Archivi categoria: Cyber & scienza

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A Roma il primo Bitcoin Café d’Europa

Un nuovo tipo di ristorazione si addentra in Italia

Apre a Roma, infatti, il primo Bitcoin Cafè d’Europa. Il locale, sito in via Barberini, sarà il primo bistrot collegato a un exchange dove si potranno scambiare e ricevere informazioni sulle criptovalute, con le quali sarà anche possibile pagare alle casse, oltre che acquistare e fare trading registrandosi nella piattaforma Coinbar.

Il Bitcoin è una criptovaluta e un sistema di pagamento mondiale creato nel 2009 da Satoshi Nakamoto, che sviluppò un’idea da lui stesso presentata a fine 2008. Il Bitcoin non viene catalogato come moneta, ma come forma di scambio “volatile”. Principalmente usata per le transazioni via internet, il Bitcoin si è dimostrato capace di soddisfare un’enorme pubblico anche grazie al fatto che mantiene l’anonimato.

“Finalmente, dopo i primi anni di confusione, ora si inizia a parlare con cognizione di causa di criptovalute e della tecnologia sottostante”, ha spiegato Gian Luca Comandini, che fa parte della task force del ministero dello Sviluppo economico sulla blockchain e direttore della Blockchain Management School.

Il Bitcoin Café di Roma è il frutto dell’iniziativa proposta dalla società Coinbar e dal suo fondatore Antonello Cugusi. Il quale ha chiesto a Josas Immobiliare, specializzata nel commercio delle proprietà, di trovare il luogo perfetto nella Capitale per aprire un’attività totalmente nuova e convincente.

Non solo buon cibo e momenti di svago ma anche scambi di informazioni sulle criptovalute e possibilità di fare transazioni e acquisti in maniera immediata con l’ausilio dei Bitcoin e della piattaforma Coinbar.

Ecco il nuovo mondo dei bar italiani.

Falco (Corecom): “Misure urgenti per monitorare l’aumento del cyberbullismo”

D’Amelio: “Lavoriamo per costruire una rete istituzionale forte e coesa a tutela dei nostri giovani”  

Don Ezio Rotondi: “Attenzione ai pericoli che si nascondono sul web”  

Webinar di @scuolasenzabulli all’Oratorio Anspi San Bartolomeo, Parrocchia Santa Maria Assunta e San Bartolomeo di Apice   

APICE – “E’ sbagliato sottovalutare gli effetti che il lockdown hanno avuto sui nostri ragazzi. Dobbiamo aiutarli a recuperare forme sane di socializzazione, comunicazione delle emozioni e di relazionarsi in modo costruttivo. Tutti elementi fondamentali per la loro crescita personale. L’impennata di episodi di cyberbullismo nel corso del Covid-19 è un campanello d’allarme che non deve essere sottovalutato”.

Lo ha detto Domenico Falco, presidente del Corecom Campania, a margine del webinar con i ragazzi che partecipano al centro estivo dell’Oratorio “Anspi San Bartolomeo” di Apice e gli animatori che hanno contribuito a realizzare l’incontro.

“Servono misure urgenti per monitorare questi fenomeni – ha aggiunto – e per agire tempestivamente e in forma preventiva per aiutare in primis le vittime, ma anche gli stessi bulli, a cambiare le cose”.

Un appello a collaborare è giunto dal presidente del Consiglio Regionale della Campania, Rosa D’Amelio: “Lavoriamo per costruire una rete istituzionale forte e coesa a tutela dei nostri giovani. Con la campagna @scuolasenzabulli l’Assemblea campana ha deciso di dare un contributo fattivo alla costruzione di una rete sociale che sia in grado di recepire le richieste di aiuto, le preoccupazioni e le domande degli studenti campani indirizzandole verso chi è in grado di trovare una soluzione ai loro problemi. I giovani devono avere fiducia nelle istituzioni che, specie in questa battaglia, sono al loro fianco”.

Il parroco don Ezio Rotondi, promotore dell’Oratorio, ha accolto la collaborazione con grande entusiasmo: “Ringraziamo il Consiglio e il Comitato Regionale per le Comunicazioni della Campania per averci offerto la possibilità di approfondire la conoscenza dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, nemico comune che va sconfitto ad ogni costo. Il nostro è un luogo formativo che contribuisce alla crescita dei ragazzi mettendoli in guardia anche sui pericoli che si nascondono in particolar modo nel web”.

Ai giovani del centro estivo è giunto anche il contributo del direttore del Servizio ispettivo dell’Agcom, Ivana Nasti: “Fate rete prima di tutto con la vostra famiglia, con la scuola, gli amici, gli insegnanti. Non rimanete mai soli con i vostri problemi, ma imparate a condividerli e a denunciarli. Questa è la strada per uscire più velocemente dal tunnel della paura e della vergogna”.

