Le proteste negli atenei, ‘nessuna svolta securitaria’

Delle contestazioni avvenute in questi giorni in alcuni atenei italiani si parlerà giovedì prossimo, nell’incontro tra gli 85 rettori aderenti alla Crui e il governo: un confronto che non sarà un momento di facciata, ma sostanziale, in cui si studieranno soluzioni che devono essere condivise con l’intero sistema accademico. Nessuna drammatizzazione di quanto avvenuto, dunque, né la volontà di militarizzare l’università.

É questa la linea dettata dalla ministra dell’Università Anna Maria Bernini per la quale, se i fatti avvenuti nei giorni scorsi in alcuni atenei – da Roma dove a La Sapienza è stato contestato il giornalista Parenzo, a Napoli dove è saltato un convegno con il direttore di Repubblica Molinari – sono da non sottovalutare, non vanno neppure drammatizzati, per non esacerbare gli animi. Certamente, visto il clima, ci sarà una particolare attenzione ad alcuni eventi previsti nei prossimi giorni nelle università italiane, soprattutto laddove è prevista la partecipazione di personaggi che possono essere al centro di contestazioni. Eventuali criticità possibili verranno analizzate nella sede del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Del resto, se i collettivi de La Sapienza continuano a chiedere lo stop agli “accordi con chi produce la guerra, lo stop agli accordi con le università israeliane e una chiara presa di posizione dell’ateneo”, Cambiare Rotta annuncia sui social un programma combattivo per tutta la prossima settimana: un presidio per il Senato accademico previsto all’Università di Torino martedì 19 alle ore 8.30; a Bologna lo stesso giorno alle ore 9, come il 20 alle 15.30 quando è prevista l’inaugurazione dell’anno accademico presente la ministra Anna Maria Bernini contro la quale gli studenti scrivono in un volantino ‘Ministra non sei la benvenuta’. E ancora, un sit in è previsto a Forlì il 19 alle ore 15,30 davanti alla presidenza del campus, una assemblea a La Sapienza il 21, una iniziativa il 26 marzo all’ateneo di Bari. Intanto, tutti i maggiori sindacati del comparto conoscenza sono contrari a ventilate ipotesi di limitare la libertà di espressione o gli accessi alle facoltà. Per il segretario generale Uil Attilio Bombardieri “è intollerabile per pochi facinorosi pensare che la soluzione sia irrigidire le misure di sicurezza “blindando l’accesso” a chi la pensa diversamente”. Secondo la segretaria della Cisl Scuola Ivana Barbacci “non serve rafforzare le misure di sicurezza, quanto piuttosto agevolare tutte le condizioni affinché i luoghi della cultura e della formazione tornino ad essere luoghi della partecipazione”. Anche per la segretaria FlC Cgil, Gianna Fracassi, “non è con misure repressive e restrittive che si deve rispondere. Significherebbe che quello che è accaduto a Pisa non ci ha insegnato nulla”. La via securitaria non sarà mai risolutiva”, mette in guardia Camilla Piredda dell’Unione degli universitari. Ed esponenti parlamentari M5S e Avs respingono ogni ipotesi di ‘militarizzazione’ degli atenei: “sarebbe censura”.

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