SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE): I CARABINIERI FORESTALE DI VAIRANO PATENORA SOTTOPONGONO A SEQUESTRO UN INTERO COMPLESSO AZIENDALE BUFALINO PER ILLECITO SMALTIMENTO DI REFLUI ZOOTECNICI CON INQUINAMENTO AMBIENTALE

I militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Vairano Patenora (CE), coadiuvati dai tecnici dell’a.R.P.A.C. di Caserta, con l’ausilio dell’Esercito Italiano del contingente “Strade Sicure”, nell’ambito del servizio interforze denominato “Action Day”, finalizzato alla prevenzione e contrasto dei roghi di rifiuti e delle condotte illecite connesse,

hanno sottoposto a controllo un’azienda zootecnica bufalina, sita in comune di Santa Maria Capua Vetere (CE), alla località “Melaino”, in cui sono allevati n. 700 bufali.

Nel corso della verifica sono state ravvisate diverse criticità ambientali:

  1. il lagone/concimaia è risultato completamente saturo, con fosso di guardia pieno di liquami, nonché servita da una tubazione continua che, dopo un percorso di circa 600 m, termina in un canale che confluisce nell’Asta Valliva dei Regi Lagni. La zona di sbocco del suddetto tubo è risultata interessata da abbondanti liquami;
  2. i silos destinati allo stoccaggio degli insilati di mais sono risultati privi delle vasche di raccolta dei liquidi di sgrondo;
  3. i liquami del paddock della corsia di svezzamento dei vitelli, per pendenza, ricadono nella griglia esterna di piazzale e da qui si scaricano, a mezzo tubazioni sottotraccia, nell’attiguo fosso di guardia;
  4. la vasca di raccolta liquami della vitellaia presenta una tubazione di troppo pieno che scarica nel fosso di guardia;
  5. i liquami della sala mungitura e i reflui domestici della casa colonica confluiscono in un fossato in prossimità dell’ingresso aziendale.

Oltre a queste gravi criticità l’allevatore non è risultato in possesso del Piano di Utilizzazione Agronomica degli effluenti zootecnici e né della documentazione amministrativa relativa alle operazioni di trasporto e spandimento dei liquami.

Presso l’azienda sono stati rinvenuti stoccati anche i seguenti rifiuti speciali: plastici per un volume di circa 20 mc; demolizione e costruzione per circa 10 mc e rifiuti ferrosi, le cui modalità di gestione hanno fatto ipotizzare trattarsi di un deposito incontrollato di rifiuti.

Pertanto, i predetti militari, ritenendo integrati i reati di inquinamento ambientale e di gestione illecita di rifiuti speciali, hanno proceduto a sottoporre a sequestro d’iniziativa l’intero complesso aziendale, deferendo in stato di libertà il titolare dell’allevamento

IL CARRO DA PARATA A QUATTRO RUOTE

IL PARCO ARCHEOLOGICO E LA PROCURA DI TORRE ANNUNZIATA annunciano il rinvenimento di
UN REPERTO STRAORDINARIO,EMERSO INTEGRO DALLO SCAVO DI CIVITA GIULIANA