Preziosi i contributi offerti anche dai professionisti del Rotary club Napoli Angioino, presieduto da Lucio Marcello Misha Falconio, che hanno dato ai ragazzi molti elementi di riflessione.

L’avvocato penalista Valentina Varano ha ricordato come dal 2017 il cyberbullismo sia un vero e proprio reato con conseguenze gravi per chi lo commette che può essere chiamato a rispondere di fronte a un giudice che può disporre anche la limitazione della libertà.

Per la psicologa e psicoterapeuta Giovanna D’Apolito è fondamentale che sia il gruppo a individuare e isolare il bullo, senza dargli manforte, nemmeno con comportamenti omissivi o manifestando indifferenza. Il bullismo è un fenomeno che nasce nel gruppo ed è lì che deve trovare la fine.

Il Lavoro Diventa A Prova Di Covid La Camera Di Commercio E L’ispettorato Del Lavoro Insieme Per La Sicurezza

Si è concluso il ciclo di webinar promosso dalla direzione regionale dell’Ispettorato del Lavoro con il patrocinio di Unioncamere Campania e l’assistenza tecnica dell’Azienda Speciale Unica SI Impresa della Camera di Commercio di Napoli. L’iniziativa, voluta dal direttore Renato Pingue a capo dell’Ispettorato interregionale del lavoro Sud Italia, ha voluto informare e sensibilizzare categorie produttive particolarmente esposte ai rischi sicurezza e Covid-19 sulle buone prassi. Edilizia, ristorazione, acconciatori ed estetiste, commercio diffuso, sono alcuni dei confronti che hanno visto alternarsi sostituti procuratori della Repubblica e direttori provinciali dell’Ispettorato a illustrare rischi e inosservanze frequenti. I lavori sono stati aperti dai saluti del presidente di Unioncamere Campania Ciro Fiola, secondo cui “l’informazione e la messa in sicurezza delle nostre 610mila imprese sono la priorità, l’orientamento e la consulenza offerta dai webinar dell’Ispettorato mettono l’istituzione al servizio di chi fa impresa”. I dibattiti sono stati ricchi di interventi e hanno visto il presidente dell’azienda Speciale Unica Si Impresa della CCIAA di Napoli Fabrizio Luongo, porsi da tramite per risposte che sono arrivate con chiarezza e soddisfazione degli imprenditori intervenuti. “Il ruolo della Camera di Commercio di Napoli è stato prezioso – ha affermato il direttore Pingue – replicheremo presto per altre categorie affinché il senso di responsabilità e della corretta informazione sia ben metabolizzato dalle imprese già martoriate da questa grave crisi economica che però non deve lasciare spazio ad alibi per inosservanze”.

Il presidente di Unioncamere Campania Ciro Fiola ha inteso patrocinare e sostenere l’iniziativa meritoria di divulgazione e formazione promossa dalla direzione regionale del lavoro. Dopo un periodo di assestamento che ha visto la riapertura delle imprese dal lockdown con mille difficoltà ora viene il momento dei controlli, a tutela dei lavoratori, dei consumatori, dei cittadini tutti, perché in epoca Covid le responsabilità in materia di sicurezza si triplicano.

Il successo dell’iniziativa è stato dato dal supporto tecnico dell’Azienda Speciale Unica SI Impresa della CCIAA Napoli che ha curato nei dettagli l’informazione e l’arrivo dei quesiti. “La corretta e puntale informazione resta il servizio  più prezioso per chi fa impresa – ha affermato Fabrizio Luongo, vice presidente vicario della Camera di Commercio di Napoli e presidente di Si Impresa – un diritto dei nostri 340mila esercenti è un dovere delle istituzioni, abbiamo favorito il confronto franco su tanti quesiti e perplessità per far comprendere come l’ispettorato del lavoro e le istituzioni preposte ai controlli più in generale siano non il nemico ma anche di aiuto a chi svolge con lealtà e senso di responsabilità la sua vita imprenditoriale. In un periodo difficile che le imprese stanno affrontando bisogna dimostrare rispetto verso di loro, bisogna aiutarle concretamente e non vessarle burocraticamente o impaurirle, hanno dimostrato in piena pandemia grande dignità e responsabilità, ora tocca ai consumatori ripagarle dei sacrifici fatti, dando loro fiducia, tornando a spendere favorendo il commercio di vicinato e il prodotto campano. I webinar hanno favorito informazioni alle imprese, magari soprattutto a quelle di recente costituzione, molto sensibili e attente, ma hanno lasciato anche a noi un grande insegnamento, perché per adottare misure di aiuti concreti bisogna comprendere alla base le vere difficoltà e i bisogni raccontati direttamente dagli imprenditori. Su questo tema la Camera di Commercio di Napoli e la giunta Fiola saranno sempre disponibili per dare risposte concrete”.

