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Estate 2021: Da Polizia Postale e Airbnb i consigli anti-truffa per prenotare la casa vacanza. Dal cervello in fuga al tecnico informatico: i profili dei truffatori a caccia della caparra

Roma, 28 giugno 2021. L’estate 2021 è alle porte e tra vaccini e Green Pass gli italiani guardano
alle vacanze. Secondo i dati di Airbnb, stiamo assistendo ad un ritorno alla villeggiatura: le
prenotazioni sono aumentate dal 33% nell’estate 2019 al 53% per quella 2021 mentre il turismo
rurale è passato da un 21% nel 2019 al 37% di quest’anno.

Ma con la popolarità della casa vacanza online, aumenta anche il rischio di imbattersi in tentativi di
truffa che prendono di mira gli utenti che per la prima volta si cimentano con la prenotazione fai da
te della vacanza. Per stare più tranquilli Polizia Postale e delle Comunicazioni e Airbnb, la
piattaforma di viaggio, hanno avviato una campagna per aiutare i meno esperti a riconoscere e
stare alla larga dai tentativi di raggiro più diffusi, individuando i profili di truffatori più comuni e i
consigli per smascherarli.

Italiani più digitali: più frodi virtuali
Secondo l’Osservatorio Multicanalità del Politecnico di Milano e da Nielsen, lo scorso anno 30
milioni di italiani hanno effettuato almeno un acquisto online. Il settore dei viaggi, stando alla
ricerca, è quello in cui più si utilizza il digitale: quasi 7 utenti su 10, il 65%, acquista una vacanza
esclusivamente online oppure alternando online e offline. Nel 2020 con lo scoppio della pandemia
le segnalazioni per reati informatici al Commissariatodips.it della Polizia Postale e delle
Comunicazioni sono cresciute del 142% rispetto all’anno precedente.
Per semplificare la vita ai consumatori, è nata la Guida pocket In Vacanza come a casa: prenota e
parti in tutta sicurezza, curata da Altroconsumo, Polizia Postale con Airbnb per aiutare soprattutto
chi è alle prime armi a orientarsi quando prenota una casa vacanza online.

“Nonostante gli oltre 5,6 milioni di annunci disponibili, i tentativi di truffa sono estremamente rari e
un team di assistenza è disponibile 24 su 24 a supporto degli ospiti. La riprova è che le frodi più
comuni avvengono su altri siti e il nome di Airbnb è utilizzato per adescare la potenziale vittima
perché è un brand che tranquillizza”, spiega Giacomo Trovato, Country Manager di Airbnb Italia.
“E’ importante che sia i contatti tra host e guest sia i pagamenti avvengano sempre all’interno del
nostro sito o dell’applicazione, come indicato dai nostri termini di servizio. Airbnb infatti trattiene la
somma al momento della prenotazione, riversandola al padrone di casa solamente 24 ore dopo
l’avvenuto check in”.

I profili dei truffatori

1. Il cervello in fuga. Questo finto proprietario si è appena trasferito all’estero, e non può mostrare
la casa o accogliervi di persona, anche se ci tiene molto ad affittarvela. Per fugare eventuali dubbi,
spiegherà che si tratta di lavoro. La trattativa a distanza è il preludio di una richiesta di bonifico
internazionale. Comincerà subito a chiedervi documenti (utili per costruire la sua prossima falsa
identità), condividere non meno di 2-3 bozze di contratto À la carte, in un sospettoso crescendo di
zelo che culminerà nella necessità di concludere l’affare entro 24 ore. Il tutto seguito da una finta
pagina di prenotazione Airbnb, una finta fattura Airbnb e una vera scomparsa dopo aver ricevuto
una caparra importante.

2. Il tecnico informatico. L’host ha davvero creato un annuncio su Airbnb, ma appena chiedete
informazioni tramite l’app vi propone per comodità di continuare la conversazione per posta
elettronica. Il tempo di chiedervi un paio di cose sul vostro arrivo e vi manderà un’altra email
informandovi che per un problema con l’aggiornamento del calendario l’annuncio non è al
momento visibile nella ricerca (in realtà lo ha rimosso), e vi fornisce per comodità il link diretto,
ovviamente ad un sito clone, molto simile ad Airbnb a un occhio poco esperto.