Il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata,
annunciano il rinvenimento di un reperto straordinario, emerso integro dallo scavo della villa
suburbana in località Civita Giuliana, a nord di Pompei, oltre le mura della città antica,
nell’ambito dell’attività congiunta, avviata nel 2017 e alla luce del Protocollo d’Intesa
sottoscritto nel 2019, finalizzati al contrasto delle attività illecite ad opera di
clandestini nell’area.
Un grande carro cerimoniale a quattro ruote, con i suoi elementi in ferro, le bellissime
decorazioni in bronzo e stagno, i resti lignei mineralizzati, le impronte degli elementi
organici (dalle corde a resti di decorazioni vegetali), è stato rinvenuto quasi integro nel
porticato antistante alla stalla dove già nel 2018 erano emersi i resti di 3 equidi, tra cui un
cavallo bardato.
Un ritrovamento eccezionale, non solo perché aggiunge un elemento in più alla storia di
questa dimora, al racconto degli ultimi istanti di vita di chi abitava la villa, e più in generale
alla conoscenza del mondo antico, ma soprattutto perché restituisce un reperto unico – mai
finora rinvenuto in Italia – in ottimo stato di conservazione.
Il progetto di scavo in corso ha una duplice finalità: da un lato cooperare nelle indagini con
la Procura di Torre Annunziata, per arrestare il depredamento del patrimonio culturale ad
opera di clandestini che nella zona avevano praticato diversi cunicoli per intercettare tesori
archeologici; dall’altro portare alla luce e salvare dall’azione di saccheggio una delle ville
più significative del territorio vesuviano.
Gli scavi, che hanno permesso di verificare anche l’estensione dei cunicoli dei
clandestini e i danni perpetrati al patrimonio, sono stati accompagnati costantemente da
attività di messa in sicurezza e restauro di quanto emerso via via. Lo scavo, infatti, ha
mostrato fin dall’inizio una notevole complessità tecnica-operativa in quanto gli ambienti da
indagare sono in parte al di sotto e a ridosso delle abitazioni moderne, con conseguenti
difficoltà sia di tipo strutturale che logistico.
LO SCAVO
Gli interventi portati avanti nel corso degli ultimi mesi hanno richiesto un’attenta
pianificazione da parte di un team interdisciplinare che ha coinvolto archeologi,
architetti, ingegneri, restauratori, vulcanologi, operai specializzati ma anche, man
mano che lo scavo procedeva, archeobotanici ed antropologi. Si è quindi proceduto ad
uno scavo che ha raggiunto i 6 metri di profondità rispetto al piano stradale, mettendo in
sicurezza sia i fronti di scavo che le possenti strutture murarie – conservate fino a 4 m. –
che emergevano nel corso delle indagini
Lo scavo dell’ambiente dove si è rinvenuto il carro ha mostrato fin dall’inizio la sua
eccezionalità: si tratta infatti di un portico a due piani, aperto su una corte scoperta, che
conservava in tutta la sua interezza il solaio ligneo carbonizzato con il suo ordito di
travi.
Nell’ottica interdisciplinare adottata costantemente negli scavi del Parco Archeologico di
Pompei si sono condotte analisi archeobotaniche del legno che hanno mostrato come il
solaio fosse stato realizzato in legno di quercia decidua (Quercus sp. – cfr. robur – farnia),
un legno frequentemente utilizzato in età romana per realizzare elementi strutturali. Anche
la porta sul lato sud della stanza, che metteva in comunicazione il portico con la stalla

dove negli scorsi anni si sono rinvenuti 3 equidi, conservava la sua struttura in legno
carbonizzato che è stato analizzato e identificato come faggio.
Il solaio ligneo è stato accuratamente consolidato, pulito e rimosso dall’area di
scavo per permettere il proseguimento delle indagini.
Il 7 gennaio è emerso dalla coltre di materiale vulcanico che aveva invaso il portico,
proprio al di sotto del solaio ligneo rimosso, un elemento in ferro che dalla forma lasciava
ipotizzare la presenza di un manufatto di rilievo sepolto.
Lo scavo proseguito lentamente nelle settimane successive – per la fragilità degli elementi
che si progressivamente emergevano, ha portato alla luce un carro cerimoniale,
risparmiato miracolosamente sia dai crolli delle murature e delle coperture dell’ambiente
sia dalle attività clandestine, che con lo scavo di due cunicoli lo hanno sfiorano su due lati,
senza averne compromessa la struttura.

IL MICROSCAVO
Sin dal momento della sua individuazione lo scavo del carro si è rivelato particolarmente
complesso per la fragilità dei materiali e le difficili condizioni di lavoro; si è quindi dovuto
procedere con un vero e proprio microscavo condotto dalle restauratrici del Parco
specializzate nel trattamento del legno e dei metalli. Parallelamente, ogni volta che si
rinveniva un vuoto, è stato colato del gesso per tentare di preservare l’impronta del
materiale organico non più presente. Così si è potuto conservare il timone e il
panchetto del carro, ma anche impronte di funi e cordami, restituendo così il carro
nella sua complessità.
Considerata l’estrema fragilità del carro e il rischio di possibili interventi e danneggiamenti
di clandestini per la fuga di notizie, il team ha lavorato anche tutti i fine settimana a
partire dalla metà di gennaio, sia per garantirne la conservazione che per dare un
segno forte dell’azione di tutela sul Patrimonio esercitata dal Parco in sinergia con
la Procura di Torre Annunziata ed i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio
Culturale di Napoli, coadiuvati da investigatori del Comando Gruppo Carabinieri di
Torre Annunziata. Questa collaborazione ha portato anche alla partecipazione di tecnici
del Parco al processo in corso contro i presunti scavatori clandestini che negli ultimi anni
hanno così pesantemente colpito questa villa.
Terminato il microscavo in situ, attualmente i vari elementi del carro sono stati trasportati
in laboratorio all’interno del Parco archeologico di Pompei, dove le restauratrici stanno
procedendo a completare la rimozione del materiale vulcanico che ancora ingloba alcuni
elementi metallici e a iniziare i lunghi lavori di restauro e ricostruzione del carro.
Quanto emerso è stato sistematicamente documentato mediante accurata
documentazione fotografica e tramite rilievo con laser scanner
“Pompei continua a stupire con le sue scoperte, e sarà così ancora per molti anni con
venti ettari ancora da scavare. Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si
possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca,
formazione e studi, e un giovane direttore come Zuchtriegel valorizzerà questo impegno”.
Così il Ministro della Cultura Dario Franceschini commenta la scoperta del carro negli
scavi di Civita Giulia. “Quella che viene annunciata oggi è una scoperta di grande valore
scientifico. Un plauso e un ringraziamento al Parco Archeologico di Pompei, alla Procura
di Torre Annunziata e ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale per la
collaborazione che ha scongiurato che reperti così straordinari fossero trafugati e
illecitamente immessi sul mercato”.

