È la tariffa giusta per noi? Verificare il profilo di consumo

Al momento della firma del contratto ci viene assegnato un profilo di consumo, che poi ritroveremo riportato in bolletta, insieme al tipo di offerta sottoscritta, alla tensione della fornitura elettrica e alla potenza impegnata.

In genere si distingue tra uso domestico residente e non residente. Tuttavia il profilo che è stato selezionato in fase di firma del contratto potrebbe non essere applicato correttamente. Se le condizioni non vengono rispettate dobbiamo inviare un reclamo al fornitore. Al reclamo si dovranno allegare i documenti che attestano l’assegnazione del profilo a cui facciamo riferimento. Potremmo inoltre anche esigere un eventuale rimborso del prezzo ingiustamente pagato per l’errore del fornitore.

Come scoprire il fornitore non sta ai patti

Al pari del profilo di consumo, è importante controllare anche l’applicazione di tutte le altre clausole del contratto. Se ad esempio abbiamo stipulato un contratto di fornitura di energia con tariffa monoraria e nella bolletta ritroviamo la ripartizione dei consumi su due fasce orarie, allora c’è evidentemente un errore di applicazione delle clausole del contratto. Non ci resta che rivolgerci al servizio clienti del nostro fornitore o inoltrare un reclamo.

Bollette prescritte in 2 anni

A partire dal 2019 le bollette della luce si prescrivono in due anni e non più in cinque. Il diritto al pagamento del corrispettivo da parte del fornitore dunque viene meno passati i due anni dall’emissione. Se il fornitore ci richiede arretrati più vecchi di 24 mesi non siamo tenuti a pagare, né la compagnia potrà sospendere l’erogazione dell’energia per morosità. In caso in cui si riceva in bolletta la richiesta di pagare un importo caduto in prescrizione, bisognerà inviare un reclamo tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

Usare un comparatore per passare al mercato libero

Se rispettare tutte queste regole non basta ad alleggerire le nostre bollette, potrebbe essere una buona idea passare a un fornitore del mercato libero, abbandonando la maggior tutela. Una volta individuato il nostro consumo annuo di energia, che di solito è riportato in bolletta, possiamo avvalerci di un comparatore online, come il tool di SOStariffe.it per le offerte luce https://www.sostariffe.it/energia-elettrica/ consultabile anche sullo smartphone grazie all’applicazione SOStariffe.it per dispositivi mobili https://www.sostariffe.it/app/ . Il principale vantaggio è il risparmio di tempo e anche di denaro. In seguito alla ricerca, un unico quadro sinottico ci restituisce in pochi minuti tutte le proposte più convenienti.

GRUMO NEVANO: lite nata sui social finisce nel sangue. 15enne arrestato dai Carabinieri per tentato omicidio

I Carabinieri della Stazione di Grumo Nevano hanno arrestato per tentato omicidio e porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere un 15enne incensurato del posto. Il minorenne  ha colpito un 19enne con un coltello, ferendolo alla base dell’orecchio destro. La discussione – nata per banali motivazioni – è iniziata sui social ed è finita nel sangue quando i due hanno deciso di incontrarsi in Corso Garibaldi per chiarire.
La vittima è stata ricoverata presso l’Ospedale di Frattamaggiore “San Giovanni di Dio” e non è in pericolo di vita.
I Carabinieri hanno bloccato il ragazzo poco dopo il fatto. Nella sua abitazione rinvenuto e sequestrato un panno con evidenti  tracce di sangue.
Il 15enne è stato collocato presso il Centro di Prima accoglienza di Napoli Colli Aminei in attesa di giudizio.

Fase 2: Unimpresa, chiusura Sardegna fino al 12/6 danno enorme per alberghi e ristoranti

«La chiusura della Sardegna stabilita ieri pomeriggio, alla chetichella, con un comunicato sibillino del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, corre il rischio di creare un danno enorme per alberghi e ristoranti. Si tratta di una decisione incomprensibile, assunta da parte del governo a meno di 24 ore dalla riapertura del Paese e dell’abbattimento dei cosiddetti confini regionali. Ma c’è un altro aspetto, per certi versi ancora più allarmistico e sconcertante: col comunicato diffuso ieri, il Mit motiva la sua decisione con una non meglio precisata “particolare situazione dell’organizzazione sanitaria dell’isola”. Si tratta di un’affermazione gravissima che fa riferimento a problemi del servizio sanitario territoriale e della organizzazione degli ospedali sardi sui quali è auspicabile un immediato intervento del presidente della regione Christian Solinas». Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. «La decisione non tiene in considerazione i danni economici cagionati agli imprenditori del settore turistico e di quelli collegati che già si erano attivati ed erano pronti a partire da oggi, mentre saranno di fatto congelati in lockdown per altri 10 giorni: salteranno le prenotazioni e gli incassi subiranno inevitabili effetti, ma andranno comunque pagati stipendi, affitti, fornitori, tasse e balzelli vari. La chiusura è stata decisa, la Sardegna è chiusa: ma il governo non ha accompagnato la sua scelta con opportune misure economiche né si è preoccupato di chiarire se c’è un problema sanitario rilevante, capace – questo sì – di pregiudicare seriamente l’intera stagione turistica» aggiunge Ferrara.