Ai webinar hanno preso parte le principali Associazioni di categoria, tra cui: Acen, Casartigiani, Aicast, Coldiretti, Confagricoltura, Cgil, Cisl, Uil. Il webinar edilizia ha registrato 380 partecipanti, quello sulla ristorazione 160 imprese, acconciatori ed estetica 250, commercio diffuso 175 collegati nel porre quesiti e domande, non si escludono altre esperienze per altre categorie.  Oltre al coinvolgimento di Unioncamere e SI impresa unitamente alle parti sociali, i webinar hanno visto la partecipazione attiva del procuratore della Repubblica aggiunto, dottoressa Di Monte, insieme ai sostituti procuratori Ciro Capasso, Liana Esposito e Marco Canale.

Campania Startup 2020: Un Sostegno Per I Giovani E La Nuova Impresa Innovativa

Al via la seconda edizione dell’avviso Campania StartUp – annualità 2020 – per la creazione e il consolidamento di startup innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza, attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e servizi innovativi in coerenza con le traiettorie prioritarie della “Strategia regionale di ricerca ed innovazione per la specializzazione intelligente” – RIS3 Campania.

Con questo strumento si intende continuare a sostenere la competitività del tessuto imprenditoriale regionale e, inoltre, supportare le startup innovative nel processo di revisione del proprio modello di business in ottica di trasformazione digitale. Questo anche rispetto alle mutate condizioni del mercato dovute alla crisi determinata dal Covid19, per un riposizionamento competitivo che possa assicurarne la sostenibilità di medio – lungo periodo.

Tra gli elementi centrali di questo avviso, la valorizzazione dei progetti di qualità che hanno ottenuto un punteggio tale da vedersi attribuito il “Seal of Excellence” sullo SME Instrument dell’Unione Europea.

Non ci sarà un clickday, ma sarà possibile inviare la propria proposta progettuale entro 60 giorni a partire da oggi. La procedura di selezione delle domande di agevolazione sarà di tipo valutativo, con approvazione di graduatoria, stilata in seguito a un’istruttoria di ammissibilità formale e una valutazione di merito.

L’avviso viene emanato con una dotazione iniziale di 5 milioni di euro a valere sul POR FESR 2014-2020. Le risorse finanziarie potranno essere integrate fino a 12,5 milioni di euro, ai sensi della DGR n.576 del 19/11/2019, al fine di aumentare l’efficacia dell’intervento finanziario.

Possono presentare domanda di agevolazione le startup innovative campane e i promotori d’impresa che intendano costituire una mpmi a carattere innovativo sul territorio regionale, operanti nelle aree di specializzazione della RIS3. Importo massimo del contributo concedibile è 300.000 euro, l’importo minimo 50.000 euro. Nel caso in cui la spesa ammissibile risulti, all’esito della valutazione, di importo inferiore a 90.000 euro, l’intensità di aiuto aumenterà dal 70% all’ 85% della spesa ammissibile. Gli aiuti saranno concessi in conformità a quanto previsto dall’articolo 22 “Aiuti alle imprese in fase di avviamento” del Regolamento UE n. 651/2014.

Con la scorsa edizione dell’avviso sono stati finanziati 120 nuovi progetti di impresa con prodotti e servizi innovativi che stanno affrontando ora con successo la sfida del mercato: piattaforme di telemedicina con funzioni di diagnosi per immagini a distanza, ripristino dei suoli agricoli esausti, sistemi per monitoraggio e sicurezza del trasporto (aria, acqua, ferro e gomma), supporto ai processi sociosanitari, nuova gamma di dispositivi medici e di biomateriali per la gestione e la terapia di patologie diffuse.

“Questo strumento rappresenta per noi un ulteriore passo della strategia per la ripartenza della Campania. Sappiamo che gli incentivi per la creazione di nuova impresa erano molto attesi e vogliamo così proteggere i nostri imprenditori più innovativi, quei talenti che vogliamo fortemente trattenere in Campania, valorizzando economicamente le loro soluzioni innovative”. Ha così dichiarato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. “La Regione Campania mette in campo un sostegno concreto per le nuove generazioni e per la loro capacità di fare impresa e di rispondere alle sfide globali.” Così ha concluso il presidente De Luca.