“E’ una scoperta straordinaria per l'avanzamento della conoscenza del mondo antico. –

dichiara Massimo Osanna, Direttore uscente del Parco archeologico – A Pompei sono
stati ritrovati in passato veicoli per il trasporto, come quello della casa del Menandro, o i
due carri rinvenuti a Villa Arianna (uno dei quali si può ammirare nel nuovo Antiquarium
stabiano), ma niente di simile al carro di Civita Giuliana.
Si tratta infatti di un carro cerimoniale, probabilmente il Pilentum noto dalle fonti, utilizzato
non per gli usi quotidiani o i trasporti agricoli, ma per accompagnare momenti festivi della
comunità, parate e processioni. Mai emerso dal suolo italiano, il tipo di carro trova
confronti con reperti rinvenuti una quindicina di anni fa all’interno di un tumulo funerario
della Tracia (nella Grecia settentrionale, al confine con la Bulgaria). Uno dei carri traci è
particolarmente vicino al nostro anche se privo delle straordinarie decorazioni figurate che
accompagnano il reperto pompeiano.
Le scene dei medaglioni che impreziosiscono il retro del carro rimandano all'eros (Satiri e
ninfe), mentre le numerose borchie presentano eroti. Considerato che le fonti antiche
alludono all’uso del Piletum da parte di sacerdotesse e signore, non si esclude che
potesse trattarsi di un carro usato per rituali legati al matrimonio, per condurre la sposa nel
nuovo focolare domestico.
Se l’intera operazione non fosse stata avviata grazie alla sinergia con la Procura di Torre
Annunziata, con la quale è stato sottoscritto un protocollo di intesa per il contrasto al
fenomeno criminale di saccheggio dei siti archeologici e di traffico dei reperti e opere
d’arte, avremmo perso documenti straordinari per la conoscenza del mondo antico”.
“Costante è stata in questi anni l’attenzione della Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Torre Annunziata alla tutela dell’immenso patrimonio archeologico presente
nel territorio di competenza. – così il Procuratore Capo di Torre Annunziata, Nunzio
Fragliasso
Il contrasto alla spoliazione dei siti archeologici, all’interno e fuori l’area urbana dell’antica
Pompei, è sicuramente uno degli obiettivi prioritari dell’azione dell’Ufficio.
In questo contesto si colloca il protocollo sottoscritto nel 2019 da questa Procura con il
Parco Archeologico di Pompei, che rappresenta a pieno titolo un “accordo pilota” nel
campo della sinergia tra le Istituzioni per la salvaguardia del patrimonio artistico nazionale.
La collaborazione tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e il Parco
Archeologico di Pompei si è rivelata uno strumento formidabile non solo per riportare alla
luce reperti e testimonianze di eccezionale valore storico ed artistico, ma anche per
interrompere l’azione criminale di soggetti che per anni si sono resi protagonisti di un
sistematico saccheggio dell’inestimabile patrimonio archeologico custodito nella vasta
area, ancora in gran parte sepolta, della villa di Civita Giuliana, del quale sono una
testimonianza i recenti eccezionali ritrovamenti.
Le attività criminali di cui aveva notizia la Procura di Torre Annunziata e che dovevano
essere pienamente accertate – vale a dire la realizzazione di una ramificata rete di tunnel e
cunicoli ad oltre 5 metri di profondità, con saccheggio e distruzione parziale degli ambienti
clandestinamente esplorati – richiedevano una attività investigativa che non poteva essere
realizzata se non attraverso una vera e propria campagna di scavi archeologici, che
andava condotta quindi unitamente al Parco Archeologico di Pompei.
Le operazioni di scavo svolte sul sito dal Parco Archeologico di Pompei con l’ausilio, ai fini
investigativi, dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e dei Carabinieri del
Gruppo di Torre Annunziata, sotto il costante coordinamento del Procuratore Aggiunto
Filippelli, hanno consentito di acquisire prove decisive ed inconfutabili della commissione
di gravi e reiterate condotte illecite di trafugamento di preziosi reperti archeologici poste in
essere dai “tombaroli”.
E’ stato accertato, tra l’altro, che proprio il carro portato ora alla luce è miracolosamente
scampato all’azione di saccheggio dei tombaroli, essendo stato letteralmente sfiorato da
due cunicoli scavati da questi ultimi ad oltre 5 metri di profondità.
Proprio in questi giorni è in corso di svolgimento, davanti al Tribunale di Torre Annunziata,
il processo penale a carico di due imputati ritenuti gli artefici materiali di tale attività
criminale, la cui abitazione tuttora insiste sul sito della antica villa romana depredata.
Le indagini hanno consentito di accertare che proprio dalla proprietà dei due imputati si
diramava una rete di cunicoli di oltre 80 metri utilizzata per il sistematico saccheggio