3. Il compare. Anche in questo caso l’host ha creato (da poco, troppo poco) un annuncio su Airbnb,
sprovvisto di recensioni. La pagina vi convince e prenotate. Il truffatore è amichevole, gentilissimo
e lieto che abbiate scelto la sua casa e vi proporrà addirittura un bello sconto. Come può
permetterselo? Strizzandovi l’occhio, suggerisce di annullare la prenotazione con Airbnb e di
trattare privatamente, così da risparmiare entrambi la commissione del portale. Una volta
incassato il bonifico, l’amichevole complicità lascerà il posto ad un assordante silenzio: l’amicone è
sparito e già a caccia di un’altra vittima.

I consigli per non farsi fregare

1. Non pagate mai direttamente con bonifico. Se vi viene proposto di inviare una caparra, non
fidatevi: è contrario ai termini del servizio di Airbnb. Pagate esclusivamente attraverso il sito, che in
nessun caso prevede il bonifico come strumento di pagamento. Airbnb generalmente trattiene
l’intera somma dalla vostra carta di credito e la inoltra all’host solamente 24 ore dopo l’avvenuto
check-in, dandovi il tempo di entrare in casa e verificare che tutto sia come pubblicizzato.

2. Non comunicate fuori dal sito. Diffidate da chi vi propone di lasciare Airbnb per accordarvi
privatamente con la promessa di uno sconto: è il preludio ad una richiesta di bonifico. Inoltre, non
sarete più tutelati dalle garanzie della piattaforma. Restando nella chat dell’applicazione, potrete
segnalare in qualsiasi momento al servizio clienti comportamenti sospetti.

3. Occhio a link condivisi via email o da altri siti. Diffidate da chi vi contatta tramite un sito di
annunci dell’usato o un portale immobiliare generico dicendo di affidarsi ad Airbnb. C’è il rischio
che vi condividano un link ad un sito fasullo.

4. Come riconoscere Airbnb dai cloni. Tutte le pagine di Airbnb hanno l’indirizzo che inizia
con www.airbnb.it o .com, e un numero dopo la parola ‘rooms’, come
nell’esempio: www.airbnb.it/rooms/30728582. Indirizzi più complicati o con una struttura diversa
devono insospettirvi. Se non siete sicuri, potete cercare su un motore di ricerca il nome
dell’annuncio (es. “Luminoso terrazzo Milano”) e “Airbnb” come parole chiave; dovrebbero
comparire solamente le pagine legittime.

5. Leggete l’annuncio con attenzione. Un annuncio ben curato è di solito indice di un host e di una
casa altrettanto in ordine. Dovrebbero invece mettervi in allarme: un prezzo troppo competitivo per
la settimana di Ferragosto, descrizioni particolarmente vaghe, la totale mancanza di recensioni o
un profilo utente creato da pochi giorni.

6. Airbnb non è un’agenzia immobiliare. Diffidate di chi vi dice di “aver dato incarico ad Airbnb” di
mostrarvi la casa. Il sito infatti è solamente un portale di intermediazione, equidistante da host e
guest. Non esiste “personale Airbnb con le chiavi”, come se si trattasse di agenti immobiliari.

7. Attenzione agli alloggi ‘esca’. Se una volta arrivati a destinazione vi si chiede un cambio di
sistemazione, ovviamente non all’altezza di quella prenotata, usando come scusa un problema
improvviso sorto nell’appartamento originario che lo ha reso momentaneamente inagibile, la cosa
migliore è documentare tutto e contattare subito la piattaforma per avere un rimborso totale.

Postale: operazione “Scacco matto”

YouTube player

Si scambiavano foto e video pedopornografici nel “dark web”: 3 persone sono state arrestate in flagranza e altre 17 denunciate. Sono tutti ritenuti responsabili di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico nonché istigazione a consumare rapporti sessuali con minori.
Questo è il bilancio dell’operazione “Scacco matto”, condotta dalla Polizia postale di Catania in collaborazione con il Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online (C.n.c.p.o.) del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, portata a termine in diverse regioni italiane e coordinata dalla Procura distrettuale di Catania.