“In questi mesi ho ascoltato ricercatori, imprenditori e giovani che hanno riposto speranza e fiducia nel lancio di una nuova iniziativa per la costruzione del loro futuro” ha dichiarato Valeria Fascione, assessore all’Innovazione, Startup e Internazionalizzazione della Regione Campania. “Particolarmente significativa è l’intensità dell’agevolazione che varia dal 70% fino all’85% per i progetti che hanno bisogno di un piccolo investimento per approdare al mercato. Come Giunta crediamo fortemente in questo strumento che ci consente di sostenere queste nuove iniziative in maniera importante. Ci aspettiamo anche questa volta una bella risposta in termini di qualità di proposte che contribuiscano a una Campania aperta e innovativa.”

Campania StartUp 2020 dà attuazione all’azione “1.1.3 Sostegno alla valorizzazione economica dell’innovazione attraverso la sperimentazione e l’adozione di soluzioni innovative nei processi, nei prodotti e nelle formule organizzative, nonché attraverso il finanziamento dell’industrializzazione dei risultati della ricerca”” a valere sul POR Campania FESR 2014-2020, nell’ambito dell’Asse I – “Ricerca e Innovazione”.

“Malattia delle vetrine”: parte dalla Federico II di Napoli il Network con 16 ospedali in rete

L’ arteropatia periferica obliterante provoca una zoppìa che costringe chi ne soffre a fermarsi spesso, come quando si va in giro per vetrine.  Una delle conseguenze più gravi della patologia che interessa la circolazione periferica è la necrosi degli arti inferiori che se non curati devono essere amputati. Il “Network per l’AOP” che parte  dall’Università Federico II di Napoli mette in rete 16 ospedali in tutta la regione: équipes multidisciplinari di chirurghi vascolari e cardiologi prenderanno in carico i pazienti e grazie a interventi di rivascolarizzazione e terapie farmacologiche ridurranno i rischi di amputazione e complicanze cardiovascolari.

 

Napoli, 11 luglio 2020 Nasce a Napoli il Network per l’AOP, l’arteropatia obliterante periferica, nota come “malattia delle vetrine”,  di cui soffrono più di 3000 campani. La patologia è  ostruttiva  di tipo arterosclerotico, provoca cioè il restringimento delle arterie. E se a livello cardiaco e cerebrale i rischi ben noti sono ictus e infarto, negli arti inferiori il rischio è la mancata irrorazione dei tessuti  con conseguente necrosi  e amputazione dell’arto. I primi sintomi sono dolori al polpaccio e alla gamba che provocano una zoppìa intermittente. Da qui il nome “malattia delle vetrine” perché impedisce a chi ne soffre di camminare bene per il dolore  e costringe le persone a fermarsi  come quando passeggiano per lo shopping. I principali fattori di rischio della malattia sono l’età avanzata, l’ipertensione, il fumo, l’ipercolesterolemia ed il diabete mellito; il “piede diabetico” per esempio  è una  delle principali complicanze di cui soffrono i pazienti diabetici.  Il Network per l’AOP ha come obiettivo quello di creare un nuovo modello assistenziale per i pazienti con AOP e mette in rete 16 Ospedali campani e nasce da una iniziativa del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università Federico II di Napoli.

In ogni struttura ospedaliera un’équipe multidisciplinare composta da chirurghi vascolari e cardiologi prenderà  in carico i pazienti che vanno incontro a rivascolarizzazione arteriosa – sia essa chirurgica che endovascolare – degli arti inferiori. Questi pazienti, come osservato  in uno studio internazionale, sono particolarmente a rischio di eventi avversi, sia legati al cuore (i.e. infarto) che agli arti (i.e. amputazioni)1. Allo stato attuale, solo una parte ristretta riceve una terapia medica adeguata e che rispetti le raccomandazioni delle linee guida internazionali. I ricercatori coinvolti nello studio si occuperanno proprio di accertare che dopo la procedura di rivascolarizzazione i pazienti ricevano una valida terapia medica e che questa venga adeguatamente seguita nel tempo (consentendo , per esempio, ai pazienti di avere controllo appropriato della pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo) : “L’ interazione tra il chirurgo vascolare e il cardiologo è fondamentale – afferma il Prof.Giovanni Esposito – Ordinario di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia, Emodinamica e UTIC dell’A.O.U. Federico II – perchè l’approccio alla patologia deve essere  di tipo chirurgico e farmacologico. In passato,  l’ischemia del piede diabetico, causata proprio dall’arteriopatia obliterante, risultava inevitabilmente nell’amputazione, con tutti i rischi connessi. Nell’arco di un anno infatti la mortalità dei pazienti amputati è di uno su tre, in alcuni casi anche di uno su due. Oggi invece le terapie farmacologiche associate alle tecniche di rivascolarizzazione come stent e by-pass, permettono di evitare l’amputazione grazie alla riapertura delle arterie e al ripristino della circolazione nel piede. E in questo percorso il peso della terapia farmacologica è aumentato enormemente; basti pensare che oggi i farmaci riescono a ridurre del 35% le amputazioni. Se consideriamo che in italia vengono eseguite 70.000 amputazioni l’anno, di cui 30.000 a causa di fattori ischemici – le altre derivano da incidenti – con la giusta terapia farmacologica si evitano almeno 10.000 amputazioni. Le terapie farmacologiche di maggior successo sono quelle antitrombotiche con anticoagulanti orali e quelle con farmaci in grado di ridurre il colesterolo: questi farmaci hanno ridotto drasticamente non solo i casi di infarto – per cui erano nati –  ma anche le conseguenze più severe ed invalidanti della malattia periferica.