dell’area archeologica.
Anche nei prossimi anni l’impegno di questo Ufficio nella tutela del patrimonio artistico,
archeologico e culturale del territorio sarà costante e prioritario, riservando una particolare
attenzione all’attività finalizzata al recupero dei preziosi reperti archeologici trafugati,
esportati all’estero, e alla loro restituzione al patrimonio nazionale”.
lL CARRO
Il carro è stato ritrovato all’interno di un portico a due livelli che affacciava probabilmente
su una corte scoperta, nei pressi della stalla già indagata, con la quale comunicava
attraverso una porta.
La coltre di cinerite che ha sigillato il carro ha permesso la conservazione delle
dimensioni originarie e delle singole parti che ne scandiscono la struttura in
connessione.
Si tratta di un carro a quattro ruote, probabilmente identificabile sulla base delle notizie
tramandate dalle fonti e dei pochi riscontri archeologici ad oggi noti con un pilentum, un
veicolo da trasporto usato nel mondo romano dalle élites in contesti cerimoniali.
Foto di Luigi Spina
Su alte ruote in ferro, connesse tra loro da un sistema meccanico di avanzata tecnologia,
si erge il leggero cassone (0.90 x 1.40 m), parte principale del carro, su cui era prevista la
seduta, contornata da braccioli e schienale metallici, per uno o due individui.
Il cassone è riccamente decorato sui due lati lunghi con l’alternanza di lamine bronzee
intagliate e pannelli lignei dipinti in rosso e nero, mentre sul retro termina con un
complesso e articolato sistema decorativo che prevede tre distinti registri con una
successione di medaglioni in bronzo e stagno con scene figurate.
Questi, incastonati nelle lamine bronzee e contornati da motivi decorativi in esse ricavati,
rappresentano figure maschili e femminili a rilievo ritratte in scene a sfondo erotico.
La lamina bronzea è inoltre decorata nella parte superiore con piccoli medaglioni, sempre
in stagno, che riproducono amorini impegnati in varie attività. Nella parte inferiore del carro
si conserva una piccola erma femminile in bronzo con corona.
Anche in questo caso si sono svolte analisi archeobotaniche che hanno mostrato come il
legno impiegato per realizzare le strutture laterali e il retro del carro a cui sono fissati
mediante piccoli chiodi e grappe gli elementi decorativi in bronzo sia faggio,
particolarmente adatto a questo tipo di lavorazione.
Questo tipo di carro è un vero e proprio unicum in Italia non solo per il livello di
conservazione, in quanto non abbiamo solo le singole decorazioni ma l’intero veicolo, ed
anche perché non è un carro da trasporto per i prodotti agricoli o per le attività della vita
quotidiana, già attestati sia a Pompei che a Stabia.
Nella stalla adiacente già indagata, ricordiamo che era stato possibile realizzare oltre al
calco della mangiatoia, il calco di un cavallo di grande taglia, che presentava ricche
bardature in bronzo.
Nello stesso ambiente si rinvennero altri due cavalli, uno riverso sul fianco destro e uno sul
fianco sinistro, di cui non è stato possibile realizzare il calco, a causa dei danni causati dai
tunnel dei tombaroli e alla conseguente cementificazione delle cavità, che ne avevano
distrutto il contesto di ritrovamento. Sono state tuttavia rinvenute altre bardature in bronzo,
pertinenti ad una sella e altri elementi da parata, di sicura correlazione con il carro
rinvenuto.

La Guardia di Finanza arresta per bancarotta fraudolenta due imprenditori salernitani operanti nel settore della grande distribuzione.