Una lunga attività d’indagine sottocopertura, nata dal monitoraggio del Web, ha portato alla scoperta di un sito ospitato su server di un Paese estero; qui gli agenti hanno scoperto immagini di pornografia minorile e commenti che istigavano esplicitamente alla commissione di atti sessuali su minori.

Il sito era “frequentato” da centinaia di utenti che, una volta entrati in contatto tra loro, si spostavano su altre piattaforme virtuali ritenute più sicure, utilizzando sistemi che li rendevano anonimi e servizi di messaggistica crittografata.

Gli utenti si scambiavano foto e video di natura pedopornografica, catalogati in base a criteri di età, sesso ed etnia, con abusi su minori, anche neonati, vittime di pratiche di sadismo. In diverse occasioni condividevano racconti di loro presunte esperienze sessuali con minorenni.

Gli agenti  infiltrati hanno lavorato per oltre un anno, fingendosi pedofili; ciò ha consentito di identificare sia gli utenti anonimi che tre vittime e anche i luoghi dove avvenivano gli abusi.
Alla luce degli elementi d’indagine raccolti sono state disposte perquisizioni domiciliari, personali ed informatiche nei confronti di 20 indagati, residenti in varie città d´Italia, mentre altri utenti, residenti all’estero, sono stati segnalati alle competenti autorità straniere.
Le perquisizioni sono state effettuate a Bolzano, Brescia, Catania, Chieti, Como, Lecco, Milano, Napoli, Parma, Pisa, Roma, Savona, Sassari, Torino, Treviso e Varese.

Gli agenti, nel corso delle perquisizioni, hanno sequestrato molto materiale che sarà sottoposto ad approfondite analisi informatiche. Disposti, inoltre, i protocolli a tutela dei minori coinvolti direttamente ed indirettamente nell’indagine.

Truffe online: false offerte di lavoro su Telegram

False offerte di impiego arrivano tramite canali Telegram che, utilizzando logo e intestazione di agenzie per il lavoro, traggono in inganno ignari candidati.

Questa è una delle ultime truffe che da qualche giorno viene segnalata alla Polizia postale e delle comunicazioni.

A coloro che aderiscono alla proposta viene inviata una bozza di contratto a tempo determinato con contestuale richiesta di documenti d’identità, codice fiscale e Iban: il tutto accompagnato dalla falsa promessa di un successivo accredito di 200 euro a settimana o, in alternativa, di 800 euro al mese a fronte della pubblicazione, da parte del candidato, di un certo numero di annunci su gruppi di offerte lavorative presenti su noti social network.

La Polizia postale ricorda sempre di diffidare delle offerte pervenute tramite l’invio di mail o profili social, non precedute da alcuna richiesta e di non fornire mai dati personali.

In caso di sospetti fate una segnalazione alla Polizia postale.

SKYTG24: Esa, diffusi pubblicamente i primi dati della sonda Solar Orbiter

anciata dalla base americana di Cape Canaveral con un razzo Atlas 5, lo scorso 10 febbraio, grazie al lavoro dell’European Space Agency e della Nasa, la sonda fa parte di una tra le missioni più ambiziose mai organizzate per studiare il Sole. I dati sono stati diffusi contestualmente alla pubblicazione di un numero speciale della rivista “Astronomy and Astrophysics”

Inizia a comporsi, con i primi dati diffusi al pubblico, il primo ritratto del Sole “dormiente” firmato dalla missione Solar Orbiter, realizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e condotta in collaborazione con la Nasa. La sonda europea, inviata in orbita per studiare il Sole, era stata lanciata dalla base americana di Cape Canaveral con un razzo Atlas 5, lo scorso 10 febbraio. Era iniziata così la missione più ambiziosa mai organizzata e diretta alla nostra stella. In questi giorni, a poco più di sette mesi dal lancio della sonda, sono stati pubblicati i primi dati scientifici raccolti da tre dei dieci strumenti di bordo durante una fase di quiete del Sole ed elaborati dai tecnici in tempi record, nonostante la pandemia di coronavirus. I dati sono stati diffusi contestualmente alla pubblicazione di un numero speciale della rivista “Astronomy and Astrophysics” che descrive la missione e le sue tecnologie.