Nella strategia terapeutica per i pazienti con AOP è importante agire sull’aterosclerosi. Tra i   trattamenti di prima scelta, raccomandati dalle linee guida internazionali, vi sono i farmaci ipolipidemizzanti come le statine o le associazioni con ezetimibe. Le statine possono contribuire efficacemente a ridurre gli eventi cardiovascolari più gravi (il 26% in meno) e la necessità di amputazioni. Tuttavia nei casi di un inadeguato raggiungimento del livello target di colesterolo LDL < 55mg/dl, le linee guida suggeriscono l’aggiunta, a tali terapie, di farmaci inibitori del PCSK9, per ridurre in modo significativo il rischio di eventi cardiovascolari nei pazienti con arteriopatia periferica.

Ma anche il fattore tempo è importante, come ricorda il Prof. Eugenio Stabile, Associato di Malattie dell’Apparato cardiovascolare, responsabile del Programma Infradipartimentale di trattamento integrato dell’arteriopatia periferica e corresponsabile dello studio AMT-Leader con il Prof Giovanni Esposito: “Questa malattia è diffusa più di quanto si pensi ed evolve lentamente, per cui viene spesso trascurata. Invece è fondamentale rivolgersi subito al medico se si nota una ferita che tarda a guarire sul piede o  se si prova dolore al polpaccio perché possiamo essere subito indirizzati dagli specialisti. E poi noi stessi possiamo fare tanto per prevenirla e contrastarla, con uno stile di vita sano ed una terapia medica adeguata”. 

La costituzione del  “Network per l’AOP” – conclude il Prof. Esposito – consentirà anche di evitare ai pazienti di essere ricoverati in ospedale a causa dell’insorgenza di accidenti cerebrovascolari, cardiovascolari e ridurrà l’impatto sociale delle invalidità attraverso la prevenzione delle amputazioni e, non ultimo, creerà un modello terapeutico all’avanguardia in Campania. Questo modello sarà capace di mettere in collegamento i vari specialisti con il fine unico di fornire un trattamento integrato dell’arteriopatia periferica e ci aiuterà a rendere non più necessari tanti “viaggi della speranza” fuori regione”.

Il Centro di Cardiologia della Federico II sarà il centro di coordinamento per i 16 centri aderenti all’iniziativa; la rete nelle cinque province campane assicurerà ai pazienti sottoposti a rivascolarizzazione a causa dell’ AOP una presa in carico uniforme e standardizzata che migliori la loro qualità e aspettativa di vita. La rete si rivolgerà a un target potenziale di circa 1.100 pazienti. La piattaforma informatica faciliterà il coordinamento tra il centro referente e quelli  aderenti, favorendo una gestione assistenziale uniforme. Questi sono i centri aderenti a cui i pazienti possono fare riferimento:

  1. AOU Federico II Napoli
  2. AORN – Ospedali dei Colli Ospedale Monaldi, Napoli
  3. A.S.L. Napoli 1 Centro Ospedale del Mare
  4. A.S.L. Napoli 1 Centro Ospedale dei Pellegrini
  5. Casa di Cura Villa dei Fiori, Acerra (Napoli)
  6. Clinica Mediterranea, Napoli
  7. AO Cardarelli, Napoli
  8. AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, Salerno
  9. PO San Luca, Vallo della Lucania (Salerno)
  10. Casa di Cura Salus, Battipaglia (Salerno)
  11. Ospedale di Eboli “Maria SS. Addolorata”
  12. AORN Sant’Anna e San Sebastiano, Caserta
  13. Clinica San Michele, Maddaloni (Caserta)
  14. Ospedale  San Giuseppe Moscati, Avellino
  15. Clinica Montevergine, Avellino
  16. AO San Pio, Benevento

GRAN BRETAGNA, Johnson pronto a bandire Huawei da rete britannica

Ancora polemiche sull’utilizzo del 5G in Europa.