Nella mattinata odierna, i Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno hanno dato
esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura detentiva domiciliare nei confronti di
due fratelli, DI BIANCO Luigi (classe ‘68) e DI BIANCO Maria Rosaria (classe ‘66),
imprenditori salernitani che gestivano una rete di supermercati in città.
I due imprenditori arrestati sono accusati dei delitti di bancarotta fraudolenta per
distrazione patrimoniale, correlati al fallimento di numerose società riconducibili al
medesimo gruppo imprenditoriale (la G6 di Di Bianco Luigi & C. S.a.s.; la 238 S.r.l.; la
Consorzio 242 S.r.l.; la 850 S.r.l.; la Punto S.r.l.; la 132 S.r.l.; la Q7 S.r.l.; la Golden Market
SA S.r.l.; la Smart S.r.l.; la Gruppo Di Bianco S.r.l.; la F124 S.r.l.).
Tali società avevano accumulato debiti insoluti per oltre 50 milioni di euro, tra cui
debiti tributari per oltre 28 milioni di euro.
La distrazione ha avuto ad oggetto beni e liquidità per circa 10 milioni di euro da
società poi lasciate fallire.
Si trattava di un’importante realtà imprenditoriale nella città di Salerno. Negli anni,
infatti, gli indagati erano arrivati a gestire contemporaneamente anche 20 supermercati,
impiegando fino a 150 lavoratori dipendenti.
Ben rodato il sistema attuato nel tempo per continuare l’attività dei punti vendita
nonostante l’insolvenza, con passaggi di proprietà tra società formalmente distinte, ma
sempre riconducibili al medesimo gruppo familiare.
Le Fiamme Gialle di Salerno hanno individuato una chiara regia, con una sequenza
di atti distrattivi, finalizzati ad eludere le pretese dei creditori, attraverso mirate spoliazioni
delle società che avevano maturato le esposizioni debitorie nell’esercizio dell’attività
commerciale.
Venivano così posti in essere continui trasferimenti di beni strumentali, merce,
liquidità e dello stesso personale, a volte anche di interi rami d’azienda, di modo che i
supermercati continuassero a rimanere aperti senza soluzione di continuità, risultando
gestiti da soggetti giuridici neocostituiti, sulla carta del tutto autonomi e distinti da quelli
indebitati.
La ricostruzione delle operazioni intercorse è stata resa particolarmente complicata
dalla sostanziale confusione dei patrimoni delle diverse aziende del gruppo, con intrecci
nella detenzione delle quote societarie, una gestione accentrata della contabilità fiscale e
del lavoro, un continuo travaso di personale tra i vari punti vendita, frequenti movimenti
finanziari infragruppo senza apparenti ragioni economiche.

Anche il ricorso alle procedure concorsuali (concordati preventivi) avveniva in
maniera impropria; dietro il dichiarato intento di risanamento della società, vi era in realtà
l’obiettivo di evitare il fallimento di imprese che erano state già svuotate di tutte le loro attività
ed i cui punti vendita erano in realtà già gestiti da un’altra società sempre facente capo ai
medesimi soggetti.
Già una prima volta, nel 2019, la Guardia di Finanza era intervenuta, sempre su
delega della Procura di Salerno, ad eseguire il sequestro preventivo di quattro supermercati
del gruppo.
In quel caso, si procedeva per un’ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento
delle imposte, accertata al termine di una verifica fiscale.
Le ulteriori indagini delle Fiamme Gialle coordinate dalla Procura di Salerno hanno
portato oggi alla formulazione delle nuove, più gravi accuse ed all’adozione del
provvedimento cautelare, che mira ad interrompere una gestione imprenditoriale fatta di
distrazioni di beni e di fallimenti che nell’arco di 10 anni hanno generato un “buco” di 50
milioni di euro.