“Volevamo che Solar Orbiter fosse una delle missioni spaziali più aperte: questo significa renderla accessibile a tutto il mondo, non solo ai team che hanno realizzato i suoi strumenti”, ha spiegato Yannis Zouganelis dell’Esa. “Ora ogni scienziato da qualsiasi Paese può accedere ai dati e usarli per i propri studi. Ci sono già centinaia di scienziati che stanno lavorando insieme per interpretare questi dati unici”. A raccoglierli, in particolare, sono stati tre strumenti montati su Solar Orbiter: il rilevatore di particelle energetiche Epd (Energetic Particle Detector), lo strumento di onde radio e plasma Rpw (Radio and Plasma Waves) e il magnetometro (Mag). La maggior parte dei dati, hanno spiegato gli esperti, è stata pulita e calibrata manualmente, ma nel prossimo futuro questo processo verrà automatizzato, sempre sotto la supervisione dei tecnici.

Tra gli altri strumenti presenti sulla sonda, come spiega anche il portale “Global Science”, gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana, ci sono anche il coronografo Metis, realizzato proprio dall’Asi in collaborazione con l’Inaf e il Cnr, diverse università italiane e istituti di ricerca sparsi in tutto il mondo, la Dpu (Data Processing Unit) di Swa (Solar Wind Analyser) e il software di Stix (Spectrometer/Telescope for Imaging X-rays) rilevatore di raggi X. Gli strumenti di telerilevamento di Solar Orbiter inizieranno le loro operazioni nominali solo a novembre 2021. Fino ad allora, continueranno a eseguire test e calibrazioni a brevi intervalli.

Il Giappone ordina ai piloti militari di segnalare gli avvistamenti UFO

Nonostante il ministero della Difesa abbia affermato che non ci sono state segnalazioni ufficiali di personale militare che ha incontrato oggetti volanti non identificati, gli osservatori UFO insistono sul fatto che il Giappone è un focolaio di attività extraterrestri.

Le forze di autodifesa giapponesi (SDF) hanno ricevuto nuovi protocolli per ciò che dovrebbero fare quando incontrano  un oggetto volante non identificato  (UFO) che potrebbe potenzialmente rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale.

L’ex ministro della Difesa Taro Kono ha dichiarato in una conferenza stampa all’inizio di settembre che i membri delle forze armate devono effettuare una registrazione visiva di qualsiasi fenomeno inspiegabile che incontrano e che il filmato deve essere analizzato al massimo. 

L’esercito ha anche il compito di esaminare i rapporti di avvistamenti UFO da parte del pubblico.

L’annuncio è stato uno degli ultimi atti di Kono come ministro della difesa prima che il governo giapponese rimescolasse le posizioni ministeriali  a metà settembre. 

In passato Kono ha espresso scetticismo sull’esistenza di astronavi aliene provenienti dallo spazio in visita sulla Terra, dicendo in una conferenza stampa ad aprile: “Francamente, non credo negli UFO”.

Tuttavia, la questione è stata sollevata quando Kono ha incontrato il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Mark Esper a Guam alla fine di agosto per un colloquio programmato su questioni di sicurezza regionale.

Si ritiene che la parte statunitense sia desiderosa di collaborare con il Giappone sugli UFO, in particolare dopo che il Pentagono ha rilasciato ad aprile tre videoclip catturati da piloti statunitensi che apparentemente mostrano “fenomeni aerei non identificati”.

Per saperne di più:  l’indagine segreta del Pentagono degli Stati Uniti sugli UFO

Il filmato era già circolato online e le autorità statunitensi hanno confermato di non essere in grado di identificare con certezza gli oggetti nelle clip.