Concessionari pronti per la ripresa degli acquisti? il 64% di chi sta cercando un’auto online ha intenzione di comprarla entro settembre

Milano, 03 giugno 2020 – Il 64% di chi sta cercando un’auto online ha intenzione di comprarla entro settembre, è il dato che emerge dall’l’indagine COVID 19 Consumer Sentiment Survey realizzata da automobile.it, sito di annunci di auto usate, nuove, Km 0 e a noleggio di proprietà del gruppo eBay. La ricerca, effettuata su circa 1000 persone che hanno visitato automobile.it tra il 25 e il 27 maggio (due settimane circa dopo la fine del lockdown) fotografa le intenzioni di acquisto e le preoccupazioni dei consumatori del mercato automotive. Dallo studio emerge che il 41% degli utenti che ha intenzione di procedere immediatamente all’acquisto di un’auto ha necessità di sostituire il veicolo perché non più adatto alle proprie esigenze. Per quanto riguarda la spesa da investire per il 40% degli acquirenti il budget è rimasto invariato o leggermente cresciuto, mentre per il 60% è diminuito. Rispetto allo scenario pre quarantena risulta anche una preferenza di acquisto presso un concessionario rispetto al privato (62% VS 55%).

Questo lo scenario fotografato al termine del lockdown che interessa le attività del settore automotive che si occupano di “commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli” (codice Ateco 45), quasi 157.700 sul territorio nazionale, che hanno riaperto le saracinesche e sono pronte ad accogliere i consumatori. Il contesto infatti è completamente mutato rispetto al passato. Basti pensare che a marzo il mercato auto ha perso in Italia l’86,6% e ad aprile, secondo le stime Unrae, è stato quasi azzerato (-97-98%). Oggi più che mai per tornare realmente attivi per i dealers è fondamentale conoscere aspettative e attese create dalla quarantena per offrire risposte adeguate ai nuovi bisogni dei consumatori.

Dallo studio emerge la necessità, da parte dei concessionari, da una parte di tornare a promuovere attivamente gli annunci online per entrare in contatto con gli acquirenti e dall’altra di comunicare chiaramente come rimane possibile e semplice completare l’acquisto di persona. Risulta infatti che gli intervistati hanno posticipato/stanno posticipando l’acquisto perché si aspettano una diminuzione dei prezzi (58%), ma allo stesso tempo non vogliono assolutamente rinunciare al rapporto diretto. Questo aspetto si traduce con l’intenzione di provare l’auto a pari merito con la possibilità di fare domande face to face al venditore (56%) prima di concludere una compravendita.

Il contatto umano e l’incontro di persona restano dunque un fattore chiave per completare l’acquisto dell’auto. Questo aspetto rischia però di scontrarsi con il timore del contagio che ancora crea qualche riserva. Il 31% degli intervistati infatti vuole avere indicazioni dettagliate del venditore sulle disposizioni che offrono un’esperienza sicura in concessionaria. Risulta inoltre importante per il 33% dei rispondenti sapere che sono presenti servizi aggiuntivi come la sanificazione professionale dell’auto prima del ritiro. In particolare gli utenti (il 28%) richiedono che già sul sito internet della concessionaria sia visibile la descrizione di questi nuovi servizi insieme alla possibilità di compilare online richieste di finanziamento (segnalata dal 22% dei rispondenti).

Cosa possono fare i concessionari per rispondere ai bisogni dei consumatori post lockdown:

1.    Aggiornare regolarmente i canali digitali: la descrizioni degli annunci, la pagina concessionario, il sito e i canali social in modo che siano sempre chiare le modalità per essere contattati e immediata la possibilità di prendere appuntamento.

2.    Comunicare in modo semplice e visibile tutte le disposizioni adottate per garantire la sicurezza di clienti e venditori come misurazione della temperatura, ingressi contingentati, presenza di dispositivi igienizzanti, plexiglass, sanificazione delle sale espositive, ecc…

3.    Adattare i servizi di finanziamento offerti. La metà di coloro che sta posticipando l’acquisto dell’auto lo fa a causa dell’insicurezza finanziaria. E’ possibile pensare di offrire finanziamenti a tasso zero per i primi 12 mesi o un’offerta di noleggio a lungo termine che si può interrompere più facilmente.

4.    Ideare e comunicare nuovi servizi legati a pulizia e sanificazione che possono far percepire ai clienti la preoccupazione per la loro sicurezza e offrire maggiori garanzie sull’acquisto e sulla prova dei veicoli.

5.    Utilizzare le tecnologie digitali per favorire primi incontri virtuali anche per quei clienti che sono interessati ma ancora non si sentono totalmente sicuri di tornare in concessionaria.

6.    Organizzare test drive e incontri personalizzati che permettano di provare l’auto nel rispetto del distanziamento sociale.

7.    Definire un servizio di home delivery per portare l’auto direttamente dal cliente.

Cosa succede negli altri Paesi

Lo studio automobile.it oltre all’Italia ha interessato Germania, Inghilterra, Paesi Bassi e Canada analizzando il sentiment degli utenti dei relativi classifieds eBay in ambito automotive[1]. In particolare emerge che, contrariamente agli altri paesi, in Germania il 59% degli utenti non avrebbe voluto posticipare il proprio acquisto durante l’emergenza COVID19. Per tutti gli altri paesi invece l’intenzione di completare un acquisto è stata valutata nei tre mesi successivi alla riapertura. Alla base di questa decisione ci sono le difficoltà dovute al non poter provare le auto su strada, alla mancanza di contatto diretto con i venditori e alla difficoltà di completare le transazioni e i passaggi esclusivamente online. Per quanto riguarda invece i servizi richiesti per aumentare la sicurezza in questo periodo per lo più sono state indicate nuove modalità di finanziamento e possibilità di usufruire di funzionalità di pagamento e gestione pratiche da remoto. Tra le richieste degli utenti ai venditori ci sono quelle legate alle pratiche sanitarie applicate in concessionaria e i servizi di sanificazione dei veicoli.