Five Italia, al via la Convention Nazionale Televisiva 2021

In un’epoca dove le aziende, anche multinazionali, sfruttano il lavoro, dove i senza lavoro aumentano, Five assume e premia. Un’azienda che cura il business allo stesso modo con cui si prende cura della sua forza lavoro.
E questo risultato viene capitalizzato nel meeting aziendale di Five Italia targato 2021 che quest’anno sarà trasmesso in diretta tv su Canale Italia e Gt Channel venerdì 26 Febbraio dalle ore 19:00.
A fare gli onori di casa il  Salvatore Pisano, co-founder insieme a Valerio Buonocore, della società napoletana, leader in Italia nella commercializzazione dei servizi di largo consumo.
Primadonna del serata  la campionessa di scherma, modella e famosa influencer, Antonella Fiordelisi.
In un momento così difficile per l’economia mondiale, Five non ha voluto, comunque, rinunciare al suo annuale meeting aziendale: per rimarcare i successi ottenuti anche durante la pandemia.
“Perché nasce questo meeting? Noi siamo abituati da sempre a organizzarli in pompa magna in teatri, palazzetti, vista l’enorme mole di persone che abbiamo al seguito, parliamo di 1400-1600 collaboratori.
Ma  a causa del  Covid, l’anno scorso, come quest’anno, abbiamo optato per la formula televisiva e virtuale. Un modo per essere comunque vicino ai nostri collaboratori ma con responsabilità, senza  aumentare i rischi di contagio”. Dichiara Valerio Buonocore Presidente di Five Italia.
” Vogliamo raccontare le dinamiche vincenti di Five. In quanto come tutti veniamo da un periodo difficilissimo.  Il primo lockdown ci ha spezzato le gambe , considerando che il  60% della nostra fetta del  mercato  di riferimento è costituita  da agenti fisici che per tre mesi sono stati totalmente fermi.
  Ma questi ragazzi sono  stati capaci quest’anno, malgrado  quei tre mesi di chiusura, che hanno inciso per qualche milione di fatturato in meno, di chiudere con una crescita dell’8% .  Un vero e proprio miracolo che è avvenuto grazie a strategie commerciali molto forti che hanno implementato la parte telefonica ed hanno dato una spinta fortissima a “Salvaconto.it”. “Salvaconto.it”  è realtà che nel 2020 era in una fase embrionale ed ora è pienamente operativa e che  grazie alla grande professionalità del personale inserito oggi è il secondo comparatore in Italia”.
Ma Five non dimentica la cura dei dettagli, nel rispetto sia dei venditori, sia degli acquirenti che dei suoi dipendenti. Basti pensare che si tratta di una delle poche aziende italiane al cui interno i dipendenti possono beneficiare di un asilo nido completamente gratuito per i loro figli, di una scuola di inglese gratuita per bambini fino ai 6 anni con insegnanti madrelingua. E ancora di una palestra, di un’agenzia di viaggi a zero commissioni per organizzare le loro ferie, aree relax, bar e mensa. I dipendenti sono continuamente stimolati da contest e gare per incentivare la produzione e raggiungere sempre nuovi e ambiti obiettivi.
“Anche in questa occasione ci sarà un momento di solidarietà in favore della Fondazione Santobono Pausilipon a cui hanno devoluto un assegno  che verrà consegnato direttamente alla direttrice Flavia Matrisciano”  sottolinea il mattatoe della serata Salvatore Pisano.
Tanti i partner per questo meeting e la presenza di prestigiosi collaboratori quali:
Pasquale Mari, direttore dei canali telefonici, Fabio Buonocore direttore di rete fisica, Marco Bonomo direzione Salvaconconto.it , Tagliafierro Alessandro, direzione canali argenti digitali e Biagio Falco direzione sviluppo, Silvia Iengo, responsabile del personale, Anna Tedesco, pubbliche relazioni, Francesco Andinolfi canale agenti e Paola Coppola, socia  fondatrice del gruppo Five.

CAIAZZO (CE) –I CARABINIERI FORESTALE DELLA STAZIONE DI FORMICOLA SOTTOPONGONO A SEQUESTRO OPERE EDILIZIE ABUSIVE IN CORSO DI REALIZZAZIONE

Militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Formicola, con la partecipazione dei militari della Stazione Territoriale Carabinieri di Ruviano (CE) e di appartenenti alla Polizia Municipale di Caiazzo (CE), con l’ausilio del personale dell’Ufficio Tecnico Comunale, hanno proceduto d’iniziativa a sottoporre a sequestro preventivo un fabbricato sul quale erano in corso opere edilizie, sito in comune di Caiazzo (CE) alla via Madonna delle Grazie, risultate essere abusive in conseguenza di incrementi volumetrici realizzati in difformità rispetto ai titoli edilizi assentiti dal Comune.

Le opere abusive sono risultate, inoltre, realizzate in assenza delle autorizzazioni sismiche prescritte dalla legge regionale n. 9/1983 e ricadono in area gravata da vincolo cimiteriale ai sensi del vigente strumento urbanistico.

Sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria il proprietario e committente le opere, i due direttori dei lavori ed il legale rappresentante della ditta esecutrice degli stessi.

GUARDIA DI FINANZA NAPOLI: ARRESTATO IMPRENDITORE CINESE CHE HA PROVATO A CORROMPERE DUE FINANZIERI DURANTE UN CONTROLLO. SEQUESTRATI ANCHE 140.000 CAPI DI ABBIGLIAMENTO CONTRAFFATTI.

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha tratto in arresto, nel quartiere “La Maddalena” del capoluogo, un 48enne di origine cinese, per un tentativo
di corruzione operato nei confronti dei finanzieri che stavano procedendo al sequestro nei suoi confronti di capi di abbigliamento contraffatti.
Si trattava di una pattuglia dei “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego che, nel corso dell’attività di controllo economico del territorio, aveva notato la presenza di un soggetto
che con fare circospetto muoveva involucri voluminosi all’esterno di un negozio.