 

https://www.dw.com/en/japan-orders-military-pilots-to-report-ufo-sightings/a-55081061

Open online: L’Italia andrà sulla Luna con la Nasa. E per noi sarà la prima volta nella storia

L’obiettivo non è solo tornare sul nostro satellite ma anche allestire una colonia permanente

[Aggiornamento del 26 settembre: Nella prima versione di questo articolo, avevamo scritto che alla missione avrebbe partecipato certamente anche un astronauta italiano. Dopo aver svolto le verifiche interne, abbiamo modificato l’articolo visto che il gruppo di astronauti non è ancora stato scelto, ma il presidente di Asi ha spiegato di sperare che sia presente anche un italiano come Luca Parmitano o Samantha Cristoforetti. Ci scusiamo con tutti i lettori].

Fino ad oggi sono solo 12 gli esseri umani che hanno camminato sulla Luna. E tutti nel giro di tre anni: dal 1969 al 1972. Il primo è stato Neil Armstrong, il 21 luglio del 1969. 19 minuti dopo è stata la volta di Buzz Aldrin, il suo compagno di equipaggio nella missione Apollo 11. A quasi 50 anni dall’ultima missione lunare, l’amministratore della Nasa James Bridenstine e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro hanno firmato un accordo che potrebbe portare i primi italiani sul nostro satellite.

Il programma spaziale si chiama Artemis e fa parte di una collaborazione più ampia che coinvolge anche l’Agenzia Spaziale Europea (Esa): l’obiettivo è di ritornare sulla Luna entro il 2024.

Questa volta però non si tratterà di una toccata e fuga: l’obiettivo è quello di stabilire una colonia in cui astronauti provenienti da diversi Paesi possano continuamente darsi il cambio, esattamente come avviene sulla Stazione Spaziale Internazionale (Ssi).

Intervistato dal Messaggero, il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia ha spiegato che il gruppo che partirà per raggiungere la nuova base non è ancora stato selezionato: «I primi allunaggi toccheranno agli americani, poi toccherà agli altri partner e noi siamo stati i primi europei a firmare un bilaterale. Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano sono prontissimi e molto quotati alla Nasa».

https://www.open.online/2020/09/26/litalia-luna-nasa-missione-artemis/

ESA – Immagine della settimana: Tarawa, Kiribati (27 settembre 2020)

La missione Copernicus Sentinel-2 ci porta sull’atollo di Tarawa nella Repubblica di Kiribati, una remota nazione del Pacifico minacciata dall’innalzamento dei mari.

La Repubblica di Kiribati è una nazione insulare indipendente formata da circa 33 atolli che si trovano nei pressi dell’equatore, nel Pacifico centrale. Le isole sono distribuite su una superficie di circa 3,5 milioni di kmq di oceano, ma con un’area totale di territorio vero e proprio di soli 800 kmq.

L’atollo di Tarawa – mostrato nell’immagine – sorge all’incirca a metà strada tra le Hawaii e l’Australia. Tarawa presenta una vasta laguna orlata da una barriera corallina a forma di ‘V’ – lunga circa 35 km – composta da oltre 30 isolotti. L’atollo, teatro di una brutale battaglia della II Guerra Mondiale, è diviso in Tarawa Nord e Tarawa Sud.

Tarawa Sud è formato da una sottile striscia di isolotti uniti da viadotti ed ospita oltre la metà dei 100 000 abitanti di Kiribati. L’Aeroporto Internazionale di Bonriki costituisce la principale porta di accesso al paese ed è visibile in basso a destra nell’immagine.

Kiribati è una delle più basse nazioni al mondo, con molti dei suoi atolli e delle sue isole coralline che presentano una quota non superiore ai 2 m sul livello del mare: questa caratteristica li rende estremamente vulnerabili all’innalzamento del livello del mare. Kiribati ha già sperimentato danni crescenti causati da tempeste ed inondazioni. Nel 1999 due degli isolotti non abitati della nazione, Tebua Tarawa ed Abanuea, sono interamente scomparsi sott’acqua.