Boris Johnson sarebbe pronto ad iniziare ad eliminare gradualmente la tecnologia Huawei dalla rete 5G della Gran Bretagna entro quest’anno, e la svolta sarebbe imminente: lo rivela il Telegraph, precisando che l’agenzia governativa che si occupa di comunicazione e intelligence, la Gchq, ha già riconsiderato la garanzia fornita a suo tempo sulla sicurezza delle tecnologie del colosso cinese.

I dispositivi Huawei sono tra i primi a voler sfruttare le potenzialità della tecnologia 5G, ma le recenti accuse potrebbero minare l’economia del colosso cinese.

Città della Scienza al Green Social Festival di Bologna

Città della Scienza partecipa all’undicesima edizione del Green Social Festival, l’evento annuale patrocinato dal Ministero dell’Ambiente, dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Bologna, che quest’anno, a causa dell’emergenza Covid19, si svolgerà interamente in digitale, attraverso la trasmissione Zorba, in omaggio a Louis Sepulveda, protagonista della fiaba  Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.
Nell’articolato programma della manifestazione, che vede la partecipazione di enti, associazioni e scuole, Città della Scienza di Napoli presenta un ricco calendario di conferenze scientifiche a cura di noti esperti e scienziati di diversi campi e una panoramica delle attività di punta che il polo scientifico partenopeo realizza nel campo dell’educazione e della museologia scientifica con Corporea, il museo interattivo sul corpo umano, della promozione della sostenibilità ambientale – tema anche della prossima edizione di Futuro Remoto, primo festival della scienza in Italia-  della stampa 3d, della fabbricazione digitale e dell’internazionalizzazione e trasferimento tecnologico con la Cina.
“Un’occasione, dichiara il prof. Riccardo Villari, Presidente di Citta della Scienza, per mettere in rete, collaborando con una realtà consolidata come il Green Social festival, tutte le competenze, la ricerca e i diversi campi di azione in cui Città della Scienza è impegnata, sempre nell’ottica, che sposa appieno gli obiettivi del Festival, della sostenibilità ambientale e del miglioramento delle condizioni di vita sul Pianeta e del Pianeta, anche e soprattutto grazie alla scienza e alle nuove tecnologie sostenibili”.

Sostegno all’editoria digitale, l’appello di ANSO: «Dal governo serve uno sforzo in più. Emilia Romagna e Lazio siano da esempio»

L’associazione Nazionale Stampa Online plaude all’iniziativa attuata dalle due regioni e si rivolge al Parlamento affinché il Decreto Rilancio possa destinare agli editori del web maggiori fondi

 

«Servono più fondi per l’editoria digitale. La crisi attuale richiede uno sforzo maggiore per sostenere le piccole testate locali che in questi mesi di emergenza hanno garantito un’informazione puntuale e direttamente dal territorio. Il dialogo avviato con le amministrazioni regionali di Emilia Romagna e Lazio ha portato ad uno stanziamento straordinario di 2 milioni di euro: che questo sia da esempio anche per altre Regioni». Il presidente dell’Associazione Nazionale della Stampa Online – ANSO, Marco Giovannelli, torna ad insistere sulla necessità di un «intervento più significativo per il settore dell’editoria digitale; un settore definito strategico, ma già in crisi prima dell’avvento del Coronavirus». Eppure è stata l’emergenza sanitaria ha mettere in evidenza il ruolo dell’informazione locale, e a quella digitale in particolare. Dai diversi territori sono arrivati i racconti, quasi sempre in presa diretta, di quegli avvenimenti che spesso, troppo spesso, si sono trasformati in tragedie. Le testimonianze provenienti da Bergamo, Savona, ma anche da Piacenza e Taranto hanno riferito alle loro comunità locali e a tutto lo scenario nazionale quanto stava avvenendo, senza sosta.
Ma la crisi economica, derivata dall’emergenza Covid, ha colpito anche il settore dell’informazione. «Le prime regioni a muoversi sono state Emilia Romagna e Lazio: hanno voluto sostenere la filiera dell’informazione, dalla carta alle radio tv, dal digital alle edicole, con provvedimenti ad hoc e uno stanziamento straordinario di 2 milioni di euro», prosegue Giovannelli. «ANSO ha lavorato fianco a fianco agli organismi di Emilia Romagna e Lazio per arrivare al risultato sperato, ovvero destinare aiuti certi al mondo degli editori del web, un risultato importante per un mondo spesso “dimenticato” dai contributi».
Ma non basta. Come ricorda il presidente di ANSO: «Anche grazie all’interlocuzione avuta con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Andrea Martella, il Governo ha inserito alcuni provvedimenti per l’editoria, prestando attenzione specifica al mondo digitale. All’interno del Decreto Rilancio, per la prima volta sono stati previsti aiuti concreti e definiti per il settore del web. Ora però occorre avere ancora più coraggio aumentando le risorse e soprattutto garantendo alle realtà più piccole di accedere ai contributi».
ANSO lancia un appello alle forze politiche di tutti gli schieramenti per compiere un ulteriore passo nella direzione di ottenere un contributo sicuro per le testate iperlocali del web. «Nel pacchetto del sostengo all’editoria del Decreto Rilancio due articoli interessano direttamente le nostre realtà: il primo riguarda il credito di imposta a fronte degli investimenti pubblicitari. A fronte di uno stanziamento di 60 milioni la nostra associazione rimarca come il fondo sia decisamente sottodimensionato a fronte della platea che potrà accedervi. Chiediamo quindi che venga aumentato o in seconda istanza che come fatto per il contingente dedicato alle tv, anche una parte di questo sia dedicato esclusivamente agli investimenti sulle testate online. Il secondo prevede un credito imposta per i le testate digital su server, connessioni, e attività relative. Facciamo un appello a tutto l’arco parlamentare perché venga alzato il plafond ad oggi fermo a soli 8 milioni di euro».