Le Fiamme Gialle hanno prima riscontrato che all’interno erano presenti scarpe con marchi contraffatti; successivamente hanno esteso le attività svolgendo una
perquisizione nei locali commerciali del cinese.

Rinvenute in tal modo centinaia di migliaia di scarpe ed etichette con marchio “Saucony”, “Fila”, “New Balance”, “Nike”, “Vans”, “Valentino”, “Dsquared”, Blauer”,
“Timberland”, “Alexander McQueen”, “Versace”, “Gucci”, “Adidas” contraffatto, scarpe senza marchio dello stesso modello di quelle con il logo contraffatto; negli stessi locali
scoperto anche il vero e proprio “laboratorio del falso”, utilizzato per la produzione illecita delle scarpe.

Durante le operazioni di controllo il titolare del negozio, nel chiaro tentativo di corrompere i finanzieri, ha infilato 850 euro in contanti nella tasca della giacca di uno
dei due esclamando: “Prendi questi soldi e non sequestrare niente, andate via e prendetevi un caffè”.

Le Fiamme Gialle partenopee hanno proceduto all’immediato arresto per istigazione alla corruzione dell’imprenditore, denunciato anche per contraffazione e ricettazione,
nonché al sequestro di oltre 140.000 tra etichette e scarpe sprovviste di qualsiasi certificato di conformità.

Policlinico Vanvitelli. Chirurgia toracica al tempo del Covid: eseguite oltre cinquanta resezioni anatomiche maggiori per il trattamento del tumore del polmone in video-toracoscopia

Nell’ultimo anno nonostante le notevoli difficoltà, determinate dalla pandemia da Covid 19, che hanno reso necessario ridurre i posti letto destinati ai pazienti chirurgici, e con essi il numero settimanale di sedute operatorie e ovviamente i posti letto in terapia intensiva, la UOC di Chirurgia Toracica (diretta dal professore Mario Santini coadiuvato dai professori Alfonso Fiorelli e Giovanni Vicidomini) dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Luigi Vanvitelli” (diretta da Antonio Giordano) ha eseguito più di cinquanta resezioni anatomiche maggiori per il trattamento del tumore del polmone in video-toracoscopia, diventando un centro di riferimento per tale tipo di trattamento.

 

Rispetto alla tecnica standard che consiste nell’esecuzione di un’incisione di 15 cm circa con sezione dei muscoli toracici e divaricazione costale, la video-toracoscopia permette l’asportazione radicale del cancro del polmone e dei linfonodi attraverso l’esecuzione di 3 piccole centimetriche incisioni in assenza di sezione dei muscoli e di divaricazione costale. Tale tecnica mini-invasiva, pur conservando la stessa radicalità oncologica dell’intervento tradizionale, presenta notevoli vantaggi quali una riduzione della degenza ospedaliera (in media dai 3 ai 5 giorni), una riduzione del dolore post-operatorio, un rapido ritorno all’attività lavorativa ed un vantaggio estetico concretizzato dalle piccole incisioni.

 

L’Unità Operativa Complessa non si è mai fermata garantendo assistenza e cure di qualità; le attività sono state riorganizzate in base alle esigenze del particolare momento che si stava vivendo non facendo mai mancare la cura per il paziente.

Giornata mondiale delle malattie rare

Il 28 febbraio 2021 si celebra la Giornata mondiale delle malattie rare.
L’AOU Luigi Vanvitelli ha posto da anni la cura dei pazienti affetti da Malattie Rare tra i suoi principali obiettivi, tanto che oggi è la prima Struttura assistenziale in Campania per numero di pazienti trattati ed iscritti nel Registro Regionale delle Malattie Rare. Non ultimo, vanta centri di riferimento europei.

Con l’intervista al Prof. Giuseppe Limongelli (direttore centro regionale campano malattie rare – professore della Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli) si apre la “Settimana dedicata” (sui social Facebook e instagram) di approfondimento sul tema. Seguiranno, spalmate sui sette giorni, informazioni grazie a infografiche e interviste.
Grazie per l’attenzione

Mary Cinque My favorite things

Giovedì 25 febbraio alle ore 18:00, apre al pubblico, on line sui canali digitali del Museo FRaC, la mostra MARY CINQUE. My favorite things dedicata alla produzione piú recente dell’artista.

“La mostra delle opere di Mary Cinque – afferma Gianfranco Valiante sindaco di Baronissi – rivolge l’attenzione a una giovane artista campana da tempo operante tra la Costiera Amalfitana, Londra e Los Angeles. Un’esposizione promossa dal Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi che, se da un lato conferma il nostro sostegno ai giovani artisti del territorio, dall’altro si fa portatrice di un messaggio di gioia e positività in un momento così delicato per il nostro Paese, a cui, nonostante le tante difficoltà, partecipa attivamente nel ricucire le tante ferite che la nostra società sta soffrendo ”.