Il ‘Rapporto Speciale sull’Oceano e la Criosfera nell’ambito del Cambiamento Climatico’ in tema di innalzamento degli oceani afferma che il livello medio globale del mare è probabile che aumenti all’incirca tra 0,29 m ed 1,1 m per la fine di queste secolo. Anche se questa cifra potrebbe apparire non elevata, piccole nazioni insulari – come Kiribati – sperimenteranno conseguenze particolarmente devastanti.

Piccoli mutamenti nell’innalzamento del livello del mare saranno causa non solo di inondazioni, erosione, contaminazioni del suolo e degradazioni dei coralli, ma fondamentalmente ridurranno di molto l’area territoriale di Kiribati, obbligando molti dei suoi abitanti a spostarsi.

Viene ritenuto vitale che nel corso delle prossime decadi il cambiamento del livello del mare sulla Terra venga monitorato con molta precisione. Con il suo lancio programmato a novembre, il satellite Copernicus Sentinel-6 ‘Michael Freilich’ misurerà accuratamente i cambiamenti del livello globale del mare. Con la mappatura effettuata ogni 10 giorni del 95% del ghiaccio libero oceanico della Terra il satellite fornirà informazioni chiave per la sicurezza marittima relativamente alle correnti oceaniche, alla velocità dei venti ed all’altezza delle onde.

Questo nuovo satellite assumerà il ruolo di missione di riferimento, continuando le misurazioni standard  per gli studi sul clima iniziate nel 1992, proseguendo i precedenti rilievi dell’altezza della superficie del mare almeno fino al 2030.

Il Sole entra in un nuovo ciclo e raggiungerà il picco nel 2025

Preparatevi all’aumento dell’attività solare e ad altre macchie solari poiché il periodo relativamente tranquillo del Sole è ora ufficialmente terminato, annunciato ieri dagli scienziati della NASA e un nuovo ciclo, denominato ciclo 25, è iniziato.

Uno dei modi più basilari con cui gli scienziati studiano come l’attività solare aumenta e diminuisce nel tempo, è con una matita e un pezzo di carta.

Armati di questa semplice soluzione a bassa tecnologia, team di collaboratori in tutto il mondo segnano la posizione delle macchie solari alla stessa ora ogni giorno per coerenza, su una semplice immagine del sole.

Circa 80 stazioni in tutto il mondo contribuiscono a questi dati e, una volta registrati, i censimenti giornalieri delle macchie solari vengono quindi inviati per l’elaborazione al World Data Center per l’indice Sunsport e le osservazioni solari a lungo termine presso l’Osservatorio reale del Belgio a Bruxelles.

Tuttavia, gli scienziati non fanno affidamento solo sull’attività delle macchie solari. Altri indicatori aiutano anche a determinare quando il Sole sta raggiungendo un minimo, come un aumento dei raggi cosmici nel sistema solare.

Normalmente, il forte campo magnetico del Sole fornisce uno scudo protettivo attorno a tutti i pianeti, il che rende difficile l’infiltrazione di radiazioni altamente energetiche. Ma quando il Sole è al minimo solare, il campo magnetico ordinato e rilassato si indebolisce ai poli permettendo ai raggi cosmici di penetrarvi.

Negli ultimi anni, l’attività solare durante l’ultimo ciclo, il ciclo 24, è stata relativamente bassa, hanno detto gli esperti della NASA e della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) durante un evento mediatico martedì. Nel dicembre 2019 questa pausa nel comportamento è terminata quando le statistiche del gennaio 2020 hanno mostrato che il numero di macchie solari è aumentato per la prima volta dal massimo del ciclo 24 nell’aprile 2014.

Queste cifre sono state appena confermate perché il nostro Sole è così variabile e possono volerci mesi per dichiarare l’inizio di un nuovo ciclo solare, ha detto la NASA.

“Quando emergiamo dal minimo solare e ci avviciniamo al massimo del ciclo 25, è importante ricordare che l’attività solare non si ferma mai; cambia forma quando il pendolo oscilla “, ha detto Lika Guhathakurta, scienziata solare presso la divisione Heliophysics presso la sede della NASA a Washington.