 

Spazio all’innovazione. Lo stabilimento Novartis di Torre Annunziata diventa un polo d’attrazione per le imprese ad alta intensità di ricerca scientifico-tecnologica.

Axxam, società biotech all’avanguardia nelle Scienze della Vita, è la prima a usufruire di questa opportunità, con il trasferimento nell’area dello stabilimento delle sue attività di ricerca.
Spazi e servizi del sito saranno messi a disposizione delle realtà imprenditoriali high tech più promettenti e dinamiche, espressione del territorio e non solo.
Con questa iniziativa, Novartis conferma il suo impegno per lo sviluppo di un ecosistema dell’innovazione in grado di sostenere la crescita e rafforzare la competitività del Mezzogiorno e del paese.
Torre Annunziata, 4 giugno 2020 – Si apre una nuova fase nella lunga storia dello stabilimento farmaceutico di Novartis, che oggi affianca al tradizionale ruolo di polo produttivo anche quello di ‘hub dell’innovazione’, a sostegno delle più promettenti realtà imprenditoriali nei settori d’avanguardia, ad alta intensità di ricerca scientifico-tecnologica.
Concretamente, Novartis mette spazi e servizi del suo vasto insediamento a disposizione di aziende, centri di ricerca o startup, in un’area, quella del napoletano e della Campania, tra le più vivaci del paese in termini di imprenditorialità nei settori maggiormente innovativi.
Questa nuova vocazione del sito di Torre Annunziata trova la sua prima espressione nell’accordo siglato il 26 maggio scorso tra Novartis e Axxam, società biotech attiva nella ricerca e sviluppo di soluzioni innovative per il settore delle life sciences. In base all’accordo, Axxam trasferirà parte delle proprie attività di ricerca in appositi spazi all’interno del vasto insediamento, usufruendo dei servizi e delle utilities (energetiche, informatiche…) resi disponibili da Novartis.
Nello specifico, l’attività dei nuovi laboratori Axxam ospitati a Torre Annunziata si concentrerà in attività di laboratorio finalizzate alla ricerca di base in ambito chimico-farmaceutico.
“Per il nostro insediamento, questi sviluppi rappresentano un’evoluzione coerente con una storia che da sempre fa leva sulle potenzialità dell’innovazione”, commenta Sabino di Matteo, Direttore dello stabilimento Novartis di Torre Annunziata. “Qui si è costruito nel tempo un ambiente organizzativo, culturale e tecnologico con caratteristiche d’avanguardia, che svolge una funzione essenziale per la competitività dello stabilimento, ma che può generare benefici anche per altre esperienze imprenditoriali orientate all’innovazione, appartenenti a settori diversi, con vantaggi per l’intero sistema economico e sociale. La presenza e la vicinanza di una realtà come Axxam, e delle aziende che ne seguiranno l’esempio, favoriranno interazione e scambio di competenze multidisciplinari, condizioni imprescindibili per la crescita di ogni settore e di ogni territorio”.
Sono oltre 1.000 le startup e le PMI innovative attive oggi in Campania, di gran lunga la prima regione del Mezzogiorno per concentrazione di giovani imprese focalizzate sull’innovazione, e circa metà di queste si trova nella provincia di Napoli. Negli ultimi anni, inoltre, i numeri sono in costante aumento: dal 2018 al 2019 quello delle startup ha registrato una crescita dell’11% e quello delle PMI addirittura del 36%, a un tasso che in entrambi casi è nettamente superiore alla media nazionale.
Ed è in crescita, in questo quadro, anche il numero delle aziende biotech, che nell’ultimo anno hanno raggiunto quota 46, facendo della Campania, anche in questo caso, la prima regione del Sud Italia.
In questo scenario dinamico, gli spazi e i servizi che Novartis mette a disposizione a Torre Annunziata possono offrire interessanti opportunità di sviluppo per giovani realtà imprenditoriali che, nell’area campana ma non solo, operano nei settori ad alto contenuto di innovazione, quelli che svolgeranno un ruolo chiave nella ripartenza del paese e nella sua crescita futura.
“Il sostegno all’innovazione è un tratto che caratterizza fortemente la presenza di Novartis in Italia e qualifica in modo riconoscibile il nostro ruolo a favore della società in cui operiamo, anche e soprattutto in una regione come la Campania, con la quale abbiamo legami solidi e profondi”, sottolinea a sua volta Pasquale Frega, Country President di Novartis Italia. “La scelta che abbiamo fatto a Torre Annunziata, con l’apertura dei nostri spazi ad altre realtà impegnate in settori tecnologici di punta significa per Novartis offrire, responsabilmente, un ulteriore contributo alla creazione di un ecosistema dell’innovazione che nei fatti aiuti il paese a crescere e a rinnovarsi. Un’esigenza tanto più urgente oggi e di valore strategico per il futuro”.
Lo stabilimento di Torre Annunziata, polo produttivo internazionale per l’intero Gruppo Novartis, si estende su un’area di circa 150.000 mq, conta su circa 450 dipendenti ed è tra le strutture industriali più avanzate del settore farmaceutico in Italia. Per le sue attività, che si rivolgono a oltre 100 mercati internazionali, lo stabilimento adotta impianti e tecnologie costantemente aggiornate, che fanno un affidamento sempre più esteso su soluzioni di Intelligenza Artificiale.
Gli elevati standard di qualità e sicurezza della produzione hanno consentito di avviare, all’inizio del 2020, un percorso di certificazione FDA, indirizzato a dare maggiore competitività, flessibilità, e quindi, attrattività al sito.