In questo senso, la raccolta di opere appartenenti alla recente produzione di Mary Cinque, tra pastelli a olio e pittura digitale, si pone come celebrazione del quotidiano e delle piccole gioie che questo ci offre.

“Come le pagine di un album – rivela Pasquale Ruocco curatore della mostra – si susseguono le opere recenti realizzate da Mary Cinque. Fogli, alcuni dei quali esposti presso la galleria Palü di St Moritz, tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, da cui emergono ricordi di luoghi, in particolare Londra, dove ha vissuto negli ultimi anni, e della Costiera Amalfitana, di viaggi, di persone, ma anche di passioni e speranze, avvolti da un senso di nostalgia per quelle piccole cose che silenziosamente, ora cominciamo ad accorgercene di più, colorano il nostro quotidiano […]. L’ispirazione prende spunto dal celebre brano di Oscar Hemmerstein II e Richards Rogers, My favourite things, le cui parole sembrano vibrare nella morbida e brillante materia dei pastelli a olio, così come nella sostanza elettronica della pittura digitale, in un lavoro capace ancora, di riflettere sul ruolo dell’immagine nella storia dell’arte, tenendo bene in conto le sue evoluzioni anche tecnologiche, per esempio dall’invenzione dei pastelli di Sennelier alle possibilità offerte delle moderne tavolette grafiche. […] Mary Cinque sembra affrontare, mediante un’intima narrazione, l’attuale stato delle cose, lavorando su ciò che ci manca, esaltando quanto dovrebbe esserci prezioso, condivisione e convivialità, tradotte quali immagini di una joie de vivre da rinnovare, in cui termini come lockdown e distanziamento sociale rappresentino esclusivamente il momento in cui abbiamo ritrovato la nostra umanità”.

La mostra sarà visibile online fino al 19 marzo.

Le maglie del Ponticelli: simbolo di un quartiere

Così il Club ringrazia la Basilica – Santuario di Maria SS. Della Neve per l’impegno profuso per la difficile zona di Ponticelli
La “Pallavolo Ponticelli” ha dedicato le maglie che indosseranno i giocatori della squadra che parteciperà al campionato maschile  di serie C a uno dei luoghi simbolo del quartiere Ponticelli, ovvero la Basilica – Santuario intitolata a Maria SS. Della Neve, la più antica della zona vesuviana (la sua origine risale al XIII secolo) e la chiesa più ricca di opere d’arte, lungo l’itinerario imperiale, dopo il Santuario di Madonna dell’Arco.
Questo luogo di culto, dedicato alla Madonna della Neve, che dal 1788 è stata proclamata Protettrice di Ponticelli, è un importante punto di riferimento per tutto il quartiere della periferia orientale di Napoli, un luogo difficile e con scarso accesso ai servizi. Oltre alle attività classiche (celebrazioni, catechesi, incontri dei ministranti, appuntamenti del gruppo giovani), presso questo luogo di culto vengono abitualmente svolte attività di sostegno per le persone bisognose (distribuzione abiti usati, raccolta alimentare, punto di ascolto parrocchiale e somministrazione dei pasti), attività che sono state intensificate negli ultimi tempi in quanto il numero delle persone disagiate è purtroppo aumentato a causa della crisi legata alla pandemia. Ed è proprio per premiare questo impegno che la “Pallavolo Ponticelli” ha creato le maglie per il settore maschile con una trama i cui elementi rimandano alle opere d’arte presenti sulla volta della Basilica e ai simboli della Festa della Madonna della Neve, che ogni anno si tiene a inizio agosto e che quest’anno non si è svolta in ottemperanza alle regole anti – Covid19. “Per noi e per tutti i ponticellesi questo luogo è da sempre un importante punto di riferimento, e lo è ancora di più negli ultimi tempi“,  spiega Gerardo Amato, fondatore e Presidente della Nuova Polisportiva Ponticelli. “La squadra migliore è fatta di soggetti migliori. Siate uniti e coesi, lo spirito di squadra va coltivato 24 ore su 24, non solo in fase di competizione. Così facendo si ottengono tante soddisfazioni nello sport, e nella vita!“, con queste parole Don Marco Liardo ha ringraziato i componenti della squadra.
Le maglie recanti una texture che testimonia la dedizione del Presidente e della Società per il loro quartiere di appartenenza sono state indossate la prima volta in occasione della giornata di esordio del campionato di serie C, che ha visto il Ponticelli trionfare contro la Volleyworld.