Si prevede che questo nuovo ciclo avrà all’incirca la stessa forza del ciclo solare appena terminato, che era al di sotto della media, ma non senza rischi.

“Solo perché si tratta di un ciclo solare inferiore alla media, non significa che non vi sia alcun rischio di condizioni meteorologiche spaziali estreme”, afferma Doug Biesecker, co-presidente del panel e fisico solare presso lo Space Weather Prediction Center (SWPC) della NOAA a Boulder, in Colorado.

“L’impatto del sole sulla nostra vita quotidiana è reale ed è presente. SWPC ha personale 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno perché il Sole è sempre in grado di darci qualcosa da prevedere “.

Comprendere il comportamento del Sole è importante non solo per salvaguardare i satelliti ei segnali di comunicazione da violente esplosioni solari, ma anche per aiutare a mitigare l’esposizione degli astronauti alle radiazioni nocive.

“Non c’è brutto tempo, solo una cattiva preparazione”, ha detto Jake Bleacher, capo scienziato per la direzione della missione per l’esplorazione umana e le operazioni della NASA presso la sede dell’agenzia. “La meteorologia spaziale è quello che è: il nostro compito è prepararci.”

Il mese scorso la NASA ha selezionato cinque proposte per studi concettuali di missioni per aiutare a migliorare la comprensione delle dinamiche del Sole.

Questi includono, Solar-Terrestrial Observer for the Response of the Magnetosphere (STORM); HelioSwarm: The Nature of Turbulence in Space Plasmas; Solar Explorer multi-fenditura (MUSE); Auroral Reconstruction CubeSwarm (ARCS) e Solaris: Revealing the Mysteries of the Sun’s Poles.

Le proposte, finanziate dal programma Heliophysics Explorers della NASA, riceveranno 1,25 milioni di dollari per condurre uno studio del concetto di missione di nove mesi e l’agenzia sceglierà fino a due proposte da avviare al lancio.

“Siamo costantemente alla ricerca di missioni che utilizzino tecnologie all’avanguardia e nuovi approcci per spingere i confini della scienza”, ha affermato Thomas Zurbuchen, amministratore associato per Science Mission Directorate della NASA ad agosto.

“Ognuna di queste proposte offre la possibilità di osservare qualcosa che non abbiamo mai visto prima o di fornire approfondimenti senza precedenti in aree chiave di ricerca, il tutto per favorire l’esplorazione dell’universo in cui viviamo”.

Nel frattempo, gli scienziati stanno attualmente lavorando su modelli predittivi in ​​modo che un giorno possano prevedere il tempo spaziale proprio come i meteorologi prevedono il tempo sulla Terra.

Per aiutare nel processo, la NOAA sta lanciando un satellite Space Weather Follow-On (SWFO) progettato per effettuare misurazioni dirette, in situ, del plasma termico del vento solare e del campo magnetico “a monte” della Terra.

Ciò aiuterà gli scienziati a fornire avvertimenti sui potenziali eventi meteorologici spaziali che potrebbero causare danni alla rete elettrica e ai sistemi di navigazione e di temporizzazione come il Global Positioning System (GPS).

Il lancio del satellite è previsto nel 2024, prima del picco previsto del ciclo solare 25 nel luglio 2025.

Domenica gli Stati Uniti vieteranno i download di WeChat e TikTok

Washington (CNN Business)Il Dipartimento del Commercio prevede di limitare l’accesso a TikTok e WeChat domenica, poiché gli ordini esecutivi dell’amministrazione Trump contro le due app entreranno in vigore.