Il Centro internazionale Claudia Sales Labart Dance sceglie l’home training per tutti i suoi allievi

La scuola internazionale di danza Claudia Sales Labart Dance continua la strada del training digitale, personalizzando i corsi.

Abbiamo deciso di proseguire anche nei mesi di giugno e luglio il lavoro iniziato da marzo con i nostri allievi, che non hanno mai smesso di allenarsi con noi – spiega la direttrice Claudia Sales. – Ai corsi di danza e di fitness impartiti dai nostri trainer in videoconferenza, abbiamo deciso di aggiungere un ‘home training’, che arricchisce e personalizza l’offerta. L’idea nasce dal desiderio di molti allievi che, nonostante sia iniziata la fase 2 e sia dunque possibile riaprire la scuola, non si sentono sicuri di tornare in un ambiente chiuso”.

Il nuovo corso di home training, ideato e tenuto dalla stessa Claudia Sales, è pensato per venire incontro alle esigenze degli utenti che scelgono freddi programmi di allenamento tramite app, che spesso creano danni più che benefici. L’*HOME TRAINING | Metodo Sales®️* garantisce la prevenzione degli infortuni causati da inattività e il mantenimento e miglioramento delle prestazioni atletiche per gli sportivi costretti a stare fermi.

Il Training inizia con esercizi posturali che portano un beneficio al sovraccarico strutturale causato da smart working al computer, lavori domestici, studio intenso, inattività atletica e sportiva – spiega Claudia Sales -. Il corso continua poi con attività che aiutano a scaricare lo stress e la tensione emotiva accumulata nel corpo in questo periodo particolarmente difficile. Il vantaggio, in termini di tempo e di tutela degli allievi, è che si svolge da casa e sfrutta una piattaforma di streaming che permette all’istruttore di controllare l’allenamento interattivo in ogni momento”.

Prima di iniziare il corso, è previsto un consulto individuale per focalizzare le lezioni sui bisogni dell’utente. Questo momento consiste in un ‘provino’ strutturale per scoprire, insieme al docente, i limiti e le necessità di ciascuno. Per accedere alla prima lezione di prova gratuita, è sufficiente contattare il centro Claudia Sales Labart Dance attraverso i suoi canali social.