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Iran minaccia gli USA: basi a rischio se supportano Israele

L’Iran ha lanciato una chiara minaccia agli Stati Uniti, avvertendo che la sicurezza delle loro basi e forze nella regione mediorientale sarà a rischio se dovessero partecipare alla presunta prossima mossa aggressiva di Israele in risposta agli attacchi missilistici iraniani.

Il capo di Stato maggiore iraniano, Mohammad Bagheri, ha reso questa minaccia evidente, accusando gli Stati Uniti di aver dato il via libera all’attacco israeliano contro il consolato iraniano e di aver difeso Israele con tutta la loro forza. Bagheri ha sottolineato che nonostante gli sforzi statunitensi, non sono stati in grado di affrontare efficacemente l’Iran, evidenziando la vulnerabilità del sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome contro i droni iraniani.

Questa escalation verbale mette in luce le tensioni sempre crescenti nella regione, con l’Iran che accusa gli Stati Uniti di supportare attivamente Israele contro di loro. Le minacce dirette contro le basi statunitensi nella regione mediorientale sono un chiaro segnale di come le azioni degli Stati Uniti possano influenzare il delicato equilibrio geopolitico nella regione.

È evidente che qualsiasi coinvolgimento ulteriore degli Stati Uniti nelle tensioni tra Iran e Israele potrebbe avere conseguenze significative per la stabilità della regione e per la sicurezza delle basi statunitensi. Resta da vedere come risponderanno gli Stati Uniti a queste minacce e se saranno in grado di distendere la situazione o se la tensione continuerà ad aumentare.

Tensioni a Gaza: Casa Bianca avverte contro l’escalation tra Iran e Israele

Nel mezzo di una crescente tensione tra Israele e l’Iran, con la guerra a Gaza che continua a scuotere la regione, l’amministrazione Biden ha fatto sentire la sua voce, confermando il suo sostegno incondizionato a Tel Aviv. La portavoce Karine Jean-Pierre ha chiarito che gli Stati Uniti mantengono una posizione ferma nonostante le minacce provenienti da Teheran e dai suoi alleati.

Esercito israeliano annuncia la liquidazione del terrorista Nasser Yakob Jabber, responsabile del finanziamento di una parte significativa delle operazioni militari di Hamas a Rafah.

Lufthansa sospende i voli verso Teheran fino a domenica, evidenziando le crescenti preoccupazioni sulla sicurezza nella regione.

Il capo del Comando centrale Usa si trasferisce a Tel Aviv, indicando un impegno deciso degli Stati Uniti nel monitorare da vicino la situazione e nel fornire supporto strategico ai loro alleati nella regione.

Preoccupazione per il destino degli ostaggi a Gaza, con il timore che molti di loro siano stati uccisi durante il conflitto in corso.

Mentre il mondo osserva con apprensione lo sviluppo degli eventi, la Casa Bianca ha fatto chiaramente sapere che non intende vedere un’escalation della situazione. La diplomazia rimane la via preferita per risolvere le controversie, ma resta da vedere se ciò sarà sufficiente a calmare le acque in un momento così teso nella geopolitica del Medio Oriente.

Il 48% degli americani voterebbe per Trump a novembre

Se i candidati alle presidenziali di novembre saranno Donald Trump e Joe Biden il 48% degli americani voterebbe per il tycoon. Lo ha stabilito l’ultimo sondaggio del New York Times/Siena secondo il quale solo un elettore su quattro ritiene che gli Usa si stiano muovendo nella giusta direzione.

Più del doppio degli elettori ritiene che le politiche di Biden li abbiano danneggiati e la maggioranza ritiene che l’economia sia in pessime condizioni.

La percentuale di americani che voterebbero il democratico è al 43%, mentre coloro che “disapprovano fortemente” il suo ha raggiunto il 47%, la più alta mai registrata dai sondaggi del Nyt.

Cnn, Usa preoccupati da possibile azione Israele in Libano

L’amministrazione di Joe Biden è preoccupata che Israele stia facendo preparativi per operazioni di terra nel Libano per la fine della primavera o l’inizio dell’estate. Lo ha riferito la Cnn, ripresa dai media israeliani, spiegando che l’eventualità scatterebbe se dovessero fallire i negoziati diplomatici per costringere gli Hezbollah a ritirarsi dal confine con Israele, come prevede la Risoluzione 1701 dell’Onu. Israele – dopo il continuo lancio di razzi dal Libano cominciato lo scorso 8 ottobre – ha più volte denunciato la situazione.