Il Dipartimento ha dichiarato venerdì che a partire da domenica, qualsiasi mossa per distribuire o mantenere WeChat o TikTok su un app store sarà vietata. Apple e Google non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento.
Sebbene gli utenti che hanno già scaricato le app possano continuare a utilizzare il software, le limitazioni indicano che le versioni aggiornate delle app non possono essere scaricate.
“L’unico vero cambiamento a partire da domenica sera sarà che [gli utenti di TikTok] non avranno accesso ad app migliorate, app aggiornate, app aggiornate o manutenzione”, ha detto venerdì mattina il segretario al commercio Wilbur Ross su Fox Business.
Le restrizioni che prendono di mira WeChat sono più estese. A partire da domenica, sarà illegale ospitare o trasferire il traffico Internet associato a WeChat, ha affermato il Dipartimento in un comunicato . Lo stesso sarà vero per TikTok a partire dal 12 novembre, ha detto. (L’amministrazione Trump sta attualmente valutando una proposta che coinvolge ByteDance, il genitore cinese di TikTok, e Oracle, progettata per risolvere i problemi di sicurezza nazionale dell’amministrazione relativi a TikTok; la scadenza per un accordo è il 12 novembre.)
TikTok ha dichiarato in una dichiarazione di non essere d’accordo e di essere rimasto deluso dall’annuncio dell’amministrazione.
“La nostra comunità di 100 milioni di utenti statunitensi ama TikTok perché è un luogo di intrattenimento, espressione di sé e connessione”, ha affermato la società, “e ci impegniamo a proteggere la loro privacy e sicurezza mentre continuiamo a lavorare per portare gioia alle famiglie e carriere significative per coloro che creano sulla nostra piattaforma “.
Tencent, il proprietario di WeChat, ha detto che sta rivedendo le restrizioni delineate dal Dipartimento del Commercio.
“In seguito all’ordine esecutivo iniziale del 6 agosto, abbiamo avviato ampie discussioni con il governo degli Stati Uniti e abbiamo avanzato una proposta globale per rispondere alle sue preoccupazioni”, ha affermato Tencent in una dichiarazione. “Le restrizioni annunciate oggi sono sfortunate, ma dato il nostro desiderio di fornire servizi continui ai nostri utenti negli Stati Uniti – per i quali WeChat è un importante strumento di comunicazione – continueremo a discutere con il governo e altre parti interessate negli Stati Uniti i modi per ottenere un soluzione a lungo termine. “
Ulteriori restrizioni potrebbero ancora essere annunciate in seguito, anche nei confronti di altre app se vengono utilizzate come soluzioni alternative.
In precedenti atti giudiziari, il governo degli Stati Uniti ha suggerito che le restrizioni su TikTok e WeChat sarebbero state di portata limitata e non mirate a danneggiare i consumatori o i dipendenti statunitensi di TikTok.
I dipendenti di TikTok saranno comunque in grado di ricevere stipendi e benefici e di svolgere il loro lavoro quotidiano senza incorrere in conflitto con il divieto.
In una dichiarazione separata del 15 settembre, il governo degli Stati Uniti ha avvertito che la comunicazione su WeChat potrebbe essere “compromessa” a causa delle politiche imminenti, ma che “gli utenti non saranno presi di mira o soggetti a sanzioni”.
“Le azioni di oggi dimostrano ancora una volta che il presidente Trump farà tutto quanto in suo potere per garantire la nostra sicurezza nazionale e proteggere gli americani dalle minacce del Partito Comunista Cinese”, ha detto Ross. “Sotto la direzione del Presidente, abbiamo intrapreso azioni significative per combattere la raccolta dannosa dei dati personali dei cittadini americani da parte della Cina, promuovendo al contempo i nostri valori nazionali, le norme democratiche basate su regole e l’applicazione aggressiva delle leggi e dei regolamenti statunitensi”.

Asteroide Hera pericoloso per la Terra

L’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e la Nasa uniscono le forze per la difesa planetaria, grazie al contratto da 129,4 milioni di euro per la collaborazione alla missione Hera in programma nel 2024, il cui obiettivo è verificare la possibilità di deviare un asteroide potenzialmente pericoloso per la Terra. L’Italia è fra i sette Paesi partner della missione, accanto a Belgio, Lussemburgo, Portogallo Repubblica Ceca, Romania e Spagna. Il nostro Paese contribuisce con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e con l’idea della missione, nata dal matematico e astronomo Andrea Milani, uno dei maggiori esperti internazionali di asteroidi, morto nel 2018.

 

https://www.esa.int/Safety_Security/Hera/Hera